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Amministrazione Ferrari
CH AFR GA.FE · Sous-fonds · 1580 ca. - 1874
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Il sub-fondo è composto da documenti a volte assai frammentari, che coprono un periodo di più di due secoli, dalla fine del Cinquecento alla prima metà dell'Ottocento, e che riguardano i possedimenti (fondi e capitali) acquisiti nel tempo dagli antenati di Filippo Ferrari (1780-1851), figlio di Giuseppe Simone (1734-1813) e di Maddalena Torriani (1741-1824), ultimo discendente di questa famiglia originaria di Arzo e stabilita a Mendrisio verso il 1733. I Ferrari di Arzo potrebbero essere stati in origine un'unica famiglia, che si divise poi in vari rami. Il ramo dei Ferrari di Mendrisio ha come capostipite Stefano figlio di Simone e si imparentò con i Rossi del Paolino, per cui si comprende il legame fra "cugini" seppur lontani che persistette fra Filippo Ferrari e il notaio Giacomo Antonio Rossi.
Le carte più antiche (fine del sec. XVI - sec. XVIII) riguardano in gran parte atti di compravendita, concessioni di prestiti a terzi, sottoscrizioni di pegni per l'ottenimento di capitali, atti di fine ereditaria delle figlie sposate, doti, testamenti. La parte più consistente del sub-fondo riguarda il sec. XIX dopo la morte di Giuseppe Simone Ferrari nel 1813 e soprattutto dopo la morte della moglie Maddalena Torriani nel 1824, quando interviene il notaio Giacomo Antonio Rossi nella cura degli affari della famiglia. Il notaio Rossi fu in seguito il procuratore generale dell'erede Filippo Ferrari che risiedeva a Cagliari e che non tornò mai in Ticino. Filippo fece testamento nominando suo erede universale il cugino notaio. Anche nel periodo ottocentesco la documentazione si riassume ad atti che riguardano i possedimenti Ferrari in Ticino e nel territorio di Como, e la loro amministrazione. Una parte importante dei documenti di questo periodo riguarda la corrispondenza di Filippo con il notaio Rossi, che ruota essenzialmente attorno all'amministrazione dei fondi e alla riscossione dei fitti con le frequenti richieste di invio di denaro da parte di Filippo. Vengono anche descritte le non sempre facili relazioni fra Filippo e il cugino Giovanni Torriani, che venne ospitato e mantenuto a Cagliari per parecchio tempo, e le relazioni con i nipoti Grimaldi e Pollini, eredi del conte Gaetano Pollini, originario di Mendrisio.
Il sub-fondo contiene inoltre due serie particolari: la prima riguarda i beni del canonico Carlo Felice Quartironi di Mendrisio, che lasciò per motivi ignoti la sua eredità a Giuseppe Simone Ferrari, il quale assunse il cognome Ferrari-Quartironi. La seconda è costituita dalla corrispondenza e vari atti di vendita riguardanti il cugino Giovanni Torriani che doveva a Filippo Ferrari ingenti somme di denaro, per estinguere le quali alienò una gran parte della sua fortuna fondiaria.
Dopo la morte di Filippo Ferrari nel 1851, la corrispondenza del notaio Rossi continuò per alcuni anni con i fratelli Torriani e le famiglie Pollini, de Cesaroni e Grimaldi Colonna, per eseguire le disposizioni testamentarie di Filippo Ferrari loro cugino, zio e prozio. Nell'ultimo decennio della sua esistenza il notaio diventato giudice del tribuanle d'appello fu sempre più occupato e si fece rappresentare dal fratello notaio Cristoforo, di cui rimangono gli interventi nelle pratiche per l'eredità e presso i creditori del fu Filippo Ferrari.
Per una migliore comprensione dei contenuti di questo subfondo e della storia di questa famiglia Ferrari, delle parentele con i Rossi del Paolino e altre famiglie che figurano nelle carte, è consigliato fare riferimento alla genealogia Ferrari-Pollini, qui allegata in formato PDF, eseguita presso l'archivio diocesano di Lugano e completata con altri dati tratti dai documenti stessi o dalle fonti secondarie citate in nota.

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A · Série organique · 1583-1756
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

La serie contiene scritture private e copie di atti notarili che riguardano gli antenati Ferrari di Arzo, discendenti dal capostipite Domenico di Simeone (morto ca 1602). Le carte sono frammentarie e riguardano testamenti, divisioni e liquidazioni ereditarie, doti, atti di compravendita e cessioni di crediti, nel periodo compreso fra la fine del sec. XVI e la seconda metà del sec. XVII. I documenti si riferiscono principalmente a Simone Ferrari figlio di Domenico (ca 1555-1628) e ai figli Giovan Maria (1580-1650), Antonio, parroco di Arzo (1672-1716) e Stefano (1585-1653) e al nipote di Stefano, Giuseppe Maria Ferrari (1674-1751) che si stabilì a Mendrisio attorno al 1730 e al quale si deve verosimilmente la conservazione di queste carte. Da rilevare la scrittura matrimoniale del dicembre 1660 fra Simone Ferrari, di Stefano (1634-~1696) e Caterina Rossi del Paolino, di Francesco (n. 1636), genitori di Giuseppe Maria Ferrari, il cui matrimonio, celebrato ad Arzo il 25 gennaio 1661, sancì la parentela con il notaio Giacomo Antonio Rossi.

