controversie

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  • Nel linguaggio giuridico, le questioni su cui vertono le discussioni delle parti contendenti che possono anche sfociare o configurarsi in una lite giudiziaria.

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  • Thesaurus del nuovo soggettario. Bib. nazionale centrale di Firenze (online) - http://thes.bncf.firenze.sbn.it/index.html
  • id:17006

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      controversie

      • UF contenziosi
      • UF controversie giuridiche
      • UF liti giudiziarie

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      CH AFR AN.Serie B.a.01 · Item · ca 1884
      Part of Fondo Antonio Rossi

      Note probabilmente destinate alla preparazione di una petizione a sostegno di un certo Sacchi che rivendica il possesso di un orto contestato da un certo Riva (forse ambedue di Besazio). Introdotti fra le pag. e usati come minute, una carta da lettera intestata dell'avv. Antonio, e una scheda per la votazione fed. dell' 11 mag. 1884. La data del documento é dedotta dalla scheda di voto.

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      CH AFR RA.Serie A.b.11 · File · 1908-1909
      Part of Fondo Raimondo Rossi

      Nel 1880 scompare senza lasciar traccia uno zio di Antonietta Formenti ved. di Antonio Rossi. Carlo Bosisio fu Giovanni, viene ufficialmente dichiarato disperso nel 1899 e i suoi beni sottoposti ad inventario per essere poi suddivisi fra i fratelli superstiti e i nipoti. Ne segue una lunga vertenza giuridica dovuta a disaccordi fra i famigliari, della quale si occupa Raimondo Rossi per conto della madre Antonietta. Ulteriori complicazioni burocratiche e la Prima Guerra mondiale impediranno l'esecuzione della divisione secondo quanto stabilito dai tribunali, tanto che nel 1918 (data dell'ultima corrispondenza) nulla è ancora risolto.

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      Famiglia Bustelli Rossi
      CH AFR RA.Serie A.d · Sub-series · 1890-1940
      Part of Fondo Raimondo Rossi

      Contenuto: corrispondenza di Raimondo Rossi con la sorella Caterina maritata Bustelli, con membri della famiglia fu Achille Bustelli, con la famiglia Sulmoni e con varie istituzioni e terze persone. La maggior parte dei contenuti riguarda vicende familiari.

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      CH AFR PF.Serie C.c.08 · File · 1820
      Part of Fondo Paolo Francesco Rossi

      Carlo Vassalli fu Girolamo (non si sa se domiciliato a Riva San Vitale) ha un contenzioso con Alessandro Vassalli fu Carlo, domiciliato a Genova. L'oggetto del dissenso non é noto. Le lettere si riferiscono alla comparizione di un rappresentante procuratore di A. Vassalli, che non é riconosciuto dalla parte avversa. Chiamato da Paolo Francesco Rossi a derimere la questione , il Consiglio di Stato interviene con due lettere firmate dal Landamano reggente G.A. Lotti.

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      CH AFR GA.FE.Serie A.d.04 · File · 1724-1727
      Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Contiene:

      • Sentenza del 28 nov. 1724 del consigliere di Lugano Giov. Ludovico Aloisi che condanna gli eredi del fu prevosto Giovan Maria Canetti di Meride (non nominati singolarmente) a versare a Giuseppe Ferrari fu Simone 10 filipponi e la restituzione di una schioppetta, in saldo di un prestito.
      • Allegati: un sollecito del dic. 1724 e dichiarazioni del messo Soldini per la consegna di documenti a Pietro Giuseppe Pozzi di Meride e a sua madre, eredi Canetti (dic. 1726 e nel gen. 1727).
      • Lettera non datata di Giuseppe Ferrari a Girolamo Maderni di Lugano dove gli riferisce di non aver ricevuto nulla dagli eredi Canetti e gli domanda di rappresentarlo di nuovo in tale causa, come pure in un'altro litigio con Prospero e Giovan Maria Allio qm. Antonio, di Arzo.
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      CH AFR GA.FE.Serie A.f.08 · Item · 1731
      Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Giuseppe Ferrari acquista dai fratelli Biagio e Francesco residenti a Roma i fondi che erano stati loro assegnati come parte dell'eredità paterna, per la somma di 1600 scudi. Sui fondi Giuseppe deve pagare una tassa (Abzug) che però viene rivendicata sia dal Landfogto di Mendrisio che dal Capitano reggente di Lugano. Il Capitano di Lugano intima al Ferrari di non pagare fino a risoluzione della vertenza, mentre il Landfogto gli invia un precetto di pagamento. Con una supplica datata 22 giugno 1731, Giuseppe Ferrari domanda che non venga fatta eseguire "la minacciata e temuta molestia ed esecuzione" fino a che le due autorità non trovino un accordo. La domanda è accettata. Copia per Giuseppe Ferrari eseguita dal Landscriba e cancelliere Beroldingen.
      Porta sull'esterno del f.: "Per il S.re Gioseppe Ferrario d'Arzo" e sotto, con calligr. di Giuseppe Ferrari: "Per Lapcocho [i.e.Abzug] pagato per li miei frateli di Roma".

