Mendrisio (Svizzera, Ticino)

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          CH AFR PF.Serie C.c.09.04 · Sous-dossier · 1822-1824
          Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

          Il sindaco redige minuziosamente le spese effettuate durante la vicenda del condannato Caprera e dell'assassinio della madre Anna: spese per inventari, pagamenti a persone che prestano diverse mansioni (trasporti di merci, di messaggi, aiuto negli inventari), liste di creditori etc.

          Rossi, Paolo Francesco
          CH AFR PF.Serie C.c.09.05 · Sous-dossier · 1823
          Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

          Il fasc. contiene il dettaglio degli emolumenti dovuti ai giudici incaricati della vicenda Caprera; una minuta del Giudice subentrante Giacomo Antonio Rossi riguardante le riscossioni e i pagamenti effettuati dal Tribunale dal 1823 al 1826, esazioni fatte dal Giudice di Pace (P. F. Rossi) etc. Inoltre tre copie della sentenza contumaciale contro Andrea Rusca di Genestrerio (complice di Caprera) con la nota: "da affiggersi al luogo degli Editti in Arzo, ove fu consumato il delitto".

          Rossi, Paolo Francesco
          Amministrazione Ferrari
          CH AFR GA.FE · Sous-fonds · 1580 ca. - 1874
          Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Il sub-fondo è composto da documenti a volte assai frammentari, che coprono un periodo di più di due secoli, dalla fine del Cinquecento alla prima metà dell'Ottocento, e che riguardano i possedimenti (fondi e capitali) acquisiti nel tempo dagli antenati di Filippo Ferrari (1780-1851), figlio di Giuseppe Simone (1734-1813) e di Maddalena Torriani (1741-1824), ultimo discendente di questa famiglia originaria di Arzo e stabilita a Mendrisio verso il 1733. I Ferrari di Arzo potrebbero essere stati in origine un'unica famiglia, che si divise poi in vari rami. Il ramo dei Ferrari di Mendrisio ha come capostipite Stefano figlio di Simone e si imparentò con i Rossi del Paolino, per cui si comprende il legame fra "cugini" seppur lontani che persistette fra Filippo Ferrari e il notaio Giacomo Antonio Rossi.
          Le carte più antiche (fine del sec. XVI - sec. XVIII) riguardano in gran parte atti di compravendita, concessioni di prestiti a terzi, sottoscrizioni di pegni per l'ottenimento di capitali, atti di fine ereditaria delle figlie sposate, doti, testamenti. La parte più consistente del sub-fondo riguarda il sec. XIX dopo la morte di Giuseppe Simone Ferrari nel 1813 e soprattutto dopo la morte della moglie Maddalena Torriani nel 1824, quando interviene il notaio Giacomo Antonio Rossi nella cura degli affari della famiglia. Il notaio Rossi fu in seguito il procuratore generale dell'erede Filippo Ferrari che risiedeva a Cagliari e che non tornò mai in Ticino. Filippo fece testamento nominando suo erede universale il cugino notaio. Anche nel periodo ottocentesco la documentazione si riassume ad atti che riguardano i possedimenti Ferrari in Ticino e nel territorio di Como, e la loro amministrazione. Una parte importante dei documenti di questo periodo riguarda la corrispondenza di Filippo con il notaio Rossi, che ruota essenzialmente attorno all'amministrazione dei fondi e alla riscossione dei fitti con le frequenti richieste di invio di denaro da parte di Filippo. Vengono anche descritte le non sempre facili relazioni fra Filippo e il cugino Giovanni Torriani, che venne ospitato e mantenuto a Cagliari per parecchio tempo, e le relazioni con i nipoti Grimaldi e Pollini, eredi del conte Gaetano Pollini, originario di Mendrisio.
          Il sub-fondo contiene inoltre due serie particolari: la prima riguarda i beni del canonico Carlo Felice Quartironi di Mendrisio, che lasciò per motivi ignoti la sua eredità a Giuseppe Simone Ferrari, il quale assunse il cognome Ferrari-Quartironi. La seconda è costituita dalla corrispondenza e vari atti di vendita riguardanti il cugino Giovanni Torriani che doveva a Filippo Ferrari ingenti somme di denaro, per estinguere le quali alienò una gran parte della sua fortuna fondiaria.
          Dopo la morte di Filippo Ferrari nel 1851, la corrispondenza del notaio Rossi continuò per alcuni anni con i fratelli Torriani e le famiglie Pollini, de Cesaroni e Grimaldi Colonna, per eseguire le disposizioni testamentarie di Filippo Ferrari loro cugino, zio e prozio. Nell'ultimo decennio della sua esistenza il notaio diventato giudice del tribuanle d'appello fu sempre più occupato e si fece rappresentare dal fratello notaio Cristoforo, di cui rimangono gli interventi nelle pratiche per l'eredità e presso i creditori del fu Filippo Ferrari.
          Per una migliore comprensione dei contenuti di questo subfondo e della storia di questa famiglia Ferrari, delle parentele con i Rossi del Paolino e altre famiglie che figurano nelle carte, è consigliato fare riferimento alla genealogia Ferrari-Pollini, qui allegata in formato PDF, eseguita presso l'archivio diocesano di Lugano e completata con altri dati tratti dai documenti stessi o dalle fonti secondarie citate in nota.

