Maria Chicherio (1883-1919), figlia di Silvio muore di tubercolosi a 36 anni , il 1.6.1919, nel sanatorio Sonnengarten di Lucerna. La sua parte ereditaria viene divisa fra le sorelle e i fratelli dopo che sono state dedotti vari generosi lasciti a istituzioni ticinesi, secondo le sue disposizioni testamentarie. L'esecutore testamentario é il cognato Raimondo Rossi. Il dossier contiene le sue ultime volontà , un inventario dei beni della defunta, documenti riguardanti la spartizione ereditaria e i pagamenti per i legati, corrispondenza varia. Continene inoltre una lettera del Capitolo della collegiata di Bellinzona (11.1.1943), che segnala l'insufficienza degli interessi sul capitale del legato di fr. 1000, previsto per celebrare due anniversari perpetui a suffragio della defunta e dei suoi genitori Silvio e Amalia, e chiede quindi di provvedere a un aumento del capitale o ad una riduzione degli oneri. Nella sua risposta (a matita sui margini del foglio) il produttore accorda la riduzione degli oneri.
Rossi, RaimondoLavinia Gabuzzi, vedova Ing. Paolo Rossi, morta il 18 maggio 1913, nomina il nipote Raimondo Rossi fra i suoi eredi e esecutore testamentario con il cognato Luigi Serena. Raimondo svolge le pratiche legali ed fa da mediatore per sanare litigi e tensioni fra gli eredi. Il fascicolo contiene le testimonianze di questa sua attività, il testamento olografo con diverse trascrizioni, le ultime volontà del marito Paolo Rossi, gli inventari e i progetti di spartizione, la corrispondenza con le autorità di tassazione e con gli eredi designati. Alla morte di Lavinia Rossi Gabuzzi solamente la sorella Evelina Serena é ancora in vita, mentre la sorella Giuseppina ved. Salvatori, residente a Costantinopoli, e i due fratelli Edoardo e Gustavo sono deceduti. Sono quindi i loro discendenti che ereditano e beneficiano dei legati.
Rossi, RaimondoIl notaio Giacomo Ant. Rossi, erede universale del defunto Filippo Ferrari, esegue le volontà del testatore che aveva disposto un legato di lire 4000 ad ognuno dei cinque nipoti Pollini, figli di sua sorella Giulia, o ai loro eredi; inoltre aveva disposto che fosse saldato il prestito di Lire 7000 che il padre Giuseppe Ferrari aveva contratto presso il genero Gaetano Pollini nel 1791, per la dote della figlia Giulia. Su questo capitale i Ferrari padre e figlio avevano sempre corrisposto gli interessi annui del 4%. A ciascuno dei due figli Pollini superstiti, conte Francesco e cav. Giovanni Battista, spetta quindi la metà del capitale. In questo fasc. sono registrati i conti dare e avere (legato dello zio, la metà del capitale di dote, interessi) e relativa corrispondenza con G. B. Pollini, rappresentato il più sovente dal figlio avv. Pietro. Nel fasc. - incompleto - figura anche la corrispondenza per un litigio risalente agli anni 1859-1863, relativa a interessi dovuti questa volta dagli eredi del cav. G. B. Pollini (deceduto nel 1858) al notaio G. A. Rossi, rappresentato dal fratello Cristoforo Rossi.
Rossi, Giacomo AntonioL'annuncio della morte di Filippo Ferrari e delle sue ultime volontà, in attesa della trasmissione di una copia autentificata del testamento, viene comunicata da Cagliari al notaio Rossi da Francesco de Cesaroni, nipote del defunto e dall'esecutore testamentario Tommaso Marini tramite il conte Francesco Pollini, residente a Mendrisio, altro nipote del defunto. Il notaio è informato che è stato nominato erede universale, nomina che egli si riserva di accettare con beneficio d'inventario. Il fasc. raccoglie la corrispondenza scambiata nel periodo luglio 1851-ottobre 1852 principalmente con Francesco de Cesaroni, incaricato dal notaio Giacomo Ant. Rossi di rappresentarlo a Cagliari. Da notare una contestazione da parte dell'esecutore testamentario Marini per la messa all'asta della casa Ferrari di Mendrisio nell'ottobre 1852 ; mentre Francesco de Cesaroni si interessa dell'acquisto per conto della figlia Matilde.
Rossi, Giacomo AntonioFilippo Ferrari morì il 16 luglio 1851 a Cagliari e nomina suo erede universale il cugino notaio e giudice del trib. d'appello di Mendrisio Giacomo Antonio Rossi, già suo procuratore in Ticino per vari decenni. Il notaio accettò l'eredità con beneficio d'inventario, poiché F. Ferrari finì la sua esistenza con poca sostanza e parecchi debiti. Le carte riguardano le attività del notaio nei mesi immediatamente successivi alla morte di F. Ferrari (pubblicazione di una grida per conoscere lo stato della situazione finanziaria del defunto, esecuzione dei legati, estinzione dei debiti) e poi negli anni successivi quando si eseguirono i legati e si sanarono i debiti. Contengono vari atti e inventari eseguiti in Sardegna e a Mendrisio e corrispondenza varia con l'esecutore testamentario a Cagliari, con i nipoti del defunto e persone terze.
