patrimonio familiare

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      patrimonio familiare

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        Termini equivalenti

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        • UF (termine non preferito) proprietà famigliare

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        70 Descrizione archivistica risultati per patrimonio familiare

        70 risultati correlati direttamente Escludi termini specifici (subordinati)
        Sostanza paterna : documenti diversi
        CH AFR RA.Serie A.b.02 · Unità archivistica · 1892-1893
        Parte di Fondo Raimondo Rossi

        Il fasc. contiene:

        • "Copia delle disposizioni testamentarie del povero mio papà [...], Arzo 18 nov. 1880" ; redatto su un f. doppio che presenta nella parte inferiore e sul retro un testo di Antonio Rossi (firmato), datato con calligr. del figlio Raimondo "27 luglio 1887". Quest'ultimo testo corregge la suddivisione della sostanza che rimane al figlio (per 2/3) e alla figlia Caterina (per 1/3) mentre alla moglie Antonietta rimane l'usufrutto vedovile.
        • una valutazione della "Sostanza paterna" con attivi e passivi e le parti spettanti ai due fratelli ; un "Estimo censuario del comune di Arzo" con le stime degli immobili ;
        • le spese per il funerale e altre spese per la famiglia sostenute in feb-mar. 1893; una fattura della farmacia Buzzi di Mendrisio (mag. 1892-feb. 1893) ; una fattura per un servizio di porcellana con cifre AR eseguito a Milano da Carlo Galli nel 1873, lasciato come legato alla moglie.
        Senza titolo
        Fatture per gioielli di famiglia
        CH AFR RA.Serie A.b.07 · Unità archivistica · 1893-1930
        Parte di Fondo Raimondo Rossi

        Fatture per l'acquisto e la trasformazione di gioielli in gran parte provenienti dalla famiglia di Bianca Chicherio, appartenuti alla madre Amalia Chicherio o acquistati da Raimondo Rossi per la moglie. Acquisti a Bellinzona, Como, Milano.

        Senza titolo
        Vecchie carte della famiglia Chicherio
        CH AFR RA.Serie A.c.01 · Unità archivistica · 1789-1879
        Parte di Fondo Raimondo Rossi

        Atti di compra-vendita (periodo 1789-1867) che riguardano in gran parte un terreno situato in zona Guasta a Ravecchia. Il primo proprietario é il canonico Ludovico Maria Chicherio, che nel 1789 vende "un pezzo di terra vignata circondata da muri con tutti li casamenti ivi annessi" a Giuseppe Steffanoli di Pedevilla. Il terreno confina con il riale Guasta in zona detta allora "Ravecchia di Sotto". Dopo alcuni anni e ipoteche i figli di Steffanoli lo vendono a Pietro Caratti che lo possiede per diversi decenni. Nel 1849 la sostanza di Caratti viene messa in liquidazione e il terreno venduto. L'ultimo proprietario, Luigi Filippo Nisoli di Grono lo vende a Silvio Chicherio nel 1867. Il dossier contiene :

        • " Comparto del riale alla Guasta eseguito dal 1770 fino al 1789", due copie del regolamento per la pulizia del riale Guasta e relativi rimborsi spettanti ai confinanti, fra i quali il canonico Ludovico Maria Chicherio "per le case e il fondo perché si riceve la materia".
        • Vendita fatta nel 1789 dal canonico Ludovico Maria Chicherio di una vigna situata a "Ravecchia di sotto" a Giuseppe Steffanolo detto Monoghetto, fu Giuseppe pagabile in 3 anni. Con una mappa delle misurazioni del terreno.
          • Proprietari diversi del fondo Guasta: atti di compra-vendita riguardanti i flli Steffanoli, Pietro Caratti diverse ipoteche e creditori e la liquidazione del fondo (1812-1867).
        • Acquisti di fondi alla Guasta da parte di Silvio Chicherio (1867)
        • Prestito di fr 6000 fatto da Silvio Chicherio a Maria Albini di Buguggiate (VA) nel 1864, con ipoteca di un terreno a Montecarasso
        • Corrispondenza di Silvio Chicherio, amministratore della casa di Domenico Ostini fu Giacomo, residente a Buenos Aires e lì deceduto vs. 1879.
        • Contenzioso fra Silvio Chicherio e le Ferrovie del Gottardo riguardo ad un fondo confinante con la linea ferroviaria a Bellinzona
        Senza titolo
        CH AFR RA.Serie A.c.05 · Unità archivistica · 1905-1928
        Parte di Fondo Raimondo Rossi

        Un quaderno che riporta i prestiti elargiti con i capitali di Olga, Luigi e Angela Chicherio amministrati da R. Rossi, impiegati ad interessi del 4- 4 1/2 % . In una cartella separata alcuni documenti riguardanti un prestito fatto dalle sorelle Olga e Angela al fratello Vincenzo. Una nota sulla copertina segnala che sono pure regis trati i "debiti Raimondo Rossi verso terzi" che però non sembrano riguardare la famiglia Chicherio.

