Mendrisio (Svizzera, Ticino)

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          CH AFR RA.Serie A.b.04 · Dossier · 1874-1894
          Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

          L'avv. Antonio Rossi eredita dal padre Cristoforo una casa a Mendrisio, situata in Contrada Gismonda n. 26, un tempo sede dell'ufficio notarile di suo zio, l'avv. Giacomo Antonio e dell'avv. Giovanni Rossi di Giacomo, loro lontano cugino. Fu venduta nel 1894 dal figlio Raimondo, dopo la morte del padre, all'ultimo occupante, l'avv. Achille Borella (1845-1922), dopo diversi anni di trattative. Venti anni prima (1873) la casa era stata profondamente ristrutturata dall'avv. Antonio che aveva comandato i lavori all'imprenditore Antonio Mantegazza sotto la dir. dell'architetto I. Cremonini di Mendrisio. Fu poi trascurata, forse per mancanza di mezzi, cosicchè venne venduta a circa la metà del suo valore iniziale. La proprietà è tuttora conosciuta come Casa Borella in Via Gismonda 15.
          Il fasc. contiene la corrispondenza con i Borella, diverse note di R. Rossi e il dettaglio della ristrutturazione.

          Rossi, Raimondo
          Chioso Bosia
          CH AFR GA.FE.Serie F.05 · Dossier · 1824-1832
          Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Contenuto: minute del notaio Rossi che riassumono la situazione dalla costituzione del censo nel 1755 alla vendita a favore di Antonio Marliani; lettere di Teresa Pogliani Porta, detentrice di metà del patronato di S. Maria Nuova, a Giovanni Torriani (1828), a Agostino Torriani (1819-1824) e al notaio Rossi con minute delle sue risposte (1832). Le carte relative al censo sul Chioso Bosia sono incompleti e non permettono di chiarire esattamente la vicenda.
          Contesto: nel 1801 Giovan Battista Torriani acquistò dalle sorelle Bosia, contro un vitalizio, metà del patronato sopra l'Ospedale e la chiesa di S. Maria Nuova di Cosia, in borgo di Vico (Como), diventando così il beneficiario di diversi fondi della chiesa. Inoltre rilevò un censo costituito nel 1755 dal fu Paolo Bosia, padre delle sorelle, in favore della chiesa contro il versamento di un capitale di circa 3000 Lire milanesi, garantito sopra un chioso (terreno recintato) a Mendrisio. G. B. Torriani riprese il censo garantendolo anche con altri suoi fondi e liberando dall'obbligo le sorelle Bosia. Nel 1806 vendette il Chioso Bosia al cognato Antonio Marliani, marito di sua sorella Girolama, per L. 4000, contro un interesse annuo di L 120. Questo credito venne poi trasmesso per via ereditaria al figlio Giovanni Torriani. Alla morte di Marliani nell'agosto 1841, il nipote Giovanni Battista Calvi eredita il chioso con l'obbligo di pagare gli interessi. Questi vennero poi assegnati dalla giustizia di Pace di Mendrisio a Filippo Ferrari per coprire parte delle somme che gli doveva il cugino Giovanni Torriani.

          Rossi, Giacomo Antonio
          CH AFR GA.FE.Serie C.b.03 · Dossier · 1757-1759
          Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Tre confessi di Giovanni Lezzano, rilasciati a Francesco Franchini - verosimilmente un intermediario - che aveva versato L. 80 per l'affitto di una casa a Mendrisio nel 1757, in uso a Giuseppe Ferrari ; altre due ricevute riguardano l'affitto di una stanza nel 1758 e 1759, al prezzo di L. 10, sempre a Giuseppe Ferrari.
          Si tratta di Giuseppe Simone (1734-1813), figlio del fu Giuseppe Maria Ferrari.

          Rossi, Giacomo Antonio
          CH AFR GA.FE.Serie G.18 · Dossier · 1857-1859
          Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Cristoforo Rossi, fratello del notaio Giacomo Antonio e suo procuratore speciale, tratta la vendita di alcuni fondi e di una masseria in Mendrisio con i fratelli Croci. I beni immobili erano parte dell'eredità che Filippo Ferrari lascia al cugino notaio Giacomo Antonio. I Croci ottengono un prezzo di favore e uno sconto del 4% alla condizione di assumersi il pagamento dei “vecchi e nuovi legati di cui è gravata l’eredità ", in particolare la parte di legato lasciato da Filippo ai nipoti Giambattista Pollini e Matilde Cesaroni ved. Pollini.

          Rossi, Giacomo Antonio
          CH AFR RA.Serie A.d.05 · Dossier · 1927-1930
          Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

          Contenuto:
          corrispondenza di Raimondo Rossi con il nipote Lino Bustelli (1927) ; corrispondenza dall'agosto 1929 al gennaio 1930, riguardante la vicenda giudiziaria Bustelli, principalmente con la sorella Caterina, con Carlo Bustelli, Lino Bustelli, Ida Bustelli Sulmoni e fam. , varie autorità e terze persone coinvolte nei fatti; documenti giudiziari e testimonianze in relazione ai fatti.

