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Description archivistique
CH AFR PF.Serie A.19 · Dossier · 1768-1804
Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

Corrispondenza e vari altri documenti relativi all'amministrazione della sostanza lasciata dal defunto Giovan Maria Rossi dell'Acquavita, figlio di Silvestro e di Sidonia Rossi del Paolino, zia del produttore Paolo Francesco Rossi. L'unità é stata suddivisa in sottofascicoli per distinguere vari tipi di documenti, ossia la corrispondenza fra Paolo Francesco Rossi e Giovanni Casanova curatore della ved. Rossi, seguita dalla corrispondenza con la vedova e il figlio (periodo 1786-1804 con lacune fra il 1792e il 1795) ; il testamento di Giovan Maria Rossi detto dell'Acquavita ; varie procure generali rilasciate dal defunto Giovan Maria Rossi e dai suoi eredi in favore di Sidonia Rossi e di Paolo Francesco Rossi ; attestati riguardanti Giovan Carlo Augusto Rossi ; documenti relativi all'amministrazione dei beni, come contratti agricoli, resoconti di Paolo Francesco Rossi, ricevute (confessi) per i fitti, ricavati dei fondi e cambiali destinate a Dresda.

Avvenimenti : Giovan Maria Rossi detti del Acquavita, marmista, emigra a Dresda fra la fine del 1768 e l'inizio del 1769, dove già si trovava lo scultore arzese Andrea Salvatore Aglio. Lascia alla madre una procura che le attribuisce l'usufrutto di tutti i suoi beni mobili e immobili. A Dresda Giovan Maria riesce ad ottenere un posto di marmista alla corte del Principe Elettore di Sassonia. Si sposa con Sofia Elisabetta Neitlingin dalla quale avrà un figlio. Muore nel giugno del 1786 di tisi, o più probabilmente di silicosi, dopo aver rilasciato una procura per l'amministrazione dei suoi beni al cugino Paolo Francesco, e nominato nel suo testamento eredi universali la moglie ed il figlio di tre anni, Johannes Karl Augustus, che sarà affidato ad un tutore. Fino alla maggiore età del cugino, Paolo Francesco Rossi amministra i fondi e i capitali degli eredi in territorio di Arzo e Saltrio e intrattiene una regolare corrispondenza con i cugini di Dresda, inviando annualmente i ricavati dei fondi agricoli tramite mercanti e banchieri e malgrado le difficoltà dovute alle guerre e alle carestie. Nel 1801Giovan Carlo Augusto si rende ad Arzo allo scopo di ricevere l'attestato ufficiale di maggiore étà che gli permetterà di disporre liberamente della sua sostanza. Nel 1804 muore la madre Sofia Elisabetta e tutti i beni situati in Svizzera sono venduti per far fronte ai debiti contratti negli anni. La corrispondenza si interrompe a quel momento.

Rossi, Paolo Francesco
CH AFR PF.Serie A.19.05 · Sous-dossier · 1768-1804
Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

Il sottofascicolo riguarda l'amministrazione dei beni situati ad Arzo e dintorni e appartenenti agli eredi fu G.M. Rossi. Amministratore é il cugino Paolo Francesco Rossi con procura degli eredi ; già amministratore con la madre del defunto, Sidonia Rossi. I documenti attestano le attività amministrative e registrano i ricavati e l'invio del denaro tramite cambiali a Dresda, come appare anche nella corrispondenza con gli eredi. Contenuto:

  • 1778, sett. 30 8 (notaio A.Fossati, rogito in latino) : Cristoforo Ferrari vende ai fratelli Antonio e Giov. Maria Rossi dell'Acquavita un locale da lui posseduto nella loro casa d'abitazione.
  • 1788-1795 : contratti agrari, ricavi e crediti sui terreni in usufrutto a Sidonia Rossi
  • 1793-1801 : confessi relativi ai beni e ai legati degli eredi fu Giov. Maria Rossi dell'Acquavita
  • 1796 : credito dei commercianti Canzani per un anticipo su una cambiale da inviare a Dresda
  • 1798-1801 : confessi (ricevute) per cambiali rilasciate dai mercanti Sala di Torno (Como e Dresda)
Rossi, Paolo Francesco
CH AFR PF.Serie A.13 · Dossier · 1790-1797
Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

Due riconoscimenti di debito datati 1790 e 1797 in favore di Paolo Francesco Rossi, da rimborsare con un interesse del 4%, che riassumono diversi prestiti ricevuti durante gli anni precedenti dalla vedova di Antonio Rossi detto del Acquavitta e dai suoi tre figli Silvestro, Felice e Giovanni Antonio. Nel dettaglio :

  • Il primo documento del 18.09.1790 riguarda l'obbligo sottoscritto dalla vedova Marta Lucia Rossi per L 170 ricevute l'anno prima in più volte "e già convertite in far costruire annessa alla casa di loro abitazione una una stanza ad uso di Botteghino di calzolaro da servire pei i detti suoi figli e provederli di tanta mercanzia attinente a detta professione, che attualmente viene dal detto Silvestro e Felice lavorata”. Sullo stesso documento vengono poi aggiunti nel 1796 altri prestiti per più di 300 lire, principalmente per la bottega.
  • Il secondo documento del 3 ott. 1797 elenca altri prestiti per un totale che supera anche in questo caso le 300 lire, che i fratelli ricevono in diverse occasioni, in particolare per il matrimonio di Silvestro e per finanziare due suoi viaggi in Piemonte; inoltre per “il viaggio nella Spagna che aquest'ora là trovasi il suddetto Giov. Antonio”. Ambedue i documenti portano una nota che conferma la riscrittura di tutti i debiti in uno strumento rogato dal notaio Giovanni Oldelli di Meride il 4 marzo 1799.
Rossi, Paolo Francesco