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CH AFR RA.Serie B.18 · Dossier · 1935-1936
Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

Corrispondenza confidenziale del produttore R. Rossi con G. Bachmann, presidente della Dir. gen. della Banca Nazionale, con il cons. fed. Motta, con il cugino banchiere Adolfo Rossi e con i direttori di vari instituti bancari. Il fasc. riguarda l'acquisto da parte della Banca della svizzera italiana dell'istituto bancario italiano Credimare, controllato dalla Banca commerciale Italiana a sua volta controllata dal governo italiano per mezzo dell'Istituto di ricostruzione industriale (IRI) . Il produttore è contrario all'acquisto, ritenendo l'operazione pericolosa per la banca e contraria agli interessi della Svizzera. Si adopera in un primo tempo per contrastarla, cercando di favorire la formazione di un guppo di interessi svizzeri che possa rilevare le partecipazioni della BCI nella BSI. A questo scopo contatta personalmente e confidenzialmente i direttori di alcune banche svizzere (Credito Svizzero, Banca popolare svizzera) cercando invano di farli subentrare agli azionisti esteri.
Nello stesso periodo (febbraio-marzo 1936), grazie ai contatti in corso, riceve una proposta di lavoro per uno dei suoi figli. Questa corrispondenza è inclusa nel fascicolo sulla la transazione bancaria Credimare.

Rossi, Raimondo
CH AFR RA.Serie B.16 · Dossier · 1931
Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

L'emissione di una serie limitata di monete coniate nel 1931 dallo Stato della Città del Vaticano per commemorare i Patti lateranesi del 1929 assunse un valore numismatico perchè ne vennero coniate solo 10'000 serie di cui 5000 per il pubblico. La Banca della Svizzera italiana è incaricata della distribuzione per la Svizzera di sole 20 serie. Ne informa R. Rossi allora direttore della sede luganese della Banca nazionale il quale avverte i membri della direzione della BN. Due membri della direzione e lo stesso Rossi acquistano la serie. Il fasc. contiene la corrispondenza in merito.

Rossi, Raimondo
Affare Giuseppe e Anna Caprera
CH AFR PF.Serie C.c.09 · Dossier · 1822-1826
Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

Nel 1822 Giuseppe Caprera, originario di Uggiate e dimorante ad Arzo è condannato e incarcerato per vari furti commessi con i fratelli Rusca di Genestrerio, latitanti, dei quali sono conservate le due condanne in contumacia. I giudici sospettano che nell'abitazione del Caprera possano esserci degli oggetti rubati e ordinano la posa dei sigilli, che viene eseguita dal giudice di pace Paolo Francesco Rossi. Il sindaco Domenico Canzani è incaricato dal Tribunale di Mendrisio di assistere il curatore nominato dal tribunale nella redazione dell'inventario e nella valutazione della sostanza.
Nel febbraio del 1823 la madre di Giuseppe, Anna Caprera, viene assassinata nella sua casa di Arzo, dove teneva anche una bottega di generi alimentari e altre mercanzie. Di nuovo il Tribunale incarica il sindaco di mettere i sigilli e di stabilire un inventario e le parti spettanti ai figli Giuseppe e Carlo, dimorante ad Uggiate. Gli inventari, la ricerca dei debitori e dei creditori, la redazione di conti dettagliati e la messa in vendita all'asta della sostanza rimasta al detenuto Caprera occupano il sindaco Canzani dal 1822 al 1826.
Nel fascicolo si trovano unicamente documenti sulla gestione della sostanza del detenuto e della madre defunta; nessun documento riguardante i delitti commessi dal Caprera o l'assassinio di Anna Caprera.

Rossi, Paolo Francesco
Affari del Patriziato di Riva S. Vitale
CH AFR PF.Serie C.c.04 · Dossier · 1819-1821
Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

Negli anni 1819-1820 fra il Patriziato e i membri della municipalità di Riva S. Vitale sorgono incomprensioni e contestazioni riguardanti l'amministrazione dei beni patriziali e l'indipendenza del Patriziato. La corrispondenza non è completa ma permette di comprendere gli eventi che si svolgono dal sett. 1819 al dicembre 1820. Il giudice di Pace è incaricato di riunire l'assemblea Patriziale ed è sollecitato da più parti (compreso il Consiglio di Stato) a prendere posizione su questioni di metodo e a agire con sollecitudine. I tentativi di riunire l'assemblea Patriziale vengono ostacolati da varie parti, provocando interventi del Commissario di governo e del Consiglio di stato, con sospensioni e rinvii dell'assemblea patriziale. Si prevede addirittura un " picchetto di forza armata" a disposizione del Giudice di pace.
Contenuto:

  • lettere dell'avv. A. Bernasconi con copia della risposta, del commissario di gov. Rusca, del Landamano & Cons. di Stato (sett. 1819 ; ago-dic. 1820)
  • lettere e decreti del Giudice du Pace, lettere del commissario Rusca (gen. 1820)
  • lettera del Comm. di Governo che trasmette due decreti del Consiglio di Stato (ago. 1820)
  • lettere del Comm. di governo, del C. d. Stato, del sindaco di Riva Vassalli (dic. 1819; mar.-ott. 1820 ; aprile 1821)
Rossi, Paolo Francesco
Affari militari
CH AFR RA.Serie C.10 · Dossier · 1889-1931
Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

