fondi rustici

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  • Proprietà terriere sulle quali si esercita un'attività agricola

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  • Thesaurus del nuovo soggettario. Bibl. nazionale centr. di Firenze [online]: https://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=14952
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        CH AFR GA.Serie B.15 · Dossier · 1841-1844
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Giovan Battista Tonchi, d'origine genovese e residente a Meride, lavora diversi anni sui fondi denominati Isacco, Tornaca (?) e Morena (?) appartenenti ai fratelli Oldelli e raccoglie le foglie di gelso. Alla morte di Giovanni Oldelli e in seguito alla grida pubblicata dal Tribunale del distretto di Mendrisio il 4 nov. 1841, incarica il notaio Andrea Fossati di riscuotere il suo credito Viene pagato il 23 dicembre 1841 con L. milanesi 1447.

        Rossi, Giacomo Antonio
        Curatela assente Pusterla
        CH AFR RA.Serie B.02 · Dossier · 1918-1931
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Pietro Giosué Pusterla detto Augusto, nato a Cernobbio e emigrato a Bellinzona nel 1888 con il fratello Carlo, parte per l'Argentina a Buenos Aires nel 1891. Augusto possiede un piccolo terreno a Pedevilla in zona Guasta detto Vigna Scani, che viene coltivato da Pietro e Stefano Dell'Ambrogio, padre e figlio, i quali asseriscono di averlo ricevuto in dono dall'amico prima della sua partenza.
        Quasi subito Augusto non dà più notizie di sé e nel 1918 il fratello Carlo, che nel frattempo si é sposato e stabilito a Ambrì, ritenendolo oramai morto domanda l'apertura di una curatela che viene affidata all'avv. R. Rossi. Lo scopo é quello di ricuperare il terreno. In assenza di documenti che ne certifichino la morte, Pietro "Augusto" Pusterla è dichiarato ufficialmente morto nel 1892.
        Il fratello Carlo muore nel 1923 e in rapprsentanza degli eredi subentra il figlio Pietro Pusterla, maestro residente a Ambri. Il terreno sarà venduto nel 1930 e R. Rossi rimette il mandato redigendo un rapporto per l'autorità di curatela (1931).
        La documentazione raccolta da R. Rossi durante gli anni della curatela (1918 -1923) contiene in parte note manoscritte con leggere varianti che non rendono sempre certe le date e le relazioni famigliari.

        Rossi, Raimondo
        CH AFR RA.Serie B.23 · Dossier · 1939-1940
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        I coniugi Severino Scacchi di Andrea e Angela Maria (Angiolina) figlia di Dario Rossi, ambedue di Arzo, muoiono senza lasciare testamento rispettiv. nel 1923 e nel 1939. Uniche eredi le figlie Agostina, vedova di Domenico Rossi, e Costanza moglie di Pietro Piffaretti. Il produttore deve dapprima regolarizzare le iscrizioni dei beni di Severino Scacchi, situati a Arzo e Meride, che non erano registrati in modo conforme presso il registro fondiario di Mendrisio e far eseguire i relativi trapassi ereditari. Il fasc. contiene corrispondenza, annotazioni e note spese del notaio Rossi.

        Rossi, Raimondo
        CH AFR PF.Serie B.04 · Dossier · 1804-1805
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        I fratelli Giovanni, Francesco e Antonio Rossi fu Cesare detti di Provino mettono per iscritto la divisione di tutti i loro beni “siccome la comunione spesse volte partorisce liti discordie e disunioni”. Paolo Francesco Rossi, "comune confidente" e cognato di Giovanni stabilisce l'inventario e la valutazione dei beni suddividendoli in tre parti uguali (case, terreni, crediti e debiti) che saranno poi tirate a sorte . Nella scrittura finale, redatta su carta bollata, sono descritti in dettaglio i beni immobili e mobili toccati ad ogni fratello. La divisione della casa d'abitazione viene decisa di comune accordo, scegliendo ciascuno “quella partita di caseggiato più confacente al proprio bisogno ed alla propria famiglia” prevedendo una compensazione per il minor valore che dovesse risultare per l'una o l'altra parte. ll fasc. contiene

