controversie

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  • Nel linguaggio giuridico, le questioni su cui vertono le discussioni delle parti contendenti che possono anche sfociare o configurarsi in una lite giudiziaria.

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  • Thesaurus del nuovo soggettario. Bib. nazionale centrale di Firenze (online) - http://thes.bncf.firenze.sbn.it/index.html
  • id:17006

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      controversie

      • UF contenziosi
      • UF controversie giuridiche
      • UF liti giudiziarie

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      CH AFR PF.Serie C.c.05.02 · Sub-file · 1824
      Part of Fondo Paolo Francesco Rossi

      Corrispondenza del giudice di pace Paolo Francesco Rossi con la Municipalità di Riva S. Vitale e con il Landamano del Consiglio di Stato.1824 ; contestazioni dei cittadini Clemente Vassalli di Michele, Manfredo Vassalli fu Giuseppe, Giov. Battista Vassalli di Manfredo e altri.

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      CH AFR GA.FE.Serie A.d.05 · File · 1727
      Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Due arbitrati e una contestazione sulla divisione ereditaria riguardante i figli maschi del fu Simone Ferrari:

      • 1727 maggio: Arbitrato fra i fratelli Ferrari fu Simone e i cugini Ferrari fu Stefano. Arbitrato fatto dal capitano reggente di Lugano. Testo riassuntivo in latino e italiano, per mano del notaio Giuseppe Rusca. Sull'esterno della carta la nota ; "Ai sign, Antonio e Simone fratelli Ferrari qdm Stefano di Arzo". I fratelli Giuseppe e Domenico Ferrari fu Simone sono condannati a versare ai fratelli Biagio e Francesco residenti a Roma parte di un legato lasciato dallo zio paterno Antonio (n. 1639). Sono inoltre condannati a versare ad Antonio e Simone, figli del fu Stefano [loro cugini] parte degli interessi ricevuti da un debitore Allio, e a rispettare un arbitrato che intimava di levare le opposizioni alla trasformazione di un'abitazione dei flli Ferrari fu Stefano. Unita una lettera di Giuseppe Ferrari a Gerolamo Maderni, riferita all'arbitrato.
      • 1730, 19 ott. Copia dell'atto originale, autentificata dal notaio Giovanni Oldelli di Meride. I fratelli Biagio e Francesco Ferrari del fu Simone, che convivono a Roma reclamano ai fratelli Giuseppe e Domenico, conviventi ad Arzo, la parte dell'eredità paterna e materna, nochè quella del defunto fratello Stefano curato d'Arzo; domandano inoltre i conti dell'amministrazione di quei beni che i due fratelli di Arzo hanno goduto in comune. Sono nominati arbitri il notaio Giovanni Oldelli di Meride, confidente dei fratelli Biagio e Francesco, e il cognato Giovan Battista Rossi, di Giacomo confidente di Giuseppe e Domenico. L'arbitrato "per togliere le controversie, odiose spese e liti" assegna ai fratelli di Roma 1600 scudi da versare in acconti di 400 scudi ogni due anni, dal 1730 al 1736, senza interessi ma con sanzioni previste in caso di mancato pagamento.
      • 1737, 23 gen. Decisione del Landscriba Beroldingen riguardo alla protesta dei fratelli Blasio e Francesco Ferrari per la parte loro spettante sulla proprietà di Bisio e riguardo al loro credito verso il fratello Giuseppe [l'altro fratello Domenico era deceduto nel 1730]. Copia destinata a Giuseppe Ferrari, che nota sull'esterno del f. : "25 genar 1737. Mi è stato consegnata la presente copia"; [sottostante, con altra calligr.¨]: "La quale coppia verte anche sopra la possesione di Bisio"
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      CH AFR GA.FE.Serie A.d.07 · File · 1723-1734
      Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Fascicolo costituito da ff. sparsi, in origine intercalati ai fasc. dei testamenti Ferrari e visibilmente incompleti :

