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Description archivistique
CH AFR GA.FE.Serie A.e.06 · Pièce · 1719
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Dichiarazione fatta a Milano il 25 sett. 1719, davanti al notaio Carlo Antonio D'Alberti e testimoni, da Antonio Rossi fu Giovan Maria, che dichiara di aver ucciso il 2 nov. 1716 il parroco Stefano Antonio Ferrari, del fu Simone "mosso semplicemente dalla propria passione", dopo una lite provocata dal mancato pagamento di "un busto d'un mio quadro che detto sign. curato mi negava e che per tal causa mi aveva fatto fare molte spese e che mi ha reso miserabile". Il dichiarante afferma di essere il solo responsabile del delitto e confessa di aver estorto ai fratelli del parroco e in particolare a Giuseppe Ferrari la somma di 50 Filippi, minacciandoli di confessare la loro partecipazione come istigatori del delitto. L'atto viene stipulato dal notaio nell'abitazione del marchese Alessandro Trivulzi situata nella parrocchia di S. Alessandro in Zebedia (oggi Palazzo Trivulzi in Piazza S. Alessandro).
Sull'esterno dell'atto (calligrafia attribuita a Giuseppe Maria Ferrari): *"Carta fata di Antonio Rossi Fosati ucisore del fu povero curato di Arzo".

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.b.17 · Dossier · 1856
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

I fratelli Giuseppe e Domenico Ferrari volevano effettuare alcune modifiche alla loro casa situata di fronte alla chiesa di Arzo, dopo la morte del fratello sacerdote Stefano Antonio, già parroco di Arzo. I lavori di innalzamento dei muri suscitarono l'opposizione della Chiesa. Dopo diverse ingiunzioni da parte del vicario foraneo della diocesi di Como e del capitano reggente di Lugano, per far cessare la costruzione, la vertenza finì con un arbitrato nel 1725-1726. Un secolo più tardi, nel 1856, la casa era passata nelle mani di Domenico Canzani. Alla sua morte venne pubblicata una grida per l'eredità a beneficio d'inventario, che riaffermò la servitù verso la Chiesa parrocchiale, che impediva ogni ulteriore trasformazione e innalzamento.
Il fasc. contiene:
• Disegno planimetrico dell'interno della chiesa di Arzo e dell'area circostante (casa Ferrari), ca. 1720
• Esposizione dei fratelli Ferrari davanti al lod. Sindacato di Lugano in favore della loro fabbrica (17 ago. 1720)
• Dichiarazioni e sentenze del Landamano Beroldingen (17 e 27 ago. 1720; testi in tedesco)
• Intimazioni del reggente capitano di Lugano ai flli. Ferrari, per la cessazione della fabbrica (giu.-set. 1720)
• Intimazioni del vicario foraneo della diocesi di Como ai flli Ferrari in difesa della Chiesa di Arzo
• Arbitrato del Capitano reggente di Lugano (24-27 lug. 1725)
• Aggiustamento finale tra la Ven.da chiesa parrocchiale e i fratelli Ferrari (3 gen. 1726, notaio Giovanni Oldelli di Meride)
• Conferma della servitù sulla ex-casa Ferrari ora degli eredi fu Domenico Canzani (17 ott. 1856, Cristoforo Rossi notaio e sindaco di Arzo)

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.e.05 · Pièce · 1716
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Il parroco Stefano Ant. Ferrari scrive una lettera (in data 9 luglio 1716) ad un'autorità ignota (forse ecclesiastica) per lamentare il comportamento di certi parrocchiani che sembrano non voler pagare le messe da lui celebrate. Critica l'operato del suo predecessore, non vuole presentare il libro delle messe ma chiede che gli si presentino i confessi da lui rilasciati, per provare ii pagamenti versati. Termina dicendo "V.S. soleciti perché questi sono partiti di tirar alla longa". Conosciuto come irascibile e anche violento, il parroco Ferrari muore il 2 nov. di quello stesso anno, ucciso da un creditore.

