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Description archivistique
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CH AFR GA.FE.Serie E.a.03 · Dossier · 1842-1850
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Principali avvenimenti:
1842: a fine dicembre Enrico Grimaldi lascia Cagliari per Genova, in febbraio si sposta fra Pavia, Bologna e Milano, da dove scrive al notaio Rossi per annunciargli di aver acquistato due cavalli da tiro e "un legno" (carro o carrozza), con un prestito di Giovan Battista Petondi di Castel S.Pietro, un contatto del notaio Rossi che naturalmente deve essere rimborsato. Arriva in marzo a Mendrisio dove cede un suo credito verso lo zio Filippo Ferrari ai Padri Serviti. In aprile è già sulla via del ritorno e scrive da Napoli.
Il 14 agosto 1843 il notaio si complimenta con Antonio Grimaldi per il matrimonio della prima figlia. Si tratta del matrimonio di Antonia Grimaldi con l'avvocato Carlo Pio Zappalà avvenuto il 24 dic. 1842. Ma il 19 dic. 1843 Enrico Grimaldi annuncia al notaio Rossi la morte della sorella (verosimilmente morta durante o dopo il parto della figlia Lucia, ndr.).
1846: la corrispondenza di quell'anno è quasi interamente dedicata alle pratiche per il pagamento di una carrozza ordinata da Enrico Grimaldi al colonnello Giuseppe Cima di Milano e costata una cifra considerevole (più di Lire 3600), tanto che il notaio ebbe difficoltà a raccogliere la somma necessaria. Nello stesso anno il vedovo Zappalà sposò la cognata Giulia Grimaldi, forse per mantenere unito il capitale ereditario (lettera del 8.3.1846 a Enrico Grimaldi dove il notaio Rossi si congratula "col di Lei cognato del matrimonio coll'altra di Lei sorella").
1847-1848: inizia una corrispondenza regolare con l’avv. Pio Carlo Zappalà riguardo all'amministrazione e vendita dei beni dell'eredità Pollini toccati ai Grimaldi. Il 24 marzo 1848 Zappalà riferisce dei moti rivoluzionari in Sicilia.
1849-50: Ultima corrispondenza assai incompleta del notaio Rossi con i Grimaldi e cav. Zappalà, che riguarda i crediti ancora in sospeso e in particolare il saldo del debito che lo zio Filippo Ferrari ha verso i nipoti Grimaldi.
Nel 1849 Giacomo Antonio Rossi segnala che il colera ha di nuovo colpito Mendrisio e Castel S. Pietro, dalla fine di agosto ai primi di settembre, ma aggiunge "non abbiamo a deplorarne altro, tanto che qui ora se ne parla come di cosa passata e non ci resta che ringraziare il signore che si degnò di preservarci." Annuncia anche la morte della madre Apollonia nata Marchesi, di Saltrio, il 2 febr. 1849. Uniti alla corrispondenza del 1850 un foglio con annotazioni del notaio Rossi : " 1850 in luglio. Conto del debito Ferrari a favore Grimaldi" e sul retro, "Conti del debito pagato da Ferrari a Grimaldi". Aggiunto un secondo foglio, ritrovato disperso fra altre lettere non pertinenti, con l'intestazione "Conto degli interessi sui Capitali estinti (?) dovuti dal Sr. Ferrari al Sr. Grimaldi" (anni 1840-1841 ca).

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie E.a.02 · Dossier · 1835-1841
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Principali avvenimenti:
Il 29 nov. 1835 Antonio Grimaldi annuncia la morte della madre Antonia (Antonina) Colonna avvenuta il 16 nov.
Nell'estate del 1837 scoppia il colera in Sicilia. Il 5 agosto Antonio Grimaldi invia una lettera - che arrivò ad Arzo con molto ritardo e tagliuzzata per permettere le "fumigazioni" purificanti secondo la credenza del tempo - dove descrive i quasi 2500 morti di Palermo e chiede al notaio Rossi di inviargli d'urgenza del denaro, anche sottoscrivendo un mutuo, poiché il colera ha paralizzato tutto il commercio dell'isola. Nel nov. dello stesso anno Antonio Grimaldi annuncia che due dei figli (Antonia e Enrico, sono oramai maggiorenni mentre l'ultima figlia (Giulia) è in procinto di diventarlo ; ciò significa che egli non eserciterà più la tutela;
il 4 marzo 1838 Giacomo Ant. Rossi scrive ai Grimaldi e annuncia la morte di Caterina Torriani, moglie del cognato e zio Giovanni Battista Pollini, avvenuta il 28 febbraio a Mendrisio, dopo il parto;
il 23 aprile 1838 a Mineo davanti a notaio, viene steso l'atto che assegna al notaio G. A. Rossi la procura per rappresentare gli eredi Grimaldi nella successione ereditaria del conte Pollini in Svizzera. Nel testo sono elencati i nomi dei figli e le loro età rispettive in anni e mesi. Il 13 sett. il cav. Grimaldi chiede un conto generale delle proprietà esistenti in Ticino ereditate dai figli, poiché dice di "avere un'occasione di matrimonio per le donne" e vorrebbe perciò valutare l'ammontare della loro fortuna;
il 3 agosto 1840 il cav. Antonio Grimaldi annuncia la sua intenzione di recarsi in Sardegna per vendere tutti i beni del figlio e delle figlie; viaggio che il figlio Enrico intraprende nel giugno del 1841 con l'intenzione di riscuotere anche il debito di L 15'000 con lo zio Filippo e poi di recarsi a Mendrisio. A fine dicembre Enrico lascia Cagliari, senza esser riuscito nei suoi intenti e in contrasto con lo zio Filippo (lettere di Enrico e Filippo del dic. 1841).

