divisione ereditaria

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        Testamenti e beni ereditari
        CH AFR GA.FE.Serie A.d · Sous-série organique · 1696-1756
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Questa sottoserie raccoglie alcuni testamenti e divisioni ereditarie riguardanti la famiglia di Simone Ferrari fu Stefano (1634-1696) e famiglie imparentate. In molte di queste carte figura come beneficiario il figlio Giuseppe Maria Ferrari, al quale si deve probabilmente la conservazione degli atti.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR PF.Serie B.10 · Dossier · 1796
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        Paolo Francesco Rossi stabilisce l'inventario con superficie e valore dei terreni e delle case lasciati dal fu Antonio Rossi del Paolino, suo lontano cugino. I fondi sono in gran parte già venduti. L'inventario è sicuramente posteriore di diversi anni alla morte di Antonio Rossi, poichè viene indicato in calce che "si ricerca il testamento del padre". Le misurazioni e stime riguardano i terreni detti Robbiana a Besazio, Dosso e Dossetto a Saltrio, Minaso (Besazio) e Dosso di Beltrame (Arzo?), Crosago a Besazio. Ai quali si aggiungono la casa vecchia paterna e una casa acquistata dai Ferrari per un totale di L 11'997.

        Rossi, Paolo Francesco
        Eredi Grimaldi Pollini
        CH AFR GA.FE.Serie E · Série organique · 1824-1851
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Il 30 sett. 1820 moriva a Cagliari il conte Gaetano Pollini , originario di Mendrisio (Svizzera) e da vent'anni vedovo di Giulia Ferrari fu Giuseppe. Lasciava come eredi i figli Francesco che ereditava il titolo di conte, Giovanni Battista e Giuseppe (detto Peppino), la figlia Margherita maritata de Cesaroni e gli eredi della figlia defunta Maddalena maritata con il cavaliere Antonio Grimaldi di Catania (da cui il nome Grimaldi Pollini usato dai figli). Il figlio Enrico e le figlie Antonia e Giulia Grimaldi erano ancora minorenni e vennero rappresentati dal padre e dallo zio Filippo Ferrari, nominato procuratore generale dei Grimaldi per ovviare alla distanza che separava le famiglie e svolgere tutte le pratiche necessarie alla divisione. Le carte non contengono gli inventari dei beni del conte, che erano considerevoli in Sardegna e in territorio svizzero a Mendrisio e dintorni, né una distinta di quanto dovesse spettare ai Grimaldi, ma dalle lettere di Filippo Ferrari e di Antonio Grimaldi con il notaio Rossi risulta che le relazioni con gli zii Pollini, che gestivano la massa ereditaria, era assai teso. Il cav. Grimaldi li accusava di amministrare in modo disinvolto il patrimonio, di mancati riscontri sulle rendite e le proprietà da dividere e implicitamente di ledere gli interessi dei figli. In questo contesto la divisione ereditaria si protrasse fino al 1827 anno in cui finalmente venne rogato l'atto di divisione a Cagliari (13 luglio 1827) che non è presente in queste carte. Fra il 1827 e il 1828 il notaio G. A. Rossi ricevette due mandati dai Grimaldi per rappresentarli in Svizzera, allo scopo di finalizzare la divisione delle proprietà, dissipare i malintesi riguardanti gli interessi sulla massa ereditaria e, successivamente, di compiere tutti gli atti necessari a riscuotere i crediti e vendere i beni ereditati in Svizzera, che i Grimaldi desideravano al più presto trasformare in capitali da rimpatriare in Sicilia. Le liste e inventari sommari di quanto fosse stato assegnato ai Grimaldi, compresi alcuni crediti di difficile riscossione, suggeriscono che la divisione avvenne piuttosto a svantaggio della famiglia.

        Rossi, Giacomo Antonio
        Eredi fu Cesare Bernasconi
        CH AFR AN.Serie B.c.03 · Dossier · 1864-1883
        Fait partie de Fondo Antonio Rossi

        Cesare Bernasconi orig. di Chiasso, commerciante e imprenditore e esponente politico di rilievo del partito liberale-radicale ticinese, muore il 7 aprile 1864 lasciando, con testamento del 6 sett. 1860, una sostanza del valore di più di un milione e mezzo di fr. ai figli maschi Augusto e Luigi, mentre lascia la legittima alla figlia Ersilia. L'eredità del figlio Luigi, ancora minorenne, é affidata alla curatela della madre Virginia e del fratello Augusto. Ad inizio degli anni 1880 l'avv. Antonio rappresenta la famiglia in una causa intentata dagli operai della ditta De Luca Fogliardi, rappresentati da Isidoro Caccia, della quale era socia la ved. Viginia Bernasconi, defunta nel frattempo. Si presume che per i bisogni della causa l'avv. Antonio abbia acquisito i registri dell'amministrazione ereditaria.
        Contenuto:

        • Resoconto pupillare : entrate e uscita della sostanza degli eredi del fu sign. Cesare Bernasconi amministrata dai tutori testamentari sign.ra Virginia De Marchi ved. Bernasconi e sign. Augusto Bernasconi : in base all'inventario del 30 giu 1864 ...
        • Atto di divisione fra gli eredi del 28 nov. 1868 approvato dall'autorità pupillare , la Municipalità di Riva S. Vitale, comune di domicilio della famiglia (copia, con appunti di spese alla fine in posizione bifronte).
        • fasc. stampa: Conclusioni dei patrocinatori fu eredi Bernasconi sulla causa pendente in grado di appello fra Berenasconi Chiasso e il sign, Caccia Isidoro. Firmato dagli avv. Pietro Mola e Antonio Rossi, procuratori Bernasconi (fasc. a stampa, titolo manoscr., 22 pag. Lugano, tip. Veladini, 1883)
        Rossi, Antonio, avvocato
        CH AFR GA.FE.Serie A.a.04 · Dossier · ca 1637-1638
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Documento incompleto. Il notaio Giovanni Oldelli di Meride redige la lista degli atti stesi da lui stesso e dal padre Giovanni Antonio, durante un periodo di circa 50 anni (dall' inizio del 1580 alla fine del 1630 circa), per conto dei fratelli Simone e Andrea Ferrari del fu Domenico e dei figli di Simone, Giovanni Maria, Antonio (sacerdote) e Stefano. Vengono indicati il prezzo dell'atto e quanto dovuto da ciascuno, secondo una divisione cui fa riferimento. Viene indicata anche la data di un testamento del fu Domenico Ferrari redatto il 2 aprile 1584 (apparentemente un secondo testamento venne redatto più tardi nel 1602 come appare nel documento GA.FE.Serie A.a.04).
        Descrizione dei fogli:

        • ff. 1-2 [incipit]: "Instr. spectantia Dd. Simoni et Andree fratribus Ferrarÿs uti filÿs et heredibus qm D. Simoni de Artio rogato à D. Joanne Oldello not. , que sunt in communione inter eos fratres et d. D. Simonis filios [segue sul verso:] Sequntur Instra. spectantia antedicto D. Simone filio antedicti D. Dominici que sunt in communione cum Dd. Stephano, JO:Maria et Rev. D. prbro Ant. eius filiis ...";
          f. 3 [incipit]: "Instr. spectantia D. Dominico Ferrari Artii, et d. Simoni et Andrea filÿs rogata à d. Joanne Oldello not. [segue sul verso:] Sequntur Instra.rogata à qm. D. Jo: Antonio Oldello";
          f.4 : foglio con calcoli
          f. 5 [incipit]: "Instr. spectantia D. Stephano Ferrari f. qm. Simonis de Artio, rogata à D. Joanne Oldello not.o". l foglio porta nell'angolo in alto a sin. la lettera B che indica il riferimento alla parte assegnata a Stefano Ferrari (ca 1585 - 1653), nonno di Giuseppe Maria Ferrari.
        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie A.d.05 · Dossier · 1727
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Due arbitrati e una contestazione sulla divisione ereditaria riguardante i figli maschi del fu Simone Ferrari:

        • 1727 maggio: Arbitrato fra i fratelli Ferrari fu Simone e i cugini Ferrari fu Stefano. Arbitrato fatto dal capitano reggente di Lugano. Testo riassuntivo in latino e italiano, per mano del notaio Giuseppe Rusca. Sull'esterno della carta la nota ; "Ai sign, Antonio e Simone fratelli Ferrari qdm Stefano di Arzo". I fratelli Giuseppe e Domenico Ferrari fu Simone sono condannati a versare ai fratelli Biagio e Francesco residenti a Roma parte di un legato lasciato dallo zio paterno Antonio (n. 1639). Sono inoltre condannati a versare ad Antonio e Simone, figli del fu Stefano [loro cugini] parte degli interessi ricevuti da un debitore Allio, e a rispettare un arbitrato che intimava di levare le opposizioni alla trasformazione di un'abitazione dei flli Ferrari fu Stefano. Unita una lettera di Giuseppe Ferrari a Gerolamo Maderni, riferita all'arbitrato.
        • 1730, 19 ott. Copia dell'atto originale, autentificata dal notaio Giovanni Oldelli di Meride. I fratelli Biagio e Francesco Ferrari del fu Simone, che convivono a Roma reclamano ai fratelli Giuseppe e Domenico, conviventi ad Arzo, la parte dell'eredità paterna e materna, nochè quella del defunto fratello Stefano curato d'Arzo; domandano inoltre i conti dell'amministrazione di quei beni che i due fratelli di Arzo hanno goduto in comune. Sono nominati arbitri il notaio Giovanni Oldelli di Meride, confidente dei fratelli Biagio e Francesco, e il cognato Giovan Battista Rossi, di Giacomo confidente di Giuseppe e Domenico. L'arbitrato "per togliere le controversie, odiose spese e liti" assegna ai fratelli di Roma 1600 scudi da versare in acconti di 400 scudi ogni due anni, dal 1730 al 1736, senza interessi ma con sanzioni previste in caso di mancato pagamento.
        • 1737, 23 gen. Decisione del Landscriba Beroldingen riguardo alla protesta dei fratelli Blasio e Francesco Ferrari per la parte loro spettante sulla proprietà di Bisio e riguardo al loro credito verso il fratello Giuseppe [l'altro fratello Domenico era deceduto nel 1730]. Copia destinata a Giuseppe Ferrari, che nota sull'esterno del f. : "25 genar 1737. Mi è stato consegnata la presente copia"; [sottostante, con altra calligr.¨]: "La quale coppia verte anche sopra la possesione di Bisio"
        Rossi, Giacomo Antonio
        Divisione zii e nipote Rossi di Beltrame
        CH AFR PF.Serie B.03 · Dossier · 1809-1811
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        Paolo Francesco Rossi, “comune confidente” degli eredi del fu Giovanni Antonio Rossi detto di Beltrame, prepara la divisione dei beni in 3 parti equivalenti, da estrarre a sorte e redige i dettagli della spartizione. Ereditano i due figli Giovanni e Manfredo e il nipote Antonio Rossi, orfano già sotto tutela del defunto suo zio.
        1 foglio, firmato dai fratelli Giovanni e Manfredo Rossi, dal minore Antonio Rossi e dal suo curatore Giov. Giuseppe Ferrario, nominato dalla municipalità di Arzo, presenta l'elenco dei beni da ripartire, distribuiti su tre colonne (A,B,C). Una minuta datata 16 ott. 1811, stabilisce nel dettaglio le condizioni di spartizione di beni e dei debiti, dà giustificazione delle valutazioni e indica le altre modalità d'uso. La casa paterna, situata nel luogo detto Canton Là ad Arzo, viene divisa in tre parti con relative modifiche per permettere la coabitazione. La vedova riceve un capitale in usufrutto con un interesse annuale di 100 Lire di Milano, mentre é fatto obbligo ai due figli maggiorenni di provvedere al suo sostentamento, se ciò non dovesse bastarele. Si legge : "sono pure divise le Pietrare [i.e.pietraie, cave] di marmo bianco e rosso e cavanova ed é tocato quella di cavanova al Piodé al minore Antonio, quella vicino ai Ronchi a Giovanni ed a Manfredo quella di Brocatello acquistata dal fu Giacomo Antonio Ferrari, valutate tutte e tre di egual valore”.
        Due ricevute del 1809 e 1811 firmate da Luigi Galli amministratore del Beneficio Maderni, provano un debito verso la cappellania fondata dal Rev. P. Carlo Maderni.

        Rossi, Paolo Francesco
        CH AFR PF.Serie B.14 · Dossier · 1814-1819
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        Divisione e riassunto dei debito degli eredi fu Giovanni Caslani, preparata da Paolo Francesco Rossi con interventi del figlio notaio Giacomo Antonio. Contiene in gran parte attestati e fatture dei creditori verso l'eredità Caslani.

        Rossi, Paolo Francesco
        CH AFR RA.Serie B.23 · Dossier · 1939-1940
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        I coniugi Severino Scacchi di Andrea e Angela Maria (Angiolina) figlia di Dario Rossi, ambedue di Arzo, muoiono senza lasciare testamento rispettiv. nel 1923 e nel 1939. Uniche eredi le figlie Agostina, vedova di Domenico Rossi, e Costanza moglie di Pietro Piffaretti. Il produttore deve dapprima regolarizzare le iscrizioni dei beni di Severino Scacchi, situati a Arzo e Meride, che non erano registrati in modo conforme presso il registro fondiario di Mendrisio e far eseguire i relativi trapassi ereditari. Il fasc. contiene corrispondenza, annotazioni e note spese del notaio Rossi.

        Rossi, Raimondo
        CH AFR GA.FE.Serie A.a.03 · Dossier · 1603
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Divisione fra i fratelli Simone e Andrea figli del fu Domenico che per conservare una buona intesa separano la loro sostanza rimasta in comune, con rogito di Giov. Oldelli del 3 marzo 1603 (copia del rogito autentificata dal notaio). Vengono elencati i beni immobli in parte tirati a sorte e in parte divisi a metà, secondo quanto deciso nel testamento del padre Domenico rogato dallo stesso notaio l'anno precedente (1602). I fondi sono numerosi, fra Arzo, Rancate, Besazio, Ligornetto e Stabio. Vengono poi divisi a metà crediti e debiti e beni immobili compresi i mulini per il grano e per il taglio della pietra. Vengono ricordati due debiti verso Sidonia, moglie di Simone : il primo di scudi 400 per la dote sottoscritta da Domenico e dal figlio con atto del notaio Oldelli, e il secondo di scudi 50 legati alla nuora da Domenico nel suo testamento. Inoltre viene specificato che beni da dividere comprendono il ricavato della divisione precedente fra i fratelli defunti Domenico e Giovan Maria, dopo la cessazione della loro attività, avvenuta nel 1586.

        Rossi, Giacomo Antonio