Archivio famiglia Rossi del Paolino (Arzo, Svizzera)

• Archivio Rossi del Paolino

• Private

Questo archivio di famiglia è costituito dai fondi creati successivamente da cinque produttori, fra il 1780 e il 1950. Il primo produttore che manifesta una volontà di conservare la memoria delle sue attività private e pubbliche è Paolo Francesco Rossi del Paolino; seguiranno i figli notai Giacomo Antonio e Cristoforo, poi il nipote avv. Antonio e da ultimo suo figlio Raimondo Rossi, avvocato e ex-consigliere di Stato del canton Ticino. Col passare del tempo l'ordinamento dei fondi è stato modificato e probabilmente anche disorganizzato ma non è comunque provato che sia mai esistito un archivio unico, nato dalla volontà dei produttori di salvaguardare, in un insieme organico, le testimonianze delle attività della famiglia.

Da quanto si è potuto constatare, la presenza di documenti dispersi in vari locali della casa lascia pensare che ciascun produttore abbia conservato la propria documentazione, attingendo, quando necessario, da quella dei precedenti produttori, come dimostrano i ritrovamenti di documenti in alcuni faldoni, visibilmente sottratti da altri faldoni più antichi. A loro volta gli ordinamenti creati dai singoli produttori non sono più interpretabili, o lo sono solo parzialmente, e non possono essere ricostituiti. Ci sono poi tracce di interventi più recenti, di famigliari che hanno saltuariamente occupato la casa nel sec. XX e che hanno ulteriormente alterato l'ordinamento dei documenti.
La ristrutturazione della casa, nel 2010-2012, ha permesso di iniziare un inventario (tutt'ora in corso) e di realizzare gradualmente l'archiviazione in sicurezza della documentazione rimasta.

6864 Arzo (Svizzera, Ticino)

Il nomignolo attribuito a questa famiglia, l'uso del quale si perse gradualmente all'inizio del sec. XIX, come avvenne per le altre famiglie Rossi di Arzo, è attestato in documenti notarili e può essere attribuito con certezza ai produttori di questo archivio perché documentato in diversi atti e documenti, in particolare quelli del fondo Paolo Francesco Rossi. La famiglia possedeva o sfruttava almeno due cave di marmo, forse già dal 1500 (v. fonti: Cassani 2003).
L'attività di sfruttamento delle cave proseguì poi nel ramo laterale della famiglia, che faceva capo ad un cugino, Giorgio Provino figlio di Agostino Rossi del Paolino. Viene anche trasmessa con le unioni matrimoniali, quando non esistevano figli maschi in grado di ereditare la proprietà. A partire da Paolo Francesco Rossi, questo ramo della famiglia privilegiò la proprietà di fondi agricoli e il loro sfruttamento con contratti di mezzadria, affitti e commercio di prodotti agricoli nonché prestiti di capitali a presone e enti pubblici ; dalla metà del sec. XIX i membri della famiglia svolsero le loro attività nelle professioni liberali (avvocatura, medicina, ingegneria) e in cariche pubbliche (magistratura, amministrazione pubblica, orgaani legislativi).

