Giuseppe Ferrari fu Simone, con il reverendo Francesco Ferrari fu Stefano e il notaio Antonio Fossati fu Silvestro di Arzo, acquistano la casa dei fratelli Domenico e Paolo Rossi del fu Carlo in Arzo. La somma concordata verrà parzialmente utilizzata per sanare diversi debiti della famiglia.
Rogito del notaio Elia Antonio Longo di Viggiù del 20.2.1732, copia da lui eseguita il 21.5.1732.
In un fasc. intitolato "Acquisto delle ragioni di Breggia", il notaio Giacomo Antonio Rossi procuratore di Filippo Ferrari e dal 1831 anche di Giovanni Torriani, raccolse le carte che riguardavano i fondi ereditati dai sette fratelli Torriani fu Giovanni Battista di Mendrisio, situati nel territorio detto della Breggia sui comuni di Piazza e Cernobbio. I fondi erano soggetti per diritto feudale alla Mensa vescovile di Como, che rilasciava un'investitura a coloro che volevano beneficiarne. Titolari del godimento dei beni con un "livello perpetuo" sono i mezzadri Francesco Faverio e Antonio Lupi, che versano un canone ai Torriani. Nel 1831 Giovanni Torriani vende la sua parte di fondi al cugino Ferrari per sanare i debiti che aveva verso di lui (rogito Demetrio Salta, Cagliari, 2 set. 1831). Nel 1833 gli affittuari e il nuovo proprietario Ferrari riconoscono reciprocamente i loro diritti. Affitti rustici e vendite dovevano però sottostare all'investitura della Mensa vescovile, che era apparentemente stata dimenticata; venne quindi riconfermata ai sette fratelli Torriani nel 1834 e successivamente venduta, con atto del 1835, a Francesco Faverio. Il fascicolo contiene:
- Copia autentificata del rogito del 27 mar 1828 del notaio Gaetano Sarti di Como che sancisce l'investitura livellare (l'affitto) su ciascuna delle sette parti spettanti ai fratelli Torriani dei fondi e mulini in Breggia, a favore dei signori affittuari Francesco Faverio e Antonio Lupi, con il riconoscimento da parte della Mensa vescovile di Como ;
- atto notarile fatto a Vacallo l'11 giugno 1833 dal notaio Rossi, che conferma il livello perpetuo assegnato ai signori Faverio e Lupi dai fratelli Torriani, che riconoscono il nuovo proprietario Filippo Ferrari, per quanto riguarda la parte precedentemente appartenuta al di lui cugino Giovanni Torriani, compreso il versamento del canone annuo ;
- copia (minuta del notaio Rossi) dell'investitura accordata dalla Mensa vescovile di Como ai fratelli Torriani fu Giovan Battista sui fondi e mulini della Breggia;
- copia (minuta del notaio Rossi) dell'atto del 1 ott. 1835, che sancisce la vendita del diritto feudale di investitura della Mensa vescovile di Como a Francesco Faverio. Con la descrizione della settima parte dei fondi già di Giovanni Torriani e ceduti a Filippo Ferrari.
1 bifoglio sul quale è elencata in dettaglio la sostanza immobile di Filippo Ferrari (casa civile e masserie con le rispettive misurazioni), le rendite prodotte, il conto dei "miglioramenti e detterioramenti dalla morte del fu Sr. Giuseppe". Contiene le minute del notaio Rossi servite per comporre il documento.