          Rossi, Giacomo Antonio
          Amministrazione Filippo Ferrari
          CH AFR GA.FE.Serie D · Série organique · 1815-1864
          Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Beni immobili e mobili di Filippo Ferrari, figlio di Giuseppe Simone e Maddalena Torriani, nato Venezia nel 1780 e morto a Cagliari nel 1851 dove risiedeva. L'amministrazione dei suoi beni in territorio ticinese (fondi agricoli, masserie e capitali), essenzialmente frutto dell'eredità paterna e materna venne affidata al lontano cugino notaio Giacomo Antonio Rossi. La documentazione è frammentaria. Si distinguono registri e conti, l'amministrazione delle masserie e quanto riguarda l'amministrazione dei capitali dati o ricevuti in prestito. L'insieme è da collegare alla corrispondenza con il notaio Rossi al quale Filippo Ferrari domandava mensilmente notizie e resoconti dei suoi beni e investimenti, e nella quale si precisano nel dettaglio entrate e spese o riferimenti a eventi associati ai documenti amministrativi.

          Rossi, Giacomo Antonio
          CH AFR GA.FE.Serie G.16 · Dossier · 1852
          Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Viene messa all'asta casa Ferrari, già appartenuta al canonico Quartironi che la lasciò in eredità a Giuseppe Simone Ferrari. Il fasc. contiene due copie dell'Avviso d'asta datato Arzo, 20 sett. 1852, stampate dalla tipogr. Veladini di Lugano e una fattura "saldata" rilasciata dalla tipografia per la stampa e le inserzioni nella Gazzetta Ticinese. Nell'asta prevista il 19 ottobre 1852 vengono messi in vendita la casa civile detta Ferrari-Quartironi di proprietà del defunto Filippo Ferrari e gli annessi cortile, giardino e rustici, con la possibilità di vendita in due lotti ; nonché la possessione lavorata dal massaro Giacomo Ceppi in territorio di Balerna, frazione di Bisio, consistente in una casa masserizia e diversi fondi in territorio di Balerna, Chiasso e Pedrinate.

          Rossi, Giacomo Antonio
          Beni della famiglia Quartironi
          CH AFR GA.FE.Serie B.a.01 · Dossier · 1628-1745
          Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Atti di compravendita e arbitrati riguardanti i fondi acquisiti nell'arco di un secolo dalla famiglia Quartironi (dagli antenati e dal padre del canonico Carlo Felice). I terreni si trovavano principalmente nel territorio di Mendrisio in zona detta Prella. Contenuto:
          1628: Istromento del luogo di Prella [titolo sul retro] : per appianare una lite Baldassare Comini di Carnago (Varese) come amministratore della moglie Camilla Maruca [Marrucha] (?) vende a Giovan Pietro Quartironi fu Giulio un terreno nel luogo detto "in Prauella" (Prella) (notaio Giov. Giacomo Rossi figlio di Prospero, di Mendrisio).
          1629: Lite fra Giovan Pietro Quartironi fu Giulio e Battista Vergo per l'accesso alla roggia sui terreni di Prella : esposto e interrogatorio di testimoni (notaio Bartolomeo Torriani fu Francesco, Mendrisio).
          1633: decisione sulla roggia della Prella (arbitro Francesco Ghiringhelli fu Giulio, notaio Mendrisio).
          1630: vendita di un terreno in territorio di Salorino a Pietro Quartironi fu Giulio (notaio Francesco Ghiringhelli fu Giulio di Mendrisio)
          1630: arbitrato riguardante un diritto di transito in Prella rivendicato da Pietro Quartironi (notaio Francesco Ghiringhelli fu Giulio di Mendrisio)
          1642: decisione riguardante una lite per il passaggio su di un terreno di proprietà di Giovanni Pietro Quartironi (atto del landfogto Bernardo Heuenstein)
          1650: vendita della vigna in Praella fatta da Antonio Quartironi (copia dell'atto, notaio Francesco Ghiringhelli fu Giulio di Mendrisio)
          1667: vendita fatta da Gio. Battista Franchini fu Nicola del prato "Praella" a Bartolomeo Quartroni e al nipote Giovan Pietro (notaio Francesco Ghiringhelli fu Giulio di Mendrisio)
          1702: vendita del Campo dei Moroni (Mendrisio) a Filippo Quartironi (notaio Giulio Cesare Roncaioli fu Gabriele, di Brusino Arsizio)
          1704: retrovendita del terreno al Dosso (Mendrisio) fra Filippo Quartironi fu Giov. Pietro e Donato Maderni fu Giov. Paolo (notaio Giovanni Oldelli diAlfonso, di Meride)
          1707-1719: vendite e retrovendite dei terreni Campo dei Moroni e Campo Guercio (Mendrisio) fra Filippo Quartironi e i fratelli Garone di Bissone (notaio Giulio Cesare Roncaioli fu Gabriele, di Brusino Arsizio)
          1723: prestito fatto da Giuseppe Ferrari fu Simone a Filippo Quartironi, che impegna un suo fondo a Mendrisio (con saldo nel 1732 in calce) ( copia dell'atto del notaio Giuseppe Martinola di Mendrisio)
          1726: retrovendita a Filippo Quartironi di pezze di un terreno in Prella (Mendrisio) ereditate dai figli della defunta sorella Maria Elisabetta Quartironi, moglie di Carpoforo Caratti Orsatti (notaio Giulio Cesare Roncaioli fu Gabriele, di Brusino Arsizio)
          1732-1745: pagherò di Filippo Quartironi saldato dal figlio don Carlo Felice nel 1745.
          1740: vendita di un terreno (a Novazzano?) degli eredi fu Gaspare Volta di Coldrerio a Filippo Quartironi (copia dell'atto, notaio Filippo Martinola fu Francesco, di Mendrisio)