        Senza titolo
        Amministrazione minorenni fu Silvio Chicherio
        CH AFR RA.Serie A.c.08 · Unità archivistica · 1900-ca. 1905
        Parte di Fondo Raimondo Rossi

        I coniugi Silvio Chicherio e Amalia Brunetti muoiono rispettivamente il 4 giugno 1897 e il 18 gennaio 1901. RaimondoRossi, marito di Bianca Chicherio loro figlia, già amministrava la sostanza in usufrutto alla vedova dopo la morte del marito e i capitali degli eredi minorenni Chicherio. Dopo la morte della madre viene nominato curatore unico dei minori Vincenzo, Maria, Ernesto, Luigi e Angela fino alla loro graduale maggiore età (l'ultima a diventare maggiorenne fu Angela nel 1910). Il mandato sembra svolgersi con difficoltà, tanto che nel 1902 Rossi dichiara al municipio di Bellinzona di voler rinunciare alla curatela a causa delle incomprensioni che suscita il suo operato presso i suoi pupilli ("constato che il mio sistema di educazione urta troppo colle inclinazioni de' miei pupilli e forse colle loro abitudini"). La misura non venne messa in atto perché il mandato continuerà poi fino al 1911.
        Il fasc. contiene: 1 quaderno di cassa che dettaglia le entrate e le uscite per le spese di sostentamento della vedova e dei minori Chicherio; formulari di dichiarazione per le imposte dei minorenni Angela e Luigi (non datato ma prima del 1908) ; la lettera di R.Rossi al Municipio di Bellinzona con la dichiarazione di abbandono del mandato di curatela, verosimilmente mai spedita ; 1 cartella con div. documenti riguardanti il capitale comune negli anni 1900-1905 (movimenti bancari, obligazioni, crediti).

        Senza titolo
        Affare Giuseppe e Anna Caprera
        CH AFR PF.Serie C.c.09 · Unità archivistica · 1822-1826
        Parte di Fondo Paolo Francesco Rossi

        Nel 1822 Giuseppe Caprera, originario di Uggiate e dimorante ad Arzo è condannato e incarcerato per vari furti commessi con i fratelli Rusca di Genestrerio, latitanti, dei quali sono conservate le due condanne in contumacia. I giudici sospettano che nell'abitazione del Caprera possano esserci degli oggetti rubati e ordinano la posa dei sigilli, che viene eseguita dal giudice di pace Paolo Francesco Rossi. Il sindaco Domenico Canzani è incaricato dal Tribunale di Mendrisio di assistere il curatore nominato dal tribunale nella redazione dell'inventario e nella valutazione della sostanza.
        Nel febbraio del 1823 la madre di Giuseppe, Anna Caprera, viene assassinata nella sua casa di Arzo, dove teneva anche una bottega di generi alimentari e altre mercanzie. Di nuovo il Tribunale incarica il sindaco di mettere i sigilli e di stabilire un inventario e le parti spettanti ai figli Giuseppe e Carlo, dimorante ad Uggiate. Gli inventari, la ricerca dei debitori e dei creditori, la redazione di conti dettagliati e la messa in vendita all'asta della sostanza rimasta al detenuto Caprera occupano il sindaco Canzani dal 1822 al 1826.
        Nel fascicolo si trovano unicamente documenti sulla gestione della sostanza del detenuto e della madre defunta; nessun documento riguardante i delitti commessi dal Caprera o l'assassinio di Anna Caprera.

        Senza titolo
        Libretto di conti
        CH AFR PF.Serie A.18 · Unità archivistica · 1747-1779
        Parte di Fondo Paolo Francesco Rossi

        Il taccuino contiene la distinta di pagamenti fatti o ricevuti per la famiglia o per conto di terzi, le entrate dovute agli affitti di terreni come pure le spese per l'economia domestica. A due riprese (ff. 2 e 7) si nota il nome di Cristoforo Rossi come scrivente o creditore, fatto che aggiunto alla calligrafia permette di attribuire il taccuino a Cristoforo Antonio Rossi, zio di Paolo Francesco. La calligrafia é simile a quelle riscontrate nei vari libri di conto tenuti da zio e nipote. Negli ultimi fogli sono elencati i pagamenti fatti al calzolaio Giuseppe Eleni (?) negli anni 1758-1764 per la riparazione e la fabbricazione di calzature destinate ai membri della famiglia Rossi del Paolino ; si identificano in particolare i bambini Pauolino (Paolo Francesco) e le sorelle Maria Elisabetta, Marta, Maria Eufrosina.

        Senza titolo
        CH AFR PF.Serie B.10 · Unità archivistica · 1796
        Parte di Fondo Paolo Francesco Rossi

        Paolo Francesco Rossi stabilisce l'inventario con superficie e valore dei terreni e delle case lasciati dal fu Antonio Rossi del Paolino, suo lontano cugino. I fondi sono in gran parte già venduti. L'inventario è sicuramente posteriore di diversi anni alla morte di Antonio Rossi, poichè viene indicato in calce che "si ricerca il testamento del padre". Le misurazioni e stime riguardano i terreni detti Robbiana a Besazio, Dosso e Dossetto a Saltrio, Minaso (Besazio) e Dosso di Beltrame (Arzo?), Crosago a Besazio. Ai quali si aggiungono la casa vecchia paterna e una casa acquistata dai Ferrari per un totale di L 11'997.

