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Note(s) sur la portée et contenu

  • Cose, prestazioni e specialmente somme di denaro che si ha l'impegno di dover restituire a qualcuno

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  • Thesaurus del nuovo soggettario. Bib. nazionale centrale di Firenze (online) - http://thes.bncf.firenze.sbn.it/index.html
  • id: 10339
  • Treccani.it - Encicl. Treccani online - http://www.treccani.it/

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        CH AFR GA.FE.Serie C.c.14 · Pièce · 1822-1836
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Registro creato dal notaio Giacomo Antonio Rossi, che già curava gli interessi del padre di Filippo Ferrari, per il periodo 1822-1836. Il registro inizia con un indice di 25 nomi e le rispettive somme dovute. Per ognuno sono riservati 2 ff. del registro, che portano i pagamenti e varie annotazioni relative al saldo del debito o al modo di pagamento. La metà del registro è stata privata dei fogli che risultano tagliati ma tutti i nominativi elencati nell'indice sono presenti nel registro.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR PF.Serie C.d.14 · Pièce · 1805-1828
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        [Intestazione]: “Registro nel quale si contiene la descrizione dei crediti che ha il Circolo di Riva S. Vitale verso la Repubblica e Cantone Ticino per imprestiti. E dei debiti che detto Circolo tiene verso li diversi Particolari contrati per fare i premessi imprestiti, colla descrizione dei interessi che si ricevono sui primi, e di quelli che si pagano sui secondi” .
        [Porta sul verso del f.] “In giugno 1815. Il presente registro viene formato dal sottoscritto Giudice di Pace del Circolo di Riva S. Vitale per la regolarità, e chiarezza della cassa in ogni tempo avvenire. Paolo Francesco Rossi”

        Su ogni foglio e sul verso dei ff. 3 e 5 si riconoscono aggiunte per mano del figlio di Paolo Francesco Rossi, il notaio Giacomo Antonio che annota gli interessi versati a diversi particolari negli anni 1816-1818. 1 f. piegato inserito nel registro, datato 1820-1821, porta: “Nota dei fitti da pagarsi con denaro ricevuto dal cantone per conto delle cinque comuni di Arzo, Meride, Tremona, Besazio e Rancate. Nota riguardante il notaio Venanzio Rusconi” [nota di Giacomo Antonio Rossi]

        Rossi, Paolo Francesco
        CH AFR GA.FE.Serie A.f.03 · Pièce · 1710-1728
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Copia (non datata) del rogito del 4.11.1710 estratto dalle imbreviature del notaio Cosimo Damiano Pahemius fu Marco, di Balerna. Antonio Franchini fu Domenico di Mendrisio, riceve un prestito di Lire mille da Giovan Paolo Monti figlio di Giovan Maria di Balerna, residente a Breggia. In pegno vengono dati tre terreni a Balerna. In calce al rogito, confesso datato Balerna, 24 gen. 1728 dei fratelli Monti fu Giovan Maria, che dichiarano di aver ricevuto il saldo del debito e degli interessi da Giuseppe Maria Ferrari, genero di Antonio Franchini. Sul retro del f., alla stessa data, Giuseppe Ferrari nota di aver pagato i fratelli Monti e che la somma gli è stata scontata nel contratto di acquisto della "possessione di Bisio sotto Balerna".

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR RA.Serie A.b · Sous-série organique · ca. 1870-1952
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        La sottoserie raccoglie documenti riguardanti le azioni intraprese per sanare i debiti dell'avv. Antonio Rossi, con la vendita di beni immobili. Contiene: Inventari, conti e atti notarili riguardanti la successione del padre di Raimondo e Caterina Rossi; documenti relativi all'eredità della madre Antonietta Formenti; documenti vari isolati riguardanti interventi di ristrutturazione o riparazione nelle proprietà famigliari ; documenti riguardanti i beni personali di R. Rossi e della moglie Bianca Chicherio.