Documentazione incompleta riguardante le attività di servizio nell'esercito prestate dal produttore, che fu presidente del tribunale militare federale per il Ticino - 5a divisione, sezione b - durante 10 anni fino al 1931, quando fu nominato colonnello e giudice presso il Trib. mil. Territoriale 4 e successivamente Gran Giudice, carica dalla quale si ritirò alla fine del 1942. Il fasc. contiene il libretto militare del produttore, corrispondenza varia, un diario personale che elenca i casi di giustizia militare dal 1942, un incartamento riguardante un caso particolare, una controversia con la gerarchia conseguente ad un articolo sulle spese militari pubblicato dal produttore sul Corriere del Ticino nell'agosto del 1940.

Rossi, Raimondo
CH AFR RA.Serie D.b.06 · Dossier · 1924
Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

Contiene una documentazione sulla tassazione dei distributori automatici e delle affissioni e comprendente tra l'altro: lettere di ditte che si informano sulla tassa di bollo o inoltrano reclami al Dipartimento delle finanze per l'anno 1915 ; documenti relativi alle vertenze sulle tasse applicate dal cantone alle società Orell Füssli e Società svizzera degli apparecchi distrib. automatici ; il decreto del Cons. di Stato del 27 set. 1915 che autorizza il Dip. delle Finanze a "conchiudere convenzioni speciali" sulla tassazione del 1915, per chiudere le vertenze in corso. Note ms di R. Rossi.
Contiene anche i resoconti di un inchiesta del 1924 sui fornitori di distributori automatici, con la lista deile località ticinesi aventi un fornitore censiti dai singoli posti di gendarmeria ; e l'opuscolo "Legge e regolamento per l'esercizio delle professioni di ambulanti, del 1918".

Rossi, Raimondo
CH AFR GA.FE.Serie A.a.05 · Dossier · 1630-1654
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Due atti che riguardano Costanza Ferrari, figlia di Giovanni Antonio di Arzo e moglie del nob. cavaliere Paolo Orelli di Locarno:

  • 1630, 12 agosto. Convenzione con Cristoforo Fossati di Arzo per l'affitto di "una casa grande con suoi edifficÿ de molini et sue peste dentro con un prato ivi contiguo et anesso esistenti nella terra di Arz suddetto ove se dice alla casa o sia molini di mezzo della p.da S.ra Constantia" . Il nobile cavaliere Paolo Orelli, figlio del consigliere Francesco, rappresenta la moglie Costanza nella transazione. Atto steso a Locarno nella casa di Paolo Orelli dal notaio Giovanni Leoni.
  • 1654, 2 novembre. La nobile signora Costanza figlia di Gio. Antonio Ferrari e moglie del fu nobile cavaliere Paolo Orelli, assistita dal figlio Giovanni Antonio e dal genero suo curatore Giovanni Orelli, figlio del canc. Giovanni Stefano, vende ad un lontano cugino, Domenico Ferrari del fu Stefano (1626-1717), un terreno e una casa "con fontana, giardino et con piante de frutti, con altre case in fondo detto giardino, qual giace nella terra di Arzo suddetto dove si dice alla casa del q. Molto R.do sig.~ prete Rocho", per un totale di 370 scudi. Notaio Oliviero Bacciardi del fu Marco, notaio di Locarno.
    Sull'esterno del doc. appare la scritta (attribuibile a Giovanni Maria Ferrari), "Instromento di compra fata della casa delli fratelli Ferrari di Ar(zi)o della Sig.ra Costanza Ferraria Orreli di Locarno e tocata in divisione alli fratelli Ferrari qm Simone di Arzio sudeto l'ano 1708". Costanza doveva aver ereditato la casa dello zio parroco Rocco Ferrari (deceduto attorno al 1625); per via ereditaria la casa del "prete Rocco" fu attribuita ai fratelli Domenico e Giuseppe Maria Ferrari che nel 1721 vollero modificarne l'assetto ed ebbero un contenzioso con la confinante parrocchia di Arzo.
Rossi, Giacomo Antonio
Amministrazione Antonia Bomio Confaglia
CH AFR RA.Serie B.27 · Dossier · 1918
Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

Antonia Bomio Confaglia detta "Togna" fu la domestica della famiglia Raimondo Rossi a Villino Bianca nel periodo 1905-1918. Si ritira il 3 feb. 1918 per malattia come si legge in una nota di R. Rossi che le consegna ca fr 7500 "frutto quasi esclusivo dei risparmi fatti al nostro servizio", depositati in vari libretti di risparmio. Negli anni seguenti egli contiuerà ad amministrare i risparmi di Antonia, investendoli in obbligazioni bancarie presso le banche ticinesi. A questo scopo tiene un registro su cui annota gli investimenti e gli interessi. Nel 1937 Raimondo Rossi trasmette l'amministrazione dei risparmi che ammontano allora a ca fr 17'000 al fratello Agostino Bomio Confaglia. Il fasc. contiene anche una piccola una corrispondenza fra Raimondo Rossi e Antonia Bomio Confaglia, con i rendiconti annuali sullo stato dei suoi risparmi.