          Rossi, Giacomo Antonio
          CH AFR RA.Serie A.b.04 · Dossier · 1874-1894
          Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

          L'avv. Antonio Rossi eredita dal padre Cristoforo una casa a Mendrisio, situata in Contrada Gismonda n. 26, un tempo sede dell'ufficio notarile di suo zio, l'avv. Giacomo Antonio e dell'avv. Giovanni Rossi di Giacomo, loro lontano cugino. Fu venduta nel 1894 dal figlio Raimondo, dopo la morte del padre, all'ultimo occupante, l'avv. Achille Borella (1845-1922), dopo diversi anni di trattative. Venti anni prima (1873) la casa era stata profondamente ristrutturata dall'avv. Antonio che aveva comandato i lavori all'imprenditore Antonio Mantegazza sotto la dir. dell'architetto I. Cremonini di Mendrisio. Fu poi trascurata, forse per mancanza di mezzi, cosicchè venne venduta a circa la metà del suo valore iniziale. La proprietà è tuttora conosciuta come Casa Borella in Via Gismonda 15.
          Il fasc. contiene la corrispondenza con i Borella, diverse note di R. Rossi e il dettaglio della ristrutturazione.

          Rossi, Raimondo
          Chioso Bosia
          CH AFR GA.FE.Serie F.05 · Dossier · 1824-1832
          Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Contenuto: minute del notaio Rossi che riassumono la situazione dalla costituzione del censo nel 1755 alla vendita a favore di Antonio Marliani; lettere di Teresa Pogliani Porta, detentrice di metà del patronato di S. Maria Nuova, a Giovanni Torriani (1828), a Agostino Torriani (1819-1824) e al notaio Rossi con minute delle sue risposte (1832). Le carte relative al censo sul Chioso Bosia sono incompleti e non permettono di chiarire esattamente la vicenda.
          Contesto: nel 1801 Giovan Battista Torriani acquistò dalle sorelle Bosia, contro un vitalizio, metà del patronato sopra l'Ospedale e la chiesa di S. Maria Nuova di Cosia, in borgo di Vico (Como), diventando così il beneficiario di diversi fondi della chiesa. Inoltre rilevò un censo costituito nel 1755 dal fu Paolo Bosia, padre delle sorelle, in favore della chiesa contro il versamento di un capitale di circa 3000 Lire milanesi, garantito sopra un chioso (terreno recintato) a Mendrisio. G. B. Torriani riprese il censo garantendolo anche con altri suoi fondi e liberando dall'obbligo le sorelle Bosia. Nel 1806 vendette il Chioso Bosia al cognato Antonio Marliani, marito di sua sorella Girolama, per L. 4000, contro un interesse annuo di L 120. Questo credito venne poi trasmesso per via ereditaria al figlio Giovanni Torriani. Alla morte di Marliani nell'agosto 1841, il nipote Giovanni Battista Calvi eredita il chioso con l'obbligo di pagare gli interessi. Questi vennero poi assegnati dalla giustizia di Pace di Mendrisio a Filippo Ferrari per coprire parte delle somme che gli doveva il cugino Giovanni Torriani.

          Rossi, Giacomo Antonio
          CH AFR GA.FE.Serie C.b.03 · Dossier · 1757-1759
          Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Tre confessi di Giovanni Lezzano, rilasciati a Francesco Franchini - verosimilmente un intermediario - che aveva versato L. 80 per l'affitto di una casa a Mendrisio nel 1757, in uso a Giuseppe Ferrari ; altre due ricevute riguardano l'affitto di una stanza nel 1758 e 1759, al prezzo di L. 10, sempre a Giuseppe Ferrari.
          Si tratta di Giuseppe Simone (1734-1813), figlio del fu Giuseppe Maria Ferrari.

          Rossi, Giacomo Antonio