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  • Thesaurus del nuovo soggettario. Bibl. nazionale centr. di Firenze [online] http://thes.bncf.firenze.sbn.it/index.html
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        307 Description archivistique résultats pour Attività

        CH AFR GA.FE.Serie A.b.07 · Pièce · 1699
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Rogito di Alfonso Oldelli di Meride, 16 maggio 1699. Il curato di Arzo Stefano Antonio Ferrari acquista per sè e suoi fratelli Francesco, Biagio, Domenico e Giuseppe, congiuntamente con Stefano Ferrari di Domenico [suo cugino] un terreno ad Arzo detto Chioso Simonini, da Francesca Polata [Polatta] di Melano, ved. di Tommaso e tutrice del figlio minorenne Paolo. Il rogito fa riferimento all'ultimo testamento del marito, rogato da Bartolomeo Lobbia di Lugano nel genn. 1695, che lasciava la moglie amministratrice del patrimonio. Il chioso era stato acquistato da Francesca Polatta in un periodo imprecisato agli eredi di un "Simonino Ferrari", che non sembra imparentato con gli acquirenti. Il curato Stefano Antonio agisce come rappresentante del fratello Giuseppe e dei fratelli Francesco e Biagio che si trovavano a Roma.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie A.f.06 · Dossier · 1730
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Rogito del 16 marzo 1730 (notaio Giov. Battista Pahemius, fu Cosimo Damiano, di Balerna).
        Sul f. esterno: Vendita fatta dalle sig,re eredi del fu Sg. Antonio Franchini di Balerna al Sig.e Giuseppe Ferrari d'Arzo, della metà della possessione di Bisio. Unito un riassunto in italiano che indica come Giuseppe Ferrari del fu Simone avesse già comperato nel 1728 dal fu suo suocero Antonio Franchini metà del fondo di Bisio, in territorio di Balerna, consistente in una "casa masserizia e sussidio". Le figlie eredi Caterina e Maria Elisabetta Franchini , quest'ultima moglie di Benedetto Silva di Morbio Inferiore, gli vendono nel 1730 la restante metà del fondo per Lire imperiali 4500. Viene specificato come la somma debba essere distribuita per saldare diversi debiti delle sorelle.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie A.b.13 · Pièce · 1719
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Due rogiti di Giovanni Oldelli del 30 gen. 1719 per la compensazione della dote di Marta Rodari vedova fu Francesco Fossati del Stocco, che riceve terreni e un capitale, e successiva vendita con patto di grazia di uno dei terreni ai fratelli Ferrari:

        • "Assig.° Martae uxoris r.n. qm. D. Francisci Fossati de Stocco à M.tro Franc. Ant. Fossato parit. d: del Stocco qm. Silv.tri de Artio ". Marta Rodari riceve un capitale e i terreni Alla Zocca a Tremona, Rongio a Besazio e Selveta a Arzo, da Francesco Antonio Fossati del Stocco, nipote del marito defunto.
        • "Vend.o gratia D.D. fr.um Ferrarior[um] qmd. D. Simeonis Artÿ à Marta Rodaria uxe. r.n. qmd M.tri Fran.ci Fossati del Stocco d.Loci". Retrovendita del terreno Alla Zocca situato a Tremona, con possiblità di riscatto, fatta da Marta Rodari vedova di Francesco Fossati del Stocco a favore dei fratelli Domenico e Giuseppe Ferrari che agiscono anche a nome degli altri fratelli Francesco e Biagio.
        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie A.a.01 · Dossier · 1583-1594
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Contiene due copie di rogiti per mano del notaio Giovanni Oldelli di Meride, tratte dalle sue imbreviature, che riguardano due figli del capostipite Simone Ferrari (m. già nel 1583) Giovanni Maria (m. prima del 1600) e Domenico (m. ca 1603) :