        Rossi, Raimondo
        Parenti Torriani
        CH AFR GA.FE.Serie F · Série organique · 1749-1853
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        La serie raccoglie una documentazione frammentaria che riguarda la famiglia di Giovanni Battista Torriani (1757-1823), zio per parte materna di Filippo Ferrari. Vi si riscontrano scritture private e rogiti notarili riguardanti l'eredità di G. B. Torriani divisa fra i sette figli, e più particolarmente la settima parte ereditata dal figlio Giovanni (fondi agricoli nel territorio di Como e Mendrisio). La parte più importante e coesa riguarda la corrispondenza fra Giovanni Torriani e il cugino Filippo Ferrari, e fra Torriani e il notaio Giacomo Antonio Rossi, procuratore di Filippo Ferrari, che fu anche procuratore di Giovanni Torriani per una decina d'anni (1831-1840). Oggetto della corrispondenza sono quasi sempre i litigi di Giovanni con i fratelli durante la divisione ereditaria paterna e materna o le sue richieste di denaro. Le carte illustrano le attività del notaio nell'amministrazione dei beni ereditati da Giovanni Torriani a Mendrisio ("Chioso Bosia") e in territorio comasco (settima parte dei fondi di Cermenate e Bregnano e fondi della Breggia, sui comuni di Piazza, Cernobbio e Monte Olimpino), e i suoi sforzi per risolvere i numerosi debiti accumulati da Giovanni verso i familiari, verso il cugino Filippo Ferrari e verso terze persone, che portò alla graduale alienazione dei fondi.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie A.e.02 · Pièce · 1711
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Rogito estratto dalle imbreviature del fu notaio Alfonso Oldelli di Meride, datato 4 ott. 1689, copia eseguita dal figlio Giovanni nel 1711.
        Il parroco di Tremona Joseph Matius acquista un terreno di poco più di 2 pertiche a Tremona, con promessa di pagamento entro otto anni, dal rev. Andrea Fossati fu Silvestro e da sua nipote Francesca Lucia, figlia del fu Sebastiano. Il documento ritrovato fra le carte degli "antenati Ferrari" non trova riscontro con altri documenti dei Ferrari; figurano solo due Ferrari di Tremona fra i testimoni e pronotai.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR AN.Serie A.c.13 · Dossier · 1880-1892
        Fait partie de Fondo Antonio Rossi

        I fratelli Antonio e Raimondo Modesto prestano al ragioniere Filippo Stabile di Milano l'ingente somma di L. 25'000 milanesi (in monete d'oro) probabilmente negli anni 1870 e in ragione del legame di amicizia con l'avv. Antonio. Da quanto si apprende dalle poche lettere conservate, l'uomo era al servizio di una nobile famiglia di Milano, i conti Pullé. In seguito ad una malattia muscolare cronica che gli causa dolori e difficoltà di ambulazione rimane semi-invalido e per questa ragione sarebbe stato licenziato nel 1879. Si intuisce un rag. Stabile in affanno, incapace di rimborsare l'amico dovendo sostenere economicamente un figlio malato ed un altro disoccupato.Irregolarmente invia piccole somme di 50 o 100 Lire, oppure paga con dello zolfo che i Rossi dovevano usare per la disinfezione delle bachicolture (non si capisce da dove Stabile tragga il possesso di questo materiale).
        Muore senza aver rimborsato quasi nulla, cosa che nemmeno i suoi eredi sembrano in grado di fare. L'avvocato Antonio si rivolge allora ad un avvocato milanese, Giovanni Tacconi, che però non gli lascia molte speranze di recuperare la somma. Il fasc. contiene le lettere del rag. Stabile ad Antonio Rossi e la corrispondenza di quest'ultimo con l'avvocato Tacconi.Dopo la morte di Antonio si notano anche interventi del figlio avv, Raimondo Rossi che paga gli avvocati e cerca invano di recuperare parte del capitale.

