legati

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    • Thesaurus del nuovo soggettario. Bib. nazionale centrale di Firenze (online) - https://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=25244&menuR=1&menuS=2
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          Eredità Maria Chicherio
          CH AFR RA.Serie A.c.10 · File · 1919-1943
          Part of Fondo Raimondo Rossi

          Maria Chicherio (1883-1919), figlia di Silvio muore di tubercolosi a 36 anni , il 1.6.1919, nel sanatorio Sonnengarten di Lucerna. La sua parte ereditaria viene divisa fra le sorelle e i fratelli dopo che sono state dedotti vari generosi lasciti a istituzioni ticinesi, secondo le sue disposizioni testamentarie. L'esecutore testamentario é il cognato Raimondo Rossi. Il dossier contiene le sue ultime volontà , un inventario dei beni della defunta, documenti riguardanti la spartizione ereditaria e i pagamenti per i legati, corrispondenza varia. Continene inoltre una lettera del Capitolo della collegiata di Bellinzona (11.1.1943), che segnala l'insufficienza degli interessi sul capitale del legato di fr. 1000, previsto per celebrare due anniversari perpetui a suffragio della defunta e dei suoi genitori Silvio e Amalia, e chiede quindi di provvedere a un aumento del capitale o ad una riduzione degli oneri. Nella sua risposta (a matita sui margini del foglio) il produttore accorda la riduzione degli oneri.

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          CH AFR GA.FE.Serie A.d.03 · File · 1723-1731
          Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Il dossier contiene due testamenti redatti in date diverse ma aventi lo stesso beneficiario, Giuseppe Maria Ferrari fu Simone:

          • Testamento di Maria Lucia Fossati moglie di Domenico Ferrari fu Simone, 21 aprile 1723, notaio Giovanni Oldelli fu Alfonso di Meride.
            Maria Lucia Ferrari, nata Fossati del fu Francesco detto del Stocco di Arzo, fa testamento orale nella camera dove è degente, davanti al notaio Giovanni Oldelli e diversi testimoni. Lascia come legato a Maria Eleonora, figlia del cugino Francesco Fossati del Stocco, un terreno a Arzo detto alla Selvetta ; condona al cugino Francesco un vecchio debito; lascia al marito l'usufrutto di tutti i suoi beni, vita natural durante, e nomina suo erede universale il cognato Giuseppe che viveva nella stessa abitazione. Maria Lucia morirà però diversi anno dopo, il 15 aprile 1730, all'età di circa 53 anni.
          • Testamento di Domenico Ferrari
            Domenico Ferrari muore il 31 dicembre 1730 (registri parrocchiali di Arzo) dopo aver fatto testamento orale (noncupativo) all'età di 62 anni, già vedovo di Maria Lucia Fossati premorta qualche mese prima. Il testamento (o la copia) porta però la data del 29 dic. 1731, autentificato con il tabellionato del notaio Giovanni Oldelli di Tremona. Sul retro del foglio figura il contenuto: "Artÿ, 1731, die 29a mis, Xbris,. Testm. D. Dom.ci Ferrarÿ qmd. D. Simoni Artÿ à morte confirmata"; in basso, con data 22.12.1731 il notaio da ricevuta del prezzo del rogito a Giuseppe Ferrari. Appare evidente che si tratta di una copia ma non si spiegano le date.
            Allegati 5 foglietti con le ricevute dei parroci che celebrarono le messe in suffragio (rilasciate in agosto e in ottobre 1731, a conferma che la data sulla copia del testamento è errata) e quelle dei parenti destinatari dei legati.
            Domenico era molto legato al fratello Giuseppe con il quale condivideva l'abitazione e gli affari di famiglia. Lo nomina erede, lasciando numerosi legati : ai fratelli Blasio e Francesco che risiedevano da anni a Roma ; alle sorelle Lucia, sposata con Giovanni Ferrari di Tremona, e Lucrezia sposata con Giovanni Battista Rossi detto del Giustina, fu Giacomo ; alla cognata Marta Caterina Franchini, moglie di Giuseppe ; ai numerosi nipoti, figli e figlie del fratello e delle sorelle, legati da assegnare quando saranno in maggiore età. Per il futuro nascituro della cognata Marta Caterina allora incinta, un legato a seconda se il figlio sarà maschio o femmina, da versare alla maggiore età. Non dimentica la domestica Margherita Albisetti di Balerna alla quale si dovrà versare, oltre al legato, un mese di stipendio dopo la morte del testatore.
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          CH AFR GA.FE.Serie A.d.06 · File · 1723-1756
          Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Confessi redatti dai padri cappuccini del convento di Mendrisio per messe celebrate in esecuzione di un legato lasciato da un membro della famiglia Ferrari non nominato, che obbliga gli eredi del fu Simone Ferrari in quanto proprietari di un fondo detto "Pavesa" in territorio di Arzo (non identificato). I confessi conservati riguardano gli anni 1723 (con una memoria), 1736, 1739, 1743, 1745, 1749, 1750, 1751, 1756 (dopo la morte di Giuseppe Maria Ferrari)l.

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          Crediti, debiti e diversi
          CH AFR GA.FE.Serie D.c · Sub-series · 1825-1860
          Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

          La maggior parte dei fascicoli riguardano la situazione dell'eredità Ferrari, in particolare i creditori e i debitori di Filippo Ferrari.

