Quadernetto che porta il titolo "Libro dove si notano li conti colli massari Crivelli di Mendrisio e Ceppi di Bisio", ma che contiene solo i conti relativi alla masseria dei Crivelli di Mendrisio (verosimilmente la masseria adiacente alla casa padronale ex-Quartironi). Il registro testimonia il passaggio delle proprietà Quartironi nelle mani dell'erede designato Giuseppe Ferrari fu Giuseppe: iniziato nel 1797 dal priore Carlo Felice Quartironi, che muore il 24 agosto 1800, viene successivamente compilato con altra calligrafia (Giuseppe Ferrari ?) fino al febbraio 1813, anno della morte di G. Ferrari. Vi sono annotate le entrate prodotte dalla masseria (affitto e parte della produzione di grano, segale, vino e coltura del gelso spettante al padrone) e altre spese riguardanti gli alimenti e il salario della domestica dei Quartironi. Dopo il 1813 alcune pagine alla fine del registro contengono osservazioni del notaio G. A. Rossi, che fa riferimento ad un nuovo libro di conti (non pervenuto) con i massari Ceppi di Balerna e Crivelli e ad un «Istromento d'obbligo» da loro sottoscritto per i loro debiti verso gli eredi Ferrari.
Rossi, Giacomo AntonioAlla morte del padre Antonio, Raimondo Rossi riprende la gestione dei fondi agricoli e continua per alcuni anni un vecchio registro dei conti aggiungendo le sue annotazioni concernenti la produzione delle masserie della famiglia. Nel registro erano inseriti due libretti formati da pochi ff. quadrettati, con l'intestazione: Eredi fu avv. Antonio Rossi, e intitolati rispettivamente "Entrate Vendemmia" e "Entrate Fieno, frumento, bozzoli".
Rossi, RaimondoQuaderno contabile delle entrate e uscite di Angela Chicherio per il periodo 1910-1913. Nota di R. Rossi sul primo foglio: "libro consegnato nel dic. 1909 a Angela Chicherio con istruzioni perchè impari a tenere la sua amministrazione. Io continuo a tenere le registrazioni sul libro in uso già. R. Rossi". Le annotazioni di suor Angela si interrompono nel 1913, probabilmente quando viene mandata a Namur per il noviziato.
Il libro contabile a cui si riferisce R. Rossi non è pervenuto e copriva gli anni 1919-1933, registrando gli investimenti e i rendimenti annuali del capitale di Suor Angela dedicato alla sua dote e del capitale personale. Dal 1934 R. Rossi riprende a registrare l'andamento dei capitali sul quaderno di suor Angela. Si tratta verosimilmente di note personali che venivano poi riportate nei rendiconti annuali destinati alla superiora del convento S. Agnès di Lucerna e alla cognata. L'ultimo documento nel quaderno è un dattiloscritto firmato da Angela Chicherio (17.6.1949) che libera l'anziano cognato dall'amministrazione del suo capitale dotale, da quel momento affidato all'amministrazione della congregazione St. Agnès di Lucerna, in titoli e contanti. Un piccolo capitale personale viene trasferito ai familiari.
Libretto anonimo senza frontespizio. Riporta dal 1776 le giornate pagate a manovali, indicati con nome e cognome o talvolta solo col nome. Il genere di lavoro eseguito invece non é quasi mai indicato. Da alcune annotazioni si capisce che si tratta in maggioranza lavoratori della Cava Nuova di Arzo (nominata in alcune pagine). Alcune giornate potrebbero anche essere dovute per lavori agricoli o lavori domestici, in particolare quando sono menzionate delle donne. Il libro riporta anche occasionalmente conti saldati con persone che hanno fornito prodotti o lavori non specificati. I lavori sul marmo più sovente citato sono il taglio di massi e la fabbricazione di camini e scalini di marmo.
Rossi, Paolo Francesco01: Registro.
