Figlio di un altro illustre medico milanese, Giovanni Maria Schiera. Giovanni Schiera é citato in una nota del dizionario Oldelli del 1807 (p. 134-135) : <i> "Di queste e di parecchie altre notizie sparse quà, e là, in questo mio Dizionario, devo saperne buon grado al giovane dottore Giovanni Schiera e all'ab. Mazzucchelli, custode della biblioteca Ambrosiana, e al commendevole loro impegno di soddisfare a mano a mano le mie storiche inchieste. Ho detto al giovane dottore Schiera per distinguerlo dal genitore, morto nel corrente anno, medico anch'egli di molto grido a Milano (...)"
Nato a Venezia il 14 agosto 1552 , morto a Venezia il 15 gen. 1623. Padre servita, teologo, filosofo e storico. Fu consigliere della Repubblica Veneta. Fu in contatto con Galileo e con gli ambienti scientifici del tempo.
Medico chirurgo, docente di antomia e di medicina pratica all'Università di Sassari (dal 1826), poi titolare della cattedra di clinica medica all'Università di Torino dal 1834, presidente della R. accademia medico-chirurgica di Torino. Morto di polmonite a Torino il 22 genn. 1855
Fu ingegnere cantonale e Commissario di Governo del distretto di Mendrisio. Membro del Piccolo Consiglio ticinese dal marzo 1836 al sett. 1838.
Nobile, originario di Mendrisio, figlio di Giovanni Battista, avvocato e notaio. Sposato con Marianna Visetti, figlia di Giuseppe Maria, di Mendrisio. Avvocato e notaio attivo fra il 1750 e il 1804 circa. Luogotenente del balivo di Mendrisio (1777-98), nel 1798 si schierò a favore della permanenza dell'ex baliaggio nella Conf. Fu cancelliere del governo provvisorio di Mendrisio (1798), viceprefetto di Mendrisio (1799) e giudice cant. (fino al 1802). Padre dell'avvocatp, giudice e uomo politico Antonio Isidoro Rusca (1757-1846).
Nessun riscontro biografico. Il suo dizionario poetico e storico fu fatto pubblicare dal fratello Eleuterio, frate capuccino nel convento di Alatri.
Nata Neidlingin (cognome oggi forse estinto) a Dresda o comunque in Sassonia. Moglie di Giovan Maria Rossi detto dell'Acquavita, originario di Arzo, che conosce e sposa a Dresda verosimilmente attorno al 1782 (nel 1783 ha il primo figlio). Rimane vedova nel 1786, incinta di un secondo figlio che perderà però alla nascita. Descritta nel testamento del marito come " marmorina", riprende il posto di marmista già occupato dal marito alla Corte di Sassonia , una carica ambita da molti artigiani perchè assicurava una rendita di 100 talleri annui. Benchè il marito l'abbia lasciata usufruttuaria di tutti i suoi beni in patria, questa disposizione non é riconosciuta in Svizzera dove a quel tempo la moglie non eredita con i figli. Di salute cagionevole, riesce con i pochi ricavati del suo lavoro e con quanto ottiene dall'amministrazione dei beni ereditati dal figlio ad Arzo, ad educare il figlio Johann Karl Augustus e a fargli imparare il francese e l'italiano, lingua che lei stessa scrive abbastanza bene. Riesce anche a farlo nominare marmista di corte nell'anno in cui muore di "mal sottile" (probabilmente di silicosi). Dalla sua corrispondenza si apprende che ha ricevuto in dono dal Principe elettore un piccolo terreno, adiacente alla proprietà del defunto scultore Andrea Salvatore Aglio, il quale l'aveva venduta con una promessa orale a suo marito e che lei cercherà di far riconoscere dagli eredi Aglio per poter creare una sua bottega di marmista. L'esito delle trattative non é noto.
Giovanna Sidonia Rossi, figlia di Paolo Francesco (1673-1703) e Eurosia Margherita Rossi (1673-?) é l'ultima di 3 sorelle e 2 fratelli, Cristoforo Antonio e Giacomo Antonio rispettivmente zio e padre del giudice di pace Paolo Francesco Rossi. Paolo Francesco che già lavora con lo zio nella gestione del patrimonio famigliare, si occuperà anche degli affari della zia rimasta vedova di Silvestro Rossi dell'Acquavita e in seguito degli affari di una parte della famiglia.
Di lei si conoscono due figli, Antonio e Giovan Maria, deceduti prima della madre. Antonio ha almeno tre figli che sono nominati in vari libri di conto del cugino Paolo Francesco: Silvestro, calzolaio, Felice e Giovan Antonio, scalpellini. L'altro figlio di Sidonia, Giovan Maria emigra a Dresda dove riesce ad ottenere un posto di scalpellino o scultore (?) alla corte del grande elettore di Sassonia. A Dresda verso il 1782 sposa Sofia Elisabetta Neitling, dalla quale avrà solo un figlio, poichè morirà ancora giovane nel 1786.
Nato a Stabio da Felice Rossi e Climene Gaslini, orig. di Arzo, sposato nel 1929 con Emma Bernasconi di Vezia. Avvocato, membro del partito conservatore, fu municipale a Capolago e a Mendrisio, membro del Gran consiglio ticinese (1926-40) e Consigliere nazionale (1928, 1931-40). Nel 1940 abbandona le cariche politiche per assumere la direzione della succursale della Banca Nazionale a Lugano, succedendo a Raimondo Rossi [testo tratto dal DSS, fonte cit.]