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CH AFR GA.Serie B.13 · Dossier · 1814/06/15 - 1814/07/21
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

La chiesa d'Arzo e alcuni proprietari hanno un disaccordo riguardante i confini dei loro fondi rispettivi nel luogo detto la Vedisina (o anche le Vedisine). Sono chiamati a derimere la vertenza i notai Venanzio Rusconi di Rovio e Giacomo Antonio Rossi d'Arzo. Come terzo garante viene nominato il giudice di pace Paolo Francesco Rossi, padre del notaio Giacomo Antonio. I giudici stabiliscono che "la confusione dei confini é neli pezzi di prato della V. Chiesa" e procedono a nuove misurazioni per poi proporre una soluzione che viene sottoscritta da tutte le parti.

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.a.01 · Dossier · 1583-1594
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Contiene due copie di rogiti per mano del notaio Giovanni Oldelli di Meride, tratte dalle sue imbreviature, che riguardano due figli del capostipite Simone Ferrari (m. già nel 1583) Giovanni Maria (m. prima del 1600) e Domenico (m. ca 1603) :

  • 1583, die 26 mensis octobris: Divisio facta inter Jo:Mariam et Dominicum fr.es Ferrarÿs fqm. M.i. Simonis de Artio et Bernardum de Solario de Carona [titolo sul retro dell'atto].
  • 1594, die 13 mensis maÿ: Ven. m. Dominici de Ferrarÿs a Ottaviani Fossatti [titolo sul retro dell'atto].
Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.f.06 · Dossier · 1730
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Rogito del 16 marzo 1730 (notaio Giov. Battista Pahemius, fu Cosimo Damiano, di Balerna).
Sul f. esterno: Vendita fatta dalle sig,re eredi del fu Sg. Antonio Franchini di Balerna al Sig.e Giuseppe Ferrari d'Arzo, della metà della possessione di Bisio. Unito un riassunto in italiano che indica come Giuseppe Ferrari del fu Simone avesse già comperato nel 1728 dal fu suo suocero Antonio Franchini metà del fondo di Bisio, in territorio di Balerna, consistente in una "casa masserizia e sussidio". Le figlie eredi Caterina e Maria Elisabetta Franchini , quest'ultima moglie di Benedetto Silva di Morbio Inferiore, gli vendono nel 1730 la restante metà del fondo per Lire imperiali 4500. Viene specificato come la somma debba essere distribuita per saldare diversi debiti delle sorelle.

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR RA.Serie A.b.17 · Dossier · 1951-1952
Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

Corrispondenza con la "Banque intermédiaire des valeurs non cotées (Genève)" e con il figlio Antonio per la vendita di alcune azioni della società Funicolare Monte Bré, possedute dal produttore.

Rossi, Raimondo
Vendita del fondo Bonaga
CH AFR RA.Serie A.b.27.02 · Sous-dossier · 1932-1933
Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

Contiene: documenti riguardanti l'ipoteca esistente sul fondo Bonaga ; corrispondenza con il compratore A. Rossi ; corrispondenza con il massaro Valsecchi che occupa la casa masserizia del fondo.

Rossi, Raimondo
CH AFR GA.FE.Serie A.f.09 · Pièce · 1732
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Giuseppe Ferrari fu Simone, con il reverendo Francesco Ferrari fu Stefano e il notaio Antonio Fossati fu Silvestro di Arzo, acquistano la casa dei fratelli Domenico e Paolo Rossi del fu Carlo in Arzo. La somma concordata verrà parzialmente utilizzata per sanare diversi debiti della famiglia.
Rogito del notaio Elia Antonio Longo di Viggiù del 20.2.1732, copia da lui eseguita il 21.5.1732.

Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie F.09 · Dossier · 1828-1835
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

In un fasc. intitolato "Acquisto delle ragioni di Breggia", il notaio Giacomo Antonio Rossi procuratore di Filippo Ferrari e dal 1831 anche di Giovanni Torriani, raccolse le carte che riguardavano i fondi ereditati dai sette fratelli Torriani fu Giovanni Battista di Mendrisio, situati nel territorio detto della Breggia sui comuni di Piazza e Cernobbio. I fondi erano soggetti per diritto feudale alla Mensa vescovile di Como, che rilasciava un'investitura a coloro che volevano beneficiarne. Titolari del godimento dei beni con un "livello perpetuo" sono i mezzadri Francesco Faverio e Antonio Lupi, che versano un canone ai Torriani. Nel 1831 Giovanni Torriani vende la sua parte di fondi al cugino Ferrari per sanare i debiti che aveva verso di lui (rogito Demetrio Salta, Cagliari, 2 set. 1831). Nel 1833 gli affittuari e il nuovo proprietario Ferrari riconoscono reciprocamente i loro diritti. Affitti rustici e vendite dovevano però sottostare all'investitura della Mensa vescovile, che era apparentemente stata dimenticata; venne quindi riconfermata ai sette fratelli Torriani nel 1834 e successivamente venduta, con atto del 1835, a Francesco Faverio. Il fascicolo contiene:

  • Copia autentificata del rogito del 27 mar 1828 del notaio Gaetano Sarti di Como che sancisce l'investitura livellare (l'affitto) su ciascuna delle sette parti spettanti ai fratelli Torriani dei fondi e mulini in Breggia, a favore dei signori affittuari Francesco Faverio e Antonio Lupi, con il riconoscimento da parte della Mensa vescovile di Como ;
  • atto notarile fatto a Vacallo l'11 giugno 1833 dal notaio Rossi, che conferma il livello perpetuo assegnato ai signori Faverio e Lupi dai fratelli Torriani, che riconoscono il nuovo proprietario Filippo Ferrari, per quanto riguarda la parte precedentemente appartenuta al di lui cugino Giovanni Torriani, compreso il versamento del canone annuo ;
  • copia (minuta del notaio Rossi) dell'investitura accordata dalla Mensa vescovile di Como ai fratelli Torriani fu Giovan Battista sui fondi e mulini della Breggia;
  • copia (minuta del notaio Rossi) dell'atto del 1 ott. 1835, che sancisce la vendita del diritto feudale di investitura della Mensa vescovile di Como a Francesco Faverio. Con la descrizione della settima parte dei fondi già di Giovanni Torriani e ceduti a Filippo Ferrari.
Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.b.09 · Dossier · 1696-1713
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Tre rogiti di compravendita, i primi due riuniti da una cucitura:

  • rogito del 29 ott. 1696, notaio Alfonso Oldelli di Meride: Sidonia Ferrari vedova di Vitale Rossi de Sina, di Arzo e procuratrice del figlio Carlo Giuseppe, fa vendita con patto di riscatto (cum gratia) del terreno detto Tamporida a Saltrio ai fratelli mastri Costantino e Francesco Fossati de Maffio;
  • rogito del 24 dic. 1708 di Giovanni Oldelli fu Alfonso: Virgilia Fossati erede del fu Costantino e moglie di Antonio Rossi de Sina, cede il credito verso gli eredi della fu Sidonia al rev. sacerdote Carlo Giorgio Rossi del Paolino, figlio di Giacomo;
  • rogito del 21 agosto 1713, di Giovanni Oldelli fu Alfonso: il sacerdote Carlo Giorgio Rossi fa retrovendita del credito al parroco di Arzo Stefano Ferrari che agisce per conto di una persona che si riserva di indicare.
Rossi, Giacomo Antonio
CH AFR GA.FE.Serie A.b.04 · Pièce · 1681-1694
Fait partie de Fondo Giacomo Antonio Rossi

Rogito del notaio Alfonso Oldelli di Meride datato 29.12.1681 che registra la vendita di un terreno ad Arzo fatta da Nazaro Rossi del Giorgino a Giovan Paolo Saxo di Stabio, con imposizione di un censo e possibilità di riscatto. Questo per dotare la figlia Giovanna moglie di mastro Giov. Angelo Rossi. In calce al rogito figura una "memoria" datata 29.11.1694 del curato di Arzo Stefano Antonio Ferrari del fu Simone, che fa da intermediario per la retrovendita e successiva cessione del terreno ai fratelli Cristoforo e Carlo Gamba, che lo dividono fra di loro. Il curato riassume le transazioni e versa la somma scudi novantasei a Giovanni Paolo Saxo, rappresentante di Cristoforo Gamba risiedente a Dresda.

Rossi, Giacomo Antonio
Vecchie carte della famiglia Chicherio
CH AFR RA.Serie A.c.01 · Dossier · 1789-1879
Fait partie de Fondo Raimondo Rossi

Atti di compra-vendita (periodo 1789-1867) che riguardano in gran parte un terreno situato in zona Guasta a Ravecchia. Il primo proprietario é il canonico Ludovico Maria Chicherio, che nel 1789 vende "un pezzo di terra vignata circondata da muri con tutti li casamenti ivi annessi" a Giuseppe Steffanoli di Pedevilla. Il terreno confina con il riale Guasta in zona detta allora "Ravecchia di Sotto". Dopo alcuni anni e ipoteche i figli di Steffanoli lo vendono a Pietro Caratti che lo possiede per diversi decenni. Nel 1849 la sostanza di Caratti viene messa in liquidazione e il terreno venduto. L'ultimo proprietario, Luigi Filippo Nisoli di Grono lo vende a Silvio Chicherio nel 1867. Il dossier contiene :

  • " Comparto del riale alla Guasta eseguito dal 1770 fino al 1789", due copie del regolamento per la pulizia del riale Guasta e relativi rimborsi spettanti ai confinanti, fra i quali il canonico Ludovico Maria Chicherio "per le case e il fondo perché si riceve la materia".
  • Vendita fatta nel 1789 dal canonico Ludovico Maria Chicherio di una vigna situata a "Ravecchia di sotto" a Giuseppe Steffanolo detto Monoghetto, fu Giuseppe pagabile in 3 anni. Con una mappa delle misurazioni del terreno.
    • Proprietari diversi del fondo Guasta: atti di compra-vendita riguardanti i flli Steffanoli, Pietro Caratti diverse ipoteche e creditori e la liquidazione del fondo (1812-1867).
  • Acquisti di fondi alla Guasta da parte di Silvio Chicherio (1867)
  • Prestito di fr 6000 fatto da Silvio Chicherio a Maria Albini di Buguggiate (VA) nel 1864, con ipoteca di un terreno a Montecarasso
  • Corrispondenza di Silvio Chicherio, amministratore della casa di Domenico Ostini fu Giacomo, residente a Buenos Aires e lì deceduto vs. 1879.
  • Contenzioso fra Silvio Chicherio e le Ferrovie del Gottardo riguardo ad un fondo confinante con la linea ferroviaria a Bellinzona
Rossi, Raimondo