terreni agrari

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  • Superfici terrestri che l’uomo utilizza per le coltivazioni agricole

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  • Thesaurus del nuovo soggettario. Bibl. nazionale centr. di Firenze [online] http://thes.bncf.firenze.sbn.it/index.html
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    terreni agrari

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      terreni agrari

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      Proprietà di Bisio a Balerna
      CH AFR GA.FE.Serie C.b.07 · Dossier · 1789-1791
      Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Giuseppe Simone Ferrari eredita fondi e masseria in territorio di Balerna, nel luogo detto Bisio, acquistati da suo padre ad inizio Settecento dal suocero Antonio Franchini, padre della seconda moglie, e successivamente dalle cognate Franchini. Giuseppe Simone effettua un ulteriore acquisto di terreni e una casa con giardino negli anni 1780, da Maria Margherita Pagani Chiesa, vedova di Bartolomeo Pagani, e da Innocenzo Regazzoni precedente acquirente.
      Il fasc. contiene: atti di vendita della ved. Pagani (1783 e 1793, copie dei rogiti del notaio Antonio Praemio di Balerna, da lui eseguite); confessi vari , note per crediti da riscuotere, taglie di Balerna (1789-1791); atto di retrovendita con Innocenzo Regazzoni per una casa già Pagani (1791, copia del rogito di Giov. Battista Torriani fu Giovanni da lui eseguita); contratto di locazione e affitto al massaro Antonio Quadri fu Giovanni (scrittura privata, Mendrisio 31.10.1794

      Rossi, Giacomo Antonio
      CH AFR GA.FE.Serie C.b.02 · Dossier · 1753
      Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Atti che riguardano prestiti di capitali e cessione di crediti da parte dei fratelli Cristoforo e Giacomo Rossi [del Paolino], figli del fu Paolo Francesco, in favore di Giuseppe Ferrari fu Giuseppe, ancora minorenne e assistito dai curatori Carlo Rossi fu Giov. Battista e Antonio Quartironi fu Bartolomeo. Si esplicita come parte dei prestiti debbano servire a liquidare la dote delle sorelle Ferrari Giusppa Caterina e Teresa Agostina, monache Orsoline, secondo quanto stabilito nel testamento del padre.
      Copie di due rogiti del 20 feb. e 7 mag. 1753 estratti dalle imbreviature del notaio Giovan Battista Rusca di Mendrisio e eseguite dallo stesso.

      Rossi, Giacomo Antonio
      CH AFR RA.Serie A.b.24 · Dossier · 1942
      Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

      Nel 1941 R. Rossi concede un taglio di bosco sul suo fondo Vedesina-Pradaccio in territorio di Clivio (Saltrio, Italia) ad Antonio Rinaldi.
      Il contratto è una semplice dicharazione senza misurazioni esatte. Di conseguenza il Rinaldi taglia un settore appartenente ad un altro proprietario. Dovendolo rimborsare si rivolge a R. Rossi che però rifiuta di risarcirlo. Il fasc. contiene la corrispondenza e alcune riproduzioni approssimative del mappale.

      Rossi, Raimondo
      CH AFR PF.Serie A.05 · Dossier · 1790 - 1851
      Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

      Nel “Libro rinovato 1796” sono consegnati i profitti derivati dai terreni agricoli della famiglia ad Arzo, Besazio e Meride e dati da coltivare con contratti a mezzadria. I contratti reelativi a ciascun massaro descrivono le condizioni di lavorazione dei fondi e di divisione del raccolto con il proprietario e l'ammontare dell'affitto per la casa d'abitazione. Generalmente il mezzadro é tenuto a coltivare e a migliorare i fondi e consegna metà di tutti i raccolti al proprietario ; in più può esser obbligato a fornire giornate di lavoro per il trasporto e la lavorazione dei prodotti in casa del proprietario. Costui possiede per metà anche gli animali d'allevamento o da soma, per i quali spesso anticipa i fondi dell'acquisto, mentre la somma a carico del mezzadro viene dedotta dai suoi guadagni. Contrariamente ad altri contratti dell'epoca, Paolo Francesco Rossi concede di dividere a metà anche la perdita di sostanza, in caso di cattivo raccolto o di diminuzione del valore dei prodotti o degli animali.