Rossi, Giacomo AntonioIl fasc. contiene una copia di un testamento del rev. Quartironi (verosimilmente non l'ultimo poiché l'erede universale Giuseppe Ferrari non è ancora contemplato) e varie disposizioni per i suoi legati e la loro esecuzione che si protrasse diversi anni dopo la sua morte:
- 1771, 9 dic. : Testamento noncupativo del rev. Felice Quartironi fatto quando erano ancora viventi il fratello Pietro e le sorelle Pellegrina e Marianna che vivevano con lui (rogito Ambrogio Catenazzi di Morbio Inf., copia eseguita dal notaio).
- 1786: Istituzione di un legato per una messa quotidiana perpetua da celebrarsi nella chiesa del convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio (rogito di Giov. Battista Rusca, rogito di Giov. Battista Rusca, copia eseguita dal notaio) ; con un parere del vicario Giuseppe Stoppani del 1790.
- 1790: Legato per una messa festiva "ebdomadale" nella chiesa del monastero delle Orsoline di Mendrisio (rogito di Giovan Battista Rusca, 28 giu. 1790, copia eseguita dal notaio) e, Istituzione di una fondazione e approvazione del vescovo di Como ( rogito del notaio Tommaso Mainoni fu Giacomo Giuseppe di Como, 22 lug. 1790).
- 1801: Richiesta del segretario del Trib. di Mendrisio a Giuseppe Ferrari di fornire l'inventario e la stima dell'asse ereditario ; inventario (copia) ; notifica alla municipalità di Mendrisio dei fondi della casa Quartironi.
- 1805: 7 febr. esecuzione di due legati alla nipote Albertina Pottgietter [i.e. Potgieter] e alla pronipote Caterina Potgieter, residenti in Inghilterra. Testo firmato dai testimoni e copia con ricevuta dei procuratori delle legatarie.
- 1805: Memoria del priore Filippo Ferrari di Mendrisio sul legato Quartironi per le messe nella chiesa di S. Giovanni Battista, convento dei PP. Serviti.
- 1806: Legato a favore di Teresa Rossi di Giambattista, di Mendrisio: risoluzione del conflitto con l'erede Giuseppe Ferrari ( rogito di Giovanni Battista Torriani di Mendrisio, copia eseguita dal notaio).
Il 30 sett. 1820 moriva a Cagliari il conte Gaetano Pollini , originario di Mendrisio (Svizzera) e da vent'anni vedovo di Giulia Ferrari fu Giuseppe. Lasciava come eredi i figli Francesco che ereditava il titolo di conte, Giovanni Battista e Giuseppe (detto Peppino), la figlia Margherita maritata de Cesaroni e gli eredi della figlia defunta Maddalena maritata con il cavaliere Antonio Grimaldi di Catania (da cui il nome Grimaldi Pollini usato dai figli). Il figlio Enrico e le figlie Antonia e Giulia Grimaldi erano ancora minorenni e vennero rappresentati dal padre e dallo zio Filippo Ferrari, nominato procuratore generale dei Grimaldi per ovviare alla distanza che separava le famiglie e svolgere tutte le pratiche necessarie alla divisione. Le carte non contengono gli inventari dei beni del conte, che erano considerevoli in Sardegna e in territorio svizzero a Mendrisio e dintorni, né una distinta di quanto dovesse spettare ai Grimaldi, ma dalle lettere di Filippo Ferrari e di Antonio Grimaldi con il notaio Rossi risulta che le relazioni con gli zii Pollini, che gestivano la massa ereditaria, era assai teso. Il cav. Grimaldi li accusava di amministrare in modo disinvolto il patrimonio, di mancati riscontri sulle rendite e le proprietà da dividere e implicitamente di ledere gli interessi dei figli. In questo contesto la divisione ereditaria si protrasse fino al 1827 anno in cui finalmente venne rogato l'atto di divisione a Cagliari (13 luglio 1827) che non è presente in queste carte. Fra il 1827 e il 1828 il notaio G. A. Rossi ricevette due mandati dai Grimaldi per rappresentarli in Svizzera, allo scopo di finalizzare la divisione delle proprietà, dissipare i malintesi riguardanti gli interessi sulla massa ereditaria e, successivamente, di compiere tutti gli atti necessari a riscuotere i crediti e vendere i beni ereditati in Svizzera, che i Grimaldi desideravano al più presto trasformare in capitali da rimpatriare in Sicilia. Le liste e inventari sommari di quanto fosse stato assegnato ai Grimaldi, compresi alcuni crediti di difficile riscossione, suggeriscono che la divisione avvenne piuttosto a svantaggio della famiglia.