        • 1583, die 26 mensis octobris: Divisio facta inter Jo:Mariam et Dominicum fr.es Ferrarÿs fqm. M.i. Simonis de Artio et Bernardum de Solario de Carona [titolo sul retro dell'atto].
        • 1594, die 13 mensis maÿ: Ven. m. Dominici de Ferrarÿs a Ottaviani Fossatti [titolo sul retro dell'atto].
        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie C.b.04 · Dossier · 1765-1779
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Atti notarili eseguiti a Venezia in vari periodi e riguardanti possessioni in Ticino di Giuseppe Ferrari, che le vende per ottenere dei capitali (i motivi non sono noti), con la clausola del riscatto delle proprietà. Giuseppe Ferrari soggiornò a Venezia dal 1765 circa fino ai primi anni del 1790, dapprima solo e poi con la famiglia. La sua attività non è nota se non con il generico appellativo di "negoziante". Poche le testimonianze sul periodo, ma la famiglia riappare negli Stati delle anime di Mendrisio del 1794.
        Contenuto del fascicolo:

        • Atto no. del 16.3.1765, notaio Luca Fusi in Venezia. Vendita fatta da Giuseppe Ferrari a Marc'Antonio Adami fu Alessandro, di una casa e di un terreno (luogo non nominato) per la somma di 700 ducati. Con l'impegno del Ferrari di versare gli interessi per anni cinque e il diritto di riscatto della proprietà con il versamento della somma "in una sola volta".
        • Atto not. del 25.2.1779, notaio Antonio Mandelli in Venezia. Vendita fatta da Giuseppe Ferrari a Domenico Fossati di una proprietà a Balerna, già affittata, per la somma di 250 ducati, con godimento di due anni e conseguente riscatto da parte del venditore. L'atto porta in calce, con data Morcote 16.12.1802 , la ricevuta dei figli del fu Domenico Fossati che ricevono il capitale con gli interessi da Giuseppe Ferrari.
        • Pagamenti per il riscatto delle proprietà: procura fatta da G. Ferrari a Bartolomeo Spinelli (anche indicato come Spinedi); procure e ricevute dei creditori eredi del fu Marc'Antonio Adami (1776-1779).
        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.Serie B.09 · Pièce · 1735.02.11
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Atto di vendita di una casa a Besazio, fra i fratelli Stefano e Giacomo Antonio Gamba fu Domenico di Arzo e Pietro Angelo Tamagnini fu Francesco con i nipoti eredi del fu suo fratello Carlo Giuseppe, tutti di Besazio. Rogito del notaio Carlo Francesco Romagnoli.

        Rossi, Giacomo Antonio
        WIR Wirtschaftsring
        CH AFR RA.Serie B.06 · Dossier · 1936-1937
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Il fasc. contiene una piccola corrispondenza con esponenti della Camera di commercio luganese che si inquietano per l'arrivo della cooperativa Wirtschaftsring. Due commercianti luganesi allertano R. Rossi, allora direttore della succursale della Banca nazionale svizzera a Lugano, riguardo a quanto considerano un raggiro ad opera di elementi "naturalizzati" (e in seguito additati come "ebrei"). Rossi promette di informarsi e invia due rapporti alla direzione generale della BN (marzo e luglio 1937) la quale lo assicura della sua attenzione e gli trasmette alcuni esemplari della pubblicazione del Dr. Schwagler sulla cooperativa WIR (non presente nel fasc.). Dalla corrispondenza traspare il pregiudizio anti-ebraico. Un panettiere luganese scrive: " I suoi [della WIR] fondatori ed i suoi agenti in Isvizzera, sono di quegli ebrei che fanno la speculazione ininterrotta sulla buona fede dei popoli. E peccato che il dr. Schwegler non nomina col nome giusto gli inventori".
        Nel dossier sono contenute 3 pubbl. : "Conditions d'adhésion, WIR Association économique Zurich" ; "Association pour la monnaie saine : rapport 1935/1936, Zurich" ; "Gesunde Währung / hrsg. v.d. Veren. für gesunde Wähung, Juli 1937".

        Rossi, Raimondo