Il sindaco redige minuziosamente le spese effettuate durante la vicenda del condannato Caprera e dell'assassinio della madre Anna: spese per inventari, pagamenti a persone che prestano diverse mansioni (trasporti di merci, di messaggi, aiuto negli inventari), liste di creditori etc.
Rossi, Paolo FrancescoQuattro lettere del Tribunale di Prima istanza di Mendrisio a Domenico Caprara relative ai crediti rimanenti del detenuto Giusepppe Caprera; nota di Paolo Francesco Rossi e annotazioni di D. Canzani
Rossi, Paolo FrancescoConfessi riguardanti il comune di Arzo per il periodo 1801 - 1804. Ricevute rilasciate da vari creditori del comune agli esattori parroco Silvestro Fossati e Pietro Aglio. Il fasc. contiene inoltre:
- 1 bifoglio "Conto della decima 1800": sintesi entrate e uscite per giustificare un disavanzo pagato con la taglia 1801;
- confessi dell'esattore sacerdote Silvestro Fossati (1799-1802);
- confesso del 1799 del sacristano Silvestro Rossi che riceve il salario per l'anno 1800 ricavato dal frumento venduto dal comune;
- 2 bifogli intitolati "Primizia della segale e Primizia del frumento" (agosto 1801), con la lista delle famiglie, le quantità dovute e il numero di persone per ogni fuoco soggetto alla tassa;
- 1 bifoglio che elenca le spese sostenute per un "ricorso mandato a Berna per la'ffare delle decime" dai comuni di Tremona, Arzo, Besazio e Brusino Arsizio (gen 1802) ;
- 1 f. con intestazione e scudo della Repubblica Elvetica, del 14 dic 1802, Pieve e circondario di Riva S, Vitale: Contribuzione del comune di Arzo di lire luganesi 278:4 per il mantenimento delle truppe francesi ; sul retro una nota di PFR: "1802, li 11 dic., Arzo: per pagare la qui descritta somma de lire duecento settant'otto soldi quattro, il Citt.o esattore Pietro Aglio esigerà da tutti i Particolari possessori in questa Comune d'Arzo soldi otto per ogni denaro d'estimo".
Confessi riguardanti il comune di Arzo per il periodo 1803 (fine) -1805, esattori Giacomo Rossi della Marcona e Pietro Aglio. Contiene pure pagamenti per lavori pubblici o artigianali eseguiti per il comune.
Rossi, Paolo FrancescoConfessi rilasciati all'esattore Antonio Aglio nel periodo feb. 1810 - lug. 1811 ; fogli con i conti dell'esattore redatti da P. F. Rossi
Rossi, Paolo FrancescoConfessi rilasciati all'esattore Stefano Rossi del Testore nell'anno 1812 (con inizio dic. 1811) e Antonio Aglio nell'anno 1813
Rossi, Paolo FrancescoConfessi raccolti dall'esattore Giacomo Rossi della Marcona e alcuni confessi dell'esattore Pietro Aglio. Contiene inoltre :
una sentenza della giustizia di Pace del circolo di Riva S. Vitale in favore dell'esattore Antonio Aglio contro la comune di Arzo (data 1807, 28 apr.) ;
1 f. stampato: circolare, Lugano 17 feb. 1807, Conf. Svizzera (...) il Commissario di Governo del distretto di Lugano Stoppani alla Municipalità di Arzo: ingiunzione al pagamento di una tassa sui fondi comunali. Con il visto dell'esattore Rossi.
Confessi rilasciati agli esattori Stefano Rossi del Testore (1807-1808) e Antonio Aglio (1809).
Rossi, Paolo FrancescoSi tratta di un dossier assai incompleto, composto da atti amministrativi, scritture notarili e minute dei notai Giacomo Antonio Rossi e Cristoforo Rossi (quest'ultimo per il periodo 1843-45), riguardante la liquidazione della sostanza di Antonio Rossi fu Giovanni del Provino, cugino dei notai Rossi, figlio di Maria Eufrosina Rossi del Paolino loro zia. La liquidazione é dichiarata nel 1839 ma Antonio Rossi muore durante la procedura di liquidazione, probabilmente nel 1844. Si aggiungono quindi le pratiche per la successione ereditaria che si risolverà nel 1845.
Antonio é scalpellino e marmista. Fra gli attivi della sua sostanza figurano terreni, crediti verso terzi e delle cave di marmo "nei monti d'Arzo". Non si sa quale evento abbia provocato il suo indebitamento (forse dovuto a creditori morosi). Dagli elenchi dei capitali passivi e attivi, si intuisce che Antonio Rossi doveva essere benestante perchè sono messi in vendita vari terreni a Besazio, Meride e Arzo, denominati Minaso, Sassello, Presciucco. Sappiamo però che aveva anche sottoscritto parecchi prestiti. Vari membri della comunità locale (Fossati, Ferrari, Gamba, il parroco di Besazio don Fontana e gli stessi notai Rossi) sono creditori o intervengono per riscattare pegni e ricomprare beni immobili. La stessa moglie di Antonio, Rosa Rossi dell'Acquavite, figlia di Giuseppe riscatta nel 1839 una casa con terreno nel luogo detto Bonaga per sottrarlo alla massa ereditaria in liquidazione.
Dichiarazione fatta a Milano il 25 sett. 1719, davanti al notaio Carlo Antonio D'Alberti e testimoni, da Antonio Rossi fu Giovan Maria, che dichiara di aver ucciso il 2 nov. 1716 il parroco Stefano Antonio Ferrari, del fu Simone "mosso semplicemente dalla propria passione", dopo una lite provocata dal mancato pagamento di "un busto d'un mio quadro che detto sign. curato mi negava e che per tal causa mi aveva fatto fare molte spese e che mi ha reso miserabile". Il dichiarante afferma di essere il solo responsabile del delitto e confessa di aver estorto ai fratelli del parroco e in particolare a Giuseppe Ferrari la somma di 50 Filippi, minacciandoli di confessare la loro partecipazione come istigatori del delitto. L'atto viene stipulato dal notaio nell'abitazione del marchese Alessandro Trivulzi situata nella parrocchia di S. Alessandro in Zebedia (oggi Palazzo Trivulzi in Piazza S. Alessandro).
Sull'esterno dell'atto (calligrafia attribuita a Giuseppe Maria Ferrari): *"Carta fata di Antonio Rossi Fosati ucisore del fu povero curato di Arzo".