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  • Cessioni di quantitativi di beni o di somme di denaro fatte dal proprietario a un terzo, contro l'impegno di restituire gli stessi o altri della stessa specie in uguale (prestito gratuito) o in maggiore quantità, e le somme così concesse o ottenute

Note(s) sur la source

  • Thesaurus del nuovo soggettario. Bibl. nazionale centr. di Firenze [online] http://thes.bncf.firenze.sbn.it/index.html
  • id:10637

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          CH AFR RA.Serie B.20 · Dossier · 1939
          Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

          Nel periodo lug.-ott. 1939, il produttore consiglia e appoggia il fondatore della fabbrica di camicie di Arzo Arnoldo Rossi, che domandava un finanziamento alla Banca dello Stato e che si trovava ad affrontare una proposta d'affari considerata rischiosa dal produttore.

          Rossi, Raimondo
          CH AFR PF.Serie C.b.07.08 · Sous-dossier · 1806-1813
          Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

          Polizze degli anni 1772-1799 riguardanti i prestiti fatti dai conti Riva di Lugano alla comune di Arzo, in vari anni con i corrispondenti confessi di restituzione:
          1772 prestito del conte Giulio Riva fu Stefano di 99 zecchini ; rimborsato il 21 aprile 1806 da Paolo [Francesco] Rossi a nome del comune di Arzo;
          1800, 21 giugno, il Gov. provvisorio di Lugano richiede prestiti per supplire alle spese di guerra (testo stampato con inserti ms): gli eredi fu Franc. Saverio Riva prestano £ 750 ; rimborsato dalla Comune di Arzo a Maddalena Riva il 31.8.1808;
          1799, 8 giu: prestito di Maddalena Riva al Gov. provvisorio di Lugano £ 410, rimborsato il 19.6.1812 dall'esattore di Arzo Stefano Rossi;
          1799, 24 set.: prestito di Maddalena Riva al Gov. Provvisorio £ 500 ; rimborsato il 15 iu 1812 dall'esattore di Arzo Stefano Rossi;
          1812, 15 apr.: lettera di Maddalena Riva ved. fu Franc. Riva alla Municipalità di Arzo che domanda il rimborso del capitale a nome dei figli eredi ; in calce nota: "lettera alli sud.i SS. Conti creditori avvisandoli che si sono già date le disposizioni ....[per il rimborso]"
          [callgr. attribuibile al notaio Giacomo Antonio Rossi].

          Rossi, Paolo Francesco
          Amministrazione Carlo Fossati
          CH AFR GA.Serie B.03 · Dossier · 1817-1842
          Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Carlo Fossati (ca 1790-1850) figlio di Camillo é uno scalpellino e marmista di Arzo, che si trasferisce a Torino nei primi anni del 1820, dove apre una propria bottega. I documenti e in particolare le lettere indirizzate al notaio G.A. Rossi, riguardano le sue attività negli anni 1817-40, la gestione di alcuni beni posseduti ad Arzo e i rapporti con i famigliari rimasti in patria. La moglie, Caterina Bossi, fa ritorno regolarmente ad Arzo su incarico del marito per occuparsi dei loro beni, aiutata da Paolo Francesco Rossi e dal figlio, il notaio Giacomo Antonio procuratore di Carlo Fossati. Le proprietà di Fossati non sono note esattamente : di certo una casa e dei terreni ad Arzo, dei terreni a Besazio e forse a Meride. Negli anni 1819-1821 affitta e poi acquista dal cugino Antonio Fossati una casa ad Arzo, nel luogo detto "Canton là" con annesso fondo agricolo detto Vigna, successivamente dati in affitto. Nel 1823 o 1824 muore il fratello Francesco, sposato con Maria Antonia Gamba. Dopo la sua morte, Carlo cerca aiutare la famiglia, offrendo una parte della dote ad una delle figlie e pagando alcuni debiti. Particolarmente preoccupanti per Carlo i debiti della società creata negli anni 1820 dai fratelli Fossati, con il cugino Antonio Fossati e con Agostino Gamba, cognato di Francesco. La società importava dalla Svizzera "pietre" (marmo), che venivano poi lavorate sul posto. Ma gli affari non prosperano, secondo Carlo a causa del poco impegno dei soci negli affari e nella tenuta dei conti. La società sarà sciolta nel 1829. Negli anni successivi gli eredi di Francesco Fossati perderanno tutti i pochi beni loro rimasti. Nel 1830 Caterina Bossi da procura al marito Carlo Fossati per amministrare l'eredità del suo defunto padre Orazio Bossi. Un figlio di Carlo e Caterina, Giovan Maria, rientrerà ad Arzo per un breve periodo, fra il 1856 e il 1860, come riportato nei registri di popolazione. Lascerà il paese nel 1860 per destinazione ignota.

