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  • Insiemi di fenomeni in successione che presentino una certa unità o si svolgano in modo omogeneo e regolare. In ambito Giuridico usare il termine Processo

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  • Thesaurus del nuovo soggettario. Bib. nazionale centrale di Firenze (online) - http://thes.bncf.firenze.sbn.it/index.html
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        CH AFR RA.Serie E.c.01 · Dossier · 1920
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Manoscritto di una conferenza sulla necessità di proteggere e favorire l'industria svizzera, pronunciata in diverse occasioni fra gennaio e marzo 1920, in sede Zofingia o davanti alla Camera di Commercio. Suscita un certo interesse e echi nella stampa locale, di cui rimangono come allegati alcuni ritagli annotati dal produttore. Almeno in un'occasione (18 marzo 1920 a Lugano) vengono proiettati 3 filmati in francese, forniti dall'associazione "Semaine Suisse", che illustrano l'eccellenza dell'industria Svizzera : Appareillage Gardy S.A. Genève (materiale elettrico) ; Filmato sull industria alimentare svizzera ; Fabrique des chauffages centraux à Berne (industria metallurgica).

        Rossi, Raimondo
        CH AFR GA.FE.Serie E.a.03 · Dossier · 1842-1850
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Principali avvenimenti:
        1842: a fine dicembre Enrico Grimaldi lascia Cagliari per Genova, in febbraio si sposta fra Pavia, Bologna e Milano, da dove scrive al notaio Rossi per annunciargli di aver acquistato due cavalli da tiro e "un legno" (carro o carrozza), con un prestito di Giovan Battista Petondi di Castel S.Pietro, un contatto del notaio Rossi che naturalmente deve essere rimborsato. Arriva in marzo a Mendrisio dove cede un suo credito verso lo zio Filippo Ferrari ai Padri Serviti. In aprile è già sulla via del ritorno e scrive da Napoli.
        Il 14 agosto 1843 il notaio si complimenta con Antonio Grimaldi per il matrimonio della prima figlia. Si tratta del matrimonio di Antonia Grimaldi con l'avvocato Carlo Pio Zappalà avvenuto il 24 dic. 1842. Ma il 19 dic. 1843 Enrico Grimaldi annuncia al notaio Rossi la morte della sorella (verosimilmente morta durante o dopo il parto della figlia Lucia, ndr.).
        1846: la corrispondenza di quell'anno è quasi interamente dedicata alle pratiche per il pagamento di una carrozza ordinata da Enrico Grimaldi al colonnello Giuseppe Cima di Milano e costata una cifra considerevole (più di Lire 3600), tanto che il notaio ebbe difficoltà a raccogliere la somma necessaria. Nello stesso anno il vedovo Zappalà sposò la cognata Giulia Grimaldi, forse per mantenere unito il capitale ereditario (lettera del 8.3.1846 a Enrico Grimaldi dove il notaio Rossi si congratula "col di Lei cognato del matrimonio coll'altra di Lei sorella").
        1847-1848: inizia una corrispondenza regolare con l’avv. Pio Carlo Zappalà riguardo all'amministrazione e vendita dei beni dell'eredità Pollini toccati ai Grimaldi. Il 24 marzo 1848 Zappalà riferisce dei moti rivoluzionari in Sicilia.
        1849-50: Ultima corrispondenza assai incompleta del notaio Rossi con i Grimaldi e cav. Zappalà, che riguarda i crediti ancora in sospeso e in particolare il saldo del debito che lo zio Filippo Ferrari ha verso i nipoti Grimaldi.
        Nel 1849 Giacomo Antonio Rossi segnala che il colera ha di nuovo colpito Mendrisio e Castel S. Pietro, dalla fine di agosto ai primi di settembre, ma aggiunge "non abbiamo a deplorarne altro, tanto che qui ora se ne parla come di cosa passata e non ci resta che ringraziare il signore che si degnò di preservarci." Annuncia anche la morte della madre Apollonia nata Marchesi, di Saltrio, il 2 febr. 1849. Uniti alla corrispondenza del 1850 un foglio con annotazioni del notaio Rossi : " 1850 in luglio. Conto del debito Ferrari a favore Grimaldi" e sul retro, "Conti del debito pagato da Ferrari a Grimaldi". Aggiunto un secondo foglio, ritrovato disperso fra altre lettere non pertinenti, con l'intestazione "Conto degli interessi sui Capitali estinti (?) dovuti dal Sr. Ferrari al Sr. Grimaldi" (anni 1840-1841 ca).