        • misurazioni e valori dei beni appartenuti a Cesare Rossi del Provino, effettuate da Paolo Francesco Rossi;
        • divisione dei fondi agricoli e delle case
        • divisione delle bestie bovine
        • divisione dei capitali e dei crediti
        • divisione di una quarantina di camini che i fratelli realizzano nelle loro botteghe di Alessandria e di Torino.
        Rossi, Paolo Francesco
        Divisione zii e nipote Rossi di Beltrame
        CH AFR PF.Serie B.03 · Dossier · 1809-1811
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        Paolo Francesco Rossi, “comune confidente” degli eredi del fu Giovanni Antonio Rossi detto di Beltrame, prepara la divisione dei beni in 3 parti equivalenti, da estrarre a sorte e redige i dettagli della spartizione. Ereditano i due figli Giovanni e Manfredo e il nipote Antonio Rossi, orfano già sotto tutela del defunto suo zio.
        1 foglio, firmato dai fratelli Giovanni e Manfredo Rossi, dal minore Antonio Rossi e dal suo curatore Giov. Giuseppe Ferrario, nominato dalla municipalità di Arzo, presenta l'elenco dei beni da ripartire, distribuiti su tre colonne (A,B,C). Una minuta datata 16 ott. 1811, stabilisce nel dettaglio le condizioni di spartizione di beni e dei debiti, dà giustificazione delle valutazioni e indica le altre modalità d'uso. La casa paterna, situata nel luogo detto Canton Là ad Arzo, viene divisa in tre parti con relative modifiche per permettere la coabitazione. La vedova riceve un capitale in usufrutto con un interesse annuale di 100 Lire di Milano, mentre é fatto obbligo ai due figli maggiorenni di provvedere al suo sostentamento, se ciò non dovesse bastarele. Si legge : "sono pure divise le Pietrare [i.e.pietraie, cave] di marmo bianco e rosso e cavanova ed é tocato quella di cavanova al Piodé al minore Antonio, quella vicino ai Ronchi a Giovanni ed a Manfredo quella di Brocatello acquistata dal fu Giacomo Antonio Ferrari, valutate tutte e tre di egual valore”.
        Due ricevute del 1809 e 1811 firmate da Luigi Galli amministratore del Beneficio Maderni, provano un debito verso la cappellania fondata dal Rev. P. Carlo Maderni.

        Rossi, Paolo Francesco
        CH AFR GA.FE.Serie A.d.05 · Dossier · 1727
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Due arbitrati e una contestazione sulla divisione ereditaria riguardante i figli maschi del fu Simone Ferrari:

        • 1727 maggio: Arbitrato fra i fratelli Ferrari fu Simone e i cugini Ferrari fu Stefano. Arbitrato fatto dal capitano reggente di Lugano. Testo riassuntivo in latino e italiano, per mano del notaio Giuseppe Rusca. Sull'esterno della carta la nota ; "Ai sign, Antonio e Simone fratelli Ferrari qdm Stefano di Arzo". I fratelli Giuseppe e Domenico Ferrari fu Simone sono condannati a versare ai fratelli Biagio e Francesco residenti a Roma parte di un legato lasciato dallo zio paterno Antonio (n. 1639). Sono inoltre condannati a versare ad Antonio e Simone, figli del fu Stefano [loro cugini] parte degli interessi ricevuti da un debitore Allio, e a rispettare un arbitrato che intimava di levare le opposizioni alla trasformazione di un'abitazione dei flli Ferrari fu Stefano. Unita una lettera di Giuseppe Ferrari a Gerolamo Maderni, riferita all'arbitrato.
        • 1730, 19 ott. Copia dell'atto originale, autentificata dal notaio Giovanni Oldelli di Meride. I fratelli Biagio e Francesco Ferrari del fu Simone, che convivono a Roma reclamano ai fratelli Giuseppe e Domenico, conviventi ad Arzo, la parte dell'eredità paterna e materna, nochè quella del defunto fratello Stefano curato d'Arzo; domandano inoltre i conti dell'amministrazione di quei beni che i due fratelli di Arzo hanno goduto in comune. Sono nominati arbitri il notaio Giovanni Oldelli di Meride, confidente dei fratelli Biagio e Francesco, e il cognato Giovan Battista Rossi, di Giacomo confidente di Giuseppe e Domenico. L'arbitrato "per togliere le controversie, odiose spese e liti" assegna ai fratelli di Roma 1600 scudi da versare in acconti di 400 scudi ogni due anni, dal 1730 al 1736, senza interessi ma con sanzioni previste in caso di mancato pagamento.
        • 1737, 23 gen. Decisione del Landscriba Beroldingen riguardo alla protesta dei fratelli Blasio e Francesco Ferrari per la parte loro spettante sulla proprietà di Bisio e riguardo al loro credito verso il fratello Giuseppe [l'altro fratello Domenico era deceduto nel 1730]. Copia destinata a Giuseppe Ferrari, che nota sull'esterno del f. : "25 genar 1737. Mi è stato consegnata la presente copia"; [sottostante, con altra calligr.¨]: "La quale coppia verte anche sopra la possesione di Bisio"
        Rossi, Giacomo Antonio
        Ferrari Quartironi
        CH AFR GA.FE.Serie B · Série organique · 1628-1849
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        La serie raccoglie una documentazione incompleta che riguarda l'acquisizione di fondi agricoli da parte della famiglia Quartironi di Mendrisio e l'amministrazione dei beni mobili e immobili. Gli atti notarili , in gran parte copie, documentano la costituzione del patrimonio familiare a partire dalla fine del sec. XVII, con obblighi e ipoteche su terreni per raccogliere altri capitali, successioni ereditarie, prestiti di capitali propri e altre attività di compravendita. Il nome a cui fanno riferimento gli atti più antichi è quello di Filippo Quartironi, padre dall'ultimo discendente della famiglia, il rev. Carlo Felice Quartironi, che nominò suo erede universale Giuseppe Ferrari fu Giuseppe, con il quale intratteneva rapporti di affari e forse lontani rapporti familiari. Giuseppe Ferrari ottenne di aggiungere al suo cognome quello dei Quartironi. Nelle carte conservate non risultano atti che documentino la ragione di questa eredità, né le ragioni avanzate dal Ferrari per ottenere il cambiamento del cognome, che non fu peraltro mai veramente adottato dalla famiglia, e cadde in disuso dopo pochi anni.