          Descrizione del fascicolo:

          • Lettere di Carlo Fossati a Paolo Francesco Rossi, Giacomo Antonio Rossi et al. (1823-1839)
          • Tessera di divisione dei beni stabili fra i fratelli Fossati qdm Camillo d'Arzo (13 mar. 1816) ; con un libretto di misure dei fondi
          • Lettera di Camillo Fossati al cugino parroco Andrea Allio perché rinnovi un contratto d'affitto (probabilmente della sua casa in Arzio) e perché si informi sul prezzo e la lavorazione di alcuni camini in vendita a Viggiù (Torino, 16.2.1833)
          • Conti fra i fratelli Francesco e Carlo Fossati ; procura per il notaio Giacomo Antonio Rossi ; procura di Catterina Bossi moglie di Carlo Fossati al figlio Giovan Maria con bollo della R.a Segr. di Stato per l'autentificazione della firma (Torino, 1842)
          • Documenti notarili relativi a debiti e crediti: ricognizioni di debito, quietanze, fatture
          • Minute e annotazioni sulla gestione Fossati, di Paolo Francesco e Giacomo Ant. Rossi ; contiene un "Libretto per gli affari di Carlo Fossati" [calligr. di Paolo Francesco e Giacomo Ant. Rossi]
          • Credito di Carlo Fossati vs Francesco Ruggia : atto notarile e lettere del segr. del Tribunale di Lugano
          • Procura speciale ad negotia di Caterina Bossi a favore del marito Carlo Fossati (Torino, 1830)
          • Lettera di Carlo Fossati a G.A. Rossi dove lo prega di riscuotere un credito in suo nome ((Torino, 1836)
          Rossi, Giacomo Antonio
          Affari di famiglia
          CH AFR PF.Serie A · Série organique · ca 1700 - ca 1859
          Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

          Registri o libri contabili che riportano in dettaglio, anno per anno e mese per mese, le entrate e le uscite che costituivano il reddito della famiglie Rossi del Paolino, dal nome del capostipite Cristoforo dicto de Paolino (1644-1686). I primi documenti della serie risalgono al 1750 ca. e contengono scritture di crediti a volte già antichi che si tramandano di generazione in generazione e spesso vengono estinti dopo decenni. Si tratta dei libri di conto dei fratelli Cristoforo Antonio e Giacomo Antonio Rossi, figli di Paolo Francesco (1673-1752) e di Eurosia Margherita (1673-1730), figlia di Giacomo Rossi del Gigantogno. Cristoforo nasce il 23 luglio 1706 ad Arzo, secondogenito di 5 fratelli e sorelle: Lucia (1704), Marta Sidonia (1709) e Giovanna Sidonia (1716), che si ritrovano in diverse annotazioni per prestiti da esse ricevuti. Giacomo Antonio (1712-?) sposa Angela Maria Rossi, di Giorgio, dalla quale ebbe 7 figlie e 3 figli, fra i quali il produttore di questo fondo, Paolo Francesco (1761-1813), che collabora con lo zio nella conduzione delle attività famigliari. Cristoforo Antonio è forse scalpellino ma sembra possedere o sfruttare una “Cava Nuova” ad Arzo. Non sappiamo se il fratello Giacomo Antonio partecipi a questa attività o se invece si dedichi prevalentemente alla gestione dei terreni agricoli, né sappiamo quando muore ; ma i frontespizi dei registri fanno sempre riferimento a “zio e nipote” – cioé Cristoforo e Paolo Francesco. Non é sempre possibile stabilire a chi appartengano le scritture più antiche, se al solo Cristoforo oppure anche al fratello Giacomo Antonio. A partire dagli anni 1785-1790 si riscontra la calligrafia di Paolo Francesco che si occupa della tenuta dei libri contabili di famiglia. L'attività che svolge a fianco dello zio Cristoforo consiste principalmente nello sfruttamento del marmo della Cava Nuova, da cui si estraggono blocchi di macchia vecchia e broccatello che sono venduti come tali oppure lavorati come camini e scalini. La seconda attività che appare sui libri é l'affitto a mezzadria di terreni a Meride, Besazio e Rancate e il prestito di denaro a terzi, con interessi che possono arrivare al 5%. Più tardi, al volgere del 1800, interviene la vendita di legname, vino, uva e cereali. Negli ultimi anni dell'esistenza di Paolo Francesco i registri sono completati dai figli, i notai Giacomo Antonio e Cristoforo, ma l'attività della cava é scomparsa ed i redditi sono esclusivamente forniti dalle rendite fondiarie e dalla vendita di prodotti agricoli (uva, vino, bachi da seta, granoturco).

          Rossi, Paolo Francesco