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        Testamenti e beni ereditari
        CH AFR GA.FE.Serie A.d · Sous-série organique · 1696-1756
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Questa sottoserie raccoglie alcuni testamenti e divisioni ereditarie riguardanti la famiglia di Simone Ferrari fu Stefano (1634-1696) e famiglie imparentate. In molte di queste carte figura come beneficiario il figlio Giuseppe Maria Ferrari, al quale si deve probabilmente la conservazione degli atti.

        Rossi, Giacomo Antonio
        Testamento di Giuseppe Ferrari fu Simone
        CH AFR GA.FE.Serie A.f.15 · Pièce · 1751
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Copia del testamento orale (nuncupativo) di Giuseppe Maria Ferrari fu Simone registrato a Medrisio il 21 ott. 1751 dal notaio Giovanni Battista Rusca di Mendrisio, che ne estrae copia dalle sue imbreviature. Giuseppe è "figlio del qdm Simone della Terra di Arzo da molti anni abitante in Mendrisio". Dispone che il suo corpo venga sepolto nella chiesa dei SS Cosimo e Damiano. Lascia legati a titolo di futura dote alle figlie Caterina e Maria Orsola, avute dalla seconda moglie Marta Franchini, con obbligo di rinuncia all'eredità in favore del fratellastro Giuseppe. Nomina usufruttuaria di tutti i beni la quarta moglie Benedetta e erede universale il figlio Giuseppe, ancora minorenne (nato nel 1734 dalla terza moglie Giulia Rossi) per cui vengono nominati suoi tutori Cristoforo Rossi di Arzo e Antonio Quartironi di Mendrisio; tutori pure incaricati di provvedere ai bisogni della figlia disabile Lucia, avuta dalla seconda moglie Marta Franchini, a cui lascia oltre alla legittima un capitale in usufrutto.

        Rossi, Giacomo Antonio
        Testamento di Lavinia Rossi Gabuzzi
        CH AFR RA.Serie A.e.01.07 · Sous-dossier · 1903-1907
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Ulltime volontà, olografe, con modifiche varie fra il 1903 e il 1907; copie parziali ms e dattiloscr. effettuate da Raimondo Rossi.
        Con i testamenti del 14.8.1903 e codicillo 20.11.1907, Lavinia nomina eredi i fratelli e le sorelle Giuseppina sposata in seconde nozze con Giuseppe Salvatori, ing. Edoardo, colonnello Gustavo, Evelina (Eva) sposata con Luigi Serena, e il nipote Raimondo Rossi (nominato esecutore testamentario con Luigi Serena).
        Lascia poi vari legati alla cognata Silvia Resta, moglie di Edoardo e alle sue figlie, oltre che ad altri nipoti e pronipoti, alla domestica e a diverse opere benefiche. Non dimentica i nipoti da parte del marito Paolo, cioè Caterina Rossi e la nipote Lucrezia Gamba, figlia di sua cognata Giuseppa Gamba Rossi. Il 20 nov. 1907 modifica il testamento lasciando a Gustavo, che non ha figli, solo l’usufrutto della 5a parte a lui spettante, stipulando che alla sua morte questa sarà assegnata al nipote Raimondo.

        Rossi, Raimondo
        Testamento di Marta Rodari ved. Fossati
        CH AFR GA.FE.Serie A.d.02 · Dossier · 1716-1730
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Testamento di Marta Rodari del fu Giovan Battista di Maroggia, moglie del fu Francesco Fossati detto del Stocco, di Arzo, rogato il 3 set. 1716 da Giovanni Oldelli di Meride. La vedova Fossati lascia tutti i suoi beni all'unica figlia sopravvissuta, Maria Lucia, moglie di Domenico Ferrari fu Simone. Lascia pure dei legati ai nipoti Domenico e Vincenzo Rodari. Sul retro del f. , sotto al titolo, ricevuta dei fratelli Domenico e Vincenzo Rodari rilasciata ai Ferrari, per un anticipo sul legato della zia Marta, datata 15.2.1723.
        Allegati al testamento tre note : nota delle spese per il funerale di Marta Fossati (12-13 mag. 1721) ; confesso di Domenico Rodari (8.3.1730) anche a nome del fratello Vincenzo per il saldo del legato; nota datata 1709 intitolata "Nota delli dinari di Maria Lucia, quelli si spendono per suo conto" con l'elenco di alcune offerte fatte alla chiesa; anche se non direttamente collegata al testamento è stata lasciata dove trovata in origine.

