Certificato rilasciato dall'ufficio delle ipoteche del distretto di Mendrisio su istanza del notaio Giacomo Ant. Rossi, allora amministratore di Filippo Ferrari. Non è nota la ragione di questa richiesta, avvenuta prima della morte di Ferrari, ma l'atto era unito alle carte riguardanti la successione ereditaria.
Rossi, Giacomo Antonio1 bifoglio sul quale è elencata in dettaglio la sostanza immobile di Filippo Ferrari (casa civile e masserie con le rispettive misurazioni), le rendite prodotte, il conto dei "miglioramenti e detterioramenti dalla morte del fu Sr. Giuseppe". Contiene le minute del notaio Rossi servite per comporre il documento.
Rossi, Giacomo AntonioRegistro creato dal notaio G. A. Rossi, amministratore dei beni di F. Ferrari. Sembra essere la continuazione di un precedente registro non pervenuto, poiché non porta intestazione e le scritture iniziano sul retro del 1° foglio il 13 sett. 1823 e proseguono fino al settembre del 1840. Due memorie del 1841-1842, inserite alla fine, potrebbero appartenere ad un registro successivo non pervenuto. Le entrate sono inserite sul lato sinistro del registro, le spese sul lato destro. I ff. non sono numerati, le date delle entrate e delle spese non sono sempre allineate. Il registro conteneva numerose carte (fogli e foglietti con confessi, noticine del produttore, formulari per le taglie pagate, corrispondenza), non sempre riferite alle scritture contabili. I piccoli foglietti sono stati lasciati fra le pagine del registro, mentre le carte di particolare rilevanza, sono state riordinate in 10 camicie come allegati del registro, con l'indicazione del f. da dove sono state prelevate. Dettaglio degli allegati:
- Scrittura per credito di Antonio Rossi parroco di Arzo, 6 nov. 1823
- Scrittura per un credito di Giov. Antonio Fossati di Meride, 12 nov. 1823
- Cambiale di F. Ferrari all'ordine di Seb. Santelli, 13 nov 1823
- Cambiale di Filippo Ferrari all'ordine di Sebastiano Santelli, 22 gen. 1824
- Cambiale all'ordine di Guglielmo Ma Frangialli, 30 ago 1826
- Cambiale di Bernardino Soldini di Chiasso, 30 ago 1826
- Lettera di G. B. Pettondi per suo credito a F. Ferrari, 10 ago 1827
- Prestito di don Giuseppe Fontana di Besazio a Filippo Ferrari, 7 apr. 1827
- Bernardino Soldini: rimborso censo Ferrari, 24 apr. 1836
- Scossione da farsi per il sig. F. Ferrari: memoria del notaio Rossi, 1830, 10 aprile
- Nota per ricavate e spesa dall'agosto 1840 al marzo 1841 e altre memorie [di Giacomo Ant. Rossi]
Registro creato dal notaio Giacomo Antonio Rossi, che già curava gli interessi del padre di Filippo Ferrari, per il periodo 1822-1836. Il registro inizia con un indice di 25 nomi e le rispettive somme dovute. Per ognuno sono riservati 2 ff. del registro, che portano i pagamenti e varie annotazioni relative al saldo del debito o al modo di pagamento. La metà del registro è stata privata dei fogli che risultano tagliati ma tutti i nominativi elencati nell'indice sono presenti nel registro.
Rossi, Giacomo AntonioLa serie raccoglie una documentazione frammentaria che riguarda la famiglia di Giovanni Battista Torriani (1757-1823), zio per parte materna di Filippo Ferrari. Vi si riscontrano scritture private e rogiti notarili riguardanti l'eredità di G. B. Torriani divisa fra i sette figli, e più particolarmente la settima parte ereditata dal figlio Giovanni (fondi agricoli nel territorio di Como e Mendrisio). La parte più importante e coesa riguarda la corrispondenza fra Giovanni Torriani e il cugino Filippo Ferrari, e fra Torriani e il notaio Giacomo Antonio Rossi, procuratore di Filippo Ferrari, che fu anche procuratore di Giovanni Torriani per una decina d'anni (1831-1840). Oggetto della corrispondenza sono quasi sempre i litigi di Giovanni con i fratelli durante la divisione ereditaria paterna e materna o le sue richieste di denaro. Le carte illustrano le attività del notaio nell'amministrazione dei beni ereditati da Giovanni Torriani a Mendrisio ("Chioso Bosia") e in territorio comasco (settima parte dei fondi di Cermenate e Bregnano e fondi della Breggia, sui comuni di Piazza, Cernobbio e Monte Olimpino), e i suoi sforzi per risolvere i numerosi debiti accumulati da Giovanni verso i familiari, verso il cugino Filippo Ferrari e verso terze persone, che portò alla graduale alienazione dei fondi.