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      CH AFR GA.FE.Serie A.f.14 · File · 1742
      Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Bifoglio con il dettaglio delle spese sostenute da Giuseppe Zezio di Como, procuratore di Giuseppe Maria Ferrari, nel periodo 1740-1742 per una causa condotta contro il cugino Francesco e riguardante i testamenti del sacerdote Antonio Ferrari e Stefano Ferrari, loro avi. La lista comporta nel dettaglio le spese per la redazione di atti e di un "voluminoso studio", nonchè per il tempo dedicato a disamina di articoli di legge e sedute con le parti. Il conto fu saldato il 18 luglio 1742. Sul verso del bifoglio con calligr. attribuibile a Giuseppe Ferrari si legge: "Adi 18 Iulis 1742 Como. Confeso fatomi a me Giuseppe Ferrari di Arzio del Sig.r Giuseppe Zezio di aver pagato delle spese fate nella causa con mio cugno S.re Francesco Ferrari per li testamenti del Sig: Pre. Antonio Ferrari mio zio et di Stefano Ferrario mio avo."
      G. Zezio allega un f. in-8° con la scritta :" Li testamenti del Sig.r P. Antonio Ferario e di Stefano Ferrario sono nelli atti di cancelleria vescovile di Como dell'anno 1742".
      G. Ferrari aggiunge a penna " frateli di Arzio" per sottolineare che si tratta dei testamenti di suo nonno Stefano Ferrari (ca 1585-1653) e del fratello sacerdote Giovanni "Antonio" (1594-1649).

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      CH AFR GA.FE.Serie A.b.17 · File · 1856
      Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

      I fratelli Giuseppe e Domenico Ferrari volevano effettuare alcune modifiche alla loro casa situata di fronte alla chiesa di Arzo, dopo la morte del fratello sacerdote Stefano Antonio, già parroco di Arzo. I lavori di innalzamento dei muri suscitarono l'opposizione della Chiesa. Dopo diverse ingiunzioni da parte del vicario foraneo della diocesi di Como e del capitano reggente di Lugano, per far cessare la costruzione, la vertenza finì con un arbitrato nel 1725-1726. Un secolo più tardi, nel 1856, la casa era passata nelle mani di Domenico Canzani. Alla sua morte venne pubblicata una grida per l'eredità a beneficio d'inventario, che riaffermò la servitù verso la Chiesa parrocchiale, che impediva ogni ulteriore trasformazione e innalzamento.
      Il fasc. contiene:
      • Disegno planimetrico dell'interno della chiesa di Arzo e dell'area circostante (casa Ferrari), ca. 1720
      • Esposizione dei fratelli Ferrari davanti al lod. Sindacato di Lugano in favore della loro fabbrica (17 ago. 1720)
      • Dichiarazioni e sentenze del Landamano Beroldingen (17 e 27 ago. 1720; testi in tedesco)
      • Intimazioni del reggente capitano di Lugano ai flli. Ferrari, per la cessazione della fabbrica (giu.-set. 1720)
      • Intimazioni del vicario foraneo della diocesi di Como ai flli Ferrari in difesa della Chiesa di Arzo
      • Arbitrato del Capitano reggente di Lugano (24-27 lug. 1725)
      • Aggiustamento finale tra la Ven.da chiesa parrocchiale e i fratelli Ferrari (3 gen. 1726, notaio Giovanni Oldelli di Meride)
      • Conferma della servitù sulla ex-casa Ferrari ora degli eredi fu Domenico Canzani (17 ott. 1856, Cristoforo Rossi notaio e sindaco di Arzo)

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      CH AFR GA.FE.Serie D.d · Sub-series · 1823-1851
      Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

      La corrispondenza è in parte frammentaria. Le lettere hanno un tenore assai formale e si riferiscono per la maggior parte all'amministrazione dei fondi agricoli del Ferrari, che chiede al notaio Rossi dettagli e resoconti su quanto producono e rendono i fondi e i capitali a prestito. Frequenti anche le sue domande di invio di denaro dal Ticino alla Sardegna, tramite intermediari e cambiali, o le domande di pagamento a terzi per motivi che non sono sempre chiari, forse dovuti ai suoi affari in Sardegna di cui non si conosce il tenore, o per pagare gli interessi dovuti a terzi e saldare debiti. Non fornisce particolari sulla sua esistenza a Cagliari, se si eccettuano le lamentele per la presenza del cugino Giovanni Torriani, che si fece mantenere alcuni anni e diventato suo debitore e le vicissitudini dell'eredità Pollini spettante ai nipoti Grimaldi, dei quali fu procuratore per un certo periodo. Nelle risposte del cugino notaio vi sono accenni ad avvenimenti familiari o relativi a personalità del luogo e accenni alle epidemie di colera che colpirono il Ticino nel 1836. Filippo Ferrari non è ricco, si può definire agiato quando muoiono i genitori, ma col passare degli anni la sua fortuna sembra diminuire regolarmente e sul finire della sua dovette condurre un'esistenza modesta, che traspare dalla corrispondenza che fece seguito alla sua morte.

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      CH AFR GA.FE.Serie C.c.02 · Item · 1814
      Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Fascioletto contenete le minute di due lettere scritte da Giovanni Battista Torriani : "Lettera scritta al nipote Ferrari in data del 26 feb. 1814" [seguita da] "Li 25 feb. 1814, Lettera scritta al Sr. Conte Polini".
      Giovanni Battista Torriani, zio di Filippo Ferrari, si prodiga in consigli per arrivare ad una conciliazione fra Filippo e il cognato conte Gaetano Pollini, marito della defunta sorella Giulia. Torriani scrive al nipote Filippo perchè preoccupato da quanto ha appreso riguardo ad un conto spese di oltre 60'000 scudi sardi che Filippo avrebbe presentato al cognato Pollini dopo che costui gli aveva affidato dei negozi. Torriani esprime la sua contrarietà per quanto ha appreso e rimprovera il nipote per essere poco esplicito nelle sue lettere. Scrive poi a Gaetano Pollini, per avere notizie precise e conferma dell'accaduto, nel qual caso raccomanda che venga trovata un'intesa.

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