      • Decisione dell'illustrissimo capitano di Lugano relativa alla divisione di quanto lasciato dallo zio Antonio Ferrari fu Stefano, deceduto il 18 marzo 1723, ai nipoti e eredi dei suoi fratelli Simone e Domenico Ferrari.
      • legato per messe di Marta Franchini [seconda moglie di Giuseppe Maria Ferrari, fu Simone] del 1734;
      • conti dare e avere fra i Ferrari e i Franchini (ca 1732/1734)
      • nota di Giuseppe Ferrari per Diego Maderni (1734)
      CH AFR AN.Serie A.c.09 · Item · 1877
      Part of Fondo Antonio Rossi

      L'avv. Antonio Rossi accusa tale Antonio Rossi fu Francesco di Arzo di deviare stabilmente l'acqua del fiume che irriga la Bonaga e di aver ostruito il canale d'irrigazione di proprietà del'avvocato con del materiale al fine di convogliare l'acqua su un suo canale secondario. Il giudice di pace del Circolo di Riva S. Vitale stabilisce quindi che Antonio Rossi fu Francesco debba ristabilire le condizioni di scorrimento dell'acqua nel canale, essendo autorizzato a prelevarla senza ostruire completamente il canale solo nei giorni feriali, mentre dovrà lasciarla affluire completamente nel fondo Bonaga "dalla vigilia del giorno festivo fino alla mezzanotte del giorno festivo stesso".

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      Querela a Libera Stampa
      CH AFR RA.Serie C.03 · File · 1915
      Part of Fondo Raimondo Rossi

      Il 20 genn. 1915 R. Rossi sporge denuncia contro G. Canevascini e Pietro Giugni, rispett. direttore e editore di Libera Stampa, per un articolo del 15 gen. 1915 che criticava il suo operato di amministratore in varie società, poco compatibile secondo l'articolista con la sua funzione di direttore della Scuola cantonale di commercio. Secondo il querelante l'articolo aveva lo scopo di denigrarlo presso la pubblica opinione. Libera Stampa si fa gioco della denuncia pubblicandola con vari commenti satirici il 7 sett. 1915 (articolo nel fasc.). Il fasc. contiene la denucia al procuratore pubblico, alcuni articoli di stampa (orig. e riprodotti) , alcune lettere di R. Rossi, che ritirerà poi la denuncia nel dic. 1915.

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      CH AFR RA.Serie A.b.23 · File · 1940-1943
      Part of Fondo Raimondo Rossi

      Contiene: bozza di contratto e contratto finale con Ernesto Egger di Breganzona, che si trasferisce ad Arzo per coltivare alcuni fondi del produttore. Il contratto prevede la coltivazione dei fondi Ronco e Borgioli ad Arzo, con prati, bosco e vigna e dei fondi Fontana Busnone e Prée a Meride. L'affittuario gode di un'abitazione contigua alla casa del proprietario e con essa comunicante, e usufrusice del cortile comune e della stalla per le sue due mucche. In cambio deve occuparsi di coltivare l'orto e curare le piante da frutta e i fiori della casa padronale. La corrispondenza nel fascicolo riferisce il susseguirsi dei rapporti fra il produttore e l'affittuario, dapprima eccellenti e poi via via deteriorati, dopo una scorribanda del giovane figlio Egger che si introduce in casa Rossi in assenza dei proprietari, provocando alcuni danni alle serrature. Il contratto viene rescisso nel 1943.