Rossi, Giacomo AntonioIl fasc. è composto da tre documenti:
- Misurazioni del fondo, minuta non datata né firmata, usata per avvolgere il fasc. Calligr. del notaio G. A. Rossi. Porta sull'esterno la scritta "Possessione di Bisio territorio di Balerna di provenienza G. F. Ferrari di Mendrisio".
- "Misura dei fondi componenti la Massaria detta di Bisio in territorio di Balerna di ragione del Sig.e Giuseppe Ferrari di Mendrisio"; eseguita nei giorni 11 e 19 maggio 1812 da Giacomo Antonio Rossi che si firma agrimensore.
- Atto di investitura del massaro di Bisio, 2 agosto 1813. Copia su carta bollata eseguita dal notaio Giacomo Antonio Rossi, che redige l'atto per conto di Maddalena Torriani vedova Ferrari. usufruttuaria e amministratrice della sostanza appartenente al figlio Filippo Ferrari, erede assente, residente a Cagliari, Sardegna. Si stabilisce un nuovo contratto fra il massaro Ceppi e il nuovo proprietario Filippo Ferrari.
Conti dei prodotti agricoli dei massari Crivelli di Mendrisio e, in minor misura, dei massari Ceppi di Bisio (Balerna), riguardanti la produzione di vino, frumento, segale e galetta (bachi da seta), dove vengono dettagliate le quantità prodotte e i ricavi delle vendite. Da notare che i resoconti continuano anche dopo la morte di F. Ferrari (1851) quando la masseria di Mendrisio rimase in eredità al notaio Giacomo Antonio Rossi. Mancano i fasc. del periodo 1834-1839.
Rossi, Giacomo AntonioFascioletto contenete le minute di due lettere scritte da Giovanni Battista Torriani : "Lettera scritta al nipote Ferrari in data del 26 feb. 1814" [seguita da] "Li 25 feb. 1814, Lettera scritta al Sr. Conte Polini".
Giovanni Battista Torriani, zio di Filippo Ferrari, si prodiga in consigli per arrivare ad una conciliazione fra Filippo e il cognato conte Gaetano Pollini, marito della defunta sorella Giulia. Torriani scrive al nipote Filippo perchè preoccupato da quanto ha appreso riguardo ad un conto spese di oltre 60'000 scudi sardi che Filippo avrebbe presentato al cognato Pollini dopo che costui gli aveva affidato dei negozi. Torriani esprime la sua contrarietà per quanto ha appreso e rimprovera il nipote per essere poco esplicito nelle sue lettere. Scrive poi a Gaetano Pollini, per avere notizie precise e conferma dell'accaduto, nel qual caso raccomanda che venga trovata un'intesa.
Su questa vicenda, esiste un documenti nell'archivio di stato di Cagliari: la descrizione dell'unità archivistica accessibile via l'inventario elettronico dei fondi dice: «Si nomina il Giudice della Reale Udienza don Rafaele Valentino-Pilo a delegato speciale per trattare in via sommaria ed economica un amichevole accomodamento sulle differenze insorte tra il detto Pollini ed il di lui cognato Filippo Ferrari».
Filippo scrive alla madre Maddalena Torriani da Cagliari il 25 sett. 1813 una lunga lettera dopo la morte del padre Giuseppe, deceduto da poco . Si dice addolorato di non aver potuto riabbracciarlo prima della morte, nè di poter essere al fianco della madre per consolarla, evocando "delle circostanze imperiose" che gli impediscono di lasciare la Sardegna. Si dilunga descrivendo un suo disagio, ma senza spiegarne le cause chiaramente "per non accrescere li disgusti e rendermi anche a Lei tedioso massime in questo momento." È probabile che si riferisca alla vicenda dei suoi ingenti debiti con il cognato Gaetano Pollini, al quale aveva provocato un danno finanziario notevole, evocata in altra corrispondenza dello zio Torriani. Il fasc. contiene due esemplari della lettera: una versione con incipit "Sig.ra Madre Carissima" e indirizzo "Alla Sig.ra Maddalena Ferrari nata Torriani, Mendrisio" presenta molteplici tagli orizzontali ; l'altra versione, redatta con maggior cura ma con pochissime varianti , inizia con "Carissima Sig. ra Madre", porta l'indirizzo "Alla Sig.ra Maddalena Ferrari, Mendrisio" e porta il sigillo cartaceo lacerato.
Rossi, Giacomo AntonioFilippo Ferrari lascia nel suo testamento un legato per i nipoti e pronipoti Grimaldi di Catania e de Cesaroni di Cagliari. Il fasc. contiene la corrispondenza in entrata e uscita (minute delle risposte) che il notaio Giacomo Antonio Rossi, erede universale di F. Ferrari, intrattenne con Enrico Grimaldi e suo cognato avv. Zappalà, e con il cav. Francesco de Cesaroni di Cagliari. Le domande riguardano in particolare la distribuzione del legato fra i superstiti e i loro congiunti.
Rossi, Giacomo Antonio