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rendiconti annuali degli esattori comunali e ricevute rilasciate dai creditori del comune; ricevute di pagamenti per lavori pubblici o artigianali o altri servizi âl comune ; ricevute di rimborsi ai membri della municipalità per loro spese e viaggi a Mendrisio o a Lugano; ricevute per pagamenti a favore della parrocchia. I pagamenti vengono eseguiti con il ricavato della taglia o della decima dell'anno precedente. Paolo Francesco Rossi redige annualmente il suo conto con l'esattore, dove elenca il suo debito con il comune (taglie, imposte, decime) e il suo avere (fitti su capitali prestati, onorari per la formazione della taglia e redazione del quadernetto, eventuali altre spese per servizi al comune).
Confessi redatti dai padri cappuccini del convento di Mendrisio per messe celebrate in esecuzione di un legato lasciato da un membro della famiglia Ferrari non nominato, che obbliga gli eredi del fu Simone Ferrari in quanto proprietari di un fondo detto "Pavesa" in territorio di Arzo (non identificato). I confessi conservati riguardano gli anni 1723 (con una memoria), 1736, 1739, 1743, 1745, 1749, 1750, 1751, 1756 (dopo la morte di Giuseppe Maria Ferrari)l.
Rossi, Giacomo AntonioLa sottoserie raccoglie le conferenze e i discorsi celebrativi o commemorativi di R. Rossi, pronunciati nella sua qualità di membro del governo ticinese ; in alcuni casi corredati da articoli di giornali ticinesi e romandi, che riproducono interamente o in parte i testi.
Rossi, RaimondoTesti dattiloscritti e manoscritti di conferenze pronunciate a diverse occasioni, quasi sempre sul tema dell'economia e delle finanze cantonali e nazionali.
Rossi, RaimondoNel 1827 con la divisione dell'eredità del conte Gaetano Pollini venne attribuito ai nipoti Grimaldi, ancora minorenni,
un credito verso il conte Gerolamo Rusca , originario di Bioggio e residente a Milano, per un capitale di L. 22'000 prestato con rogito Torriani nel 1798 (copia nel fascicolo), e sul quale il Rusca non aveva pagato gli interessi da diversi anni. Coinvolti anche i fratelli del conte, minorenni all'epoca della sottoscrizione del debito. Il conte possiede delle proprietà a Bioggio ed è in difficoltà nel reperire le somme da rimborsare. Scrive al notaio Rossi, che cerca di recuperare gli interessi annui, dicendo di non poter pagare, a volte a causa dei cattivi raccolti che non gli procurano reddito sufficiente, a volte a causa di altri debiti urgenti da pagare. Dopo vari tentativi per trovare una soluzione amichevole con il notaio Rossi, che aveva ricevuto mandato da Enrico Grimaldi, si apre una vertenza giudiziaria nel 1843, che coinvolgerà anche i fratelli del conte Rusca e che porterà all'apertura di un concorso per la liquidazione di parte della sostanza del conte Rusca a Bioggio.
Documentazione molto incompleta, formata in parte da copie di atti notarili che comprovano il debito dei Rusca, da annotazioni e da corrispondenza del notaio G. A. Rossi con il conte Gerolamo Rusca, con i Grimaldi, con il negoziante Pietro Airoldi ed altri.
Si tratta di un dossier assai incompleto, composto da atti amministrativi, scritture notarili e minute dei notai Giacomo Antonio Rossi e Cristoforo Rossi (quest'ultimo per il periodo 1843-45), riguardante la liquidazione della sostanza di Antonio Rossi fu Giovanni del Provino, cugino dei notai Rossi, figlio di Maria Eufrosina Rossi del Paolino loro zia. La liquidazione é dichiarata nel 1839 ma Antonio Rossi muore durante la procedura di liquidazione, probabilmente nel 1844. Si aggiungono quindi le pratiche per la successione ereditaria che si risolverà nel 1845.