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie E.a.01 · Dossier · 1827-1834
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Principali avvenimenti del periodo: alla fine degli anni 1820 la corrispondenza riguarda soprattutto la divisione dell'eredità del conte Gaetano Pollini e i dissidi fra i coeredi Grimaldi e gli zii Pollini. L'anno 1827 contiene solo 2 lettere di Filippo Ferrari che agiva come procuratore dei nipoti Grimaldi. Il 20 lug. 1827 allega alla sua lettera una procura ( non pervenuta) per permettere al notaio Rossi di seguire la divisione ereditaria che si stava concludendo. Il 3 ottobre si dilunga sulle vicende Grimaldi e allega un elenco dei beni mobili in Sardegna toccati ai Grimaldi.
Nel maggio del 1828 il cav. Antonio Grimaldi sta lasciando Mendrisio; scrive da Milano annunciando che sta partendo per la Sicilia con dei cavalli, probabilmente acquistati a Milano.
Nel 1830 il cav. Grimaldi scrive per domandare un anticipo sulle rendite svizzere, poiché " vari e replicati cattivi raccolti han fatto si che non puossi affatto esigersi un soldo" e sottolinea che i possidenti che dipendono dalle rendite agricole sono "in uno stato veramente di angustia". Queste domande di anticipi o solleciti per riscuotere le rendite si ripetono poi regolarmente negli anni seguenti. Anche le operazioni di trasferimento del denaro con cambiali e le discussioni per il cambio delle Lire contro i Ducati del Regno di Napoli occupano gran parte della corrispondenza. Un sotto fasc. separato (1830-1831) raccoglie la corrispondenza del notaio Rossi con Pietro Giuseppe Matti incaricato del trasferimento dei capitali con cambiali in favore di Antonio Grimaldi.

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR PF.Serie C.d.05.03 · Sous-dossier · 1805
Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

Contiene:
Annotazioni o minute riferite a due sessioni straordinarie del G.C. ticinese tenute il 28 ago e 7 sett. 1805. Ogni f. doppio porta un titolo sul lato esterno:

  • convocazione straordinaria del G.Consiglio delli 26 ago 1805;
  • lettera del landamano della Svizzera per il Capoluogo del Cantone Ticino, dat. in Soletta li 28 giugno 1805;
  • lettera del Landamano della Svizzera delli 21 ago 1805 contenente vari punti;
  • copia del ricorso al G.C. di Gioañ Sacchi di Besazio;
  • comparto di u.(?) 500000 sulle quattro comuni più ricche del Cantone cioè Lugano, Bellinzona, Locarno e Mendrisio e sui trentotto circoli;
  • comparto sulle quattro Comuni più opulente del Canton, sui circoli (...) [calcoli e note sparse] ;
  • indennità agli impiegati del G. Consiglio.
Rossi, Paolo Francesco
CH AFR PF.Serie C.d.05.02 · Sous-dossier · 1805-1806
Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

Contiene minute delle sessioni parlamentari, forse prese durante lo svolgimento delle stesse :

  • 1 f. doppio con lo spoglio dei risultati per l'elezione a maggioranza assoluta dei due segretari (eletti Luvini e Franzoni);
  • 4 ff. doppi riguardanti le sessioni di apertura del 6 mag. 1805, [2a sessione del 7 mag.], sessioni III-IX (8-15 mag.) ;
  • 1 f. doppio, sessioni X-XI (16-17 mag.)
  • 1 f. doppio, sessione XII (18 mag.)
  • 1 f. doppio, sessioni XVI-XVII (13-14 mag.)
  • 2 ff. doppi, sessioni XX-XII (26-28 mag.)
  • 1 f. doppio, sessione XXIII (29 mag.)
  • 4 ff. doppi con note incomplete e non datate riferite alle spese del cantone per gli anni 1804-1806 , riguardanti riparazioni di immobili, spese di ispettorato, sanitarie, di giustizia e militari.
Rossi, Paolo Francesco
CH AFR PF.Serie C.d.05.06 · Sous-dossier · 1807
Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