Questo libro di conti (o scadenzario) é stato iniziato da Cristoforo Antonio Rossi, zio di Paolo Francesco, che annota i contratti d'affitto e i prestiti da cui provengono i redditi della famiglia ; si tratta principalmente di acquisti o affitti a mezzadria di terreni e case di abitazione nei territori di Arzo, Besazio e Meride, oltre che ai redditi ricavati dallo sfruttamento di una cava di marmo ad Arzo. Sono descritte le condizioni dei contratti stabiliti con ciascuno dei mezzadri, i nomi e i luoghi loro affidati, le entrate in natura (prodotti o bestiame) e in denaro (affitti, interessi di prestiti). Troviamo anche annotazioni delle spese importanti per la casa e per i famigliari o per le serve, come acquisti di tela per camicie, cappelli, busti da donna, riparazione di scarpe o lavori di sartoria. Una voce a parte e di una certa importanza é rappresentata dalle spese per lavori eseguiti dai fabbri Giovanni e Francesco Imperiali su un arco di 40 anni, che fabbricano mazzuoli e cunei in assai grande quantità (per il lavoro del marmo) e riparano e fabbricano svariati oggetti domestici e agricoli (chiavi, pentole, cerchi per le botti, zappe, falcetti). La calligrafia di Cristoforo e le espressioni usate indicano una persona poco istruita, che si esprime in un dialetto italianizzato, con espressioni idiomatiche del territorio a volte di difficile comprensione, ma attenta e precisa nel notare entrate e uscite. Dal 1783-85 in poi subentra la scrittura più curata del nipote Paolo Francesco, che redige, completa e ricopia i libri contabili della famiglia e ne continuerà la redazione fino quasi alla sua morte.
02: Allegati al registro:
-1776, contratto con Giuseppe e Paolo Riva, inserito in origine nell'ultimo quaderno al f. 6 (scrittura degli interessi riscossi dai Riva) ;
-1757, riconoscimento di debito di Girolamo Giudici per acquisto di manufatti da Cristoforo Rossi ;
-1772, ricevuta per messe da celebrare dai curati di Ligornetto e di Rancate, con elemosina di Giacomo Ant. Rossi
Libro che riporta le entrate e uscite della Confraternita. Manoscritto bifronte : la parte più antica ( ff 1-19) presenta ricevute di pagamenti e conti di diverse annate nell'intervallo 1751-1790 con annotazioni sui beni e gli affitti riscossi a Roma. Diverse calligrafie. Il registro riprende dal lato opposto (ff. 1-120) con la seguente intestazione:
"Libro di sei quinterneti e di carte cento e venti nel quale distintamente sotto i suoi giorni e anni si noterà La ricavata e la spesa cominciando dal Genaro 1771 per renderne poi conto al R.do sign.r Cur.o di Besazio pro tempore alla presenza delli confratelli secondo le regole della Ven.da Confrat.a del SSmo Sacramento e del Rosario di Besazio di anno in anno a San Silvestro."
Fino al gennaio 1788 i conti sono redatti dettagliatamente dal parroco Carlambrogio Croce, completati da annotazioni e resoconti sui ricavati di Roma e sull'impiego delle risorse. Dal 1788 al 1864 si alternano varie calligrafie, forse dei diversi parroci con le firme del priore e del cappellano della Confraternita. L'avv. Antonio subentra nel 1864 : l'ultimo f. del registro porta la sua callgrafia con le uscite di gennaio - maggio 1864.
Ai ff. 9-11 note sui debiti contratti per la costruzione della nuova chiesa di Besazio e il decreto del vescovo di Como, Giambattista Mugiasca. I ff. 86-100 sono vuoti. Sui ff. 101-102 il parroco Baroffi copia "alcuni decreti in calce a memoriali che dalla Confraternita del S. Rosario furono presentati a monsignor vescovo Romanó" , allo scopo di ottenere una sanatoria sull'uso delle somme rimaste in cassa dopo l'estinzione dei debiti della Confraternita.
Paolo Francesco Rossi tiene un conteggio dettagliato di quanto riceve dai mezzadri in natura o in denaro per i fitti delle masserie. Nota ugualmente i prestiti in denaro o anticipi per sementi o trasporti di prodotti agricoli. Si ritrovano i nomi dei massari già consegnati nei libri contabili della famiglia.