Antonio é scalpellino e marmista. Fra gli attivi della sua sostanza figurano terreni, crediti verso terzi e delle cave di marmo "nei monti d'Arzo". Non si sa quale evento abbia provocato il suo indebitamento (forse dovuto a creditori morosi). Dagli elenchi dei capitali passivi e attivi, si intuisce che Antonio Rossi doveva essere benestante perchè sono messi in vendita vari terreni a Besazio, Meride e Arzo, denominati Minaso, Sassello, Presciucco. Sappiamo però che aveva anche sottoscritto parecchi prestiti. Vari membri della comunità locale (Fossati, Ferrari, Gamba, il parroco di Besazio don Fontana e gli stessi notai Rossi) sono creditori o intervengono per riscattare pegni e ricomprare beni immobili. La stessa moglie di Antonio, Rosa Rossi dell'Acquavite, figlia di Giuseppe riscatta nel 1839 una casa con terreno nel luogo detto Bonaga per sottrarlo alla massa ereditaria in liquidazione.
L'avv. Antonio Rossi accusa tale Antonio Rossi fu Francesco di Arzo di deviare stabilmente l'acqua del fiume che irriga la Bonaga e di aver ostruito il canale d'irrigazione di proprietà del'avvocato con del materiale al fine di convogliare l'acqua su un suo canale secondario. Il giudice di pace del Circolo di Riva S. Vitale stabilisce quindi che Antonio Rossi fu Francesco debba ristabilire le condizioni di scorrimento dell'acqua nel canale, essendo autorizzato a prelevarla senza ostruire completamente il canale solo nei giorni feriali, mentre dovrà lasciarla affluire completamente nel fondo Bonaga "dalla vigilia del giorno festivo fino alla mezzanotte del giorno festivo stesso".
Rossi, Antonio, avvocato1792-1802: "Opera del castello e li sceppi del campanile di Arzo" : capitoli dell'appalto, rendiconti e confessi, spese del console Andrea Aglio;
1793-1800 ca: Ricevute, confessi e pagherò per la parrocchia e oratorio della Beata Vergine;
1798: messa all'incanto di lavori pubblici;
ca 1798: spese per il campanile, la campana e la manutenzione dell'orologio
Documenti - principalmente corrispondenza - con la Commissione distrettuale della Camera amministrativa del cantone di Lugano nel periodo 1801-1803, durante il quale Paolo Francesco Rossi fu commissario per il distretto di Riva S. Vitale ; corrispondenza con il commissario Pietro Airoldi riguardo al funzionamento della commissione ; relazioni del commissario, convocazioni. Nel giugno del 1802 la Camera amministrativa di Lugano decide di aggiornare la commissione e Paolo Francesco ne approfitta per inoltrare le sue dimissioni. Contenuti:
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- Lettere della Commissione distr. a PFR (9 giu, 2 settembre 1801).
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- Lettera di Stefano Riva (?) a P.F. Rossi (1802).
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- Lettera del commissario Airoldi a Paolo Rossi con documenti allegati da copiare e rinviare (4 marzo 1802): conti dei caneparo Romagnoli di Bissone, minuta della Taglia di Riva S. Vitale, 1799-1801 (copie eseguite da P.F. Rossi) ; sottoscrizione di sigurtà a favore del comune di Riva del notaio Venanzio Ant. Rusconi.
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- Quattro lettere di Pietro Airoldi a P.F. Rossi (maggio-giugno 1802)
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- Corrispondenza fra la Commissione e la Camera amministrativa e P.F.Rossi che presenta le sue dimissioni nel giu. 1802; corrispondenza con il commissario Pietro Airoldi (1802-1803).
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- Due comunicazioni della Camera amministrativa del cantone di Lugano riguardo all'aggiornamento della Commissione distrettuale.
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- Corrispondenza con la municipalità di Rovio riguardo al loro ricorso sul pagamento delle tasse (1802)
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- Convocazione per affari urgenti di tutti i membri della Commisisone distrettuale del cantone di Lugano per il 16 marzo alle "ore 13 italiane".
R. Rossi presiede il comitato d'azione incaricato di sollecitare le sottoscrizioni al prestito di 80 milioni votato dal Cons. Nazionale e dal Cons. degli Stati, per assicurare la difesa dell'indipendenza e della neutralità della Svizzera. Il fasc. contiene corrispondenza varia, bozze di discorsi, volantini in partee annotati da R. Rossi, l'appello "A voi tutti uomini, donne e giovani della Svizzera italiana !" , volantino con 3 ill. composto da R. Rossi, con il testo dattiloscr.
Rossi, Raimondo