Contiene:

  • annotazioni riferite alle sessioni V e VI del 9 e 11 maggio 1807 del G.C. ticinese ;
  • minuta di lettera del 20 mag. 1807, indirizzata a "Presidente e Consiglieri" [del G.C.] che presenta il rapporto sulla decisione del giudice di pace [i.e. Paolo Francesco Rossi] riguardo ad un reclamo del "cittadino Notaro Gioñ. Antonio Oldelli di Meride contro la Municipalità dell'istesso luogo";
    • 1 f. doppio con annotazioni sulla sessione del 21 mag. 1807
Rossi, Paolo Francesco
CH AFR GA.FE.Serie F.01 · Dossier · 1749-1804
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Carte provenienti dall'eredità di Giovanni Battista Torriani, relativi ai fondi appartenenti alla chiesa di S. Maria Nuova di Cosia, in borgo di Vico presso Como, un patronato della famiglia Maranesi, condiviso da inizio 1700 con i nobili Bosia di Medrisio, e da questi ceduto a G. B. Torriani contro un vitalizio. Il fasc. contiene:

  • Diversi confessi per pagamenti ricevuti dalla famiglia Bosia per la celebrazione di messe in S. Maria Nuova, onere spettante ai patroni.
  • Lettera del 20 ott. 1781 di Anna Porta (nata Maranesi) a Paolo Bosia sulla vendita dei prodotti agricoli dei fondi di Cermenate, di proprietà della chiesa.
  • Due "memorie" riguardanti gli aggravi e il censo sui beni di Olgiate, Bregnano e Cermenate (18.4.1792) e altra del 28.12.1804, sempre sugli obblighi derivati dal giuspatronato di S. Maria Nuova.
Rossi, Giacomo Antonio
Giuseppe Simone Ferrari e eredi
CH AFR GA.FE.Serie C · Série organique · 1752-1848
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Documenti relativi ai beni immobili e mobili di Giuseppe Simone Ferrari, figlio di Giuseppe Maria e di Giulia Rossi, che comprendono anche l'eredità lasciata al padre dal canonico Carlo Felice Quartironi. Alla morte del padre nel 1751 Giuseppe Simone è l'unico erede maschio, ancora minorenne poichè nato nel 1734, e quindi affidato a dei tutori.
Secondo quanto disposto dal padre nel testamento egli avrebbe dovuto convivere con la matrigna Benedetta Bardella, o comunque provvedere al suo mantenimento ed eseguire i vari legati per le sorelle. La documentazione riguardante la trasmissione dell'eredità e dei legati è frammentaria (periodo 1751-1753 circa). Più consistenti sono le carte relative all'amministrazione del patrimonio. I documenti posteriori al 1813 (morte di Giuseppe Simone) sono raccolti nella sotto serie C.c e riguardano l'eredità indivisa fra la vedova Maddalena Torriani e il figlio Filippo, unico erede che risiedeva a Cagliari (Regno di Sardegna), amministrata in gran parte dal fratello di Maddalena, il notaio Giovanni Battista Torriani, con interventi del notaio Giacomo Antonio Rossi che riprenderà poi l'amministrazione dopo la morte di Torriani nel 1823.

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.f · Sous-série organique · 1685-1752
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Documenti che riguardano i beni di Giuseppe Maria Ferrari, fu Simone (Arzo 1654- Mendrisio 1751). Confessi per debiti e crediti e atti di compravendita. La documentazione frammentaria non permette di comprendere interamente la natura delle attività di Giuseppe Ferrari ; in particolare non è noto se vivesse delle sole rendite fondiarie e dei prestiti di capitali, o se fosse ancora attivo nel commercio della breccia di Arzo, come i suoi antenati. Giuseppe Maria si sposerà quattro volte, ma rimangono tracce solo della dote della prima moglie Ursula Andreazzi di Tremona e di alcune relazioni d'affari con la famiglia della seconda moglie, Marta Caterina Franchini (ca 1700-1732) sposata nel 1720 a Balerna. Il legame con i Franchini deve però essere stato assai stretto, in particolare con il suocero Antonio e la moglie Francesca Sala e con don Alessandro Franchini curato della Torre a Mendriso; relazioni d'affari, prestiti, ritiro di debiti, terreni e vedite di bestiame, che sfociarono anche in litigi con alcuni eredi Franchini.

Rossi, Giacomo Antonio