dote

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  • Il complesso dei beni apportati dalla moglie al marito, come contributo agli oneri del matrimonio, o apportati dalla novizia al monastero, all'atto della monacazione. Usare anche per la controdote costituita dallo sposo alla sposa.

Note(s) sur la source

  • Thesaurus del nuovo soggettario. Bib. nazionale centrale di Firenze (online) - https://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=36481&menuR=1&menuS=2
  • id:36481
  • Treccani (online) - http://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/controdote/

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    dote

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      dote

      • Employé pour controdote
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      dote

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      Eredi fu Magno Rossi della Marcona
      CH AFR GA.Serie B.01 · Dossier · 1777 - 1814
      Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

      I Rossi della Marcona erano marmorini e sfruttavano alcune cave di marmo ad Arzo. Il dossier riguarda i possedimenti di questa famiglia all'inizio dell'800 e in particolare i beni e gli affari di Magno Rossi della Marcona (ca 1750-1813) e la sua successione ereditaria. Contiene appunti ed inventari del liquidatore della sostanza, il notaio Giacomo Antonio Rossi, incaricato con mandato del 19 nov. 1813 dagli eredi del fu Magno Rossi.
      In dettaglio:

      1. Pubblica grida e contraddicenti (15.6.1813)
      2. Madato del notaio G.A. Rossi per la liquidazione della sostanza (19 nov. 1813)
      3. Nota dei debiti approvati e nota sul ricavato e spese del defunto
      4. Obbligo di Elisabetta fu Pietro Ant. Rossi del Giorgino vs. il signr. Provino Rossi [del Paolino] e i suoi fratelli "molto rev. don Agostino, chierico Giacomo e Carlo Giorgio … con esso conviventi" ; credito riscattato da Magno Rossi (18 ag. 1777).
      5. Cauzione di dote e antefatto in favore di Anna Maria Imperiali moglie di Magno Rossi della Marcona (19 mag. 1793) ; e Testamento noncupativo della medesima (8 lug. 1793)
      6. Compensazione della dote e scambio di proprietà riguardanti Sidonia Rossi della Marcona fu Giacomo, ved. Andrea Aglio (1787 ; 1806)
      7. Francesco e Benedetto Imperiali, padre e figlio, creditori vs. Pietro Aglio, poi vs. Magno Rossi della Marcona (periodo: 1793-1814)
      8. Obblighi fra Carlo Domenico, Paolo e Martino Roncoroni, padre e figli, e Magno Rossi della Marcona (periodo: 1810-1812)
      9. Debiti di Giacomo Rossi della Marcona vs. il fratello Magno (periodo: 1796-1811)
      10. Compra del fondo Rappiantino (Saltrio) da parte dei fratelli Magno e Giovan Angelo Rossi della Marcona (13 dic. 1811)
      11. Credito di Pietro Aglio contro Caterina Rossi del Beltrame, ved. di Giacomo Ant. Ferrari, riscosso e versato agli eredi fu Magno Rossi per saldo di un debito (2 gen. 1812 ;mar. 1814)
      12. Credito di Stefano Giudice vs. Francesco Allio, ceduto agli eredi fu Magno Rossi della Marcona (1814)
      13. -31. Conti e fatture di artigiani e commercianti, provenienti dal territorio di Arzo, Saltrio e Viggiù presentati agli eredi fu Magno Rossi della Marcona e riguardanti il periodo 1805-1814.
      Rossi, Giacomo Antonio
      CH AFR GA.FE.Serie A.c.03 · Dossier · 1703-1719
      Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Fascicolo composto da vari atti notarili che regolano i diritti ereditari, la dote e la rinuncia alla successione di Maria Lucia Fossati fu Francesco, moglie di Domenico Ferrari fu Simone, ambedue di Arzo, assistita da vari parenti :