      • Documenti allegati al libro:
        05/02: contratti e conti con il massaro Francesco Robbiani e i figli Giovanni e Paolo (1791 - 1798)
        05/03: privata scrittura e conto del massaro Domenico Cattò per l'affitto dei terreni Cesmo e Costa a Besazio (1794 - 1801)
        05/04: contratto fra Paolo Francesco Rossi e il massaro Carlo Francesco Vassalli per il terreno Viras, a Meride e proventi ricevuti nelle successive annate (1792 - 1808)
        05/05: conti e contratti riguardanti diversi terreni situati a Besazio e affidati successivamente ai massari Roncoroni, Pocobelli, Allio, Zoppi, Realini ; con una “memoria per sapermi regolare coi mezzadri riguardo alla decima pagata al curato di Besazio” (1804 - 1813)
        05/06: conti e contratti con i massari Robbiani e Zoppi ; affitti, giornate di lavoro, e dei prodotti delle colture e della vigna ricevuti secondo quanto stabilito dal contratto di mezzadria. Decime dovute in territorio di Besazio (1810 - 1817)
        05/07: contratto fra Paolo Francesco Rossi ed i fratelli Francesco e Luigi Zoppi e conti di dare e avere con i massari (1793 - 1835)
        05/08: conti con i massari Quattropani e dettaglio dei fitti e dei prodotti ricevuti (1816 - 1820)
        05/09: memorie, annotazioni e conti riguardanti diversi massari (1811 - 1816)
        05/10: conti con il massaro Realini (1811 - 1842)
        05/11: conti con il massaro Santino Pagani (1832 - 1838)
        5/12: conti con i massari Francesco Robbiani di Arzo, Cattò di Besazio, fratelli Zoppi e Giovanni Fontana di Besazio
      Rossi, Paolo Francesco
      CH AFR PF.Serie A.04 · Dossier · 1795 - 1856
      Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

      Paolo Francesco Rossi, proprietario di terreni e già attivo nel commercio del marmo con lo zio Cristoforo Antonio, tiene i libri contabili relativi agli affari di famiglia a partire dagli anni 1781-1785. In questo "Libro Nuovo" vengono riportate le rendite generate dall'affitto di terreni o da prestiti di capitali, in parte già iniziati nel precedente “Libro dei capitali". I creditori sono principalmente residenti nel comune di Arzo, altri nei comuni di Besazio, Rancate, Riva S. Vitale, Ligornetto, Mendrisio, Castello a Obino, Meride, Saltrio e Viggiù. In questo registro l'attività di sfruttamento della cava di marmo non appare quasi più, se si eccettuano i rapporti con i parenti marmorari di Saltrio e Viggiù. Si può supporre l'esistenza di un registro specifico perduto, oppure che la Cava Nuova sia passata in altre mani (a cugini o venduta a terzi, la documentazione manca). Il “Libro rinovato” riporta essenzialmente i fitti di terreni agricoli e gli interessi di prestiti in denaro concessi a terzi nel territorio. Dal 1817 ca. appaiono annotazioni per mano dei due figli notai che chiudono vecchi debiti.
      Nel registro figurano prestiti a diversi comuni e prestiti forzati alle istituzioni pubbliche durante gli anni dell'occupazione francese e durante i primi anni di esistenza del cantone:

