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        CH AFR RA.Serie B.13 · Dossier · 1896-1904
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Giocondo Quattropani con scrittura privata del 17 mag. 1895 si riconosce debitore di fr 1200 verso la moglie Sofia Quattropani nata Mantegazza, somma usata per l'acquisto di bestiame e attrezzi rurali e che proveniva dall'eredità paterna e materna della moglie. Scrive poi un testamento olografo datato 5 ottobre 1896 nel quale la moglie è usufruttuaria dei beni fino alla sua morte. Nel 1904 la vedova cede il suo credito al figlio Martino. Il fasc. contiene la scrittura privata del 1895 con aggiunta cessione del 1904, il testamento, un appunto del produttore.

        Rossi, Raimondo
        Crediti, debiti e diversi
        CH AFR GA.FE.Serie D.c · Sous-série organique · 1825-1860
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        La maggior parte dei fascicoli riguardano la situazione dell'eredità Ferrari, in particolare i creditori e i debitori di Filippo Ferrari.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR RA.Serie A.c.05 · Dossier · 1905-1928
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Un quaderno che riporta i prestiti elargiti con i capitali di Olga, Luigi e Angela Chicherio amministrati da R. Rossi, impiegati ad interessi del 4- 4 1/2 % . In una cartella separata alcuni documenti riguardanti un prestito fatto dalle sorelle Olga e Angela al fratello Vincenzo. Una nota sulla copertina segnala che sono pure regis trati i "debiti Raimondo Rossi verso terzi" che però non sembrano riguardare la famiglia Chicherio.

        Rossi, Raimondo
        CH AFR RA.Serie A.e.04 · Dossier · 1888-1900
        Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

        Corrispondenza fra Francesco Rossi fu Andrea di Arzo, emigrato a Comblanchien (Francia) con l'avv. Antonio Rossi, proseguita dal figlio Raimondo con i figli di Francesco. Nel 1888 Francesco Rossi, lontano cugino, si raccomanda all'avv. Antonio per ottenere il rimborso di un suo credito verso Rocco Rossi della Marcona di Arzo. Contiene il riconoscimento di debito firmato. Una nota del produttore, in calce alla lettera e datata 1894 indica che non si potè ricuperare il credito.
        Dopo la morte di Francesco il genero Orsatti continua una corrispondenza con il produttore per dirimare una lite con la zia Antonietta Riva riguado la vendita di alcuni terreni. La corrispondenza sembra incompleta, nessuna copia di lettere in uscita.

        Rossi, Raimondo
        CH AFR GA.FE.Serie B.b.03 · Dossier · 1849
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Lettera del 21 marzo 1849 del Commiss. di governo del distr. di Mendrisio al notaio Giacomo Ant. Rossi ; Lettera su carta bollata firmata dal notaio Giacomo Antonio Rossi, datata 27 luglio 1849 (porta sul retro: "Mendr.o li 1. Agosto 1849, instromento negli atti G. Induni Lug." ) ; minuta della lettera.
        In seguito alla soppressione del monastero delle Orsoline di Mendrisio, il 27 giugno1849 il Governo Cantonale fa pubblicare una grida per conoscere i debitori e i creditori del monsastero. Il notaio G. A. Rossi, procuratore di Filippo Ferrari fu Giuseppe, già erede del defunto priore Carlo Felice Quartironi, domanda le restituzione del "censo annuo perpetuo redimibile" di L. 63 creato dal fu priore Quartironi in favore del monastero, per far celebrare in perpetuo una messa festiva settimanale nella loro chiesa.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie D.c.02 · Pièce · ca 1825/1826
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Bifoglio che contabilizza le entrate prodotte dalle masserie e dagli interessi sui capitali prestati. Sul primo foglio, sotto al titolo "Distinta dei crediti producenti interessi con Nome e Cognome del Debitore", vengono indicate le somme prestate e l'interesse annuo; sulla parte interna del bifoglio sono elencate le entrate (foglio sin.) e le uscite (foglio des.) mentre sul quarto foglio si trovano i conti con i massari Crivelli di Mendrisio e Ceppi di Bisio, all'11 novembre 1825, con i loro debiti verso il padrone. Bilancio che riassume lo stato dei redditi di Filippo Ferrari dopo la morte della madre Maddalena Torriani, nell'agosto 1824, che ne aveva in parte l'usufrutto,

        Rossi, Giacomo Antonio
        Conti di don Felice Quartironi
        CH AFR GA.FE.Serie B.a.05 · Dossier · 1770-1796
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Il fasc. raccoglie i conti dare-avere del reverendo, che redige delle liste di pagamenti fatti e ricevuti durante uno o più anni, alle quali sono a volte allegati i rispettivi "confessi" (ricevute) o fatture di artigiani, commercianti e speziali.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie G.20 · Dossier · ca 1856-1857
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Fascicolo raccolto dal notaio Cristoforo Rossi che agiva come procuratore del fratello, avvolto in una fascetta di carta con il seguente testo: "Carte intorno alla pendenza di conti dare ed avere fra il falegname Carlo Bernasconi di Mendrisio e il not. Giacomo Ant. Rossi di Arzo erede del sign. q. F. Ferrari di Mendrisio, finalmente deciso da arbitri in pagamento e saldo d'ogni suo avere a Bernasconi. In giugno 1857". Fatture per lavori eseguiti dal falegname in casa Ferrari e nella masseria durante più di 20 anni.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie A.f.11 · Dossier · 1736-1752
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Documenti relativi alle vertenze e ai conti dare e avere fra Giuseppe Maria Ferrari fu Simone e i fratelli Antonio Maria e don Alessandro Franchini, figli del fu Giovanni Battista. Il saldo definitivo dei conti con gli eredi Franchini venne confermato il 12.12.1752, dopo la morte di Giuseppe Ferrari, dai curatori del figlio Giuseppe Simone, ancora minorenne.

        Rossi, Giacomo Antonio
        CH AFR GA.FE.Serie A.e.06 · Pièce · 1719
        Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

        Dichiarazione fatta a Milano il 25 sett. 1719, davanti al notaio Carlo Antonio D'Alberti e testimoni, da Antonio Rossi fu Giovan Maria, che dichiara di aver ucciso il 2 nov. 1716 il parroco Stefano Antonio Ferrari, del fu Simone "mosso semplicemente dalla propria passione", dopo una lite provocata dal mancato pagamento di "un busto d'un mio quadro che detto sign. curato mi negava e che per tal causa mi aveva fatto fare molte spese e che mi ha reso miserabile". Il dichiarante afferma di essere il solo responsabile del delitto e confessa di aver estorto ai fratelli del parroco e in particolare a Giuseppe Ferrari la somma di 50 Filippi, minacciandoli di confessare la loro partecipazione come istigatori del delitto. L'atto viene stipulato dal notaio nell'abitazione del marchese Alessandro Trivulzi situata nella parrocchia di S. Alessandro in Zebedia (oggi Palazzo Trivulzi in Piazza S. Alessandro).
        Sull'esterno dell'atto (calligrafia attribuita a Giuseppe Maria Ferrari): *"Carta fata di Antonio Rossi Fosati ucisore del fu povero curato di Arzo".

        Rossi, Giacomo Antonio