      1. 1703, 10 mag. [1 foglio con testo sul retro]: "Consulta per la dote di Costanza sorella di Maria Lucia". Parere richiesto a Johannes Maria Paranchino di Lugano sui diritti di Maria Lucia Fossati di ricevere parte della dote prevista dal padre per la sorella defunta Costanza (testo in latino con spiegazione sottostante in italiano).
      2. 1703, 4 giu. Rogito di Alfonso Oldelli, copia autentificata dal figlio Giovanni a richiesta di Domenico Ferrari, 11 ag 1706. "Renuntiatio facta per D.nam Maria Luciam Fossatam, uxorem D. Dom.ci Ferrarÿ qmd. D. Simeonis Artÿ, fauori D. Fran. Fossati qmd. Silvestri eius consobrini d: loci". Maria Lucia fa rinuncia alla successione ereditaria in favore del primo cugino Francesco Antonio Fossati.
      3. 1703, 4 giu. Rogito di Alfonso Oldelli, copia autentificata dal figlio Giovanni 11.12. 1708. "Dos cum antifacto Dnae Mariae Luciae Fossatae ux.is D. Dom.ci Ferrarÿ qmd. Simeonis de Artio à do. eius marito". Cotratto per la dote e antefatto di Maria Lucia Fossati.
      4. 1703, 4 giu. Rogito di Alfonso Oldelli, copia autentificata dal figlio Giovanni 11.12. 1708. "Assignatio D. Dom. Ferrarÿ qm. D. Simeonis Artÿ à M.tro Fran. Fossato qm. Silv.tri d: loci". Il cugino Francesco Antonio Fossati cede a Domenico Ferrari marito di Maria Lucia due crediti verso terzi rappresentante una parte della dote della cugina Maria Lucia.
      Rossi, Giacomo Antonio
      CH AFR GA.FE.Serie A.c.05 · Pièce · 1713
      Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Carlo Giuseppe Rossi de Sina, figlio del fu Vitale e di Sidonia Ferrari fu Giovanni Maria, redige un contratto dove conferma la dote della sorella Angela sposata con mastro Bernardo Antonio Fossati de Mafio. Vengono condonati al marito gli interessi sulla dote e altri prestiti che Vitale Rossi, morto senza testamento, aveva concesso alla coppia. Inoltre Carlo Giuseppe lascia alla sorella il terreno Tamporida ad Arzo, contro l'impegno di pagare gli interessi su un debito, fatto dalla loro madre e garantito dal terreno, al detentore del credito il sacerdote Carlo Giorgio Rossi del Paolino. L'atto viene autentificato con sigillo cartaceo dal console della libera città di Hredes, marchesato di Moravia, dove Bernardo Antonio Fossati de Mafio lavorava ed era conosciuto fra le maestranze del Barocco.
      Sull'esterno dell'atto - con calligrafia prob. di Giuseppe Maria Ferrari - si legge: "Instrumento di carta di dote di Angela Fossata moglie di M.is Bernardo Antonio Fossato di Arzo fatagli da suo fratello Carlo Giuseppe".

      Rossi, Giacomo Antonio
      CH AFR GA.FE.Serie B.a.02 · Dossier · 1738-1746
      Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Contiene:

      • Bifoglio con i confessi di Paolo Bosia figlio di Paolo che riceve dai cognati Giovanni Pietro e don Felice Quartironi, durante quasi 10 anni dal 30 sett. 1738 all'11 nov. 1746 , le somme destinate a costituire la dote della moglie Gulia Quartironi figlia di Filippo. Il matrimonio era stato celebrato il 27 nov. 1726 e la dote promessa era di Lire 1500 come recita l'ultimo confesso di Paolo Bosia dell'11 nov. 1746.
      • Atto notarile, 11 nov. 1746 (notaio Giovan Battista Rusca ): una volta ricevuta l'intera somma della dote, Paolo Bosia stipula l'atto di investimento per la moglie (Investitura a titolo di pegno, dote, antefatto o donazione) davanti al notaio Giovan Battista Rusca ( Copia dell'atto eseguita dal notaio)
      Rossi, Giacomo Antonio
      CH AFR RA.Serie A.c.15.01 · Sous-dossier · 1911-1951
      Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

      Il fasc. contiene i documenti e resoconti riguardanti la tenuta del patrimonio di suor Maria Angela Chicherio, di cui R. Rossi era l'amministratore, la corrispondenza (in entrata e uscita) di Raimondo con la cognata, con la superiora del convento di Sainte Agnès a Lucerna, con le autorità fiscali, con i familiari di suor Angela ai quali erano stati concessi dei prestiti sul capitale personale di Angela e che le dovevano gli interessi. La corrispondenza con la cognata rivela anche aspetti della vita dei familiari, in particolare del fratello Luigi, e rivela avvenimenti locali o internazionali (la prima guerra mondiale, l'attività pubblica del produttore, il suo stato di salute e quello della moglie Bianca, la situazione finanziaria dei familiari, etc.)