      • al comune di Lugano, f. 59: “1799, 13 giugno. La Comunità ossia la Nazione Luganese mi deve la somma di L.100 alla Grida di Lugano per requisizione fattami dal Governo provvisorio”. I capitale sarà retribuito al 3 1/4 % fino al 1816, poi al 5% “perchè così inteso colla comune di Arzo”.
      • al cantone Ticino, f. 66: “1806, 2 gennaio. Il cantone Ticino mi deve per tante versate nella cassa cantonale per prestito decretato ed assicurato dalla legge 7 sett. 1805, come dal buono rilasciato sotto la sudd.ta data 2 genn 1806, correnti di Milano L 125. Fitto annuo al 5 p.100 – L. 6.5”.
      • al f. 55: 21 feb. 1795, l'Onorando comune di Besazio devemi L. 750
      • ai ff. 57/v-58: 17 feb. 1797 prestito di Sovrani 44 1/2 ossia grida di Milano L. 2002:10 all'architetto Stefano Ignazio Melchioni di Meride ora residente a Novara. Stefano Melchioni (n.1765 – m.1837) é un architetto e ingengnere assai noto in Italia, dove realizzò fra le tante opere il ponte sul Ticino a Novara, il restauro di San Gaudenzio e i progetti per l'ampliamento dell'Ospedale Maggiore di Novara. Il prestito era stato concesso nel 1794 dallo scultore Giacomo Marchesi, già socio in affari con il padre di Melchioni, che lo cede poi al genero Paolo Francesco Rossi.
      • al f. 57: Il signor Pietro Antonio Andreazzi di Tremona devemi per capitale d'istromento d'obbligo rogato dal sign notaro Rusconi di Tremona il 7 aprile 1796 grida di Lugano L. 2000…"
      • ai ff.63-64: “1803, li 5 nov. Questo comune d'Arzo oltre aquanto sta notato al C. 41 del presente libro devemi per capitale di Polizza eretta sotto il giorno sud.tto la somma moneta e grida di Milano di L 2045” ; e ai ff. 81 e 94 si aggiungono prestiti per un totale di L di Milano 6562.
        Fogli allegati:
      • contratto ipotecario fra Silvestro Antonio Vassalli e i fratelli Cristoforo e Giacomo Rossi rappresentati dal loro nipote e figlio Paolo Francesco (1 dic. 1783, notaio Antonio Fossati di Arzo) su un terreno di 5 pertiche a Meride detto Filagno.
      • Conto fra l'on. comune di Arzo e i flli Rossi Cristoforo e Giacomo Antonio. Foglio doppio piegato e incollato fra i ff. 67-68 del libro che presenta la distinta del conto dare/avere fra il comune e i flli Rossi ; in allegato una lettera al comune, datata 16.11.1852 a firma Cristoforo Rossi [notaio], con incluse diversi giustificativi, note e ricevute delle taglie 1848-1854 etc. (10 ff.)
      Rossi, Paolo Francesco
      CH AFR PF.Serie A.07 · Pièce · 1784
      Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

      Paolo Francesco Rossi tiene un conteggio dettagliato di quanto riceve dai mezzadri in natura o in denaro per i fitti delle masserie. Nota ugualmente i prestiti in denaro o anticipi per sementi o trasporti di prodotti agricoli. Si ritrovano i nomi dei massari già consegnati nei libri contabili della famiglia.

      Rossi, Paolo Francesco
      CH AFR PF.Serie A.08 · Pièce · 1792 - 1796
      Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

      Paolo Francesco Rossi annota più volte al mese e per ogni anno fino al 1796 i crediti e i debiti che riguardano l'attività del mezzadro Francesco Robbiani, che in quegli anni coltiva terreni a Arzo (La Pinta) e a Besazio (La Costa, Minaso) e dei mezzadri Giuseppe e Paolo Riva che coltivano il terreno detto “la Murgaleta”, probabilmente situato ad Arzo. Per uno stesso periodo le scritture sono riportate su due pagine a fronte: a sinistra i crediti del mezzadro e a destra i debiti che costui accumula verso il padrone. Nel dettaglio, si tratta essenzialmente di anticipi di spesa in contanti che il mezzadro riceve per l'acquisto di sementi, attrezzi o spese per il bestiame. I crediti vantati verso il padrone sono essenzialmente giornate di lavoro sulla proprietà padronale, destinati a rimborsare gli anticipi ricevuti. Il saldo é sempre negativo a svantaggio del mezzadro.
      Un foglio isolato (non cucito) alla fine del libro, riporta due conti saldati per il 1796 , dei massari Battista Pagani e Francesco Zoppi e una nota di giornate di lavoro fatte da Giovannino Robbiani.