          Rossi, Raimondo
          CH AFR PF.Serie C.a · Sous-série organique · ca 1780-1815
          Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

          La sottoserie raccoglie le taglie, decime e spese riguardanti le comunità della ex-Pieve di Riva San Vitale (a l'esclusione di Arzo) e alcuni comuni del distretto di Mendrisio e Lugano per i quali Paolo Francesco Rossi aveva fornito le sue competenze di agrimensore o era intervenuto come deputato della municipalità di Arzo.

          Rossi, Paolo Francesco
          Eredi di Giuseppe Simone Ferrari
          CH AFR GA.FE.Serie C.c · Sous-série organique · 1798-1848
          Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Le carte riguardano gli anni immediatamente seguenti alla morte di Giuseppe Simone Ferrari, con i primi resoconti dei beni spettanti alla moglie Maddalena Torriani e al figlio Filippo. L'amministrazione del periodo 1813-1823 è in mano al fratello di Maddalena, il notaio Giovanni Battista Torriani. Il notaio Giacomo Antonioo Rossi interviene in alcune pratiche di cui si era occupato per conto di Giuseppe Ferrari. Alla morte del notaio Torriani egli subentra a pieno titolo come amministratore dei beni della vedova (che morirà l'anno seguente) e dell'erede Fiippo che lo nomina suo procuratore generale, poichè risiede a Cagliari (Sardegna). Viene rivelata la lontana parentela fra il notaio Rossi e Giuseppe Simone Ferrari, che Filippo ignorava. La sottoserie contiene registri e conto di dare e avere, conti e contratti con i massari, confessi e tasse. Due corrispondenze illustrano vicende familiari poco chiare che riguardano Filippo e i cognati Pollini.

          Rossi, Giacomo Antonio
          CH AFR GA.FE.Serie C.c.20 · Dossier · ca. 1813-1847
          Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Tagliandi rilasciati dai comuni di Mendrisio, Balerna, Chiasso e Pedrinate per le tasse sui fondi posseduti nei vari territori e per la residenza in Mendrisio (casa Ferrari). I tagliandi erano dispersi in parte fra la corrispondenza di Filippo Ferrari, in parte in altri fasc. relativi a debitori o in libri contabili, senza un nesso con il documento in cui erano inseriti. Si è scelto di riunirli in modo da avere uno scorcio temporale sulla tassazione dei beni Ferrari.

          Rossi, Giacomo Antonio
          Eredi Grimaldi Pollini
          CH AFR GA.FE.Serie E · Série organique · 1824-1851
          Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

          Il 30 sett. 1820 moriva a Cagliari il conte Gaetano Pollini , originario di Mendrisio (Svizzera) e da vent'anni vedovo di Giulia Ferrari fu Giuseppe. Lasciava come eredi i figli Francesco che ereditava il titolo di conte, Giovanni Battista e Giuseppe (detto Peppino), la figlia Margherita maritata de Cesaroni e gli eredi della figlia defunta Maddalena maritata con il cavaliere Antonio Grimaldi di Catania (da cui il nome Grimaldi Pollini usato dai figli). Il figlio Enrico e le figlie Antonia e Giulia Grimaldi erano ancora minorenni e vennero rappresentati dal padre e dallo zio Filippo Ferrari, nominato procuratore generale dei Grimaldi per ovviare alla distanza che separava le famiglie e svolgere tutte le pratiche necessarie alla divisione. Le carte non contengono gli inventari dei beni del conte, che erano considerevoli in Sardegna e in territorio svizzero a Mendrisio e dintorni, né una distinta di quanto dovesse spettare ai Grimaldi, ma dalle lettere di Filippo Ferrari e di Antonio Grimaldi con il notaio Rossi risulta che le relazioni con gli zii Pollini, che gestivano la massa ereditaria, era assai teso. Il cav. Grimaldi li accusava di amministrare in modo disinvolto il patrimonio, di mancati riscontri sulle rendite e le proprietà da dividere e implicitamente di ledere gli interessi dei figli. In questo contesto la divisione ereditaria si protrasse fino al 1827 anno in cui finalmente venne rogato l'atto di divisione a Cagliari (13 luglio 1827) che non è presente in queste carte. Fra il 1827 e il 1828 il notaio G. A. Rossi ricevette due mandati dai Grimaldi per rappresentarli in Svizzera, allo scopo di finalizzare la divisione delle proprietà, dissipare i malintesi riguardanti gli interessi sulla massa ereditaria e, successivamente, di compiere tutti gli atti necessari a riscuotere i crediti e vendere i beni ereditati in Svizzera, che i Grimaldi desideravano al più presto trasformare in capitali da rimpatriare in Sicilia. Le liste e inventari sommari di quanto fosse stato assegnato ai Grimaldi, compresi alcuni crediti di difficile riscossione, suggeriscono che la divisione avvenne piuttosto a svantaggio della famiglia.

          Rossi, Giacomo Antonio