        Senza titolo
        Eredi fu Magno Rossi della Marcona
        CH AFR GA.Serie B.01 · Unità archivistica · 1777 - 1814
        Parte di Fondo Giacomo Antonio Rossi

        I Rossi della Marcona erano marmorini e sfruttavano alcune cave di marmo ad Arzo. Il dossier riguarda i possedimenti di questa famiglia all'inizio dell'800 e in particolare i beni e gli affari di Magno Rossi della Marcona (ca 1750-1813) e la sua successione ereditaria. Contiene appunti ed inventari del liquidatore della sostanza, il notaio Giacomo Antonio Rossi, incaricato con mandato del 19 nov. 1813 dagli eredi del fu Magno Rossi.
        In dettaglio:

        1. Pubblica grida e contraddicenti (15.6.1813)
        2. Madato del notaio G.A. Rossi per la liquidazione della sostanza (19 nov. 1813)
        3. Nota dei debiti approvati e nota sul ricavato e spese del defunto
        4. Obbligo di Elisabetta fu Pietro Ant. Rossi del Giorgino vs. il signr. Provino Rossi [del Paolino] e i suoi fratelli "molto rev. don Agostino, chierico Giacomo e Carlo Giorgio … con esso conviventi" ; credito riscattato da Magno Rossi (18 ag. 1777).
        5. Cauzione di dote e antefatto in favore di Anna Maria Imperiali moglie di Magno Rossi della Marcona (19 mag. 1793) ; e Testamento noncupativo della medesima (8 lug. 1793)
        6. Compensazione della dote e scambio di proprietà riguardanti Sidonia Rossi della Marcona fu Giacomo, ved. Andrea Aglio (1787 ; 1806)
        7. Francesco e Benedetto Imperiali, padre e figlio, creditori vs. Pietro Aglio, poi vs. Magno Rossi della Marcona (periodo: 1793-1814)
        8. Obblighi fra Carlo Domenico, Paolo e Martino Roncoroni, padre e figli, e Magno Rossi della Marcona (periodo: 1810-1812)
        9. Debiti di Giacomo Rossi della Marcona vs. il fratello Magno (periodo: 1796-1811)
        10. Compra del fondo Rappiantino (Saltrio) da parte dei fratelli Magno e Giovan Angelo Rossi della Marcona (13 dic. 1811)
        11. Credito di Pietro Aglio contro Caterina Rossi del Beltrame, ved. di Giacomo Ant. Ferrari, riscosso e versato agli eredi fu Magno Rossi per saldo di un debito (2 gen. 1812 ;mar. 1814)
        12. Credito di Stefano Giudice vs. Francesco Allio, ceduto agli eredi fu Magno Rossi della Marcona (1814)
        13. -31. Conti e fatture di artigiani e commercianti, provenienti dal territorio di Arzo, Saltrio e Viggiù presentati agli eredi fu Magno Rossi della Marcona e riguardanti il periodo 1805-1814.
        Senza titolo
        CH AFR GA.Serie B.05 · Unità archivistica · 1811-1840
        Parte di Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Dossier riguardante le attività del cognato di Maria Antonia Fossati, figlia di Antonio Gamba e vedova di Francesco Fossati, marmista, morto attorno al 1823 e i rapporti fra le due famiglie. La vedova deve liquidare la sua sostanza per far fronte alle spese di famiglia ed ai debiti contratti in parte dal marito e in parte da lei stessa. Maria Antonia viene assistita dai parenti (lo zio Domenico, il fratello Agostino) nella vendita di alcuni terreni. Ma il fratello Agostino Gamba é anche debitore del marito per varie migliaia di lire che non può rimborsare. Debitore insolvente, espatriato in Italia e successivamente in Francia, é in gran parte responsabile della liquidazione dei beni rimasti alla vedova ed ai figli di Francesco Fossati. Il cognato Carlo Fossati, altro creditore di Agostino Gamba, cerca di venire in aiuto agli eredi del fratello, rimborsando alcuni debiti rimasti in sospeso. Il notaio Cristoforo Rossi di Arzo rappresenta i creditori e incarica Stefano Rossi fu Cesare di Arzo di valutare i beni rimasti, cioè un quarto di una casa posseduto dalla vedova e tre fondi nominati Vigna, Crosago e Colombara.
        Il dossier contiene :

        • diversi atti di vendite di terreni e di prestiti contratti dalla vedova con l'assenso di vari prossimi parenti.
        • la scala graduatoria dei creditori che fece seguito alla grida pubblica sulla sostanza messa in liquidazione
        • le contraddizioni dei creditori che espongono i loro crediti verso gli eredi di Francesco Fossati
        • le misure dei terreni messi in vendita e la valutazione del perito Stefano Rossi
        Senza titolo