        Rossi, Antonio, avvocato
        CH AFR GA.Serie B.16 · Dossier · 1828-1857
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Titolo completo su una fascetta avvolgente (calligrafia di Cristoforo Rossi) :" Memorie con Rossi Martina moglie di Carlo e cogli eredi fu Gio. Maria Rossi fu Angelo del Testore di Arzo".
        Si tratta dei conti "dare e avere" fra le famiglie del fu Angelo Rossi del Testore e fu Giovan Antonio Rossi di Beltrame, scrupolosamente annotati e commentati dal 1828 al 1857. In seguito alla liquidazione amichevole dei beni di Manfredo Rossi di Beltrame, figlio di Giovan Antonio, debitore di L. 300 verso i Rossi del Testore, si procede anche alla vendita del suo fondo agricolo La Colombera acquistato da sua cognata Teresa, vedova di suo fratello Giovanni Rossi di Beltrame. Il notaio Giacomo Antonio Rossi costruisce un complicato sistema di compensazione fra creditori e debitori, anticipando lui stesso i capitali per l'acquisto del terreno. Gli interessi sul capitale sono pagati da Teresa e poi dalla figlia Martina a volte in denaro e a volte in natura (capretti, vino). La memoria riassuntiva e alcune note aggiunte a quelle di Giacomo Antonio, sono opera del notaio Cristoforo Rossi.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR PF.Serie B.12 · Dossier · 1771-1818
        Fait partie de Fondo Paolo Francesco Rossi

        Il calzolaio di Riva S. Vitale Giovanni Maria Vassalli eredita vari debiti del padre Giovan Battista per i quali viene emessa una pubblica Grida dal tribunale di prima istanza di Mendrisio il 19.11.1817. Indebitato a sua volta ricorre a Paolo Francesco Rossi per la valutazione della sostanza. Costui raccoglie la documentazione relativa ai creditori (fatture, rogiti e atti vari relativi a prestiti e pegni), redige una tabella riassuntiva dello "Stato attivo e passivo del fu Giovan Battista e figlio Giovan Maria Vassalli" con la lista dei creditori e un memorandum datato 11 nov. 1818 intitolato "Nota e graduazione dei creditori dell'oberato Sgr Giovan Maria Vassalli detto d'Ostinetto e delle di lui sorelle Maria Angela e Giovanna, tutti di Riva".

        Rossi, Paolo Francesco
        CH AFR GA.FE.Serie G.21 · Dossier · 1853-1874
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Documenti e corrispondenza del notaio Giacomo Antonio Rossi e del fratello Cristoforo, suo procuratore, con Francesco de Cesaroni incaricato di vendere i beni situati in Sardegna provenienti dall'eredità di Filippo Ferrari. Il notaio desiderava estinguere i debiti del defunto vendendo le proprietà e i beni immobili posseduti a Cagliari, progetto che si realizzò solo dopo parecchi anni perché non si trovavano compratori per le quattro case ereditate in cattivo stato; oltretutto in quel periodo il regime fiscale del Regno d'Italia non avvantaggiava i compratori. Dopo la morte del notaio Rossi, avvenuta nel 1866 e del suo procuratore De Cesaroni, rimasero alcuni legati da pagare per cui fu anche intentata una causa presso il tribunale di Cagliari, nel 1874, alla quale venne chiamato a rispondere l’avv. Antonio Rossi, nipote di Giacomo Antonio e erroneamente ritenuto suo figlio. Non ci sono testimonianze su come si concluse la vertenza. Il fasc. contiene:

        • Lettera di Francesco de Cesaroni a G. A. Rossi del 18.5.1853
        • Lettera di Francesco de Cesaroni a G. A. Rossi, da Mendrisio del 10.3.1854; minuta della risposta, s.d.
        • Lettera di Francesco de Cesaroni a G. A. Rossi del 3.5.1854, con allegata corrisp. dell'avv. Marini esecutore testamentario; minuta della risposta del 21.5.1854
        • Lettera di Tommaso Marini a Francesco de Cesaroni del 30.8.1854; con note di G. A. Rossi
        • Conto del legato a Matilde de Cesaroni, ricevute e corrispondenza, a cura del notaio Cristoforo Rossi (1954; 1856-57)
        • Lettere dell'esecutore testamentario alla contessa Matilde Pollini, che riassume lo stato dei legati Ferrari dopo la morte del notaio G. A. Rossi (deceduto ne 1866); lettera all'avv. Antonio Rossi del rappresentante legale di Angelina Motta, legataria, e citazione a comparire davanti al trib. di Cagliari (1873-874).
        Rossi, Giacomo Antonio