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie E.a.02 · Dossier · 1835-1841
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Principali avvenimenti:
        Il 29 nov. 1835 Antonio Grimaldi annuncia la morte della madre Antonia (Antonina) Colonna avvenuta il 16 nov.
        Nell'estate del 1837 scoppia il colera in Sicilia. Il 5 agosto Antonio Grimaldi invia una lettera - che arrivò ad Arzo con molto ritardo e tagliuzzata per permettere le "fumigazioni" purificanti secondo la credenza del tempo - dove descrive i quasi 2500 morti di Palermo e chiede al notaio Rossi di inviargli d'urgenza del denaro, anche sottoscrivendo un mutuo, poiché il colera ha paralizzato tutto il commercio dell'isola. Nel nov. dello stesso anno Antonio Grimaldi annuncia che due dei figli (Antonia e Enrico, sono oramai maggiorenni mentre l'ultima figlia (Giulia) è in procinto di diventarlo ; ciò significa che egli non eserciterà più la tutela;
        il 4 marzo 1838 Giacomo Ant. Rossi scrive ai Grimaldi e annuncia la morte di Caterina Torriani, moglie del cognato e zio Giovanni Battista Pollini, avvenuta il 28 febbraio a Mendrisio, dopo il parto;
        il 23 aprile 1838 a Mineo davanti a notaio, viene steso l'atto che assegna al notaio G. A. Rossi la procura per rappresentare gli eredi Grimaldi nella successione ereditaria del conte Pollini in Svizzera. Nel testo sono elencati i nomi dei figli e le loro età rispettive in anni e mesi. Il 13 sett. il cav. Grimaldi chiede un conto generale delle proprietà esistenti in Ticino ereditate dai figli, poiché dice di "avere un'occasione di matrimonio per le donne" e vorrebbe perciò valutare l'ammontare della loro fortuna;
        il 3 agosto 1840 il cav. Antonio Grimaldi annuncia la sua intenzione di recarsi in Sardegna per vendere tutti i beni del figlio e delle figlie; viaggio che il figlio Enrico intraprende nel giugno del 1841 con l'intenzione di riscuotere anche il debito di L 15'000 con lo zio Filippo e poi di recarsi a Mendrisio. A fine dicembre Enrico lascia Cagliari, senza esser riuscito nei suoi intenti e in contrasto con lo zio Filippo (lettere di Enrico e Filippo del dic. 1841).

