Conflitti con Hunh; convenzione con Huhn 16.gen. 1941; acquisto di uno stabile
Rossi, RaimondoLa Confraternita del Santo Rosario è un'associazione di fedeli della Chiesa cattolica, approvata per la prima volta nel 1476 dal cardinale Alessandro Nanni Malatesta, legato pontificio e vescovo di Forlì [fonte 1].
La confraternita del SS Rosario di Besazio fu eretta nel 1653 con rogito del notaio F. Fossati di Meride, che la metteva sotto il patronato e la presidenza del parroco pro tempore di Besazio. Poco più di dieci anni dopo, la confaternita é beneficiaria nel testamento del concittadino Antonio Maria Fontana di Besazio, maestro lapicida emigrato a Roma e morto in quella città nel dicembre 1668. Riceve un legato in denari e degli immobili presso la chiesa di S. Andrea delle Fratte a Roma, con l'obbligo di effettuare beneficenza, celebrare numerose messe in suffragio della sua anima e assegnare annualmente una dote di 35 scudi a due zitelle povere del paese, per il matrimonio o la monacazione [fonte 2].
Nel "Libro di Spesa e Ricavata" (unità 01/01) sono inseriti i commenti dei parroci Carlambrogio Croce e Giuseppe Baroffi a questo riguardo, essendo responsabili della tesoreria della Confraternita negli anni tra il 1775 e il 1840. In particolare viene ricordato che gli obblighi del lascito testamentario di Antonio Fontana furono rispettati fino al 1778, quando la Confraternita, indebitata nella costruzione della nuova chiesa di Besazio non riesce ad ottemperare pienamente agli obblighi del testatore, e ottiene quindi dal vescovo di Como Giambattista Mugiasca, con decreto vescovile del 24 luglio 1785, di poter usare la metà dei redditi per sanare il debito e distribuire l'altra metà in proporzione ; con la clausola che una volta sanata la situazione si ritorni alle distribuzioni previste. Il parroco Giuseppe Baroffi attesta poi nel 1838 che i debiti furono pagati in pochi anni e che "presentemente la Confraternita é creditrice contro la Comune di Besazio stesso di L 5000 milanesi circa, e ne tiene in cassa circa altre quattro mille." Da quel momento la Confraternita continuerà nei suoi investimenti, con l'autorizzazione del vescovo Romanó, acquisendo beni immobili e prestando capitali per poi distribuire in proporzione ai parrocchiani e alla chiesa, aumentando anche il numero delle doti assegnate annualmente alle fanciulle bisognose del paese. Dopo la metà del sec. XIX, a cui principalmente si riferiscono queste unità archivistiche, i conti sono sottomessi durante alcuni anni anche al vescovo di Como. L'avv. Antonio Rossi funge da tesoriere negli anni 1873-1884.
La Congregazione é creditrice versi gli eredi fu Giuseppe Fontana che si era costituito debitore solidale per sua moglie e suo fratello. Gli atti sono per la maggior parte redatti dal notaio Cristoforo Rossi.
Rossi, Antonio, avvocatoIl registro riporta le entrate e uscite per i soli anni 1873-1874, riferite alla gestione di Besazio e a quella in Roma.
Rossi, Antonio, avvocatoFogli doppi che riportano i resoconti degli esercizi annuali ( entrate, uscite e bilancio). Non é chiaro perchè questi dati non si trovino sul registro iniziato nel 1873. Alcuni resoconti sembrano delle minute. Potrebbe trattarsi di copie per il cassiere, come indicato sui ff. degli anni 1880 : "resoconto del cassiere sig. Avv. A. Rossi corrispondente esattamete ai registri di entrata ed uscita della V.da Confraternita del SS Rosario di Besazio."
Rossi, Antonio, avvocatoConsiderazioni sopra le censure della Santità di Papa Paolo V contra la Serenissima Repubblica di Venetia del P. M. Paolo da Venetia, dell'Ordine de' Servi. - In Venetia : Appresso Roberto Meietti, 1673.
Sarpi, PaoloCorrispondenza e dossier tematici raccolti duranti il mandato al Consiglio di Stato del canton Ticino. Si tratta principalmente di copie di documenti riguardanti vari temi di finanza e economia, in minor misura giustizia e educazione. La corrispondenza è in gran parte proveniente da amici, politici ticinesi e varie personalità ticinesi e confederate, oltre che da privati cittadini che si raccomandano per impieghi o sottopongono altre faccende. Una piccola parte riguarda gli scambi con altre istituzioni (comuni, cantoni svizzeri, etc).
Rossi, RaimondoCristoforo Rossi, fratello del notaio Giacomo Antonio e suo procuratore speciale, tratta la vendita di alcuni fondi e di una masseria in Mendrisio con i fratelli Croci. I beni immobili erano parte dell'eredità che Filippo Ferrari lascia al cugino notaio Giacomo Antonio. I Croci ottengono un prezzo di favore e uno sconto del 4% alla condizione di assumersi il pagamento dei “vecchi e nuovi legati di cui è gravata l’eredità ", in particolare la parte di legato lasciato da Filippo ai nipoti Giambattista Pollini e Matilde Cesaroni ved. Pollini.
Rossi, Giacomo AntonioBattista Galli é probabilmente commerciante in vini e tabacchi e possiede verosimilmente anche un banco di vendita al dettaglio.
Si vede che fornisce ai fratelli avv. Antonio e dr. Raimondo vino sciolto e sigari. Viene ripagato con uva bianca e rossa proveniente dalla masseria Zoppi di Besazio. Il conto copre gli anni 1866-1868
Documenti relativi alle vertenze e ai conti dare e avere fra Giuseppe Maria Ferrari fu Simone e i fratelli Antonio Maria e don Alessandro Franchini, figli del fu Giovanni Battista. Il saldo definitivo dei conti con gli eredi Franchini venne confermato il 12.12.1752, dopo la morte di Giuseppe Ferrari, dai curatori del figlio Giuseppe Simone, ancora minorenne.
Rossi, Giacomo Antonio