      Rossi, Raimondo
      CH AFR GA.FE.Serie C.a.01 · Dossier · 1752
      Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Nel periodo fra gennaio e agosto 1752 i tutori dei minori del fu Giuseppe Maria Ferrari stabiliscono un atto di liquidazione della dote attribuita dal padre alle due figlie Caterina e Orsola Ferrari, entrate come novizie nel monastero di S. Orsola, con i nomi di suor Genoveffa Caterina e Teresa Agostina. Viene anche concordato il versamento della parte di dote materna spettante alle due monache e alla sorella Lucia, nata con un'infermità mentale. Si tratta delle sorellastre di Giuseppe Simone Ferrari, nate dal secondo matrimonio del padre con Marta Caterina Franchini di Balerna. Il fasc. contiene varie annotazioni di preparazione dell'atto e un inventario della scherpa portata in convento dalle due sorelle.

      Rossi, Giacomo Antonio
      Confraternita del S. Rosario di Besazio
      CH AFR AN.Serie B.c.01 · Dossier · 1751-1885
      Fait partie de Fondo Antonio Rossi

      La Confraternita del Santo Rosario è un'associazione di fedeli della Chiesa cattolica, approvata per la prima volta nel 1476 dal cardinale Alessandro Nanni Malatesta, legato pontificio e vescovo di Forlì [fonte 1].
      La confraternita del SS Rosario di Besazio fu eretta nel 1653 con rogito del notaio F. Fossati di Meride, che la metteva sotto il patronato e la presidenza del parroco pro tempore di Besazio. Poco più di dieci anni dopo, la confaternita é beneficiaria nel testamento del concittadino Antonio Maria Fontana di Besazio, maestro lapicida emigrato a Roma e morto in quella città nel dicembre 1668. Riceve un legato in denari e degli immobili presso la chiesa di S. Andrea delle Fratte a Roma, con l'obbligo di effettuare beneficenza, celebrare numerose messe in suffragio della sua anima e assegnare annualmente una dote di 35 scudi a due zitelle povere del paese, per il matrimonio o la monacazione [fonte 2].
      Nel "Libro di Spesa e Ricavata" (unità 01/01) sono inseriti i commenti dei parroci Carlambrogio Croce e Giuseppe Baroffi a questo riguardo, essendo responsabili della tesoreria della Confraternita negli anni tra il 1775 e il 1840. In particolare viene ricordato che gli obblighi del lascito testamentario di Antonio Fontana furono rispettati fino al 1778, quando la Confraternita, indebitata nella costruzione della nuova chiesa di Besazio non riesce ad ottemperare pienamente agli obblighi del testatore, e ottiene quindi dal vescovo di Como Giambattista Mugiasca, con decreto vescovile del 24 luglio 1785, di poter usare la metà dei redditi per sanare il debito e distribuire l'altra metà in proporzione ; con la clausola che una volta sanata la situazione si ritorni alle distribuzioni previste. Il parroco Giuseppe Baroffi attesta poi nel 1838 che i debiti furono pagati in pochi anni e che "presentemente la Confraternita é creditrice contro la Comune di Besazio stesso di L 5000 milanesi circa, e ne tiene in cassa circa altre quattro mille." Da quel momento la Confraternita continuerà nei suoi investimenti, con l'autorizzazione del vescovo Romanó, acquisendo beni immobili e prestando capitali per poi distribuire in proporzione ai parrocchiani e alla chiesa, aumentando anche il numero delle doti assegnate annualmente alle fanciulle bisognose del paese. Dopo la metà del sec. XIX, a cui principalmente si riferiscono queste unità archivistiche, i conti sono sottomessi durante alcuni anni anche al vescovo di Como. L'avv. Antonio Rossi funge da tesoriere negli anni 1873-1884.