      Rossi, Paolo Francesco
      CH AFR GA.FE.Serie A.f.13 · Pièce · 1740
      Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

      8 agosto 1740: Giuseppe Ferrari presenta un'istanza davanti al Capitano Reggente di Lugano, tenente col. Emanuele Gros consigliere dell'Ill.ma città di Berna. Il quale intima a Antonio Gamba di Arzo di levare "quella siepe da voi posta a secco sopra il fondo d'esso Instante, afine questo stesso possa aver il libero transito per andare nelle sue stanze a norma delle sue ragioni".

      Rossi, Giacomo Antonio
      CH AFR GA.FE.Serie A.a · Sous-série organique · 1583-1654
      Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Alcuni atti notarili eseguiti fra il 1583 e i primi decenni del 1600 e purtroppo in cattivo stato. Riguardano le divisioni e le compravendite che formarono la sostanza assai importante dei fratelli Simone e Andrea Ferrari, del fu Domenico e dei loro figli. Sostanza che si trasmetterà in parte ai Ferrari delle generazioni successive. Il padre Domenico Ferrari e lo zio Giovanni Maria, figli di Simone (deceduto già nel 1567) erano attivi come magistri lapicidi fra il 1560 e il 1600 circa, lavorando anche per diversi decenni per la Fabbrica del duomo di Milano. Giovanni Maria morì poco dopo aver diviso la società con il fratello (1586) e Domenico morì verosimilmente nel 1602. I discendenti, Giovanni Antonio figlio di Giovanni Maria, Simone e Andrea, figli di Domenico, che già lavoravano con loro, continuarono l'attività di scalpellini e marmisti. Simone (ca 1555-1628) risulta essere l'antenato in linea diretta della famiglia Ferrari che si trasferì a Mendrisio ad inizio 1700, con Giuseppe Maria, che conservò e fece fruttare i beni di famiglia ereditati.

      Rossi, Giacomo Antonio
      CH AFR PF.Serie C.a.01.01 · Sous-dossier · ca. 1810
      Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

      Registro dei fondi in territorio di Ligornetto soggetti alla Decima, spettanti a varie istituzioni religiose, e Conto dei decimanti redatto da Paolo Francesco Rossi. Titolo: "Dalla visita oculare fatta dall'infr.o in concorso anche delli Cittadini Angel Ma. Pessina, Paolo Piffaretti e Giov. Ma. Casanova di Ligornetto a tutti i fondi posti in territorio di Ligornetto stesso soggetti secondo [quanto] indicano i suddetti alla Decima aspettante alla Mensa Vescovile di Como, al Monastero di S. Margaritta pure di Como, alla Prioria della Torre di Mendrisio e al Beneficio di S. Gioñ. di Ligornetto ne risulta come s.ue [segue]". Non datato ma relativo agli anni 1798-1799; 1808-1810.
      Composto da due quaderni, il primo con l'inventario dei fondi e rispettivi proprietari con la residenza ; il secondo con la distribuzione dei fondi secondo i rispettivi beneficiari. Allegati numerosi ff. sciolti con conti di singoli committenti, calcoli e note del redattore. Un f. doppio con una tabella dei "Capitali e dei Frutti" intitolato "Conto che il Citt.o Paolo Francesco Rossi di Arzo nella sua qualità di Procuratore dei decimanti in territorio di Ligornetto da a suoi Commitenti in sunto alla ricavata ossia prodotto per la redenzione della Decima in detto territorio".

      Rossi, Paolo Francesco