        Rossi, Giacomo Antonio
        Fondi e masseria di Besazio
        CH AFR RA.Serie A.b.30 · Dossier · 1908-1946
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Fasc. riguardante i fondi di propreità del produttore a Besazio, e lavori da lui eseguiti:

        • costruzioni e riparazioni nella masseria affittata alla famiglia Bernasconi (1926-1940) ; litigio con il confinante Tettamanti per opere di muratura (1946) ; ricerca di aiuti finanzari per le cure al figlio di Sandrino Bernasconi, Raimondo, colpito da poliomielite e ricoverato a Zurigo ;
        • lavori effettuati sul fondo vignato Selbee affittato ai fratelli Enrico e Carlo Zoppi: costruzione di un casello e cisterna e altre spese per il vigneto (1927-1940) ; recinzione del vigneto (1937-1938) ; corrispondenza con i fratelli Zoppi e pagamenti per l'affitto (1933-1938) ; nuovo contratto d'affitto con Carlo Zoppi (1946) ; esproprio di parte del terreno per la costruzione della strada Rancate-Besazio (1934-1937).
        Rossi, Raimondo
        CH AFR GA.FE.Serie F.03 · Pièce · 1817
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Rogito del 27 feb. 1817, notaio Gaetano Perti di Como. Divisione fra Teresa Porta Maranesi e Giovanni Battista Torriani dei fondi situati in territorio di Cermenate, intestati al patronato di Santa Maria Nuova di Cosia in Borgo Vico (Como), appartenente per metà ai Maranesi e per l'altra metà al nobile Torriani, che lo aveva acquistato nel 1801 dalla famiglia Bosia.
        La divisione avviene dopo una stima dell'agrimensore Antonio Citterio. L'elenco dei terreni è dettagliato nel rogito. Vengono formati due lotti (piedi A e B) assegnati per estrazione a sorte ai due proprietari. Il valore dei due lotti corrisponde a 8977 Lire milanesi. L'atto notarile precisa che "Li beni stati come sopra divisi provengono dalla sostanza di compendio del così detto Ospitale di Santa Maria Nuova che apparteneva alla famiglia Maranesi e Bosia, e che in virtù della Legge 6 Termidoro [anno] V, § 7 si sono resi liberi nei possessori appartenendo al Sig. Torriani la metà per acquisto che fece dalle signore Lucrezia e Marianna sorelle Bosia di Mendrisio per Istromento ricevuto dal notaro di Mendrisio sig. Gio. Battista Rusca". La legge citata è quella del "codice civile napoleonico" del 24 lug 1797, che abolisce le primogeniture e parifica il diritto di successione fra uomini e donne, rendendo possibile alle sorelle Bosia di disporre interamente della loro parte ereditaria.

        Rossi, Giacomo Antonio