Giovan Angelo fu Maino Rossi della Marcona, appartiene ad una famiglia patrizia di Arzo, forse imparentata con i Rossi del Paolino, con i quali intrattengono frequenti rapporti d'affari dalla seconda metà del '700 fino ad inizio '800.
Figlio di un altro illustre medico milanese, Giovanni Maria Schiera. Giovanni Schiera é citato in una nota del dizionario Oldelli del 1807 (p. 134-135) : <i> "Di queste e di parecchie altre notizie sparse quà, e là, in questo mio Dizionario, devo saperne buon grado al giovane dottore Giovanni Schiera e all'ab. Mazzucchelli, custode della biblioteca Ambrosiana, e al commendevole loro impegno di soddisfare a mano a mano le mie storiche inchieste. Ho detto al giovane dottore Schiera per distinguerlo dal genitore, morto nel corrente anno, medico anch'egli di molto grido a Milano (...)"
Figlio di Camillo, lavora per un certo periodo come scalpellino e marmista con il fratello Carlo residente a Torino e con il cognato Agostino Gamba. E possibile che si occupasse di spedire carri di pietre e forse manufatti in pietra e marmo al fratello a Torino ; ha forse lavorato a Torino ma al momento della morte (1823 o 1824) la famiglia risiede ad Arzo come dimostrano le carte relative alla sua successione. Sposato con Maria Amtonia Gamba, hanno diversi figli ancora minorenni alla sua morte, di cui si conoscono i nomi (Camillo, Antonio, Luigi, Anna Maria, Maria Domenica, Caterina)
Figlia dello scultore Gerolamo Marchesi di Saltrio sposa Paolo Gamba di Domenico e rimane vedova nel 1837, con diversi figli ancora minorenni e qualche anno dopo la morte del marito dovrà liquidare la sostanza ereditata per far fronte ai debitori. Il padre e i fratelli Pompeo e Luigi Marchesi erano scultori assai noti alla fine del 1700 e durante la prima metà del 1800. Lucrezia é anche la nipote di Apollonia Marchesi, sorella di suo padre e moglie di Paolo Francesco Rossi.
Figlio di Antonio Gamba e Elisabetta Fossati, fratello di Maria Antonia sposata con Carlo Fossati é citato nell'archivio della famiglia Rossi del Paolino come socio in affari del cognato Fossati e del fratello Carlo. Agostino si indebita con i cugini Gamba (figli di suo zio Domenico) e con il cognato Fossati al punto che non riuscendo a rimborsare i suoi debiti fugge all'estero, dapprima in Italia e poi in Francia senza più dare notizie di sé. La sua sostanza (casa e terreno) viene liquidata all'asta nel 1840 e la famiglia rimasta ad Arzo ne esce completamente rovinata, rimanendo "senza mezzi di sussistenza e senza soccorso nella casa di sua proprietà in cui non vè mobile alcuno, tutto essendo stato consunto nei cinque antecedenti anni di sua continua dimora in Piemonte od in Francia" ( memoria del procuratore Pietro Giov. Rossi al tribunale di Mendrisio, 7 giugno 1839)
Figlia di Domenico e Anna Maria Martini (v. scheda famiglia Gamba).
Vive con il fratello sacerdote Giacomo a Chiavenna. Si trasfersice ad Arzo probabilmente dopo la morte di lui nel 1847, come dimostrano alcune lettere indirizzate ad Arzo da un suo amministratore di Chiavenna.
Scultore, originario di Meride, residente a Tremona, figlio di Pietro pure scultore.