      Rossi, Antonio, avvocato
      CH AFR GA.FE.Serie C.c.10 · Dossier · 1798-1848
      Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Ricevute dei versamenti che attestano un prestito di L. 7000 fatto da Gaetano Pollini a Giuseppe Ferrari per la dote della figlia Giulia "come da scrittura", con l'interesse del 4% corrispondente a L. 280 annue. La scrittura non è pervenuta. Gaetano Pollini sposò Giulia Ferrari, figlia di Giuseppe e di Maddalena Torriani il 2 maggio 1791 a Mendrisio. Nel fasc. sono raccolte le ricevute per gli interessi annui versati a Gaetano Pollini (18 aprile 1798) , poi al fratello Giuseppe (periodo 1799-1816) e infine dai figli di Gaetano Pollini, Francesco e Giovanni Battista, residenti a Mendrisio (periodo 1818-1829), da Giuseppe Ferrari e successivamente dagli eredi. Che si tratti della dote di Giulia Ferrari è specificato solo in alcuni confessi dei figli, che dichirano di ricevere gli interessi sul capitale di dote della loro defunta madre.

      Rossi, Giacomo Antonio
      CH AFR GA.Serie B.11 · Dossier · 1791-1818
      Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi
      • 1791, 21 sett. notaio Abbondio Bernasconi : due atti notarili per prestiti ipotecari sottoscritti da Giovanni Giuseppe Ferrari e da suo suocero Cristoforo Ferrari fu Antonio, di Arzo, in favore dei fratelli Pietro e Bartolomeo Rossi dei Romani allo scopo di "sanare la dote e antefatto di Tommasina (?) rimasta vedova del fu Giacomo", fratello di Giovanni Giuseppe. I due impegnano i terreni detti Palude e Valle ad Arzo.
      • 1812, 16 ott. notaio G.A. Rossi : Giovanni Giuseppe Ferrari e il dott. Domenico Gamba del fu Stefano scambiano due appezzamenti di terreno nel luogo detto Certara.
      • 1814, 16 marzo, notaio G.A. Rossi : Caterina nata Rossi di Beltrame fu Giovan Antonio, vedova di Giacomo Antonio Ferrari di Arzo, con l'assenso del figlio Pietro e dei suoi parenti più prossimi, fratelli e cugini Rossi, impegna la propria casa d'abitazione per un prestito di L. 390, ricevuto dal notaio stesso e da rimborsare ad una persona che costui designerà. Debitore solidale il fratello Manfredo Rossi che impegna il suo terreno detto la Colombera ad Arzo. In calce il notaio designa Tommasina Fossati fu Giovan Maria, nubile, da Riva San Vitale come beneficiaria del rimborso.
        Due ff. allegati indicano che nel 1817-1818 il debito é rilevato da Giovan Giuseppe Ferrario che lo estinguerà.
      • 1814, 7 maggio, notaio G.A. Rossi : Bernardino Rossi detto de Lazarina, marito di Eleonora Ferrari fu Cristoforo, con il consenso della stessa vende a Giovanni Giuseppe Ferrario fu Primo un terreno detto alla Fontana, che la moglie aveva ricevuto nella divisione con la sorella [non nominata, ma probabilmente Francesca la moglie dell'acquirente] .
      CH AFR GA.FE.Serie A.f.01 · Dossier · 1685-1709
      Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

      Documenti di assegnazione di una dote con complicate cessioni di crediti.
      1) "Assignatio Joseph Ferrarÿ qm D. Simeonis Artÿ à fr.ibus Andreatÿs qm. Antonÿ Tremonae" (rogito in latino, 7 marzo 1709, notaio Giovanni Oldelli di Meride).
      I fratelli Pietro Francesco, Carlo Giuseppe e Giovan Domenico Andreazzi, del fu Antonio di Tremona, cedono a Giuseppe [Maria] Ferrari fu Simone, di Arzo diversi crediti ricevuti dal padre e da altri cugini, in parte per fornire la dote della sposa Ursula Caterina Andreazzi fu Pietro, loro prima cugina, e in parte come anticipo per la controdote (antefatto) dovuto da Giuseppe.
      2) rogito del 5 aprile 1685 (notaio Alfonso Oldelli di Meride), citato nel documento di dote, con il quale Giovanni Maria Ferrari fu Andrea, di Tremona, aveva ceduto alcuni suoi crediti ai fratelli e sorelle Andreazzi, figli del fu Francesco e primi cugini dei dotanti.

      Rossi, Giacomo Antonio