Giacomo Antonio Rossi del Paolino, comunemente chiamato Giacomo, sposato con Angela Maria Rossi di Giorgio (il subcognome di questi Rossi non é noto), padre di 10 figli in parte morti in tenera età. L'ultomogenito Paolo Francesco é il primo produttore dell'archivio di famiglia. Era sicuramente scalpellino, ma non é certo che fosse coproprietario delle cave del fratello Cristoforo Antonio, con il quale doveva condividere l'abitazione con le rispettive famiglie. Ha lasciato un quaderno di appunti e altre note nei libri di conti o scadenzari che teneva il fratello Cristoforo. Quest'ultimo sembrerebbe colui che si caricava delle spese correnti delle due famiglie. In ogni caso il figlio Paolo Francesco non usa mai il suo patronimico (figlio di, poi fu), mentre sappiamo che lavorerà prestissimo con lo zio Crostoforo alla gestione degli affari famigliari.
Domenico Antonio Lorenzo Giacinto, detto Lorenzo, nato a Muggio da Carlo Francesco e Laura Agostina Spinetta, morto a Genova nel 1801. Dei suoi dieci fratelli e sorelle è utile ricordare, per i legami con il fondo archivistico della famiglia Rossi del Paolino, il fratello Carlo Giuseppe parroco di Besazio (1763-1836) e la sorella Giuseppa Fontana (battezzata Anna Josepha Faustina, 1776-1814) che sposò in tarda età il notaio Giacomo Antonio Rossi di Arzo.
Ricordato come promettente architetto, Lorenzo fu allievo dell'architetto Simone Cantoni suo cugino, e morì all'età di 41 anni. Fu premiato dall'Accademia di Belle Arti di Parma nel 1793 e nel 1795 incorporato come membro accademico d'onore col titolo di Architetto civile e militare. Si stabilì a Genova dove acquisì fama, fece parte del comitato degli edili della città e fu nominato capitano nella Guardia nazionale della Repubblica Ligure. I pochi riferimenti biografici provengono dal Dizionario storico-ragionato degli uomini illustri del Canton Ticino, del padre Gian-Alfonso Oldelli, ripresi in brevi citazioni da altri autori come Zuccagni-Orlandini, nella parte della sua Corografia dedicata alle "Frazioni territoriali italiane incorporate nella Confederazione Elvetica, dove ricorda "Lorenzo Fontana di Muggio, divenuto dopo applauditi lavori professore d'ornato nell'accademia di Genova fu poi ascritto fra gli edili di quella città " ; o Cesare Cantù che, nel secondo vol. della sua Storia della Città e della Diocesi di Como, ricorda "Lorenzo Fontana di Muggio, scolaro del Cantoni, fu premiato nel 1793 dall'Accademia di Parma e morì sul bello delle speranze nel 1801".
Originario di Riva S. Vitale, figlio di Bartolomeo dottor fisico (n. prima 1750 - morto prima 1814), é canonico a Ligornetto ed é cugino di Paolo Francesco Rossi del Paolino, non si sa se per parte paterna o materna, al quale presta un importante capitale nel 1814.
Ha probabilmente un fratello notaio, chiamato lui pure Bartolomeo, padre del notaio Giacinto e dell' ingegnere Antonio, che ereditano i crediti che il canonico Carlo Giuseppe vanta presso la fam. Rossi del Paolino. Tracce di questo credito si trovano ancora nel fondo dell'avv. Antonio Rossi che finisce di rimborsare gli eredi del canonico (anni 1875-879)
Carlo Fossati fu Camillo, originario di Arzo, scalpellino. Sposato con Caterina Bossi. Nel periodo 1826-1840 si trasferisce Torino con la famiglia dove esercita la sua arte in particolare alla reggia di Stupinigi. Si mette in società con il fratello Francesco, il cugino Antonio e Agostino Gamba, cognato di suo fratello. Si affida al notaio Giacomo Antonio Rossi per gestire i suoi beni ad Arzo, Besazio e Meride.
Figlio di Carlo Fossati e Caterina Bossi, Giovan Maria Fossati (1818-1894) fa ritorno per alcuni anni ad Arzo negli anni 1850, forse poco prima della nascita del primo figlio nel 1856 e lascia il comune nel 1860. La famiglia é registrata nel comune con la seguente nota: "famiglia orig. di Arzo e rientrata da Torino, sortita non si sa per dove [nel] febb. 1860" (fonte: Archivio cantonale Bellinzona, Registro della pop. del 1855 Arzo_3, famiglia N. 183-184 ; Registro della pop. Arzo_1, N. 93).
Famiglie Gamba e Fossati: Maria Antonia Gamba ved. Francesco Fossati figlia di Antonio Gamba e Elisabetta Fossati. Si sposa attorno al 1800/1805 sicuramente ad Arzo dove la famiglia risiede. Probabilmente Francesco Fossati si sposta per lavoro, anche in italia, perché é in società con il fratello Carlo, il cognato Agostino e il cugino Antonio Fossati fu Giovan Battista per fornire pietre alla bottega di scalpellino e marmista che Carlo ha aperto a Torino.
I Ferrari rappresentano diverse famiglie di Arzo (sec XVI-XIX), un ramo delle quali si trasferì a Mendrisio nel sec. XVII.
Della famiglia di Giovanni Giuseppe vi sono tracce nell'archivio di famiglia Rossi del Paolino e nell'archivio di stato del canton Ticino (fondi notarili e Registri della popolazione di Arzo).
Giovan Giuseppe, figlio di Primo Giuseppe, sposa Francesca Ferrari figlia di Cristoforo fu Antonio verso l'anno 1793. Si ha notizia di un fratello Giacomo morto nel 1791 o poco prima.
Suo figlio Primo Giuseppe avrebbe ereditato dal nonno la cava detta Piodé, mentre lui stesso eredita dal suocero i ferri dell'arte di marmorino e i sassi già cavati e quelli lavorati (testamento di Cristoforo Ferrari del 1801).
Il nome Ferrario si trova negli atti del notaio Giacomo Antonio Rossi che riguardano Giovan Giuseppe (fra la fine del 1700 e inizio 1800), ma nel registro della popolazione di Arzo (Arzo_1) si trova invece la forma Ferrari, usata per i discendenti di Giovan Giuseppe (famiglie 41, 42, 46)
Figlio di Girolamo, forse originario di Riva S. Vitale
Nato a Chiasso e morto a Riva S, Vitale, figlio di Luigi, possidente e di Carolina Nolfi. Studi secondari al collegio dei padri serviti di Mendrisio e diploma di commercio a Modena. Commerciante facoltoso, fu con il fratello tra i concessionari della ferrovia Chiasso-Bellinzona. Durante le lotte risorgimentali la sua residenza fu un punto di riferimento per molti degli esuli italiani nel cantone. Deputato del partito liberale radicale al Gran Consiglio ticinese (1848-61) e al Consiglio nazionale (1855-60). Dal 1862 al 1864 fece parte del consiglio di amministrazione della Banca cant. ticinese [v. fonte DSS]