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  • Thesaurus del nuovo soggettario. Bibl. nazionale centr. di Firenze [online] http://thes.bncf.firenze.sbn.it/index.html
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        307 Description archivistique résultats pour Attività

        Conti di don Felice Quartironi
        CH AFR GA.FE.Serie B.a.05 · Dossier · 1770-1796
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Il fasc. raccoglie i conti dare-avere del reverendo, che redige delle liste di pagamenti fatti e ricevuti durante uno o più anni, alle quali sono a volte allegati i rispettivi "confessi" (ricevute) o fatture di artigiani, commercianti e speziali.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR PF.Serie C.d.06 · Dossier · 1801-1804
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        6 lettere e 6 ff. di annotazioni che riguardano i conti dell'ex-Pieve di Riva S. Vitale da presentare al cantone di Lugano. Il Commissario distrettuale Paolo Francesco Rossi, rappresentante della ex-Pieve e incaricato di raccogliere lo stato delle finanze, riferisce alla Camera Amministrativa di Lugano quanto ha intrapreso per ottenere chiarezza da parte dei diversi comuni. Il caneparo (tesoriere) di Riva S. Vitale Alfonso Bernasconi é richiamato al suo dovere ma Paolo Francesco sembra non riuscire ad ottenere quanto richiesto e se ne lamenta. Il dossier contiene fra l'altro:

        • una lista dei “Fuochi ed estimi” riguardanti i comuni della ex-Pieve ; in aggiunta, la distinta delle spese dichiarate dall'esattore Romagnoli di Bissone.
        • 1793, 12 genn, copia di Poliza de citt. fratelli Rossi del Testore d'Arzo per la somma di L. 1700: i fratelli Cesare, Giacomo e Girolamo, quondam Angelo Rossi del Testore di Arzo, concedono un prestito al comune di Riva S. Vitale da restituirsi nel 1800 e 1801. Scrittura firmata: Giovanni Oldelli de Merete sostituto Reg.te della sud.ta magn.ca Pieve, in qualità di deputato ; Abbondio Bernasconi cancelliere condep.to.
        Rossi, Paolo Francesco
        CH AFR GA.FE.Serie G.20 · Dossier · ca 1856-1857
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Fascicolo raccolto dal notaio Cristoforo Rossi che agiva come procuratore del fratello, avvolto in una fascetta di carta con il seguente testo: "Carte intorno alla pendenza di conti dare ed avere fra il falegname Carlo Bernasconi di Mendrisio e il not. Giacomo Ant. Rossi di Arzo erede del sign. q. F. Ferrari di Mendrisio, finalmente deciso da arbitri in pagamento e saldo d'ogni suo avere a Bernasconi. In giugno 1857". Fatture per lavori eseguiti dal falegname in casa Ferrari e nella masseria durante più di 20 anni.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie C.c.04 · Dossier · 1813-1821
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Minute dei conti tenuti da Giovanni Battista Torriani per il nipote Filippo Ferrari, residente a Cagliari, figlio di Giuseppe Simone e di sua sorella Maddalena. Si tratta di annotazioni spesso assai disordinate, forse previste per essere trascritte in registri contabili non pervenuti. Le carte documentano la parte spettante all'erede Filippo, che lo zio Torriani riscuoteva dai fondi agricoli e dai capitali, e le spese che Filippo doveva sostenere per la casa e gli stabili agricoli ( riparazioni degli stabili, personale, pagamenti al notaio Rossi, ecc.). Dopo la morte di Giuseppe Ferrari, nel 1813, Torriani aiutò la vedova Maddalena nell'amministrazione della sostanza ereditaria, con interventi del notaio Giacomo Antonio Rossi a partire dal 1820.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie A.f.11 · Dossier · 1736-1752
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Documenti relativi alle vertenze e ai conti dare e avere fra Giuseppe Maria Ferrari fu Simone e i fratelli Antonio Maria e don Alessandro Franchini, figli del fu Giovanni Battista. Il saldo definitivo dei conti con gli eredi Franchini venne confermato il 12.12.1752, dopo la morte di Giuseppe Ferrari, dai curatori del figlio Giuseppe Simone, ancora minorenne.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie G.18 · Dossier · 1857-1859
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Cristoforo Rossi, fratello del notaio Giacomo Antonio e suo procuratore speciale, tratta la vendita di alcuni fondi e di una masseria in Mendrisio con i fratelli Croci. I beni immobili erano parte dell'eredità che Filippo Ferrari lascia al cugino notaio Giacomo Antonio. I Croci ottengono un prezzo di favore e uno sconto del 4% alla condizione di assumersi il pagamento dei “vecchi e nuovi legati di cui è gravata l’eredità ", in particolare la parte di legato lasciato da Filippo ai nipoti Giambattista Pollini e Matilde Cesaroni ved. Pollini.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR RA.Serie D.a · Sous-série organique · 1921-1928
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Corrispondenza e dossier tematici raccolti duranti il mandato al Consiglio di Stato del canton Ticino. Si tratta principalmente di copie di documenti riguardanti vari temi di finanza e economia, in minor misura giustizia e educazione. La corrispondenza è in gran parte proveniente da amici, politici ticinesi e varie personalità ticinesi e confederate, oltre che da privati cittadini che si raccomandano per impieghi o sottopongono altre faccende. Una piccola parte riguarda gli scambi con altre istituzioni (comuni, cantoni svizzeri, etc).