Rossi, Giacomo AntonioContiene documenti relativi alla sostanza mobile di Filippo Quartironi, con i crediti e debiti sottoscritti in varie forme fino a qualche anno prima della sua morte (1751). Il figlio reverendo Filippo interviene per saldare diversi debiti. Dettaglio dei fascicoli:
1715: Polizza che deve Filippo Quartironi al Luogo Pio della Misericordia di Mendrisio (saldato dal figlio don Felice nel 1744)
1722-1746: Prestito delle monache di S. Orsola a Filippo Quartironi
1724-1752: Debiti di Filippo Quartironi con G. B. Rusca, saldati dal figlio rev. Felice
1727: Obbligo di Filippo Quartironi a favore delle Ven.de monache di S. Orsola di Mendrisio (saldato dal figlio rev. Felice nel 1747)
1730: Obbligo di Filippo Quartironi a favore di Gio. Battista Carati Orsati (saldato dal figlio rev. Felice nel 1744)
1731-1732: Riconoscimento di debito di Filippo Quartironi verso la Confraternita del SS. Rosario
1732: Debito di Filippo Quartironi e della moglie Maria Elisabetta Maderni verso Giuseppe Ferrari fu Simone
1739: Retrovendita di tre censi sui terreni in Prella dai RR. PP. Serviti di Mendrisio a Filippo Quartironi
1744: Obbligo fatto dal sig.r Filippo Quartironi a favore dei fratelli Lurà fu Domenico (saldato dal figlio rev. Felice nel 1747)
1745: Ricevuta per il saldo degli interessi su un capitale dovuto da Filippo Quartironi all'eredità Verga di Coldrerio (saldati dal figlio rev. Felice nel 1745)
1745-1769: Credito di Anna Caterina Carloni di Rovio verso Filippo e Felice Quartironi (con copia del rogito del notaio Francesco Martinola di Mendrisio)
1748: Retrovendita di censo a favore del rev. Felice Quartironi
Diverse carte relative al patrimonio familiare ereditato dal rev. Felice Quartironi. Contiene polizze e pegni per l'ottenzione di capitali sottoscritti dal padre Filippo e poi saldate decenni più tardi. Altre carte riguardano invece l'amministrazione del patrimonio personale del reverendo, con vendite e confessi per interessi dovuti o ricevuti e relazioni con il fratello Giovanni Pietro Quartironi, che risiedeva a Genova con la moglie Valeria Spinedi:
1727-1750: Conti dare-avere di Filippo Quartironi con Francesco Conti di Lugano, con il quale Filippo ha sottoscritto polizze con la garanzia del figlio rev. Felice, per prestiti ai figli Giovan Pietro dimorante a Genova e Santino dimorante a Bonn.
1752: Vendita di una cantina con terreno in zona "al Bosco" al rev. Felice Quartironi
1753: Debito del fu Filippo Quartironi verso il notaio Rusca, saldato nel 1753 dal rev. Felice Quartironi
1754: Polizza contro il rev. don Felice Quartironi a favore degli eredi fu Paolo Vassalli di Riva S. Vitale
1769: Confesso di Giuseppe Carloni di Rovio per interessi ricevuti dagli eredi fu Filippo Quartironi
1772: Vendita fatta dai figli di Giovanni Baroffio a favore del rev. Felice Quartironi
1773: Nota sul Giuspatronato dell'Ospedale di S. Maria Nuova a Como
1780: Vendita di un terreno a Mendrisio fatta da Maria Simona Mondelli a favore del rev. Felice Quartironi (copia di un rogito del notaio Alessandro Maderni)
1780: Confessi riguardanti Giovanni Pietro Quartironi (restituzione di capitali e alcune lettere di cambio per trasferimenti di denaro verso Genova, per ordine del rev. Carlo Felice )
1780: Pagherò di Giovanni Pietro Quartironi
1794: Confessi per taglie della famiglia Quartironi
1795: Confesso del rev. don Gerolamo de' Beroldingen per messe celebrate alla Torre
Paolo Francesco Rossi, in risposta alla pubblica grida sulla sostanza del defunto Pietro Calderari raccoglie la documentazione sui creditori e redige in data 20 lug 1819 una "Specifica ossia classificazione dei debiti lasciati dal fu Pietro Calderari di Ligornetto detto del Pizzolo giusta il decreto Mendrisotto".
Rossi, Paolo FrancescoAtti notarili (in latino) essenzialmente di compravendita riguardanti i fratelli Simone e Andrea Ferrari, figli di Domenico. Un atto riguarda il cugino rev. parroco di Arzo Rocco Ferrari (ca 1568-1625) figlio di Giovan Maria.