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      CH AFR RA.Serie A.e.01.09 · Sub-file · 1913
      Part of Fondo Raimondo Rossi

      La divisione della successione di Lavinia Rossi si protrae per parecchi anni soprattutto perché nasce un litigio fra alcuni nipoti eredi e il co-esecutore testamentario Serena, marito della sorella Evelina Gabuzzi, che lascerà il suo incarico prima della fine della divisione. Raimondo Rossi intrattiene così una assai abbodante corrispondenza, che riguarda sia i dissensi che gli aspetti pratici e legali, con complicazioni dovute al fatto che molti eredi risiedono in Italia, Francia e Turchia. La corrispondenza è stata suddivisa in tre parti:

      • corrispondenza con Evelina Serena Gabuzzi, eredi Edoardo Gabuzzi e ved. Gustavo Gabuzzi;
      • corrispondenza con le pronipoti Fanny Croci e Jenny Resta, eredi fu Edoardo Gabuzzi;
      • corrispondenza con i figli della defunta Giuseppina Salvatori Gabuzzi, ved. Donizetti.
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      CH AFR PF.Serie C.c.06 · File · 1820-1821
      Part of Fondo Paolo Francesco Rossi

      Due lettere dell'av. Abbondio Bernasconi, municipale anziano di Riva S. Vitale, che reclama l'intervento del giudice di pace per accertare delle irregolarità avvenute durante le sedute dell'Assemblea comunale di Riva S. Vitale. Minute delle risposte sui ff. stessi. L'avv. Bernasconi denuncia una manipolazione del registro civico durante la sessione di ottobre 1820 ; l'anno seguente fa appello al giudice perchè si esprima sulle modalità di rinnovo della municipalità a maggiioranza relativa. Le minute delle risposte sono iscritte sui ff. delle lettere.

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      CH AFR PF.Serie C.c.04 · File · 1819-1821
      Part of Fondo Paolo Francesco Rossi

      Negli anni 1819-1820 fra il Patriziato e i membri della municipalità di Riva S. Vitale sorgono incomprensioni e contestazioni riguardanti l'amministrazione dei beni patriziali e l'indipendenza del Patriziato. La corrispondenza non è completa ma permette di comprendere gli eventi che si svolgono dal sett. 1819 al dicembre 1820. Il giudice di Pace è incaricato di riunire l'assemblea Patriziale ed è sollecitato da più parti (compreso il Consiglio di Stato) a prendere posizione su questioni di metodo e a agire con sollecitudine. I tentativi di riunire l'assemblea Patriziale vengono ostacolati da varie parti, provocando interventi del Commissario di governo e del Consiglio di stato, con sospensioni e rinvii dell'assemblea patriziale. Si prevede addirittura un " picchetto di forza armata" a disposizione del Giudice di pace.
      Contenuto:

      • lettere dell'avv. A. Bernasconi con copia della risposta, del commissario di gov. Rusca, del Landamano & Cons. di Stato (sett. 1819 ; ago-dic. 1820)
      • lettere e decreti del Giudice du Pace, lettere del commissario Rusca (gen. 1820)
      • lettera del Comm. di Governo che trasmette due decreti del Consiglio di Stato (ago. 1820)
      • lettere del Comm. di governo, del C. d. Stato, del sindaco di Riva Vassalli (dic. 1819; mar.-ott. 1820 ; aprile 1821)
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      CH AFR GA.FE.Serie A.e.04 · File · 1716
      Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Il procuratore Diego Maderni, a nome di Maria Lucia e Lucrezia ambedue Ferrari e di Lucrezia Rossi, tutte di Arzo, domanda al Sindacato di Lugano di liberarle dalla pena corporale consistente "di stare con candela accesa in mano per lo spazio di un hora accanto alla Chiesa parrocchiale d'Arzo in giorno di domenica", per aver insultato e aggredito con pugni e una "zoccola in faccia" Maria Maddalena Rossi. Il verdetto le condanna al pagamento di 50 scudi ciascuna ma le libera dalla pena corporale, mentre non vengono accolte le pretese di risarcimento avanzate da Lucia Fossati, madre della vittima "a riguardo che questa ha datta la causa alla rissa seguita". In In due esemplari con leggere differenze nel testo, firmate C. M. Beroldingen [Karl Mauritz Berlodingen], 22 agosto 1716.
      Sul dorso delle copie figura la frase: "Liberatione di Maria Lucia e di Lucrecia figlia di Steffano".

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