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        CH AFR PF.Serie C.c.09.04 · Sous-dossier · 1822-1824
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        Il sindaco redige minuziosamente le spese effettuate durante la vicenda del condannato Caprera e dell'assassinio della madre Anna: spese per inventari, pagamenti a persone che prestano diverse mansioni (trasporti di merci, di messaggi, aiuto negli inventari), liste di creditori etc.

        Rossi, Paolo Francesco
        CH AFR PF.Serie C.c.09.02 · Sous-dossier · 1823
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        Corrispondenza in entrata e uscita (copie) del sindaco di Arzo Domenico Canzani con il Tribunale di Prima istanza di Mendrisio sempre riguardo al detenuto Caprera. Nella notte fra il 2 e il 3 feb. 1823 viene assassinata Anna Caprera, madre di Giuseppe, che possedeva una casa con annessa una Bottega di alimentari. Il fasc. contiene, oltre alla corrispondenza, diverse copie di inventari dei beni mobli della defunta Anna Caprera eseguite da Paolo Francesco Rossi e dal sindaco Canzani. Il Tribunale criminale di prima istanza di Mendrisio ordina poi una vendita all'asta "di tutti gli effetti appartenenti a detto Caprera, compresi quelli ereditati dalla madre",

        Rossi, Paolo Francesco
        CH AFR PF.Serie C.c.09.05 · Sous-dossier · 1823
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        Il fasc. contiene il dettaglio degli emolumenti dovuti ai giudici incaricati della vicenda Caprera; una minuta del Giudice subentrante Giacomo Antonio Rossi riguardante le riscossioni e i pagamenti effettuati dal Tribunale dal 1823 al 1826, esazioni fatte dal Giudice di Pace (P. F. Rossi) etc. Inoltre tre copie della sentenza contumaciale contro Andrea Rusca di Genestrerio (complice di Caprera) con la nota: "da affiggersi al luogo degli Editti in Arzo, ove fu consumato il delitto".

        Rossi, Paolo Francesco
        Affare Giuseppe e Anna Caprera
        CH AFR PF.Serie C.c.09 · Dossier · 1822-1826
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        Nel 1822 Giuseppe Caprera, originario di Uggiate e dimorante ad Arzo è condannato e incarcerato per vari furti commessi con i fratelli Rusca di Genestrerio, latitanti, dei quali sono conservate le due condanne in contumacia. I giudici sospettano che nell'abitazione del Caprera possano esserci degli oggetti rubati e ordinano la posa dei sigilli, che viene eseguita dal giudice di pace Paolo Francesco Rossi. Il sindaco Domenico Canzani è incaricato dal Tribunale di Mendrisio di assistere il curatore nominato dal tribunale nella redazione dell'inventario e nella valutazione della sostanza.
        Nel febbraio del 1823 la madre di Giuseppe, Anna Caprera, viene assassinata nella sua casa di Arzo, dove teneva anche una bottega di generi alimentari e altre mercanzie. Di nuovo il Tribunale incarica il sindaco di mettere i sigilli e di stabilire un inventario e le parti spettanti ai figli Giuseppe e Carlo, dimorante ad Uggiate. Gli inventari, la ricerca dei debitori e dei creditori, la redazione di conti dettagliati e la messa in vendita all'asta della sostanza rimasta al detenuto Caprera occupano il sindaco Canzani dal 1822 al 1826.
        Nel fascicolo si trovano unicamente documenti sulla gestione della sostanza del detenuto e della madre defunta; nessun documento riguardante i delitti commessi dal Caprera o l'assassinio di Anna Caprera.