Il dossier contiene:
- 1604, 24 giugno. Transazione fra i flli Ferrari e Antonio Giudici fu Ambrogio, loro debitore
- 1607, 18 giugno. "Venditio facta à Simone de Ferrarÿ loci Artÿ cive mediolanensi Jo:Jacobo de Birago, de nonnullis bonis viris , in loco Lazati (?) plebi Sevesi, roga~ à Joanne Baptã Birago m^lni not.° ". Simone Ferrari di Arzo, anche a nome del fratello Andrea vende una proprietà sul territorio della Pieve di Seveso (Lazzate) a Giovanni Giacomo Birago, con rogito di Giovanni Birago notaio milanese. Confinante della proprietà è il presbitero Rocco Ferrari, figlio di Giovanni Maria, loro primo cugino (definito erroneamente nepotum).
- 1607, 9 ottobre. Cristoforo Rodello agente come procuratore del rev. parroco Rocco Ferrari, figlio di Giovanni Maria, riguardo ai beni Ferrari di Lazzate (?) venduti a Giovanni Giacomo Biraghi [copia o minuta di un atto, molto deteriorata, con parti di inchiostro sbiadite, forse manca il f. finale].
- 1608, 1 agosto. [testo sul lato esterno]: "Arbitramenta intra D. Simon^ de Ferraris et Bartholm^ et fr^tes de Ferraris de Artio". Arbitrato riguardante lo sfruttamento di un mulino, fra Simone Ferrari fu Domenico e Bartolomeo Ferrari fu Angelo, che agisce a nome dei fratelli Giacomo e Giovanni Maria, tutti di Arzo. Tabellionato Gabriele Fossati notaio di Meride.
- 1613, 25 maggio. "Venditio Domini Jo:Antonÿ Oldelli notarÿ de Merede sibi facta per dominum Simone~ Ferrarium de Artio pretio librarum ducentum quinquaginta Imp.". Simone Ferrari del fu Domenico vende un terreno in territorio di Arzo nel luogo detto Prato grasso a Giov. Antonio Oldelli figlio di Giovanni, notaio di Meride. Rogito del notaio Nicola Fossati di Meride.
Quaderno con annotazioni di spese, molto disordinato. Riporta in modo succinto le somme dovute da vari clienti, spesso addizionate e riferite a div. date. Contiene fra le pag. ff. con annotazioni e altri documenti piegati. Il primo fasc. del quaderno inizia con il "Conto del comune di Besazio verso l'avv. Ant. Rossi per le seguenti competenze e spese" ; seguono dal 1884 i giustificativi delle spese con le somme corrispondenti, su 5 pag. Il secondo fasc. del quaderno ricomincia dal 1878.
Rossi, Antonio, avvocatoTre scritture di riconoscimento di debiti contratti da tre privati con i fratelli Giuseppe e Domenico Ferrari fu Simone, di Arzo:
- 1717, 25 agosto: polizza contro Antonio Maria Morniroli di Brusata per Lire 105. (Comporta le ricevute dei rimborsi in denaro e in natura e con giornate di lavoro, fino al 1728).
- 1723, 15 luglio: polizza di Lire 37:3:3 contro Nazaro Rossi fu Gabriele detto di Sina (comporta le ricevute dei versamenti fatti fino al 1727).
- 1724, 2 agosto: obbligo di Bartolomeo Cometta fu Gaspare di Campora, abitante a Monte, pieve di Balerna (oggi comune di Castel S. Pietro) verso i fratelli Giuseppe e Domenico Ferrari per la somma di L. 250 in garanzia della quale Cometta impegna un terreno.
"Confessio fauere D.D. fratrum Ferrari.om qm. D. Smonis Artÿy a D. Donato Maderno". Donato Maderni del fu Giov. Paolo di Capolago, anche a nome del fratello Cristoforo, riconosce di aver ricevuto da don Stefano Ferrari curato di Arzo la somma di L. imperiali 700 e 148 L. di interessi, per un debito contratto nel 1694 dal padre Simone Ferrari con don Carlo Maderni, parroco di Clivio pieve di Arcisate, suo fratello defunto. Rogito di Giovanni Oldelli del 22 feb. 1702, copia autentificata datata 7 dic. 1708.
Rossi, Giacomo Antonio