Rossi, Raimondo
CH AFR RA.Serie B.01 · Dossier · 1901-1911
Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

Con testamento dell'8 dic. 1899 (notaio R. Rossi) Gerolamo Vassalli di Riva S. Vitale residente a Tremona lascia alcune proprietà e capitali alle due nipotine Anita e Annunziata, figlie di Pietro Vassalli residente a Firenze, delle quali aveva la tutela. La moglie Coloma rimane l'usufrutto di 1/4 della sostanza che rimane in coproprietà fra le minorenni e l'altro figlio erede, Giacomo. Dopo la morte di Girolamo (1901) il notaio Raimondo Rossi diventa amministratore del patrimonio delle minorenni Vassalli. Il fasc. contiene un quaderno di conti con i resoconti della gestione e le convalidazioni del Municipio di Tremona, molte fatture di artigiani e di commercianti e corrispondenza varia di R. Rossi in particolare con Giacomo Vassalli.

Amministrazione Carlo Fossati
CH AFR GA.Serie B.03 · Dossier · 1817-1842
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Carlo Fossati (ca 1790-1850) figlio di Camillo é uno scalpellino e marmista di Arzo, che si trasferisce a Torino nei primi anni del 1820, dove apre una propria bottega. I documenti e in particolare le lettere indirizzate al notaio G.A. Rossi, riguardano le sue attività negli anni 1817-40, la gestione di alcuni beni posseduti ad Arzo e i rapporti con i famigliari rimasti in patria. La moglie, Caterina Bossi, fa ritorno regolarmente ad Arzo su incarico del marito per occuparsi dei loro beni, aiutata da Paolo Francesco Rossi e dal figlio, il notaio Giacomo Antonio procuratore di Carlo Fossati. Le proprietà di Fossati non sono note esattamente : di certo una casa e dei terreni ad Arzo, dei terreni a Besazio e forse a Meride. Negli anni 1819-1821 affitta e poi acquista dal cugino Antonio Fossati una casa ad Arzo, nel luogo detto "Canton là" con annesso fondo agricolo detto Vigna, successivamente dati in affitto. Nel 1823 o 1824 muore il fratello Francesco, sposato con Maria Antonia Gamba. Dopo la sua morte, Carlo cerca aiutare la famiglia, offrendo una parte della dote ad una delle figlie e pagando alcuni debiti. Particolarmente preoccupanti per Carlo i debiti della società creata negli anni 1820 dai fratelli Fossati, con il cugino Antonio Fossati e con Agostino Gamba, cognato di Francesco. La società importava dalla Svizzera "pietre" (marmo), che venivano poi lavorate sul posto. Ma gli affari non prosperano, secondo Carlo a causa del poco impegno dei soci negli affari e nella tenuta dei conti. La società sarà sciolta nel 1829. Negli anni successivi gli eredi di Francesco Fossati perderanno tutti i pochi beni loro rimasti. Nel 1830 Caterina Bossi da procura al marito Carlo Fossati per amministrare l'eredità del suo defunto padre Orazio Bossi. Un figlio di Carlo e Caterina, Giovan Maria, rientrerà ad Arzo per un breve periodo, fra il 1856 e il 1860, come riportato nei registri di popolazione. Lascerà il paese nel 1860 per destinazione ignota.

Descrizione del fascicolo:

  • Lettere di Carlo Fossati a Paolo Francesco Rossi, Giacomo Antonio Rossi et al. (1823-1839)
  • Tessera di divisione dei beni stabili fra i fratelli Fossati qdm Camillo d'Arzo (13 mar. 1816) ; con un libretto di misure dei fondi
  • Lettera di Camillo Fossati al cugino parroco Andrea Allio perché rinnovi un contratto d'affitto (probabilmente della sua casa in Arzio) e perché si informi sul prezzo e la lavorazione di alcuni camini in vendita a Viggiù (Torino, 16.2.1833)
  • Conti fra i fratelli Francesco e Carlo Fossati ; procura per il notaio Giacomo Antonio Rossi ; procura di Catterina Bossi moglie di Carlo Fossati al figlio Giovan Maria con bollo della R.a Segr. di Stato per l'autentificazione della firma (Torino, 1842)
  • Documenti notarili relativi a debiti e crediti: ricognizioni di debito, quietanze, fatture
  • Minute e annotazioni sulla gestione Fossati, di Paolo Francesco e Giacomo Ant. Rossi ; contiene un "Libretto per gli affari di Carlo Fossati" [calligr. di Paolo Francesco e Giacomo Ant. Rossi]
  • Credito di Carlo Fossati vs Francesco Ruggia : atto notarile e lettere del segr. del Tribunale di Lugano
  • Procura speciale ad negotia di Caterina Bossi a favore del marito Carlo Fossati (Torino, 1830)
  • Lettera di Carlo Fossati a G.A. Rossi dove lo prega di riscuotere un credito in suo nome ((Torino, 1836)
Rossi, Giacomo Antonio