Rossi, Paolo FrancescoPaolo Francesco Rossi, proprietario di terreni e già attivo nel commercio del marmo con lo zio Cristoforo Antonio, tiene i libri contabili relativi agli affari di famiglia a partire dagli anni 1781-1785. In questo "Libro Nuovo" vengono riportate le rendite generate dall'affitto di terreni o da prestiti di capitali, in parte già iniziati nel precedente “Libro dei capitali". I creditori sono principalmente residenti nel comune di Arzo, altri nei comuni di Besazio, Rancate, Riva S. Vitale, Ligornetto, Mendrisio, Castello a Obino, Meride, Saltrio e Viggiù. In questo registro l'attività di sfruttamento della cava di marmo non appare quasi più, se si eccettuano i rapporti con i parenti marmorari di Saltrio e Viggiù. Si può supporre l'esistenza di un registro specifico perduto, oppure che la Cava Nuova sia passata in altre mani (a cugini o venduta a terzi, la documentazione manca). Il “Libro rinovato” riporta essenzialmente i fitti di terreni agricoli e gli interessi di prestiti in denaro concessi a terzi nel territorio. Dal 1817 ca. appaiono annotazioni per mano dei due figli notai che chiudono vecchi debiti.
Nel registro figurano prestiti a diversi comuni e prestiti forzati alle istituzioni pubbliche durante gli anni dell'occupazione francese e durante i primi anni di esistenza del cantone:
- al comune di Lugano, f. 59: “1799, 13 giugno. La Comunità ossia la Nazione Luganese mi deve la somma di L.100 alla Grida di Lugano per requisizione fattami dal Governo provvisorio”. I capitale sarà retribuito al 3 1/4 % fino al 1816, poi al 5% “perchè così inteso colla comune di Arzo”.
- al cantone Ticino, f. 66: “1806, 2 gennaio. Il cantone Ticino mi deve per tante versate nella cassa cantonale per prestito decretato ed assicurato dalla legge 7 sett. 1805, come dal buono rilasciato sotto la sudd.ta data 2 genn 1806, correnti di Milano L 125. Fitto annuo al 5 p.100 – L. 6.5”.
- al f. 55: 21 feb. 1795, l'Onorando comune di Besazio devemi L. 750
- ai ff. 57/v-58: 17 feb. 1797 prestito di Sovrani 44 1/2 ossia grida di Milano L. 2002:10 all'architetto Stefano Ignazio Melchioni di Meride ora residente a Novara. Stefano Melchioni (n.1765 – m.1837) é un architetto e ingengnere assai noto in Italia, dove realizzò fra le tante opere il ponte sul Ticino a Novara, il restauro di San Gaudenzio e i progetti per l'ampliamento dell'Ospedale Maggiore di Novara. Il prestito era stato concesso nel 1794 dallo scultore Giacomo Marchesi, già socio in affari con il padre di Melchioni, che lo cede poi al genero Paolo Francesco Rossi.
- al f. 57: Il signor Pietro Antonio Andreazzi di Tremona devemi per capitale d'istromento d'obbligo rogato dal sign notaro Rusconi di Tremona il 7 aprile 1796 grida di Lugano L. 2000…"
- ai ff.63-64: “1803, li 5 nov. Questo comune d'Arzo oltre aquanto sta notato al C. 41 del presente libro devemi per capitale di Polizza eretta sotto il giorno sud.tto la somma moneta e grida di Milano di L 2045” ; e ai ff. 81 e 94 si aggiungono prestiti per un totale di L di Milano 6562.
Fogli allegati: - contratto ipotecario fra Silvestro Antonio Vassalli e i fratelli Cristoforo e Giacomo Rossi rappresentati dal loro nipote e figlio Paolo Francesco (1 dic. 1783, notaio Antonio Fossati di Arzo) su un terreno di 5 pertiche a Meride detto Filagno.
- Conto fra l'on. comune di Arzo e i flli Rossi Cristoforo e Giacomo Antonio. Foglio doppio piegato e incollato fra i ff. 67-68 del libro che presenta la distinta del conto dare/avere fra il comune e i flli Rossi ; in allegato una lettera al comune, datata 16.11.1852 a firma Cristoforo Rossi [notaio], con incluse diversi giustificativi, note e ricevute delle taglie 1848-1854 etc. (10 ff.)