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          CH AFR RA.Serie B.14 · File · 1913
          Part of Fondo Raimondo Rossi

          Luigi Giudici fu Giovan Battista lascia diversi legati a parenti e al comune di Arzo, somme che vengono affidate al produttore per essere investite in titoli bancari. Il fasc. contiene due lettere della Muncipalità di Arzo, una corrisp. bancaria e le ricevute di liberazione firmate dagli eredi per le somme consegnate all'avv. Rossi. Fasc. probabilmente incompleto, non permette di ricostituire l'esatto tenore dei legati, perchè non è presente nessuna copia o trascrizione delle volontà del defunto.

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          Eredità di Filippo Ferrari
          CH AFR GA.FE.Serie G · Series · 1799-1874
          Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Filippo Ferrari morì il 16 luglio 1851 a Cagliari e nomina suo erede universale il cugino notaio e giudice del trib. d'appello di Mendrisio Giacomo Antonio Rossi, già suo procuratore in Ticino per vari decenni. Il notaio accettò l'eredità con beneficio d'inventario, poiché F. Ferrari finì la sua esistenza con poca sostanza e parecchi debiti. Le carte riguardano le attività del notaio nei mesi immediatamente successivi alla morte di F. Ferrari (pubblicazione di una grida per conoscere lo stato della situazione finanziaria del defunto, esecuzione dei legati, estinzione dei debiti) e poi negli anni successivi quando si eseguirono i legati e si sanarono i debiti. Contengono vari atti e inventari eseguiti in Sardegna e a Mendrisio e corrispondenza varia con l'esecutore testamentario a Cagliari, con i nipoti del defunto e persone terze.

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          CH AFR GA.FE.Serie B.b.01 · File · 1771-1806
          Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Il fasc. contiene una copia di un testamento del rev. Quartironi (verosimilmente non l'ultimo poiché l'erede universale Giuseppe Ferrari non è ancora contemplato) e varie disposizioni per i suoi legati e la loro esecuzione che si protrasse diversi anni dopo la sua morte:

          • 1771, 9 dic. : Testamento noncupativo del rev. Felice Quartironi fatto quando erano ancora viventi il fratello Pietro e le sorelle Pellegrina e Marianna che vivevano con lui (rogito Ambrogio Catenazzi di Morbio Inf., copia eseguita dal notaio).
          • 1786: Istituzione di un legato per una messa quotidiana perpetua da celebrarsi nella chiesa del convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio (rogito di Giov. Battista Rusca, rogito di Giov. Battista Rusca, copia eseguita dal notaio) ; con un parere del vicario Giuseppe Stoppani del 1790.
          • 1790: Legato per una messa festiva "ebdomadale" nella chiesa del monastero delle Orsoline di Mendrisio (rogito di Giovan Battista Rusca, 28 giu. 1790, copia eseguita dal notaio) e, Istituzione di una fondazione e approvazione del vescovo di Como ( rogito del notaio Tommaso Mainoni fu Giacomo Giuseppe di Como, 22 lug. 1790).
          • 1801: Richiesta del segretario del Trib. di Mendrisio a Giuseppe Ferrari di fornire l'inventario e la stima dell'asse ereditario ; inventario (copia) ; notifica alla municipalità di Mendrisio dei fondi della casa Quartironi.
          • 1805: 7 febr. esecuzione di due legati alla nipote Albertina Pottgietter [i.e. Potgieter] e alla pronipote Caterina Potgieter, residenti in Inghilterra. Testo firmato dai testimoni e copia con ricevuta dei procuratori delle legatarie.
          • 1805: Memoria del priore Filippo Ferrari di Mendrisio sul legato Quartironi per le messe nella chiesa di S. Giovanni Battista, convento dei PP. Serviti.
          • 1806: Legato a favore di Teresa Rossi di Giambattista, di Mendrisio: risoluzione del conflitto con l'erede Giuseppe Ferrari ( rogito di Giovanni Battista Torriani di Mendrisio, copia eseguita dal notaio).
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          CH AFR RA.Serie A.b.12 · File · 1903-1911
          Part of Fondo Raimondo Rossi

          Il produttore aveva conservatouna busta con l'annotazione "alcune ricevute per pagamento di conti e regalie per la mia compianta mamma Antonietta, luglio 1911", forse in ricordo della madre morta l'8 luglio. Si tratta di fatture relative alle spese di economia domestica, trasporti e spese di salute, elative agli ultimi anni di vita della madre. Si aggiungono le spese relative al decesso e all'inumazione e alcune lettere di ringraziamento dei comuni di Bellinzona, Besazio e Arzo a cui vennero versati legati in favore dei poveri e di alcuni asili infantili.

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          CH AFR GA.FE.Serie A.f.15 · Item · 1751
          Part of Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Copia del testamento orale (nuncupativo) di Giuseppe Maria Ferrari fu Simone registrato a Medrisio il 21 ott. 1751 dal notaio Giovanni Battista Rusca di Mendrisio, che ne estrae copia dalle sue imbreviature. Giuseppe è "figlio del qdm Simone della Terra di Arzo da molti anni abitante in Mendrisio". Dispone che il suo corpo venga sepolto nella chiesa dei SS Cosimo e Damiano. Lascia legati a titolo di futura dote alle figlie Caterina e Maria Orsola, avute dalla seconda moglie Marta Franchini, con obbligo di rinuncia all'eredità in favore del fratellastro Giuseppe. Nomina usufruttuaria di tutti i beni la quarta moglie Benedetta e erede universale il figlio Giuseppe, ancora minorenne (nato nel 1734 dalla terza moglie Giulia Rossi) per cui vengono nominati suoi tutori Cristoforo Rossi di Arzo e Antonio Quartironi di Mendrisio; tutori pure incaricati di provvedere ai bisogni della figlia disabile Lucia, avuta dalla seconda moglie Marta Franchini, a cui lascia oltre alla legittima un capitale in usufrutto.

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