fondi rustici

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  • Proprietà terriere sulle quali si esercita un'attività agricola

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  • Thesaurus del nuovo soggettario. Bibl. nazionale centr. di Firenze [online]: https://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=14952
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        CH AFR GA.FE.Serie F.09 · Dossier · 1828-1835
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        In un fasc. intitolato "Acquisto delle ragioni di Breggia", il notaio Giacomo Antonio Rossi procuratore di Filippo Ferrari e dal 1831 anche di Giovanni Torriani, raccolse le carte che riguardavano i fondi ereditati dai sette fratelli Torriani fu Giovanni Battista di Mendrisio, situati nel territorio detto della Breggia sui comuni di Piazza e Cernobbio. I fondi erano soggetti per diritto feudale alla Mensa vescovile di Como, che rilasciava un'investitura a coloro che volevano beneficiarne. Titolari del godimento dei beni con un "livello perpetuo" sono i mezzadri Francesco Faverio e Antonio Lupi, che versano un canone ai Torriani. Nel 1831 Giovanni Torriani vende la sua parte di fondi al cugino Ferrari per sanare i debiti che aveva verso di lui (rogito Demetrio Salta, Cagliari, 2 set. 1831). Nel 1833 gli affittuari e il nuovo proprietario Ferrari riconoscono reciprocamente i loro diritti. Affitti rustici e vendite dovevano però sottostare all'investitura della Mensa vescovile, che era apparentemente stata dimenticata; venne quindi riconfermata ai sette fratelli Torriani nel 1834 e successivamente venduta, con atto del 1835, a Francesco Faverio. Il fascicolo contiene:

        • Copia autentificata del rogito del 27 mar 1828 del notaio Gaetano Sarti di Como che sancisce l'investitura livellare (l'affitto) su ciascuna delle sette parti spettanti ai fratelli Torriani dei fondi e mulini in Breggia, a favore dei signori affittuari Francesco Faverio e Antonio Lupi, con il riconoscimento da parte della Mensa vescovile di Como ;
        • atto notarile fatto a Vacallo l'11 giugno 1833 dal notaio Rossi, che conferma il livello perpetuo assegnato ai signori Faverio e Lupi dai fratelli Torriani, che riconoscono il nuovo proprietario Filippo Ferrari, per quanto riguarda la parte precedentemente appartenuta al di lui cugino Giovanni Torriani, compreso il versamento del canone annuo ;
        • copia (minuta del notaio Rossi) dell'investitura accordata dalla Mensa vescovile di Como ai fratelli Torriani fu Giovan Battista sui fondi e mulini della Breggia;
        • copia (minuta del notaio Rossi) dell'atto del 1 ott. 1835, che sancisce la vendita del diritto feudale di investitura della Mensa vescovile di Como a Francesco Faverio. Con la descrizione della settima parte dei fondi già di Giovanni Torriani e ceduti a Filippo Ferrari.
        Rossi, Giacomo Antonio
        Parenti Torriani
        CH AFR GA.FE.Serie F · Série organique · 1749-1853
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        La serie raccoglie una documentazione frammentaria che riguarda la famiglia di Giovanni Battista Torriani (1757-1823), zio per parte materna di Filippo Ferrari. Vi si riscontrano scritture private e rogiti notarili riguardanti l'eredità di G. B. Torriani divisa fra i sette figli, e più particolarmente la settima parte ereditata dal figlio Giovanni (fondi agricoli nel territorio di Como e Mendrisio). La parte più importante e coesa riguarda la corrispondenza fra Giovanni Torriani e il cugino Filippo Ferrari, e fra Torriani e il notaio Giacomo Antonio Rossi, procuratore di Filippo Ferrari, che fu anche procuratore di Giovanni Torriani per una decina d'anni (1831-1840). Oggetto della corrispondenza sono quasi sempre i litigi di Giovanni con i fratelli durante la divisione ereditaria paterna e materna o le sue richieste di denaro. Le carte illustrano le attività del notaio nell'amministrazione dei beni ereditati da Giovanni Torriani a Mendrisio ("Chioso Bosia") e in territorio comasco (settima parte dei fondi di Cermenate e Bregnano e fondi della Breggia, sui comuni di Piazza, Cernobbio e Monte Olimpino), e i suoi sforzi per risolvere i numerosi debiti accumulati da Giovanni verso i familiari, verso il cugino Filippo Ferrari e verso terze persone, che portò alla graduale alienazione dei fondi.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie F.03 · Pièce · 1817
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Rogito del 27 feb. 1817, notaio Gaetano Perti di Como. Divisione fra Teresa Porta Maranesi e Giovanni Battista Torriani dei fondi situati in territorio di Cermenate, intestati al patronato di Santa Maria Nuova di Cosia in Borgo Vico (Como), appartenente per metà ai Maranesi e per l'altra metà al nobile Torriani, che lo aveva acquistato nel 1801 dalla famiglia Bosia.
        La divisione avviene dopo una stima dell'agrimensore Antonio Citterio. L'elenco dei terreni è dettagliato nel rogito. Vengono formati due lotti (piedi A e B) assegnati per estrazione a sorte ai due proprietari. Il valore dei due lotti corrisponde a 8977 Lire milanesi. L'atto notarile precisa che "Li beni stati come sopra divisi provengono dalla sostanza di compendio del così detto Ospitale di Santa Maria Nuova che apparteneva alla famiglia Maranesi e Bosia, e che in virtù della Legge 6 Termidoro [anno] V, § 7 si sono resi liberi nei possessori appartenendo al Sig. Torriani la metà per acquisto che fece dalle signore Lucrezia e Marianna sorelle Bosia di Mendrisio per Istromento ricevuto dal notaro di Mendrisio sig. Gio. Battista Rusca". La legge citata è quella del "codice civile napoleonico" del 24 lug 1797, che abolisce le primogeniture e parifica il diritto di successione fra uomini e donne, rendendo possibile alle sorelle Bosia di disporre interamente della loro parte ereditaria.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie F.04 · Dossier · 1802-1823
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Giovanni Battista Pogliani e la moglie Teresa Porta Maranesi, erede della metà del patronato di Santa Maria Nuova in Borgo di Vico in territorio di Como, amministrano i fondi del beneficio anche a nome di Giovanni Battista Torriani, che aveva acquistato l'altra metà del patronato dalle sorelle Bosia di Mendrisio. Gli amministratori redigono i conti dare e avere fra i patroni, e corrispondono con G.B. Torriani riferendo l'andamento dei raccolti, delle vendite e degli obblighi inerenti al patronato. La documentazione è frammentaria e riguarda i conti del 1801, 1804 e 1809, il conto della raccolta 1812 con una memoria sulle messe celebrate in S. Maria Nuova (per obbligo legato al patronato).

        Rossi, Giacomo Antonio