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.b · Sous-série organique · 1660-1750
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Atti notarili e scritture private che riguardano vendite e riconoscimenti di debiti o crediti in relazione al patrimonio di Simone (Carlo Simone) Ferrari e in parte dei suoi fratelli Domenico e Antonio. Gli atti di inizio Settecento riguardano inoltre i figli Domenico, don Stefano parroco di Arzo e Giuseppe Maria, che ereditano dal padre morto nel 1696.

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.d.07 · Dossier · 1723-1734
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Fascicolo costituito da ff. sparsi, in origine intercalati ai fasc. dei testamenti Ferrari e visibilmente incompleti :

  • Decisione dell'illustrissimo capitano di Lugano relativa alla divisione di quanto lasciato dallo zio Antonio Ferrari fu Stefano, deceduto il 18 marzo 1723, ai nipoti e eredi dei suoi fratelli Simone e Domenico Ferrari.
  • legato per messe di Marta Franchini [seconda moglie di Giuseppe Maria Ferrari, fu Simone] del 1734;
  • conti dare e avere fra i Ferrari e i Franchini (ca 1732/1734)
  • nota di Giuseppe Ferrari per Diego Maderni (1734)
CH AFR GA.FE.Serie A.a.03 · Dossier · 1603
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Divisione fra i fratelli Simone e Andrea figli del fu Domenico che per conservare una buona intesa separano la loro sostanza rimasta in comune, con rogito di Giov. Oldelli del 3 marzo 1603 (copia del rogito autentificata dal notaio). Vengono elencati i beni immobli in parte tirati a sorte e in parte divisi a metà, secondo quanto deciso nel testamento del padre Domenico rogato dallo stesso notaio l'anno precedente (1602). I fondi sono numerosi, fra Arzo, Rancate, Besazio, Ligornetto e Stabio. Vengono poi divisi a metà crediti e debiti e beni immobili compresi i mulini per il grano e per il taglio della pietra. Vengono ricordati due debiti verso Sidonia, moglie di Simone : il primo di scudi 400 per la dote sottoscritta da Domenico e dal figlio con atto del notaio Oldelli, e il secondo di scudi 50 legati alla nuora da Domenico nel suo testamento. Inoltre viene specificato che beni da dividere comprendono il ricavato della divisione precedente fra i fratelli defunti Domenico e Giovan Maria, dopo la cessazione della loro attività, avvenuta nel 1586.

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.d.05 · Dossier · 1727
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Due arbitrati e una contestazione sulla divisione ereditaria riguardante i figli maschi del fu Simone Ferrari:

  • 1727 maggio: Arbitrato fra i fratelli Ferrari fu Simone e i cugini Ferrari fu Stefano. Arbitrato fatto dal capitano reggente di Lugano. Testo riassuntivo in latino e italiano, per mano del notaio Giuseppe Rusca. Sull'esterno della carta la nota ; "Ai sign, Antonio e Simone fratelli Ferrari qdm Stefano di Arzo". I fratelli Giuseppe e Domenico Ferrari fu Simone sono condannati a versare ai fratelli Biagio e Francesco residenti a Roma parte di un legato lasciato dallo zio paterno Antonio (n. 1639). Sono inoltre condannati a versare ad Antonio e Simone, figli del fu Stefano [loro cugini] parte degli interessi ricevuti da un debitore Allio, e a rispettare un arbitrato che intimava di levare le opposizioni alla trasformazione di un'abitazione dei flli Ferrari fu Stefano. Unita una lettera di Giuseppe Ferrari a Gerolamo Maderni, riferita all'arbitrato.
  • 1730, 19 ott. Copia dell'atto originale, autentificata dal notaio Giovanni Oldelli di Meride. I fratelli Biagio e Francesco Ferrari del fu Simone, che convivono a Roma reclamano ai fratelli Giuseppe e Domenico, conviventi ad Arzo, la parte dell'eredità paterna e materna, nochè quella del defunto fratello Stefano curato d'Arzo; domandano inoltre i conti dell'amministrazione di quei beni che i due fratelli di Arzo hanno goduto in comune. Sono nominati arbitri il notaio Giovanni Oldelli di Meride, confidente dei fratelli Biagio e Francesco, e il cognato Giovan Battista Rossi, di Giacomo confidente di Giuseppe e Domenico. L'arbitrato "per togliere le controversie, odiose spese e liti" assegna ai fratelli di Roma 1600 scudi da versare in acconti di 400 scudi ogni due anni, dal 1730 al 1736, senza interessi ma con sanzioni previste in caso di mancato pagamento.
  • 1737, 23 gen. Decisione del Landscriba Beroldingen riguardo alla protesta dei fratelli Blasio e Francesco Ferrari per la parte loro spettante sulla proprietà di Bisio e riguardo al loro credito verso il fratello Giuseppe [l'altro fratello Domenico era deceduto nel 1730]. Copia destinata a Giuseppe Ferrari, che nota sull'esterno del f. : "25 genar 1737. Mi è stato consegnata la presente copia"; [sottostante, con altra calligr.¨]: "La quale coppia verte anche sopra la possesione di Bisio"
Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.a.04 · Dossier · ca 1637-1638
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Documento incompleto. Il notaio Giovanni Oldelli di Meride redige la lista degli atti stesi da lui stesso e dal padre Giovanni Antonio, durante un periodo di circa 50 anni (dall' inizio del 1580 alla fine del 1630 circa), per conto dei fratelli Simone e Andrea Ferrari del fu Domenico e dei figli di Simone, Giovanni Maria, Antonio (sacerdote) e Stefano. Vengono indicati il prezzo dell'atto e quanto dovuto da ciascuno, secondo una divisione cui fa riferimento. Viene indicata anche la data di un testamento del fu Domenico Ferrari redatto il 2 aprile 1584 (apparentemente un secondo testamento venne redatto più tardi nel 1602 come appare nel documento GA.FE.Serie A.a.04).
Descrizione dei fogli:

  • ff. 1-2 [incipit]: "Instr. spectantia Dd. Simoni et Andree fratribus Ferrarÿs uti filÿs et heredibus qm D. Simoni de Artio rogato à D. Joanne Oldello not. , que sunt in communione inter eos fratres et d. D. Simonis filios [segue sul verso:] Sequntur Instra. spectantia antedicto D. Simone filio antedicti D. Dominici que sunt in communione cum Dd. Stephano, JO:Maria et Rev. D. prbro Ant. eius filiis ...";
    f. 3 [incipit]: "Instr. spectantia D. Dominico Ferrari Artii, et d. Simoni et Andrea filÿs rogata à d. Joanne Oldello not. [segue sul verso:] Sequntur Instra.rogata à qm. D. Jo: Antonio Oldello";
    f.4 : foglio con calcoli
    f. 5 [incipit]: "Instr. spectantia D. Stephano Ferrari f. qm. Simonis de Artio, rogata à D. Joanne Oldello not.o". l foglio porta nell'angolo in alto a sin. la lettera B che indica il riferimento alla parte assegnata a Stefano Ferrari (ca 1585 - 1653), nonno di Giuseppe Maria Ferrari.
Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.c.01 · Pièce · 1644
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Copia di un rogito del 7 aprile 1637, tratto dalle imbreviature del fu notaio Giovanni Antonio Oldelli, eseguita dal figlio Giovanni Oldelli il 23 maggio 1644. Rogito della rinuncia ereditaria di Lucia Ferrari, figlia di Stefano di Arzo, e moglie di Camillo Fossati.

Rossi, Giacomo Antonio
Fondo Giacomo Antonio Rossi
CH AFR GA · Fonds · ca 1580 - ca 1874

Faldoni e carte sparse raccolte o create dal notaio G. A. Rossi, o a lui attribuibili con certezza. Con l'aggiunta di un sub-fondo "Ferrari" proveniente da un'eredità tardiva del notaio. Nell'ultimo decennio della sua esistenza venne coadiuvato dal fratello più giovane notaio Cristoforo che agiva anche come suo procuratore.
Comprende:

  • documenti relativi alla gestione dei beni della famiglia, della moglie e di varie famiglie imparentate con i Rossi del Paolino, che includono a volte documenti più antichi raccolti come documentazione allegata;
  • documenti relativi all'attività notarile;
  • documenti conservati separatamente anche se non totalmente ordinati, relativi alla cosiddetta "amministrazione Ferrari", cioè l'attività svolta dal notaio come amministratore dei beni di Filippo Ferrari, figlio di Giuseppe Simone, famiglia di Arzo stabilita a Mendrisio con la quale i Rossi del Paolino avevano una lontana parentela. Filippo Ferrari, morto senza eredi e ultimo discendente della famiglia, nominò suo erede universale il notaio Rossi. Per questa ragione tutta la documentazione della famiglia Ferrari, raccolta e conservata verosimilmente dall'antenato Giuseppe Maria Ferrari, venne recuperata dal notaio.
Rossi, Giacomo Antonio