Arzo (Svizzera, Ticino)

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              CH AFR GA.FE.Serie A.a.05 · Dossier · 1630-1654
              Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

              Due atti che riguardano Costanza Ferrari, figlia di Giovanni Antonio di Arzo e moglie del nob. cavaliere Paolo Orelli di Locarno:

              • 1630, 12 agosto. Convenzione con Cristoforo Fossati di Arzo per l'affitto di "una casa grande con suoi edifficÿ de molini et sue peste dentro con un prato ivi contiguo et anesso esistenti nella terra di Arz suddetto ove se dice alla casa o sia molini di mezzo della p.da S.ra Constantia" . Il nobile cavaliere Paolo Orelli, figlio del consigliere Francesco, rappresenta la moglie Costanza nella transazione. Atto steso a Locarno nella casa di Paolo Orelli dal notaio Giovanni Leoni.
              • 1654, 2 novembre. La nobile signora Costanza figlia di Gio. Antonio Ferrari e moglie del fu nobile cavaliere Paolo Orelli, assistita dal figlio Giovanni Antonio e dal genero suo curatore Giovanni Orelli, figlio del canc. Giovanni Stefano, vende ad un lontano cugino, Domenico Ferrari del fu Stefano (1626-1717), un terreno e una casa "con fontana, giardino et con piante de frutti, con altre case in fondo detto giardino, qual giace nella terra di Arzo suddetto dove si dice alla casa del q. Molto R.do sig.~ prete Rocho", per un totale di 370 scudi. Notaio Oliviero Bacciardi del fu Marco, notaio di Locarno.
                Sull'esterno del doc. appare la scritta (attribuibile a Giovanni Maria Ferrari), "Instromento di compra fata della casa delli fratelli Ferrari di Ar(zi)o della Sig.ra Costanza Ferraria Orreli di Locarno e tocata in divisione alli fratelli Ferrari qm Simone di Arzio sudeto l'ano 1708". Costanza doveva aver ereditato la casa dello zio parroco Rocco Ferrari (deceduto attorno al 1625); per via ereditaria la casa del "prete Rocco" fu attribuita ai fratelli Domenico e Giuseppe Maria Ferrari che nel 1721 vollero modificarne l'assetto ed ebbero un contenzioso con la confinante parrocchia di Arzo.
              Rossi, Giacomo Antonio
              Amministrazione Carlo Fossati
              CH AFR GA.Serie B.03 · Dossier · 1817-1842
              Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

              Carlo Fossati (ca 1790-1850) figlio di Camillo é uno scalpellino e marmista di Arzo, che si trasferisce a Torino nei primi anni del 1820, dove apre una propria bottega. I documenti e in particolare le lettere indirizzate al notaio G.A. Rossi, riguardano le sue attività negli anni 1817-40, la gestione di alcuni beni posseduti ad Arzo e i rapporti con i famigliari rimasti in patria. La moglie, Caterina Bossi, fa ritorno regolarmente ad Arzo su incarico del marito per occuparsi dei loro beni, aiutata da Paolo Francesco Rossi e dal figlio, il notaio Giacomo Antonio procuratore di Carlo Fossati. Le proprietà di Fossati non sono note esattamente : di certo una casa e dei terreni ad Arzo, dei terreni a Besazio e forse a Meride. Negli anni 1819-1821 affitta e poi acquista dal cugino Antonio Fossati una casa ad Arzo, nel luogo detto "Canton là" con annesso fondo agricolo detto Vigna, successivamente dati in affitto. Nel 1823 o 1824 muore il fratello Francesco, sposato con Maria Antonia Gamba. Dopo la sua morte, Carlo cerca aiutare la famiglia, offrendo una parte della dote ad una delle figlie e pagando alcuni debiti. Particolarmente preoccupanti per Carlo i debiti della società creata negli anni 1820 dai fratelli Fossati, con il cugino Antonio Fossati e con Agostino Gamba, cognato di Francesco. La società importava dalla Svizzera "pietre" (marmo), che venivano poi lavorate sul posto. Ma gli affari non prosperano, secondo Carlo a causa del poco impegno dei soci negli affari e nella tenuta dei conti. La società sarà sciolta nel 1829. Negli anni successivi gli eredi di Francesco Fossati perderanno tutti i pochi beni loro rimasti. Nel 1830 Caterina Bossi da procura al marito Carlo Fossati per amministrare l'eredità del suo defunto padre Orazio Bossi. Un figlio di Carlo e Caterina, Giovan Maria, rientrerà ad Arzo per un breve periodo, fra il 1856 e il 1860, come riportato nei registri di popolazione. Lascerà il paese nel 1860 per destinazione ignota.