        Rossi, Giacomo Antonio
        Giornale l'Adula e irredentismo ticinese
        CH AFR RA.Serie D.e · Sous-série organique · 1915-1935
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Corrispondenza e collezione di ritagli di stampa che coprono il periodo 1915-1935, riferitial le vicende degli irredentisti ticinesi, in particolare le polemiche con il produttore, l'appello a G. D'Annunzio e le agitazioni di A. Carmine, il processo a Teresina Bontempi redattrice del giornale L'Adula, intentato dalla giustizia militare su denuncia di R. Rossi, la messa al bando della pubblicazione decretata dal Cons. federale.
        Contenuto:
        01: Processo intentato contro Teresina Bontempi e il giornale l'Adula.
        02: Corrispondenza sui temi dell'italianità e del patriottismo (1915-1920) ; con 1 cartolina illustrata anonima intitolata: "Ritirati!"
        03: Corrispondenza sul tema dell' irredentismo ticinese e il caso Carmine-Adula e le polemiche sulla raccolta di firme in sostegno a Gabriele D'Annunzio.
        04: Corrispondenza con i ticinesi della Società Svizzera di Livorno (contrari alla posozione dell'Adula).
        05: Lettera di G. Motta e copia della risposta riguardo alle misure prese contro l'Adula e i redattori Emilio Colombi e Cigni (1935).
        06: Collezione di ritagli dell'Adula (generalmente la prima e ultima pag. in f. doppio: anni 1915-1917).
        07: Collezione di ritagli stampa di div. testate sui temi del pattriottismo, irredentismo, polemiche riguardanti R. Rossi e il suo stipendio di direttore della Scuola Cant. di commercio (1915-1917).
        08: Collezione di ritagli stampa di div. testate sull'affare Carmine-D'Annunzio e sul tema irredentismo ( 1920-1926).
        09: Collezione di ritagli di stampa, collages e articoli riferiti alle polemiche con l'Adula nel periodo 1913-1920 (problemi relativi alla scuola, al sistema educativo, alla cultura in Svizzera ; polemica dopo il discorso "Helvetia docet" pronunciato dal produttore davanti all'Associazione svizzera per l'educazione commerciale il 12 ott. 1913 a La Chaux-de-Fonds).
        10: Bolzani, Antonio. "La fine dell'Ádula" : (ricordi e note). Articolo ritagliato dalla rivista Militare ticinese, a. VIII; n. 4 (1935), pp. 61-68.

        Rossi, Raimondo
        CH AFR RA.Serie A.a.09 · Dossier · 1943-1948
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Dopo il pensionamento da direttore della sede luganese della Banca Nazionale (dic. 1940) Raimondo Rossi rimane a Lugano fino al 1943, per poi prendere residenza ad Arzo, nella vecchia casa paterna. La casa di Arzo non è riscaldata e passarvi l'inverno è impossibile: così, da novembre a metà aprile, Raimondo con la moglie Bianca e la figlia Anna Maria si rifugiano in vari hotel della regione. Nell'inverno 1945/1946 soggiornano all'hotel Lloyd di Lugano. In marzo, mentre soggiornavano a Lugano, muore la figlia Anna Maria (23.3.1946). Da quel momento la coppia, oramai anziana e con problemi di salute, rimarrà quasi sempre in varie case di cura (terme di Stabio, ospedale Beata Vergine di Mendrisio, clinica San Rocco, clinica Moncucco a Lugano). Il fasc. è composto dalle fatture settimanali rilasciate dai vari stabilimenti, con annotazioni del produtture in particolare relative alle spese incorse , corrispondenza e opuscoli delle case di cura San Rocco a Lugano, Terme solforose di Stabio, Hôtel Venise a Menton (1939-1950 ca.)

        Rossi, Raimondo
        Eredi fu Andrea Salvatore Aglio
        CH AFR PF.Serie B.06 · Dossier · 1786-1789
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        Contiene fatture e conti raccolti dopo la morte dello scultore e pittore Andrea Salvatore Aglio (avvenuta nel maggio 1786). Paolo Francesco Rossi é inizialmente amministratore della sostanza ereditaria e curatore dei figli minori. Subentrerà poi un nuovo curatore nella persona di Giulio Cesare Roncaioli di Bissone. Non vi sono dettagli sulla famiglia Aglio, salvo il nome della moglie, Dorotea. La famiglia doveva godere di una certa agiatezza, come si può dedurre dalle fatture di commercianti e artigiani saldate subito dopo la morte, dall'inventario degli abiti del defunto e dal fatto che venisse curato non solo dallo speziale ma anche da due medici.

