Testo dattiloscr. in 2 copie, non datato; porta la nota " a richiesta di Publicitas".
Pubblicato nel no del 26 marzo 1941 dal giornale Il Dovere (ritaglio stampa)
Le lamentazioni ossieno le notti d'Odoardo Young coll'aggiunta di altre sue operette. Libera traduzione di Lodovico Antonio Loschi con varie annotazioni. Tomo primo [-terzo]. - In Milano: per Federico Agnelli, 1783.
Posseduto: Tomo secondo
Le opere di P. Virgilio Marone volgarizzate col testo del Codice Mediceo-Laurenziano e le varianti dei Codici Vaticano, e Palatino.
Tomo I [-IV]. - Milano : presso Gaetano Motta, 1779.
Posseduto Tomo I : Bucolica e Georgica
Le domestiche di casa Ferrari Giuseppa Camponovo e Betta Crivelli ricevono un legato dalla loro defunta padrona Maddalena Ferrari nel 1826 e firmano una ricevuta redatta dal notaio G. A. Rossi.
Rossi, Giacomo AntonioFilippo Ferrari lascia nel suo testamento un legato per i nipoti e pronipoti Grimaldi di Catania e de Cesaroni di Cagliari. Il fasc. contiene la corrispondenza in entrata e uscita (minute delle risposte) che il notaio Giacomo Antonio Rossi, erede universale di F. Ferrari, intrattenne con Enrico Grimaldi e suo cognato avv. Zappalà, e con il cav. Francesco de Cesaroni di Cagliari. Le domande riguardano in particolare la distribuzione del legato fra i superstiti e i loro congiunti.
Rossi, Giacomo AntonioNel suo testamento Filippo Ferrari lega L. 6000 a dei cugini del ramo paterno da lui definiti "parenti poveri". Forse Filippo non si rese conto che i discendenti diretti erano quasi tutti scomparsi e che sussistevano numerosi discendenti di famiglie imparentate tramite matrimoni. Il notaio Giacomo Antonio Rossi, erede universale di Filippo Ferrari, fece allora pubblicare dal Trib. di Mendrisio una grida in data 6 nov. 1852, per conoscere "... gli aventi pretese al legato del fu Giuseppe Ferrari [i.e. Giuseppe Filippo] fu altro Giuseppe di Mendrisio di distribuire lire seimille antiche italiane ai parenti poveri del prefato suo genitore Giuseppe". Si annunciano allora dei parenti discendenti delle figlie di questo ramo Ferrari. Dalle note appare che il notaio dovette effettuare numerose ricerche nei registri parrocchiali, raccogliendo verosimilmente anche testimonianze orali. Si adoperò a redigere schizzi di alberi genealogici con varie ipotesi successorie per certificare le parentele dei pretendenti al legato che risposero alla grida. Finalmente la distribuzione del legato, suddiviso fra i numerosi aventi diritto in piccole somme, occupò il notaio fino alla sua morte nel 1866. Negli ultimi anni intervenne in suo aiuto il fratello notaio Cristoforo Rossi.
Rossi, Giacomo AntonioMatilde De Cesaroni, figlia unica di Francesco e di Margherita Pollini del fu conte Gaetano, sposò nel 1843 lo zio Giuseppe Pollini, vedovo e di 23 anni più grande. Rimasta vedova nel 1847, Matilde si trovò ad essere l'erede delle parti di legato che il prozio Filippo Ferrari aveva disposto per i suoi cinque nipoti Pollini, figli di sua sorella Giulia e del conte Gaetano Pollini.
In questo documento, redatto dal notaio Cristoforo Rossi per conto del fratello Giacomo Antonio, si descrivono le modalità dei versamenti a lei dovuti, cioè la parte della sua defunta madre Margherita e quella del suo defunto marito e zio Giuseppe Pollini. La somma venne versata a Matilde Pollini dai fratelli Croci, ai quali il notaio Giacomo Antonio Rossi, erede universale di Filippo Ferrari, aveva venduto ad un prezzo di favore alcuni fondi in Mendrisio, alla condizione che si prestassero ad anticipare una parte delle somme dovute per i legati e i debiti che gravavano l’eredità Ferrari.
Legato per il comune di Balerna, lasciato in eredità dal fu Giuseppe Simone Ferrari, consistente nel versamento di frumento, segale e vino consegnati annualmente dal massaro di Bisio al comune, con scadenza al 21 dicembre giorno di S. Tommaso Apostolo. Non è nota l'origine del legato che gravava sui fondi Ferrari di Balerna. Il fasc. contiene le ricevute rilasciate dal comune. Il versamento era iscritto nel registro dei conti Ferrari detto "Granaio e cantina" come "il solito legato al comune di Balerna" oppure "Legato solito detto di S. Tommaso".
Nel fasc. anche una nota di G. A. Rossi su quanto versato nel 1837 per il legato e quanto dato in "sovvenzione" ai massari di Balerna e Mendrisio e a un certo "Carlo" di Rovio (bifoglio forse appartenente ad un alto fasc. non pervenuto).
Luigi Giudici fu Giovan Battista lascia diversi legati a parenti e al comune di Arzo, somme che vengono affidate al produttore per essere investite in titoli bancari. Il fasc. contiene due lettere della Muncipalità di Arzo, una corrisp. bancaria e le ricevute di liberazione firmate dagli eredi per le somme consegnate all'avv. Rossi. Fasc. probabilmente incompleto, non permette di ricostituire l'esatto tenore dei legati, perchè non è presente nessuna copia o trascrizione delle volontà del defunto.
Rossi, Raimondo"Supplica al Ill.mo e Rev.dmo Monsignor Vescovo di Como sul legato di messe istituito dal fu G. Filippo Ferrari morto a Cagliari" dove si chiede che una parte delle messe da celebrarsi in Mendrisio sia assegnata alla parrocchia di Arzo, dove la famiglia aveva le sue origini e come aiuto al parroco Realini che si trova in difficoltà economiche. La domanda non venne accolta.
Contenuto:
- copia della lettera del 23 nov. 1852 di Giacomo Ant. Rossi (redatta dal fratello Cristoforo Rossi) e minute (calligr. sconosciuta) con annotazioni di G. A. Rossi.
- copia della lettera al vescovo del 23 nov. 1852 di Giacomo Ant. Rossi, seguita dalla risposta del vescovo Carlo [Romanò] delegato apostolico, eseguita dalla cancelleria episcopale di Como il 31.3.1852