        Rossi, Giacomo Antonio
        Testamento di Simone Ferrari fu Stefano
        CH AFR GA.FE.Serie A.d.01 · Pièce · 1696
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Testamento di Simone Ferrari fu Stefano di Arzo, 11 agosto 1696, notaio Alfonso Oldelli di Meride. Simone Ferrari lascia un legato per la dote di ciascuna delle figlie, inteso come liquidazione di tutte le loro pretese ereditarie. Alla dilettissima moglie Caterina Rossi [Rossi del Paolino] lascia l'usufrutto della casa e una rendita in denaro e in natura, che gli eredi dovranno versarle annualmente. Eredi sono i figli maschi don Stefano curato di Arzo, Domenico, Blasio, Francesco e Giuseppe.

        Rossi, Giacomo Antonio
        Ultime volontà dell'ing. Paolo Rossi
        CH AFR RA.Serie A.e.01.01 · Sous-dossier · 1903
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Ultime volontà redatte su due foglietti A5 con intestazone delle Strade ferrate del Mediterraneo. La data, in parte macchiata da una correzione, è quasi illeggibile (forse 2 o 22 gen, 1903). In allegato al testo si trova un biglietto datato 19.1.1903 della cognata Evelina Sereni che promette di eseguire le istruzioni ricevute.

        Rossi, Raimondo
        Vecchie carte della famiglia Chicherio
        CH AFR RA.Serie A.c.01 · Dossier · 1789-1879
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Atti di compra-vendita (periodo 1789-1867) che riguardano in gran parte un terreno situato in zona Guasta a Ravecchia. Il primo proprietario é il canonico Ludovico Maria Chicherio, che nel 1789 vende "un pezzo di terra vignata circondata da muri con tutti li casamenti ivi annessi" a Giuseppe Steffanoli di Pedevilla. Il terreno confina con il riale Guasta in zona detta allora "Ravecchia di Sotto". Dopo alcuni anni e ipoteche i figli di Steffanoli lo vendono a Pietro Caratti che lo possiede per diversi decenni. Nel 1849 la sostanza di Caratti viene messa in liquidazione e il terreno venduto. L'ultimo proprietario, Luigi Filippo Nisoli di Grono lo vende a Silvio Chicherio nel 1867. Il dossier contiene :

        • " Comparto del riale alla Guasta eseguito dal 1770 fino al 1789", due copie del regolamento per la pulizia del riale Guasta e relativi rimborsi spettanti ai confinanti, fra i quali il canonico Ludovico Maria Chicherio "per le case e il fondo perché si riceve la materia".
        • Vendita fatta nel 1789 dal canonico Ludovico Maria Chicherio di una vigna situata a "Ravecchia di sotto" a Giuseppe Steffanolo detto Monoghetto, fu Giuseppe pagabile in 3 anni. Con una mappa delle misurazioni del terreno.
          • Proprietari diversi del fondo Guasta: atti di compra-vendita riguardanti i flli Steffanoli, Pietro Caratti diverse ipoteche e creditori e la liquidazione del fondo (1812-1867).
        • Acquisti di fondi alla Guasta da parte di Silvio Chicherio (1867)
        • Prestito di fr 6000 fatto da Silvio Chicherio a Maria Albini di Buguggiate (VA) nel 1864, con ipoteca di un terreno a Montecarasso
        • Corrispondenza di Silvio Chicherio, amministratore della casa di Domenico Ostini fu Giacomo, residente a Buenos Aires e lì deceduto vs. 1879.
        • Contenzioso fra Silvio Chicherio e le Ferrovie del Gottardo riguardo ad un fondo confinante con la linea ferroviaria a Bellinzona
        Rossi, Raimondo
        CH AFR GA.FE.Serie A.b.04 · Pièce · 1681-1694
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Rogito del notaio Alfonso Oldelli di Meride datato 29.12.1681 che registra la vendita di un terreno ad Arzo fatta da Nazaro Rossi del Giorgino a Giovan Paolo Saxo di Stabio, con imposizione di un censo e possibilità di riscatto. Questo per dotare la figlia Giovanna moglie di mastro Giov. Angelo Rossi. In calce al rogito figura una "memoria" datata 29.11.1694 del curato di Arzo Stefano Antonio Ferrari del fu Simone, che fa da intermediario per la retrovendita e successiva cessione del terreno ai fratelli Cristoforo e Carlo Gamba, che lo dividono fra di loro. Il curato riassume le transazioni e versa la somma scudi novantasei a Giovanni Paolo Saxo, rappresentante di Cristoforo Gamba risiedente a Dresda.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie A.b.09 · Dossier · 1696-1713
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Tre rogiti di compravendita, i primi due riuniti da una cucitura:

        • rogito del 29 ott. 1696, notaio Alfonso Oldelli di Meride: Sidonia Ferrari vedova di Vitale Rossi de Sina, di Arzo e procuratrice del figlio Carlo Giuseppe, fa vendita con patto di riscatto (cum gratia) del terreno detto Tamporida a Saltrio ai fratelli mastri Costantino e Francesco Fossati de Maffio;
        • rogito del 24 dic. 1708 di Giovanni Oldelli fu Alfonso: Virgilia Fossati erede del fu Costantino e moglie di Antonio Rossi de Sina, cede il credito verso gli eredi della fu Sidonia al rev. sacerdote Carlo Giorgio Rossi del Paolino, figlio di Giacomo;
        • rogito del 21 agosto 1713, di Giovanni Oldelli fu Alfonso: il sacerdote Carlo Giorgio Rossi fa retrovendita del credito al parroco di Arzo Stefano Ferrari che agisce per conto di una persona che si riserva di indicare.
        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie F.09 · Dossier · 1828-1835
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        In un fasc. intitolato "Acquisto delle ragioni di Breggia", il notaio Giacomo Antonio Rossi procuratore di Filippo Ferrari e dal 1831 anche di Giovanni Torriani, raccolse le carte che riguardavano i fondi ereditati dai sette fratelli Torriani fu Giovanni Battista di Mendrisio, situati nel territorio detto della Breggia sui comuni di Piazza e Cernobbio. I fondi erano soggetti per diritto feudale alla Mensa vescovile di Como, che rilasciava un'investitura a coloro che volevano beneficiarne. Titolari del godimento dei beni con un "livello perpetuo" sono i mezzadri Francesco Faverio e Antonio Lupi, che versano un canone ai Torriani. Nel 1831 Giovanni Torriani vende la sua parte di fondi al cugino Ferrari per sanare i debiti che aveva verso di lui (rogito Demetrio Salta, Cagliari, 2 set. 1831). Nel 1833 gli affittuari e il nuovo proprietario Ferrari riconoscono reciprocamente i loro diritti. Affitti rustici e vendite dovevano però sottostare all'investitura della Mensa vescovile, che era apparentemente stata dimenticata; venne quindi riconfermata ai sette fratelli Torriani nel 1834 e successivamente venduta, con atto del 1835, a Francesco Faverio. Il fascicolo contiene:

        • Copia autentificata del rogito del 27 mar 1828 del notaio Gaetano Sarti di Como che sancisce l'investitura livellare (l'affitto) su ciascuna delle sette parti spettanti ai fratelli Torriani dei fondi e mulini in Breggia, a favore dei signori affittuari Francesco Faverio e Antonio Lupi, con il riconoscimento da parte della Mensa vescovile di Como ;
        • atto notarile fatto a Vacallo l'11 giugno 1833 dal notaio Rossi, che conferma il livello perpetuo assegnato ai signori Faverio e Lupi dai fratelli Torriani, che riconoscono il nuovo proprietario Filippo Ferrari, per quanto riguarda la parte precedentemente appartenuta al di lui cugino Giovanni Torriani, compreso il versamento del canone annuo ;
        • copia (minuta del notaio Rossi) dell'investitura accordata dalla Mensa vescovile di Como ai fratelli Torriani fu Giovan Battista sui fondi e mulini della Breggia;
        • copia (minuta del notaio Rossi) dell'atto del 1 ott. 1835, che sancisce la vendita del diritto feudale di investitura della Mensa vescovile di Como a Francesco Faverio. Con la descrizione della settima parte dei fondi già di Giovanni Torriani e ceduti a Filippo Ferrari.
        Rossi, Giacomo Antonio