22 marzo 1824 : confesso dei fratelli Pollini fu Gaetano per il pagamento di L. 200 milanesi all'agrimensore Paolo Francesco Rossi, che aveva misurato e stimato i loro terreni situati nel distretto di Mendrisio, letto dei documenti d'acquisto e rinnovato i contratti con i massari riscuotendo quanto da loro dovuto. Copia del documento non firmata; porta in calce la ricevuta del pagamento rilasciata il 21 sett. 1827 dal notaio G. A. Rossi, figlio dell'agrimensore.
Lettera di Giov. Battista Pettondi di Castel San Pietro e due conti dare e avere con saldi a ottobre 1841. Pettondi fa da intermediario nella riscossione delle cambiali emesse da Filippo Ferrari.
Rossi, Giacomo AntonioCollezione di fatture, preventivi e dettagli dei costi per lavori di riattazione e manutenzione nella casa paterna e in alcune delle case masserizie o d'affitto, con riassunto della condivisione delle spese fra fratello e sorella. Nel 1911, alla morte della madre, Raimondo e la sorella Caterina mantengono per un certo periodo la sostanza indivisa ma cominciano ad effettuare spese in comune per la casa che sarà poi ripartita in ragione di 2/3 a Raimondo e 1/3 a Caterina, già sposata con Carlo Bustelli. Nel medesimo periodo sono anche effettuate riparazioni e riattazioni in alcune case affittate ai massari (Besazio in particolare) e a commercianti (come nel caso della proprietà detta Canton Là dove si esisteva un negozio di alimentari e panetteria), spese in parte a carico del solo Raimondo.
Rossi, RaimondoRegistro dei conti di famiglia riconvertito da Raimondo Rossi a partire dal 1917 in un registro di resoconti sui rendimenti delle vigne.
Contiene nella prima parte conti e spese della casa redatti probabilmente dalla madre Antonietta Formenti (deceduta nel 1911). I conti di casa continuano ancora fino al 1913, con calligrafie diverse e con annotazioni del produttore riguardanti anche l'eredità della zia Lavinia Gabuzzi. In una cartella sono raccolti diversi fogli, in origine inseriti sotto la copertina del registro, riguardanti conti e corrispondenza con le cantine Valsangiacomo di Chiasso.
Il fasc. raccoglie i conti dare-avere del reverendo, che redige delle liste di pagamenti fatti e ricevuti durante uno o più anni, alle quali sono a volte allegati i rispettivi "confessi" (ricevute) o fatture di artigiani, commercianti e speziali.
Rossi, Giacomo Antonio6 lettere e 6 ff. di annotazioni che riguardano i conti dell'ex-Pieve di Riva S. Vitale da presentare al cantone di Lugano. Il Commissario distrettuale Paolo Francesco Rossi, rappresentante della ex-Pieve e incaricato di raccogliere lo stato delle finanze, riferisce alla Camera Amministrativa di Lugano quanto ha intrapreso per ottenere chiarezza da parte dei diversi comuni. Il caneparo (tesoriere) di Riva S. Vitale Alfonso Bernasconi é richiamato al suo dovere ma Paolo Francesco sembra non riuscire ad ottenere quanto richiesto e se ne lamenta. Il dossier contiene fra l'altro:
- una lista dei “Fuochi ed estimi” riguardanti i comuni della ex-Pieve ; in aggiunta, la distinta delle spese dichiarate dall'esattore Romagnoli di Bissone.
- 1793, 12 genn, copia di Poliza de citt. fratelli Rossi del Testore d'Arzo per la somma di L. 1700: i fratelli Cesare, Giacomo e Girolamo, quondam Angelo Rossi del Testore di Arzo, concedono un prestito al comune di Riva S. Vitale da restituirsi nel 1800 e 1801. Scrittura firmata: Giovanni Oldelli de Merete sostituto Reg.te della sud.ta magn.ca Pieve, in qualità di deputato ; Abbondio Bernasconi cancelliere condep.to.
Fascicolo raccolto dal notaio Cristoforo Rossi che agiva come procuratore del fratello, avvolto in una fascetta di carta con il seguente testo: "Carte intorno alla pendenza di conti dare ed avere fra il falegname Carlo Bernasconi di Mendrisio e il not. Giacomo Ant. Rossi di Arzo erede del sign. q. F. Ferrari di Mendrisio, finalmente deciso da arbitri in pagamento e saldo d'ogni suo avere a Bernasconi. In giugno 1857". Fatture per lavori eseguiti dal falegname in casa Ferrari e nella masseria durante più di 20 anni.
Rossi, Giacomo AntonioI massari Crivelli di Mendrisio furono affittuari della masseria attinente alla casa padronale Ferrari e dei terreni della proprietà per più di sessant'anni. Come sovente accadeva si indebitarono con i padroni. Il fascicolo tratta dei conti dare e avere fra i Crivelli e la famiglia Ferrari e successivamente fra gli stessi e l'erede Giacomo Antonio Rossi. Sono descritti in dettaglio quanto è loro dovuto per i prodotti agricoli e quanto devono per affitti e prestiti ricevuti. Molti rendiconti e note sono del notaio Cristoforo Rossi, fratello di Giacomo Antonio. Nel 1855 il notaio G. A. Rossi vende i fondi della masseria a Giuseppe Croci, che mantiene i Crivelli come massari. Il debito con il notaio Rossi non è ancora saldato nel 1864, quando Cristoforo Rossi che rappresenta il fratello cerca di trovare una soluzione amichevole per riscuotere almeno parte del debito.
Rossi, Giacomo AntonioMinute dei conti tenuti da Giovanni Battista Torriani per il nipote Filippo Ferrari, residente a Cagliari, figlio di Giuseppe Simone e di sua sorella Maddalena. Si tratta di annotazioni spesso assai disordinate, forse previste per essere trascritte in registri contabili non pervenuti. Le carte documentano la parte spettante all'erede Filippo, che lo zio Torriani riscuoteva dai fondi agricoli e dai capitali, e le spese che Filippo doveva sostenere per la casa e gli stabili agricoli ( riparazioni degli stabili, personale, pagamenti al notaio Rossi, ecc.). Dopo la morte di Giuseppe Ferrari, nel 1813, Torriani aiutò la vedova Maddalena nell'amministrazione della sostanza ereditaria, con interventi del notaio Giacomo Antonio Rossi a partire dal 1820.
Rossi, Giacomo AntonioNell'arco di dieci anni il falegname Torriani esegue molti lavori nella casa di abitazione dell'avv. Rossi e nelle case date in affitto ai massai. I lavori eseguiti e il loro costo sono descritti minuziosamente, con espressioni dialettali. Torriani esegue riparazioni e fabbrica strutture come telai per le finestre, sulle quali posa i vetri, ante per gli scuri, porte, mensole, telai per sospendere il rame, sgabelli, oggetti per la cucina e persino appendiabiti. Le serramenta e gli elementi di metallo sono da lui acquistati da un fabbro e conteggiati con il lavoro eseguito.