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.b.11 · Pièce · ca 1716
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Annotazioni sui rendimenti generati da fondi non identificati, appartenuti al curato d'Arzo don Stefano Antonio Ferrari, morto il 2.11.1716. Vengono elencate le rese in frumento, segale e vino e i pagamenti delle taglie avvenuti fra il 1692 e il 1715, e che spetteranno dal 1716 agli eredi, più particolarmente al fratello Giuseppe [Maria] Ferrari il cui nome figura sull'esterno del documento.

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.b.08 · Pièce · 1708
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

"Confessio fauere D.D. fratrum Ferrari.om qm. D. Smonis Artÿy a D. Donato Maderno". Donato Maderni del fu Giov. Paolo di Capolago, anche a nome del fratello Cristoforo, riconosce di aver ricevuto da don Stefano Ferrari curato di Arzo la somma di L. imperiali 700 e 148 L. di interessi, per un debito contratto nel 1694 dal padre Simone Ferrari con don Carlo Maderni, parroco di Clivio pieve di Arcisate, suo fratello defunto. Rogito di Giovanni Oldelli del 22 feb. 1702, copia autentificata datata 7 dic. 1708.

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.b.04 · Pièce · 1681-1694
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Rogito del notaio Alfonso Oldelli di Meride datato 29.12.1681 che registra la vendita di un terreno ad Arzo fatta da Nazaro Rossi del Giorgino a Giovan Paolo Saxo di Stabio, con imposizione di un censo e possibilità di riscatto. Questo per dotare la figlia Giovanna moglie di mastro Giov. Angelo Rossi. In calce al rogito figura una "memoria" datata 29.11.1694 del curato di Arzo Stefano Antonio Ferrari del fu Simone, che fa da intermediario per la retrovendita e successiva cessione del terreno ai fratelli Cristoforo e Carlo Gamba, che lo dividono fra di loro. Il curato riassume le transazioni e versa la somma scudi novantasei a Giovanni Paolo Saxo, rappresentante di Cristoforo Gamba risiedente a Dresda.

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.b.09 · Dossier · 1696-1713
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Tre rogiti di compravendita, i primi due riuniti da una cucitura:

  • rogito del 29 ott. 1696, notaio Alfonso Oldelli di Meride: Sidonia Ferrari vedova di Vitale Rossi de Sina, di Arzo e procuratrice del figlio Carlo Giuseppe, fa vendita con patto di riscatto (cum gratia) del terreno detto Tamporida a Saltrio ai fratelli mastri Costantino e Francesco Fossati de Maffio;
  • rogito del 24 dic. 1708 di Giovanni Oldelli fu Alfonso: Virgilia Fossati erede del fu Costantino e moglie di Antonio Rossi de Sina, cede il credito verso gli eredi della fu Sidonia al rev. sacerdote Carlo Giorgio Rossi del Paolino, figlio di Giacomo;
  • rogito del 21 agosto 1713, di Giovanni Oldelli fu Alfonso: il sacerdote Carlo Giorgio Rossi fa retrovendita del credito al parroco di Arzo Stefano Ferrari che agisce per conto di una persona che si riserva di indicare.
Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.b.07 · Pièce · 1699
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Rogito di Alfonso Oldelli di Meride, 16 maggio 1699. Il curato di Arzo Stefano Antonio Ferrari acquista per sè e suoi fratelli Francesco, Biagio, Domenico e Giuseppe, congiuntamente con Stefano Ferrari di Domenico [suo cugino] un terreno ad Arzo detto Chioso Simonini, da Francesca Polata [Polatta] di Melano, ved. di Tommaso e tutrice del figlio minorenne Paolo. Il rogito fa riferimento all'ultimo testamento del marito, rogato da Bartolomeo Lobbia di Lugano nel genn. 1695, che lasciava la moglie amministratrice del patrimonio. Il chioso era stato acquistato da Francesca Polatta in un periodo imprecisato agli eredi di un "Simonino Ferrari", che non sembra imparentato con gli acquirenti. Il curato Stefano Antonio agisce come rappresentante del fratello Giuseppe e dei fratelli Francesco e Biagio che si trovavano a Roma.

Rossi, Giacomo Antonio