              Descrizione del fascicolo:

              • Lettere di Carlo Fossati a Paolo Francesco Rossi, Giacomo Antonio Rossi et al. (1823-1839)
              • Tessera di divisione dei beni stabili fra i fratelli Fossati qdm Camillo d'Arzo (13 mar. 1816) ; con un libretto di misure dei fondi
              • Lettera di Camillo Fossati al cugino parroco Andrea Allio perché rinnovi un contratto d'affitto (probabilmente della sua casa in Arzio) e perché si informi sul prezzo e la lavorazione di alcuni camini in vendita a Viggiù (Torino, 16.2.1833)
              • Conti fra i fratelli Francesco e Carlo Fossati ; procura per il notaio Giacomo Antonio Rossi ; procura di Catterina Bossi moglie di Carlo Fossati al figlio Giovan Maria con bollo della R.a Segr. di Stato per l'autentificazione della firma (Torino, 1842)
              • Documenti notarili relativi a debiti e crediti: ricognizioni di debito, quietanze, fatture
              • Minute e annotazioni sulla gestione Fossati, di Paolo Francesco e Giacomo Ant. Rossi ; contiene un "Libretto per gli affari di Carlo Fossati" [calligr. di Paolo Francesco e Giacomo Ant. Rossi]
              • Credito di Carlo Fossati vs Francesco Ruggia : atto notarile e lettere del segr. del Tribunale di Lugano
              • Procura speciale ad negotia di Caterina Bossi a favore del marito Carlo Fossati (Torino, 1830)
              • Lettera di Carlo Fossati a G.A. Rossi dove lo prega di riscuotere un credito in suo nome ((Torino, 1836)
              Rossi, Giacomo Antonio
              CH AFR PF.Serie A.19 · Dossier · 1768-1804
              Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

              Corrispondenza e vari altri documenti relativi all'amministrazione della sostanza lasciata dal defunto Giovan Maria Rossi dell'Acquavita, figlio di Silvestro e di Sidonia Rossi del Paolino, zia del produttore Paolo Francesco Rossi. L'unità é stata suddivisa in sottofascicoli per distinguere vari tipi di documenti, ossia la corrispondenza fra Paolo Francesco Rossi e Giovanni Casanova curatore della ved. Rossi, seguita dalla corrispondenza con la vedova e il figlio (periodo 1786-1804 con lacune fra il 1792e il 1795) ; il testamento di Giovan Maria Rossi detto dell'Acquavita ; varie procure generali rilasciate dal defunto Giovan Maria Rossi e dai suoi eredi in favore di Sidonia Rossi e di Paolo Francesco Rossi ; attestati riguardanti Giovan Carlo Augusto Rossi ; documenti relativi all'amministrazione dei beni, come contratti agricoli, resoconti di Paolo Francesco Rossi, ricevute (confessi) per i fitti, ricavati dei fondi e cambiali destinate a Dresda.

              Avvenimenti : Giovan Maria Rossi detti del Acquavita, marmista, emigra a Dresda fra la fine del 1768 e l'inizio del 1769, dove già si trovava lo scultore arzese Andrea Salvatore Aglio. Lascia alla madre una procura che le attribuisce l'usufrutto di tutti i suoi beni mobili e immobili. A Dresda Giovan Maria riesce ad ottenere un posto di marmista alla corte del Principe Elettore di Sassonia. Si sposa con Sofia Elisabetta Neitlingin dalla quale avrà un figlio. Muore nel giugno del 1786 di tisi, o più probabilmente di silicosi, dopo aver rilasciato una procura per l'amministrazione dei suoi beni al cugino Paolo Francesco, e nominato nel suo testamento eredi universali la moglie ed il figlio di tre anni, Johannes Karl Augustus, che sarà affidato ad un tutore. Fino alla maggiore età del cugino, Paolo Francesco Rossi amministra i fondi e i capitali degli eredi in territorio di Arzo e Saltrio e intrattiene una regolare corrispondenza con i cugini di Dresda, inviando annualmente i ricavati dei fondi agricoli tramite mercanti e banchieri e malgrado le difficoltà dovute alle guerre e alle carestie. Nel 1801Giovan Carlo Augusto si rende ad Arzo allo scopo di ricevere l'attestato ufficiale di maggiore étà che gli permetterà di disporre liberamente della sua sostanza. Nel 1804 muore la madre Sofia Elisabetta e tutti i beni situati in Svizzera sono venduti per far fronte ai debiti contratti negli anni. La corrispondenza si interrompe a quel momento.

