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Notice d'autorité
Motta, Giuseppe
CH-AFR.Persona/M · Personne · 1871-12-29 / 1940-01-23

Nato a Airolo, figlio di Siismondo, albergatore ; morto a Berna.
Studiò diritto alle Univ. di Friburgo, Monaco di Baviera e Heidelberg, conseguendo il dottorato nel 1893. Dal 1895 fino all'elezione in Consiglio fed. fu avvocato e notaio ad Airolo. Eletto al Gran Consiglio ticinese nel 1895, fu fra i maggiori esponenti del partito conservatore, fautore di una laicizzazione e modernizzazione del partito e della collaborazione fra forze politiche ticinesi. Deputato al Consiglio nazionale dal 1899, difese tra l'altro il diritto di asilo. Eletto consigliere federale nel 1911 alla testa del Dip. delle finanze e dogane, dirigerà poi il Dip. Politico dal 1920, quando divenne Presidente della conf. per la prima volt, fino alla sua morte. Il ventennio nel quale esercitò un influsso personale e diretto sulla politica estera svizzera, ricordato come "l'era Motta", fu caratterizzata da un'azione politica caratterizzata dalla difesa degli ideali svizzeri ma con un'impronta di realismo dettato anche dal contesto internazionale e in particolare quello degli anni 1930-1940 [tratto da: Dizionario storico della svizzera, fonte cit.]

Mugiasca, Giambattista
CH-AFR.Persona/M · Personne · 1721.09.22 - 1789.01.05

Membro di un'importante famiglia di mercanti di Como, canonico della cattedrale poi cameriere segreto del papa (v. Storia di Como, Revelli). Vescovo di Como dal 1765 al 1789. Dalla sua diocesi dipendono anche le pievi del sottoceneri nel canton Ticino, nelle quali effettuera diverse visite pastorali

Musica Aurora
CH-AFR.Ente/M · Collectivité · 1921/..

Fondata l'8 febbraio 1921 grazie all'apporto degli emigranti di Arzo.

Mussolini, Benito
CH-AFR.Persona/M · Personne · 1893-07-29 / 1944-04-28

Alcuni documenti e testimonianze reltive a Benito Mussolini si trovano nel fondo Raimondo Rossi. Per questo motivo è stata creata questa scheda d'autorità.

Benito Amilcare Andrea Mussolini, nacque il 29 luglio 1883 a Dovia, frazione di Predappio (Forlì), primogenito di Alessandro, fabbro, e di Rosa Maltoni, insegnante elementare.
"Agitatore politico ed esponente del massimalismo rivoluzionario, diresse l’«Avanti!», il quotidiano del partito socialista italiano, dal 1912 al 1914. Scoppiata la Prima guerra mondiale, dopo un iniziale neutralismo, divenne un fautore della partecipazione italiana allo scontro. Per questa ragione ruppe con il socialismo ufficiale e fondò, nel novembre 1914, un nuovo quotidiano d’ispirazione interventista: «Il Popolo d’Italia». Terminato il conflitto diede vita a Milano, il 23 marzo 1919, ai Fasci italiani di combattimento. Nell’ottobre 1922, grazie alle violenze dello squadrismo e sulla spinta della marcia su Roma, ottenne da re Vittorio Emanuele III l’incarico di formare e presiedere un governo di coalizione. Non avrebbe più lasciato il potere. Nel giro di pochi anni instaurò una dittatura carismatica durata sino al 25 luglio del 1943 (...). Venne giustiziato (secondo la versione canonica) da alcuni emissari del Comitato di liberazione nazionale (CLN), dopo che i partigiani lo avevano catturato mentre si apprestava a fuggire verso la Svizzera con un gruppo di irriducibili seguaci." [Fonte: Alessandro Campi - Enciclopedia machiavelliana (2014) ]