        Rossi, Paolo Francesco
        Affari di famiglia
        CH AFR PF.Serie A · Série organique · ca 1700 - ca 1859
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        Registri o libri contabili che riportano in dettaglio, anno per anno e mese per mese, le entrate e le uscite che costituivano il reddito della famiglie Rossi del Paolino, dal nome del capostipite Cristoforo dicto de Paolino (1644-1686). I primi documenti della serie risalgono al 1750 ca. e contengono scritture di crediti a volte già antichi che si tramandano di generazione in generazione e spesso vengono estinti dopo decenni. Si tratta dei libri di conto dei fratelli Cristoforo Antonio e Giacomo Antonio Rossi, figli di Paolo Francesco (1673-1752) e di Eurosia Margherita (1673-1730), figlia di Giacomo Rossi del Gigantogno. Cristoforo nasce il 23 luglio 1706 ad Arzo, secondogenito di 5 fratelli e sorelle: Lucia (1704), Marta Sidonia (1709) e Giovanna Sidonia (1716), che si ritrovano in diverse annotazioni per prestiti da esse ricevuti. Giacomo Antonio (1712-?) sposa Angela Maria Rossi, di Giorgio, dalla quale ebbe 7 figlie e 3 figli, fra i quali il produttore di questo fondo, Paolo Francesco (1761-1813), che collabora con lo zio nella conduzione delle attività famigliari. Cristoforo Antonio è forse scalpellino ma sembra possedere o sfruttare una “Cava Nuova” ad Arzo. Non sappiamo se il fratello Giacomo Antonio partecipi a questa attività o se invece si dedichi prevalentemente alla gestione dei terreni agricoli, né sappiamo quando muore ; ma i frontespizi dei registri fanno sempre riferimento a “zio e nipote” – cioé Cristoforo e Paolo Francesco. Non é sempre possibile stabilire a chi appartengano le scritture più antiche, se al solo Cristoforo oppure anche al fratello Giacomo Antonio. A partire dagli anni 1785-1790 si riscontra la calligrafia di Paolo Francesco che si occupa della tenuta dei libri contabili di famiglia. L'attività che svolge a fianco dello zio Cristoforo consiste principalmente nello sfruttamento del marmo della Cava Nuova, da cui si estraggono blocchi di macchia vecchia e broccatello che sono venduti come tali oppure lavorati come camini e scalini. La seconda attività che appare sui libri é l'affitto a mezzadria di terreni a Meride, Besazio e Rancate e il prestito di denaro a terzi, con interessi che possono arrivare al 5%. Più tardi, al volgere del 1800, interviene la vendita di legname, vino, uva e cereali. Negli ultimi anni dell'esistenza di Paolo Francesco i registri sono completati dai figli, i notai Giacomo Antonio e Cristoforo, ma l'attività della cava é scomparsa ed i redditi sono esclusivamente forniti dalle rendite fondiarie e dalla vendita di prodotti agricoli (uva, vino, bachi da seta, granoturco).

        Rossi, Paolo Francesco
        CH AFR GA.FE.Serie A.a.05 · Dossier · 1630-1654
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Due atti che riguardano Costanza Ferrari, figlia di Giovanni Antonio di Arzo e moglie del nob. cavaliere Paolo Orelli di Locarno:

        • 1630, 12 agosto. Convenzione con Cristoforo Fossati di Arzo per l'affitto di "una casa grande con suoi edifficÿ de molini et sue peste dentro con un prato ivi contiguo et anesso esistenti nella terra di Arz suddetto ove se dice alla casa o sia molini di mezzo della p.da S.ra Constantia" . Il nobile cavaliere Paolo Orelli, figlio del consigliere Francesco, rappresenta la moglie Costanza nella transazione. Atto steso a Locarno nella casa di Paolo Orelli dal notaio Giovanni Leoni.
        • 1654, 2 novembre. La nobile signora Costanza figlia di Gio. Antonio Ferrari e moglie del fu nobile cavaliere Paolo Orelli, assistita dal figlio Giovanni Antonio e dal genero suo curatore Giovanni Orelli, figlio del canc. Giovanni Stefano, vende ad un lontano cugino, Domenico Ferrari del fu Stefano (1626-1717), un terreno e una casa "con fontana, giardino et con piante de frutti, con altre case in fondo detto giardino, qual giace nella terra di Arzo suddetto dove si dice alla casa del q. Molto R.do sig.~ prete Rocho", per un totale di 370 scudi. Notaio Oliviero Bacciardi del fu Marco, notaio di Locarno.
          Sull'esterno del doc. appare la scritta (attribuibile a Giovanni Maria Ferrari), "Instromento di compra fata della casa delli fratelli Ferrari di Ar(zi)o della Sig.ra Costanza Ferraria Orreli di Locarno e tocata in divisione alli fratelli Ferrari qm Simone di Arzio sudeto l'ano 1708". Costanza doveva aver ereditato la casa dello zio parroco Rocco Ferrari (deceduto attorno al 1625); per via ereditaria la casa del "prete Rocco" fu attribuita ai fratelli Domenico e Giuseppe Maria Ferrari che nel 1721 vollero modificarne l'assetto ed ebbero un contenzioso con la confinante parrocchia di Arzo.
        Rossi, Giacomo Antonio
        Amministrazione Carlo Fossati
        CH AFR GA.Serie B.03 · Dossier · 1817-1842
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Carlo Fossati (ca 1790-1850) figlio di Camillo é uno scalpellino e marmista di Arzo, che si trasferisce a Torino nei primi anni del 1820, dove apre una propria bottega. I documenti e in particolare le lettere indirizzate al notaio G.A. Rossi, riguardano le sue attività negli anni 1817-40, la gestione di alcuni beni posseduti ad Arzo e i rapporti con i famigliari rimasti in patria. La moglie, Caterina Bossi, fa ritorno regolarmente ad Arzo su incarico del marito per occuparsi dei loro beni, aiutata da Paolo Francesco Rossi e dal figlio, il notaio Giacomo Antonio procuratore di Carlo Fossati. Le proprietà di Fossati non sono note esattamente : di certo una casa e dei terreni ad Arzo, dei terreni a Besazio e forse a Meride. Negli anni 1819-1821 affitta e poi acquista dal cugino Antonio Fossati una casa ad Arzo, nel luogo detto "Canton là" con annesso fondo agricolo detto Vigna, successivamente dati in affitto. Nel 1823 o 1824 muore il fratello Francesco, sposato con Maria Antonia Gamba. Dopo la sua morte, Carlo cerca aiutare la famiglia, offrendo una parte della dote ad una delle figlie e pagando alcuni debiti. Particolarmente preoccupanti per Carlo i debiti della società creata negli anni 1820 dai fratelli Fossati, con il cugino Antonio Fossati e con Agostino Gamba, cognato di Francesco. La società importava dalla Svizzera "pietre" (marmo), che venivano poi lavorate sul posto. Ma gli affari non prosperano, secondo Carlo a causa del poco impegno dei soci negli affari e nella tenuta dei conti. La società sarà sciolta nel 1829. Negli anni successivi gli eredi di Francesco Fossati perderanno tutti i pochi beni loro rimasti. Nel 1830 Caterina Bossi da procura al marito Carlo Fossati per amministrare l'eredità del suo defunto padre Orazio Bossi. Un figlio di Carlo e Caterina, Giovan Maria, rientrerà ad Arzo per un breve periodo, fra il 1856 e il 1860, come riportato nei registri di popolazione. Lascerà il paese nel 1860 per destinazione ignota.