        Rossi, Raimondo
        Confraternita del S. Rosario di Besazio
        CH AFR AN.Serie B.c.01 · Dossier · 1751-1885
        Fait partie de Fondo Antonio Rossi

        La Confraternita del Santo Rosario è un'associazione di fedeli della Chiesa cattolica, approvata per la prima volta nel 1476 dal cardinale Alessandro Nanni Malatesta, legato pontificio e vescovo di Forlì [fonte 1].
        La confraternita del SS Rosario di Besazio fu eretta nel 1653 con rogito del notaio F. Fossati di Meride, che la metteva sotto il patronato e la presidenza del parroco pro tempore di Besazio. Poco più di dieci anni dopo, la confaternita é beneficiaria nel testamento del concittadino Antonio Maria Fontana di Besazio, maestro lapicida emigrato a Roma e morto in quella città nel dicembre 1668. Riceve un legato in denari e degli immobili presso la chiesa di S. Andrea delle Fratte a Roma, con l'obbligo di effettuare beneficenza, celebrare numerose messe in suffragio della sua anima e assegnare annualmente una dote di 35 scudi a due zitelle povere del paese, per il matrimonio o la monacazione [fonte 2].
        Nel "Libro di Spesa e Ricavata" (unità 01/01) sono inseriti i commenti dei parroci Carlambrogio Croce e Giuseppe Baroffi a questo riguardo, essendo responsabili della tesoreria della Confraternita negli anni tra il 1775 e il 1840. In particolare viene ricordato che gli obblighi del lascito testamentario di Antonio Fontana furono rispettati fino al 1778, quando la Confraternita, indebitata nella costruzione della nuova chiesa di Besazio non riesce ad ottemperare pienamente agli obblighi del testatore, e ottiene quindi dal vescovo di Como Giambattista Mugiasca, con decreto vescovile del 24 luglio 1785, di poter usare la metà dei redditi per sanare il debito e distribuire l'altra metà in proporzione ; con la clausola che una volta sanata la situazione si ritorni alle distribuzioni previste. Il parroco Giuseppe Baroffi attesta poi nel 1838 che i debiti furono pagati in pochi anni e che "presentemente la Confraternita é creditrice contro la Comune di Besazio stesso di L 5000 milanesi circa, e ne tiene in cassa circa altre quattro mille." Da quel momento la Confraternita continuerà nei suoi investimenti, con l'autorizzazione del vescovo Romanó, acquisendo beni immobili e prestando capitali per poi distribuire in proporzione ai parrocchiani e alla chiesa, aumentando anche il numero delle doti assegnate annualmente alle fanciulle bisognose del paese. Dopo la metà del sec. XIX, a cui principalmente si riferiscono queste unità archivistiche, i conti sono sottomessi durante alcuni anni anche al vescovo di Como. L'avv. Antonio Rossi funge da tesoriere negli anni 1873-1884.

        Rossi, Antonio, avvocato
        CH AFR GA.FE.Serie A.f.02 · Pièce · 1729
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Confesso datato 1 dic. 1729, in favore di Giuseppe Ferrari fu Simone, redatto dal notaio Martinola di Mendrisio per ordine del debitore Francesco Scantonato di Besazio, che sottoscrive una polizza di Lire 50 per coprire una precedente polizza di suo padre Giovanni, sottoscritta nel 1683 a favore di Domenico Maggi di Rancate. Morto il creditore, la figlia Giovanna la cede a Carlo Giovanni Rossi di Arzo, che a sua volta la cede a Giuseppe Maria Ferrari.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie A.e.06 · Pièce · 1719
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Dichiarazione fatta a Milano il 25 sett. 1719, davanti al notaio Carlo Antonio D'Alberti e testimoni, da Antonio Rossi fu Giovan Maria, che dichiara di aver ucciso il 2 nov. 1716 il parroco Stefano Antonio Ferrari, del fu Simone "mosso semplicemente dalla propria passione", dopo una lite provocata dal mancato pagamento di "un busto d'un mio quadro che detto sign. curato mi negava e che per tal causa mi aveva fatto fare molte spese e che mi ha reso miserabile". Il dichiarante afferma di essere il solo responsabile del delitto e confessa di aver estorto ai fratelli del parroco e in particolare a Giuseppe Ferrari la somma di 50 Filippi, minacciandoli di confessare la loro partecipazione come istigatori del delitto. L'atto viene stipulato dal notaio nell'abitazione del marchese Alessandro Trivulzi situata nella parrocchia di S. Alessandro in Zebedia (oggi Palazzo Trivulzi in Piazza S. Alessandro).
        Sull'esterno dell'atto (calligrafia attribuita a Giuseppe Maria Ferrari): *"Carta fata di Antonio Rossi Fosati ucisore del fu povero curato di Arzo".

        Rossi, Giacomo Antonio