Nessi, Emilio
CH-AFR.Persona/N · Personne · 1856 /1933-03-14

Nato a Locarno, morto a 77 anni a Lugano.
Rimasto orfano di padre a soli 11 anni, si forma gradualmente lavorando dapprima in Italia come impiegato di commercio e in seguito in Germania. Tornato a Neuchâtel inizia a lavorare nel settore bancario, attività che proseguirà ancora in Ticino, assumendo gradualmente cariche direttive. Sostenuto da diverse personalità ticinesi (fra le quali: Agostino Soldati, Costantino Maselli, Emilio Rava, Antonio Fusoni, Giovanni Nizzola, Giovanni Franschina, Carlo Martinetti) fonda nel 1888 la Banca popolare di Lugano che dirigerà fino al 1932.
Creerà delle borse di studio per gli studenti ticinesi. Le esequie si celebrarono il 16 marzo 1933 alla presenza di quasi 2000 persone, come riportano i quotidiani ticinesi e romandi.

Novello, Giacomo
CH-AFR.Persona/N · Personne · 1549~-xx-xx/1586-xx-xx

Giurista ed avvocato veneto nato a Castelfranco, pubblica a Venezia dal 1549 al 1586.

Oldelli, Gian Alfonso
CH-AFR.Persona/O · Personne · 1733-08-06/1821-03-05

Nato a Mendrisio il 6.8.1733, morto a Lugano il 5.3.1821, orig. di Meride.
Frate Francescano, predicatore, studioso di teologia e storia, autore del Dizionario storico ragionato degli uomini illustri del Canton Ticino (1807-1811)

Oldelli, Giovanni
CH-AFR.Persona/O · Personne · verso 1750-1830

Notaio della famiglia Oldelli di Meride, attestata dalla prima metà del XV sec. Cognato dell'ing. Stefano Ignazio Melchioni

Orelli, Paolo
CH-AFR.Persona/O · Personne · 15xx/1647?

Paolo Orelli, figlio del consigliere Francesco Orelli, famiglia nobile di Locarno. "Cavaliere dello Speron d'Oro 1610, Alfiere di Locarno, Console di Losone, Golino, Intragna e Verdasio (1625-1640), secondo la tradizione avrebbe terrorizzato la popolazione e sarebbe stato ucciso tra il 1645 e il 1647"
(trad. libera tratta da : Historisch-Biographisches Lexikon der Schweiz, fonte cit.)

CH-AFR.Ente/O · Collectivité · 1300.. /..1800

L'oratorio di S. Maria Nuova della Cosia, o S. Maria Nuova di Borgo Vico, apparteneva alla parrocchia di S. Giorgio di Vico, docesi di Como. Risalente al sec. XIV, nel corso del Trecento la famiglia Suga, titolare del giuspatronato, vi annesse un ospedale dei poveri. L'istituzione possedeva diversi fondi situati a Olgiate, Cermenate, Bregnano e Corpi Santi della città di Como, amministrati dai patroni. Dal 1556 il patronato passò alla famiglia Maranesi. In epoca imprecisata, ma già ad inizio Settecento, la famiglia Bosia di Mendrisio condivise il patronato con i Maranesi. Nel 1801 le sorelle Lucrezia e Marianna Bosia fu Paolo (ultime discendenti del casato), con rogito del notaio Antonio Isidoro Rusca di Mendrisio del 7 feb. 1801, cedettero la loro metà di patronato al nobile Giambattista Torriani di Mendrisio, contro un vitalizio di Lire 1000 milanesi annue e l'impegno di non alienare i beni ma di intrattenerli, come pure di sottostare a diversi impegni verso la chiesa. I patroni conservarono i fondi in comunione fino al 1817, quando con un atto del notaio Gaetano Perti di Como vennero divisi fra G.B. Torriani e Teresa Porta Maranesi, erede del patronato e vedova di Giov. Battista Pogliani, che continuerà ad amministrare i possedimenti anche per conto dei Torriani. Dopo la morte di Giovan Battista Torriani (1823) e la divisione ereditaria, una parte dei fondi toccati al figlio Giovanni vennero da lui venduti al cugino Filippo Ferrari, per sanare vari suoi debiti.