Confessi ricevuti e ordini di pagamento da eseguire dall'esattore Stefano Rossi. Contiene polizze sottoscritte dal comune nel 1809 e rimborsate nel 1814.
Rossi, Paolo FrancescoConfessi ricevuti e ordini di pagamento da eseguire dall'esattore Andrea Aglio (feb. 1816 - feb. 1817). Contiene inoltre: lista delle persone sottoposte a prestiti forzosi per abiti militari e imposta relativa (lug. 1816).
Rossi, Paolo FrancescoConfessi ricevuti e ordini di pagamento da eseguirsi dall'esattore Michele Rossi (feb. 1819 - gen. 1820).
Rossi, Paolo FrancescoConfessi ricevuti e ordini di pagamento da eseguirsi dall'esattore Pietro Aglio (feb.-dic. 1820)
Rossi, Paolo FrancescoDocumentazione del collegio arbitrale, compromesso, risposte, repliche, verbali, note del produttore ; corrispondenza con il presidente del collegio. Una parte della corrispondenza fra il pres. del collegio arbitrale, gli arbitri e le parti e riguardante gli anni 1937, 1938 e parte del 1939, in origine conservata in una camicia "Giornale del Popolo / Annunci svizzeri", è stata integrata in questo fascicolo.
Corrispondenza confidenziale del produttore R. Rossi con G. Bachmann, presidente della Dir. gen. della Banca Nazionale, con il cons. fed. Motta, con il cugino banchiere Adolfo Rossi e con i direttori di vari instituti bancari. Il fasc. riguarda l'acquisto da parte della Banca della svizzera italiana dell'istituto bancario italiano Credimare, controllato dalla Banca commerciale Italiana a sua volta controllata dal governo italiano per mezzo dell'Istituto di ricostruzione industriale (IRI) . Il produttore è contrario all'acquisto, ritenendo l'operazione pericolosa per la banca e contraria agli interessi della Svizzera. Si adopera in un primo tempo per contrastarla, cercando di favorire la formazione di un guppo di interessi svizzeri che possa rilevare le partecipazioni della BCI nella BSI. A questo scopo contatta personalmente e confidenzialmente i direttori di alcune banche svizzere (Credito Svizzero, Banca popolare svizzera) cercando invano di farli subentrare agli azionisti esteri.
Nello stesso periodo (febbraio-marzo 1936), grazie ai contatti in corso, riceve una proposta di lavoro per uno dei suoi figli. Questa corrispondenza è inclusa nel fascicolo sulla la transazione bancaria Credimare.
Il sindaco redige minuziosamente le spese effettuate durante la vicenda del condannato Caprera e dell'assassinio della madre Anna: spese per inventari, pagamenti a persone che prestano diverse mansioni (trasporti di merci, di messaggi, aiuto negli inventari), liste di creditori etc.
Rossi, Paolo FrancescoNel 1822 Giuseppe Caprera, originario di Uggiate e dimorante ad Arzo è condannato e incarcerato per vari furti commessi con i fratelli Rusca di Genestrerio, latitanti, dei quali sono conservate le due condanne in contumacia. I giudici sospettano che nell'abitazione del Caprera possano esserci degli oggetti rubati e ordinano la posa dei sigilli, che viene eseguita dal giudice di pace Paolo Francesco Rossi. Il sindaco Domenico Canzani è incaricato dal Tribunale di Mendrisio di assistere il curatore nominato dal tribunale nella redazione dell'inventario e nella valutazione della sostanza.
Nel febbraio del 1823 la madre di Giuseppe, Anna Caprera, viene assassinata nella sua casa di Arzo, dove teneva anche una bottega di generi alimentari e altre mercanzie. Di nuovo il Tribunale incarica il sindaco di mettere i sigilli e di stabilire un inventario e le parti spettanti ai figli Giuseppe e Carlo, dimorante ad Uggiate. Gli inventari, la ricerca dei debitori e dei creditori, la redazione di conti dettagliati e la messa in vendita all'asta della sostanza rimasta al detenuto Caprera occupano il sindaco Canzani dal 1822 al 1826.
Nel fascicolo si trovano unicamente documenti sulla gestione della sostanza del detenuto e della madre defunta; nessun documento riguardante i delitti commessi dal Caprera o l'assassinio di Anna Caprera.