Nel “Libro rinovato 1796” sono consegnati i profitti derivati dai terreni agricoli della famiglia ad Arzo, Besazio e Meride e dati da coltivare con contratti a mezzadria. I contratti reelativi a ciascun massaro descrivono le condizioni di lavorazione dei fondi e di divisione del raccolto con il proprietario e l'ammontare dell'affitto per la casa d'abitazione. Generalmente il mezzadro é tenuto a coltivare e a migliorare i fondi e consegna metà di tutti i raccolti al proprietario ; in più può esser obbligato a fornire giornate di lavoro per il trasporto e la lavorazione dei prodotti in casa del proprietario. Costui possiede per metà anche gli animali d'allevamento o da soma, per i quali spesso anticipa i fondi dell'acquisto, mentre la somma a carico del mezzadro viene dedotta dai suoi guadagni. Contrariamente ad altri contratti dell'epoca, Paolo Francesco Rossi concede di dividere a metà anche la perdita di sostanza, in caso di cattivo raccolto o di diminuzione del valore dei prodotti o degli animali.
- Documenti allegati al libro:
05/02: contratti e conti con il massaro Francesco Robbiani e i figli Giovanni e Paolo (1791 - 1798)
05/03: privata scrittura e conto del massaro Domenico Cattò per l'affitto dei terreni Cesmo e Costa a Besazio (1794 - 1801)
05/04: contratto fra Paolo Francesco Rossi e il massaro Carlo Francesco Vassalli per il terreno Viras, a Meride e proventi ricevuti nelle successive annate (1792 - 1808)
05/05: conti e contratti riguardanti diversi terreni situati a Besazio e affidati successivamente ai massari Roncoroni, Pocobelli, Allio, Zoppi, Realini ; con una “memoria per sapermi regolare coi mezzadri riguardo alla decima pagata al curato di Besazio” (1804 - 1813)
05/06: conti e contratti con i massari Robbiani e Zoppi ; affitti, giornate di lavoro, e dei prodotti delle colture e della vigna ricevuti secondo quanto stabilito dal contratto di mezzadria. Decime dovute in territorio di Besazio (1810 - 1817)
05/07: contratto fra Paolo Francesco Rossi ed i fratelli Francesco e Luigi Zoppi e conti di dare e avere con i massari (1793 - 1835)
05/08: conti con i massari Quattropani e dettaglio dei fitti e dei prodotti ricevuti (1816 - 1820)
05/09: memorie, annotazioni e conti riguardanti diversi massari (1811 - 1816)
05/10: conti con il massaro Realini (1811 - 1842)
05/11: conti con il massaro Santino Pagani (1832 - 1838)
5/12: conti con i massari Francesco Robbiani di Arzo, Cattò di Besazio, fratelli Zoppi e Giovanni Fontana di Besazio
Libro dei conti “dare e avere” attenente agli affari di Paolo Francesco Rossi & figli. Si tratta di scritture che riguardano le vendite di prodotti agricoli provenienti dalle masserie, principalmente vino in botti ; altre vendite riguardano granoturco e frumento ; si ritrovano anche registrate le spese per i trasporti delle merci e spese di viaggi in vetture che venivano affittate.
Sono pure registrati i prestiti in natura (frumento e granoturco) e in denaro, fatti a persone del luogo o dei paesi circostanti del circolo di Riva S. Vitale, inclusi i parenti e le figlie di Paolo Francesco.
Fra le spese registrate si trovano in particolare l'acquisto di foglia di gelso per l'allevamento dei bachi da seta, praticato dalla famiglia durante la prima metà del secolo ; spese per la casa e l'acquisto di vettovaglie come burro, riso, pasta ; le spese anche in natura per le inservienti ; infine le giornate di lavoro effettuate dai massari o da diversi artigiani nella casa padronale, per riparare attrezzi o infissi, per tagliare e trasportare legna etc.