              Rossi, Paolo Francesco
              CH AFR PF.Serie B · Série organique · ca 1770 - 1826
              Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

              La serie raccoglie le carte relative all'amministrazione di beni di terzi, senza legame apparente con membri della famiglia. Da questa attività Paolo Francesco doveva ricavare dei profitti che però non risultano chiaramente dalle carte. Ciò che risulta é l'attività quotidiana di gestione di fondi agricoli, mezzadrie o prestiti per conto di notabili residenti in altri borghi oppure in Italia (Como, Milano). Per costoro Paolo Francesco eseguiva diverse attività di sorveglianza delle colture, o dei lavori di manutenzione e di riattamento degli stabili agricoli, verificava i conti dei mezzadri, anticipava somme per il pagamento delle taglie o per spese correnti.

              Rossi, Paolo Francesco
              Amministrazione Ferrari
              CH AFR GA.FE · Sous-fonds · 1580 ca. - 1874
              Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

              Il sub-fondo è composto da documenti a volte assai frammentari, che coprono un periodo di più di due secoli, dalla fine del Cinquecento alla prima metà dell'Ottocento, e che riguardano i possedimenti (fondi e capitali) acquisiti nel tempo dagli antenati di Filippo Ferrari (1780-1851), figlio di Giuseppe Simone (1734-1813) e di Maddalena Torriani (1741-1824), ultimo discendente di questa famiglia originaria di Arzo e stabilita a Mendrisio verso il 1733. I Ferrari di Arzo potrebbero essere stati in origine un'unica famiglia, che si divise poi in vari rami. Il ramo dei Ferrari di Mendrisio ha come capostipite Stefano figlio di Simone e si imparentò con i Rossi del Paolino, per cui si comprende il legame fra "cugini" seppur lontani che persistette fra Filippo Ferrari e il notaio Giacomo Antonio Rossi.
              Le carte più antiche (fine del sec. XVI - sec. XVIII) riguardano in gran parte atti di compravendita, concessioni di prestiti a terzi, sottoscrizioni di pegni per l'ottenimento di capitali, atti di fine ereditaria delle figlie sposate, doti, testamenti. La parte più consistente del sub-fondo riguarda il sec. XIX dopo la morte di Giuseppe Simone Ferrari nel 1813 e soprattutto dopo la morte della moglie Maddalena Torriani nel 1824, quando interviene il notaio Giacomo Antonio Rossi nella cura degli affari della famiglia. Il notaio Rossi fu in seguito il procuratore generale dell'erede Filippo Ferrari che risiedeva a Cagliari e che non tornò mai in Ticino. Filippo fece testamento nominando suo erede universale il cugino notaio. Anche nel periodo ottocentesco la documentazione si riassume ad atti che riguardano i possedimenti Ferrari in Ticino e nel territorio di Como, e la loro amministrazione. Una parte importante dei documenti di questo periodo riguarda la corrispondenza di Filippo con il notaio Rossi, che ruota essenzialmente attorno all'amministrazione dei fondi e alla riscossione dei fitti con le frequenti richieste di invio di denaro da parte di Filippo. Vengono anche descritte le non sempre facili relazioni fra Filippo e il cugino Giovanni Torriani, che venne ospitato e mantenuto a Cagliari per parecchio tempo, e le relazioni con i nipoti Grimaldi e Pollini, eredi del conte Gaetano Pollini, originario di Mendrisio.
              Il sub-fondo contiene inoltre due serie particolari: la prima riguarda i beni del canonico Carlo Felice Quartironi di Mendrisio, che lasciò per motivi ignoti la sua eredità a Giuseppe Simone Ferrari, il quale assunse il cognome Ferrari-Quartironi. La seconda è costituita dalla corrispondenza e vari atti di vendita riguardanti il cugino Giovanni Torriani che doveva a Filippo Ferrari ingenti somme di denaro, per estinguere le quali alienò una gran parte della sua fortuna fondiaria.
              Dopo la morte di Filippo Ferrari nel 1851, la corrispondenza del notaio Rossi continuò per alcuni anni con i fratelli Torriani e le famiglie Pollini, de Cesaroni e Grimaldi Colonna, per eseguire le disposizioni testamentarie di Filippo Ferrari loro cugino, zio e prozio. Nell'ultimo decennio della sua esistenza il notaio diventato giudice del tribuanle d'appello fu sempre più occupato e si fece rappresentare dal fratello notaio Cristoforo, di cui rimangono gli interventi nelle pratiche per l'eredità e presso i creditori del fu Filippo Ferrari.
              Per una migliore comprensione dei contenuti di questo subfondo e della storia di questa famiglia Ferrari, delle parentele con i Rossi del Paolino e altre famiglie che figurano nelle carte, è consigliato fare riferimento alla genealogia Ferrari-Pollini, qui allegata in formato PDF, eseguita presso l'archivio diocesano di Lugano e completata con altri dati tratti dai documenti stessi o dalle fonti secondarie citate in nota.