        Descrizione del fascicolo:

        • Lettere di Carlo Fossati a Paolo Francesco Rossi, Giacomo Antonio Rossi et al. (1823-1839)
        • Tessera di divisione dei beni stabili fra i fratelli Fossati qdm Camillo d'Arzo (13 mar. 1816) ; con un libretto di misure dei fondi
        • Lettera di Camillo Fossati al cugino parroco Andrea Allio perché rinnovi un contratto d'affitto (probabilmente della sua casa in Arzio) e perché si informi sul prezzo e la lavorazione di alcuni camini in vendita a Viggiù (Torino, 16.2.1833)
        • Conti fra i fratelli Francesco e Carlo Fossati ; procura per il notaio Giacomo Antonio Rossi ; procura di Catterina Bossi moglie di Carlo Fossati al figlio Giovan Maria con bollo della R.a Segr. di Stato per l'autentificazione della firma (Torino, 1842)
        • Documenti notarili relativi a debiti e crediti: ricognizioni di debito, quietanze, fatture
        • Minute e annotazioni sulla gestione Fossati, di Paolo Francesco e Giacomo Ant. Rossi ; contiene un "Libretto per gli affari di Carlo Fossati" [calligr. di Paolo Francesco e Giacomo Ant. Rossi]
        • Credito di Carlo Fossati vs Francesco Ruggia : atto notarile e lettere del segr. del Tribunale di Lugano
        • Procura speciale ad negotia di Caterina Bossi a favore del marito Carlo Fossati (Torino, 1830)
        • Lettera di Carlo Fossati a G.A. Rossi dove lo prega di riscuotere un credito in suo nome ((Torino, 1836)
        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR PF.Serie A.19 · Dossier · 1768-1804
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        Corrispondenza e vari altri documenti relativi all'amministrazione della sostanza lasciata dal defunto Giovan Maria Rossi dell'Acquavita, figlio di Silvestro e di Sidonia Rossi del Paolino, zia del produttore Paolo Francesco Rossi. L'unità é stata suddivisa in sottofascicoli per distinguere vari tipi di documenti, ossia la corrispondenza fra Paolo Francesco Rossi e Giovanni Casanova curatore della ved. Rossi, seguita dalla corrispondenza con la vedova e il figlio (periodo 1786-1804 con lacune fra il 1792e il 1795) ; il testamento di Giovan Maria Rossi detto dell'Acquavita ; varie procure generali rilasciate dal defunto Giovan Maria Rossi e dai suoi eredi in favore di Sidonia Rossi e di Paolo Francesco Rossi ; attestati riguardanti Giovan Carlo Augusto Rossi ; documenti relativi all'amministrazione dei beni, come contratti agricoli, resoconti di Paolo Francesco Rossi, ricevute (confessi) per i fitti, ricavati dei fondi e cambiali destinate a Dresda.

        Avvenimenti : Giovan Maria Rossi detti del Acquavita, marmista, emigra a Dresda fra la fine del 1768 e l'inizio del 1769, dove già si trovava lo scultore arzese Andrea Salvatore Aglio. Lascia alla madre una procura che le attribuisce l'usufrutto di tutti i suoi beni mobili e immobili. A Dresda Giovan Maria riesce ad ottenere un posto di marmista alla corte del Principe Elettore di Sassonia. Si sposa con Sofia Elisabetta Neitlingin dalla quale avrà un figlio. Muore nel giugno del 1786 di tisi, o più probabilmente di silicosi, dopo aver rilasciato una procura per l'amministrazione dei suoi beni al cugino Paolo Francesco, e nominato nel suo testamento eredi universali la moglie ed il figlio di tre anni, Johannes Karl Augustus, che sarà affidato ad un tutore. Fino alla maggiore età del cugino, Paolo Francesco Rossi amministra i fondi e i capitali degli eredi in territorio di Arzo e Saltrio e intrattiene una regolare corrispondenza con i cugini di Dresda, inviando annualmente i ricavati dei fondi agricoli tramite mercanti e banchieri e malgrado le difficoltà dovute alle guerre e alle carestie. Nel 1801Giovan Carlo Augusto si rende ad Arzo allo scopo di ricevere l'attestato ufficiale di maggiore étà che gli permetterà di disporre liberamente della sua sostanza. Nel 1804 muore la madre Sofia Elisabetta e tutti i beni situati in Svizzera sono venduti per far fronte ai debiti contratti negli anni. La corrispondenza si interrompe a quel momento.

        Rossi, Paolo Francesco