Rossi, Giacomo AntonioNel 1827 con la divisione dell'eredità del conte Gaetano Pollini vennero attribuiti ai nipoti Grimaldi , ancora minorenni, diversi terreni e una masseria con torchio a Stabio. Il 12 nov. 1829, suo ordine di Antonio Grimaldi amministratore dei figli, il notaio Rossi vendette la proprietà di Stabio ad Antonio Bianchi, consigliere di Lugano, e al fratello Carlo tesoriere, comproprietari della ditta Francesco Antonio Bianchi qdm Claudio, che gestiva "l'appalto de sali". Il versamento del capitale doveva avvenire alla maggiore età dei Grimaldi, e nel frattempo i Bianchi avrebbero versato gli interessi. La ditta però fallì nel 1830 trascinando nel fallimento anche i due fratelli e provocando il suicidio del tesoriere Claudio Bianchi. Vennero nominati due curatori della massa fallimentare e venne concordato un piano di liquidazione. Il notaio Giacomo Antonio Rossi riuscÌ a recuperare dei crediti appartenenti alla massa fallimentare, come controvalore dei terreni di Stabio. Il fasc. copre gli anni 1830-1831 e contiene documenti e corrispondenza con i Grimaldi e con l'avv. Airoldi, collega del notaio, che rappresentava vari creditori. Contenuto:
- Copia dell'atto di vendita del 12.11.1829, davanti al tribunale di prima istanza di Mendrisio, dei fondi situati a Stabio ereditati dai fratelli Grimaldi Pollini e Convenzione di vendita del 19.6.1829 fra il notaio Rossi e i compratori fratelli consiglieri Bianchi. Nella vendita sono incluse anche due porzioni di cantina e bigattiera ancora appartenenti allo zio Giambattista Pollini.
- Massa fallimentare Bianchi 1830: corrispondenza con i curatori, con l'avv. Airoldi procuratore di alcuni creditori fra cui Giacomo Ant. Rossi in rappresentanza degli eredi Grimaldi Pollini, circolari amministrative, prospetto di transazione
- Massa fallimentare Bianchi 1831: seguito della corrispondenza
- Autorizzazione data dal Tribunale di prima istanza di Mendrisio a G. A. Rossi di accettare la cessione di un credito di 16'000 Lire vs. gli eredi del sacerdote Giacomo Rossi di Arzo, e altri assegni sopra diversi debitori della massa Bianchi, in compensazione del prezzo di vendita del terreno degli eredi Grimaldi (28.6.1831)
- "Istrumento di cessione, assegno e saldo rispettivo fatto fra gli Ss.ri curatori delle masse liquidande Bianchi e giudice notaio G. A. Rossi procuratore Grimaldi Colonna, Rossi [Michele] e [Giambattista] Pollini": documento del 18.7.1831 che elenca i debitori attribuiti ai creditori della massa in liquidazione, in considerazione delle somme da loro pretese.
- Corrispondenza fra il debitore Bernardino Bianchi, che rimborsa parte delle 18'000 Lire dovute agli eredi Grimaldi e domanda una dilazione per il saldo (30.12.1831); accordo del 16.6.1832 dei curatori.
Diffida di pagamento inviata il 22.2.1838 dal notaio Giacomo Ant. Rossi a Giacomo Realini di Stabio, debitore degli eredi Grimaldi Pollini.
Rossi, Giacomo AntonioInventari che stabiliscono la parte di eredità del fu conte Gaetano Pollini spettante agli eredi della sua defunta figlia Maddalena, ossia i minori Antonia, Enrico e Giulia Grimaldi Colonna, rappresentati dal padre Antonio. Il notaio Giacomo Antonio Rossi si occupa delle pratiche divisorie. Carte contenute nel fascicolo:
- "Doppio dell'inventario delle carte retirate dal Notaio Rossi procuratore del Sr. Cav. Grimaldi per l'interesse (?) de di Lui figli coeredi Pollini di Mendrisio" (titolo sul retro del f.), ossia l'inventario degli atti che attestano le proprietà e i capitali toccati agli eredi Grimaldi, fornito dai coeredi fratelli Pollini e dal cognato De Cesaroni vedovo di Margherita Pollini. Documento datato 18.9.1827.
- "Divisione Pollini", bifoglio che elenca stabili, capitali, pegni, oggetti e mobilia, con annotazioni del notaio Rossi (non datato, 1827?).
- "Grimaldi D" : bifoglio che rappresenta la parte di divisione, denominata con la lettera D, assegnata nei luoghi di Mendrisio e Cagliari agli eredi Grimaldi (non datato, 1827?).
- "Stima dei vascelli di ragion Grimaldi" , ossia botti di vino esistenti nelle cantine "del sign. conte" e in quella assegnata ai Grimaldi: fogli con liste, note (a matita) e calcoli del notaio Rossi (non datato, 1827?).