La serie contiene i fascicoli, sovente incompleti, riguardanti la vita di famiglia, le attività del produttore, la corrispondenza privata in entrata, in particolare da parte dei famigliari della moglie Antonietta Formenti, la successione ereditaria materna e paterna con i fratelli, documenti riguardanti i fratelli Raimondo e Paolo, la gestione di alcuni beni di famiglia, rendiconti di spese di funerali e spese per l'economia domestica.
Rossi, Antonio, avvocatoCarlo Fossati (ca 1790-1850) figlio di Camillo é uno scalpellino e marmista di Arzo, che si trasferisce a Torino nei primi anni del 1820, dove apre una propria bottega. I documenti e in particolare le lettere indirizzate al notaio G.A. Rossi, riguardano le sue attività negli anni 1817-40, la gestione di alcuni beni posseduti ad Arzo e i rapporti con i famigliari rimasti in patria. La moglie, Caterina Bossi, fa ritorno regolarmente ad Arzo su incarico del marito per occuparsi dei loro beni, aiutata da Paolo Francesco Rossi e dal figlio, il notaio Giacomo Antonio procuratore di Carlo Fossati. Le proprietà di Fossati non sono note esattamente : di certo una casa e dei terreni ad Arzo, dei terreni a Besazio e forse a Meride. Negli anni 1819-1821 affitta e poi acquista dal cugino Antonio Fossati una casa ad Arzo, nel luogo detto "Canton là" con annesso fondo agricolo detto Vigna, successivamente dati in affitto. Nel 1823 o 1824 muore il fratello Francesco, sposato con Maria Antonia Gamba. Dopo la sua morte, Carlo cerca aiutare la famiglia, offrendo una parte della dote ad una delle figlie e pagando alcuni debiti. Particolarmente preoccupanti per Carlo i debiti della società creata negli anni 1820 dai fratelli Fossati, con il cugino Antonio Fossati e con Agostino Gamba, cognato di Francesco. La società importava dalla Svizzera "pietre" (marmo), che venivano poi lavorate sul posto. Ma gli affari non prosperano, secondo Carlo a causa del poco impegno dei soci negli affari e nella tenuta dei conti. La società sarà sciolta nel 1829. Negli anni successivi gli eredi di Francesco Fossati perderanno tutti i pochi beni loro rimasti. Nel 1830 Caterina Bossi da procura al marito Carlo Fossati per amministrare l'eredità del suo defunto padre Orazio Bossi. Un figlio di Carlo e Caterina, Giovan Maria, rientrerà ad Arzo per un breve periodo, fra il 1856 e il 1860, come riportato nei registri di popolazione. Lascerà il paese nel 1860 per destinazione ignota.
Descrizione del fascicolo:
- Lettere di Carlo Fossati a Paolo Francesco Rossi, Giacomo Antonio Rossi et al. (1823-1839)
- Tessera di divisione dei beni stabili fra i fratelli Fossati qdm Camillo d'Arzo (13 mar. 1816) ; con un libretto di misure dei fondi
- Lettera di Camillo Fossati al cugino parroco Andrea Allio perché rinnovi un contratto d'affitto (probabilmente della sua casa in Arzio) e perché si informi sul prezzo e la lavorazione di alcuni camini in vendita a Viggiù (Torino, 16.2.1833)
- Conti fra i fratelli Francesco e Carlo Fossati ; procura per il notaio Giacomo Antonio Rossi ; procura di Catterina Bossi moglie di Carlo Fossati al figlio Giovan Maria con bollo della R.a Segr. di Stato per l'autentificazione della firma (Torino, 1842)
- Documenti notarili relativi a debiti e crediti: ricognizioni di debito, quietanze, fatture
- Minute e annotazioni sulla gestione Fossati, di Paolo Francesco e Giacomo Ant. Rossi ; contiene un "Libretto per gli affari di Carlo Fossati" [calligr. di Paolo Francesco e Giacomo Ant. Rossi]
- Credito di Carlo Fossati vs Francesco Ruggia : atto notarile e lettere del segr. del Tribunale di Lugano
- Procura speciale ad negotia di Caterina Bossi a favore del marito Carlo Fossati (Torino, 1830)
- Lettera di Carlo Fossati a G.A. Rossi dove lo prega di riscuotere un credito in suo nome ((Torino, 1836)