Quattro sono fondi riconducibili precisamente ad un produttore, mentre un quinto fondo raccoglie la documentazione che riguarda membri della famiglia Rossi del Paolino, in varie epoche, e i documenti che non possono essere attribuiti ad un produttore noto. Tutti presentano lacune, a volte assai importanti.
Il fondo più antico risale a Paolo Francesco Rossi, primo membro della famiglia a ricevere un'educazione superiore, che inizia a trascrivere in modo ordinato i vecchi libri di conto del padre Giacomo e dello zio Cristoforo, risalenti al 1750 che egli aggiorna trascrivendoli. A partire dal 1785 ca. Paolo Francesco raccoglie e conserva la documentazione importante per la famiglia (contratti di vendita, acquisto di fondi, polizze e scritture di riconoscimento di debito, etc.) risalenti anche alla fine del sec. XVII. Inoltre egli conserva le testimonianze delle proprie attività, nel commercio e nell'esercizio delle cariche pubbliche da lui ricoperte (giudice di pace, commissario distrettuale).
I fondi dei notai Giacomo Antonio e Cristoforo, figli di Paolo Francesco, sono incompleti ma si vede che contenevano essenzialmente dei faldoni di pratiche notarili, probabilmente ordinate alfabeticamente. Per quanto riguarda la famiglia si sono conservati quasi esclusivamente contratti e scritture che testimoniano dei legami d'affari con famiglie di Arzo e dintorni, sovente imparentate ai Rossi del Paolino (Gamba, Fossati, Rossi del Testore, Rossi del Provino, Rossi dell'Acquavita). Nell'ultimo quarto del sec. XIX, la famiglia sembra dedicarsi anche alla coltura dei bachi da seta (un locale in un'ala della casa ad Arzo sembra essere stato adattato a questo scopo).
Il fondo dell'avv. Antonio è quello più difficilmente interpretabile : vi regnava un grande disordine, sicuramente dovuto allo stesso produttore, ma in particolare deve aver subito spostamenti che ne hanno molto compromesso i contenuti ; inoltre si notano rilevanti danni dovuti all'umidità. Anche in questo caso si tratta quasi esclusivamente di faldoni riguardanti pratiche di notariato.
L'ultimo fondo, appartenuto all'avv. Raimondo Rossi, è organizzato in varie tematiche ma comporta diverse criticità dovute ai supporti cartacei fragili e alla cattiva conservazione.
Nell'archivio sono contenute anche delle serie assai complete riguardanti altre famiglie, in particolare una vasta documentazione riguardante una famiglia Ferrari di Arzo (marmisti e proprietari di cave) con la quale i Rossi del Paolino devono avere contratto una o più unioni durante il sec. XVIII. Il notaio Giacomo Antonio amministra la sostanza della famiglia, nel frattempo trasferita a Mendrisio. Nel fondo sussiste un ampia corrispondenza fra il notaio e l'ultimo discendente, Filippo Ferrari.
Le notizie genealogiche e biografiche importanti per la comprensione delle serie o delle unità archivistiche, qualora non siano integrate alla descrizione dei contenuti, vengono segnalate nella zona delle Note. Saranno riportate le notizie che riguardano i vari rami della famiglia Rossi del Paolino e i legami importanti con altre famiglie, creati con unioni o relazioni d'affari.

Accessibile su richiesta

ISAD(G) Norme générale et internationale de description archivistique. 2ème éd. 2000

• Directives suisses pour l'application de la norme générale et internationale de description archivistique. 2009
• ISAAR (CPF), Standard internazionale per i record d'autorità archivistici di enti, persone, famiglie. 2a ed. Trad. italiana. 2004
• Manuel de catalogage RERO / AACR2 (online) - https://www.rero.ch/page.php?section=aacr2&pageid=chap_001
• ISO 8601, Représentation de la date et de l'heure
• Thesaurus del nuovo soggettario. Bib. nazionale centrale di Firenze (online) - http://thes.bncf.firenze.sbn.it/index.html

In considerazione della grande dispersione dei documenti, si è deciso di riordinare l'archivio seguendo quanto suggeriva la letteratura sugli archivi privati senza struttura (v. fonti: AAF 2012). Per eseguire un inventario in modo coerente, sono state create delle serie che permettono di separare, nei fondi di ciascun produttore, le attività private da quelle professionali o pubbliche , conservando poi quando era possibile altre categorie originali che ancora sussistevano.

Durante la prima fase dell'inventario (2014-2015) è stato usata l'applicazione open source Archimista, patrocinata dalla Direzione dei beni culturali di Lombardia.
Dal 2016 il lavoro continua con l'applicazione open source ICA-ATOM sul sito gestito dalla società canadese Artefactual Systems ( https://www.artefactual.com/contact/ )

• Italian

• Armoriale ticinese : stemmario di famiglie ascritte ai patriziati della Repubblica e cantone del Ticino : corredato di cenni storico-genealogici / Alfredo Lienhard-Riva. [S.l.] : Società araldica svizzera, 1945.
• AAF, Association des archivistes français, Abrégé d'archivistique, Paris, 2012 (3ème éd. revue)
• Cassani, Rosa ; Galli, Beppe ; Trapletti, Antonio, Le predere "rosse" di Arzo, di Besazio e di Tremona. Viggiù : Parrocchia di S. Stefano, 2003

creazione e aggiornamenti : Luisa Rossi