        Rossi, Paolo Francesco
        CH AFR RA.Serie D.a.09 · Dossier · 1926 gen. / 1926 nov.
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Il fascicolo intitolato "Corrispondenza riservata fra il Cons. fed. Motta e il Cons. di Stato Raimondo Rossi del 14 genn. 1926" contiene gli scambi riservati fra R. Rossi e G. Motta durante la vicenda del socialista Tonello fuggito dall'Italia e corrispondente di Libera Stampa, che portò il Consiglio fed. a esercitare una censura sul giornale. Per questo Motta si scontra con il Cons. di Stato Cattori e, nel periodo fra gennaio e aprile, intrattiene una corrispondenza epistolare con l'amico R. Rossi, che gli riferisce gli stati d'animo di Cattori e di tutto il Consiglio di Stato, dei partiti e della stampa ticinese riguardo alla vicenda. Il fasc. contiene inoltre:

        • una lettera del Consiglio federale al Consiglio di Stato ticinese del 12 aprile 1926, riguardo all'affare Tonello
        • una lettera ad Angelo Tarchini (12 genn 1926) che lo invita a far intendere ragione a Cattori fortemente critico verso il Cons. fed.
          Le lettere della seconda parte dell'anno (luglio-novembre) riguardano invece fatti diversi di politica cantonale o di relazioni con l'Italia ( sequestro di una "cartolina Matteotti" ingiuriosa verso Mussolini ; segnalazioni di attività attorno al giornale l'Adula, filo-italiano ) o richieste di pareri su vari argomenti (finanze cantonali, cessione delle forze idriche ticinesi, acquisti di stabili, tassazione dei frontalieir italiani a Chiasso).
        Rossi, Raimondo
        CH AFR GA.FE.Serie D.d.21 · Dossier · 1848-1849
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Periodo: 8 feb. 1848 - 13 dic. 1849. Nel nov. 1848 il notaio fornisce informazioni sulle difficoltà del Ticino per l'afflusso di "rifugiati emigrati italiani" (in seguito al ritorno degli austriaci a Milano nell'agosto del 1848) e il susseguente arrivo delle truppe confederate a salvaguardia dei confini con l'Italia. I soldati distribuiti nei comuni: toccò anche ospitarne in casa Ferrari a Mendrisio e in casa del notaio a Arzo, dove furono accolti un capitano e due tenenti di una compagnia.
        Nel dic. 1849 il notaio evoca la nuova tratta ferroviaria tra Como e Milano, che collega le località con tre corse giornaliere di andata e ritorno; con la prevista tratta da Lugano a Como si potrà andare e tornare da MIlano in un giorno "cosa che se fisse stata detta anni orsono si sarebbe meritato il titolo di pazzo chi avesse ciò asserito" .

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie D.d.11 · Dossier · 1836
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Periodo: gennaio - dicembre 1836. Frammentaria, con una prevalenza di lettere di F. Ferrari. Una corrispondenza allegata, che si protrae da gennaio a dicembre coinvolgendo diversi intermediari, riguarda una cambiale rilasciata da F. Ferrari in favore della tipografia Truffi & soci di Milano che sarà pagata solo alla fine dell'anno. Cresce l'insofferenza di Filippo Ferrari verso il cugino Giovanni Torriani che non si decide a partire avanzando sempre nuovi pretesti.
        Il colera ha colpito il Ticino nella primavera del 1836. In una minuta di lettera del 15 di agosto 1836, il notaio racconta i dettagli della diffusione della malattia: "il colera che pel passato se ne parlava come di malattia lontana attualmente è fra noi (...)." Dice che "il male", dopo essersi diffuso a Como, era arrivato in Ticino, in particolare a Mendrisio, Stabio, Ligornetto, Chiasso e Corteglia fraz. di Castello, risparmiando Arzo sempre secondo il notaio. La cosa sembrerebbe assai inverosimile. Peraltro il notaio comunica la morte per colera del cognato don Giuseppe Fontana, parroco del vicino paese di Besazio. Nel giugno 1836 muore anche il nipotino Paolo Francesco di 6 anni, figlio del fratello Cristoforo, ma il notaio non ne rivela la causa. Comunica poi la morte, sempre per colera, della cugina Antonia Torriani (1789-1836), sorella di Giovanni e moglie del nob. Antonio Piazzi di Ponte in Valtellina : "il male fece stragge anche nella città di Milano, in quella fu vittima la sorella maggiore di don Giovanni Torriani che ivi dimorava".

        Rossi, Giacomo Antonio