              Rossi, Giacomo Antonio
              Amministrazione Nazaro Ferrari
              CH AFR GA.Serie B.04 · Dossier · 1836-1840
              Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

              Scritture notarili e quietanze. Nazaro affitta parte della casa paterna situata nel luogo detto "Canton là" ad Arzo ad un altro Antonio Ferrari fu Giacomo Antonio, non si sa se suo parente. Inoltre impartisce istruzioni per riscattare alcuni debiti sottoscritti da Antonio Rossi del Provino la cui sostanza é messa in liquidazione. Da Antonio Rossi acquista un terreno in luogo Minaso a Besazio, E probabile che negli anni 1840 lavorasse a Torino, forse come scalpellino, perché il notaio fa riferimento alle istruzioni ricevute per lettera in provenienza da questa città.

              Rossi, Giacomo Antonio
              CH AFR GA.FE.Serie A · Série organique · 1583-1756
              Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

              La serie contiene scritture private e copie di atti notarili che riguardano gli antenati Ferrari di Arzo, discendenti dal capostipite Domenico di Simeone (morto ca 1602). Le carte sono frammentarie e riguardano testamenti, divisioni e liquidazioni ereditarie, doti, atti di compravendita e cessioni di crediti, nel periodo compreso fra la fine del sec. XVI e la seconda metà del sec. XVII. I documenti si riferiscono principalmente a Simone Ferrari figlio di Domenico (ca 1555-1628) e ai figli Giovan Maria (1580-1650), Antonio, parroco di Arzo (1672-1716) e Stefano (1585-1653) e al nipote di Stefano, Giuseppe Maria Ferrari (1674-1751) che si stabilì a Mendrisio attorno al 1730 e al quale si deve verosimilmente la conservazione di queste carte. Da rilevare la scrittura matrimoniale del dicembre 1660 fra Simone Ferrari, di Stefano (1634-~1696) e Caterina Rossi del Paolino, di Francesco (n. 1636), genitori di Giuseppe Maria Ferrari, il cui matrimonio, celebrato ad Arzo il 25 gennaio 1661, sancì la parentela con il notaio Giacomo Antonio Rossi.

              Rossi, Giacomo Antonio
              CH AFR AN.Serie A.b.01 · Dossier · 1859-1882
              Fait partie de Fondo Antonio Rossi

              Documenti che riguardano Antonietta Formenti moglie dell'avv. Antonio Rossi, la famiglia paterna Formenti e altri parenti. Si tratta in gran parte di lettere dei genitori, dei parenti Rosnati e Gasparis e di alcuni amici. L'insieme riguarda all'incirca il periodo dell'adolescenza di Antonietta e i primi dodici anni dal matrimonio.

              CH AFR PF.Serie C.b.07.02 · Sous-dossier · ca 1800-1804
              Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

              Confessi riguardanti il comune di Arzo per il periodo 1801 - 1804. Ricevute rilasciate da vari creditori del comune agli esattori parroco Silvestro Fossati e Pietro Aglio. Il fasc. contiene inoltre:

              • 1 bifoglio "Conto della decima 1800": sintesi entrate e uscite per giustificare un disavanzo pagato con la taglia 1801;
              • confessi dell'esattore sacerdote Silvestro Fossati (1799-1802);
              • confesso del 1799 del sacristano Silvestro Rossi che riceve il salario per l'anno 1800 ricavato dal frumento venduto dal comune;
              • 2 bifogli intitolati "Primizia della segale e Primizia del frumento" (agosto 1801), con la lista delle famiglie, le quantità dovute e il numero di persone per ogni fuoco soggetto alla tassa;
              • 1 bifoglio che elenca le spese sostenute per un "ricorso mandato a Berna per la'ffare delle decime" dai comuni di Tremona, Arzo, Besazio e Brusino Arsizio (gen 1802) ;
              • 1 f. con intestazione e scudo della Repubblica Elvetica, del 14 dic 1802, Pieve e circondario di Riva S, Vitale: Contribuzione del comune di Arzo di lire luganesi 278:4 per il mantenimento delle truppe francesi ; sul retro una nota di PFR: "1802, li 11 dic., Arzo: per pagare la qui descritta somma de lire duecento settant'otto soldi quattro, il Citt.o esattore Pietro Aglio esigerà da tutti i Particolari possessori in questa Comune d'Arzo soldi otto per ogni denaro d'estimo".
              Rossi, Paolo Francesco
              CH AFR PF.Serie C.b.07.03 · Sous-dossier · 1805-1806
              Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

              Confessi riguardanti il comune di Arzo per il periodo 1803 (fine) -1805, esattori Giacomo Rossi della Marcona e Pietro Aglio. Contiene pure pagamenti per lavori pubblici o artigianali eseguiti per il comune.

              Rossi, Paolo Francesco