Nata a Odessa nel 1882 (o 1884 secondo le fonti) fu una cantate lirica assai nota nel primo Novecento. Dopo gli studi in Polonia fece carriera in Italia, soprattutto alla Scala di Milano (1915-1920, poi dal 1930), in Argentina (Buenos Aires 1924-1928) e negli Stati Uniti dove si produsse al Metropolitan Opera di New York dal 1927 al 1930. Nel 1915 Elena Rakowska sposò il direttore d'orchestra Tullio Serafin (1878-1968) dal quale ebbe una figlia Vittoria (1916-1985). Morì nel 1964 a Roma ed è inumata nella tomba di famiglia a Cavarzere (Venezia), luogo di nasciata del marito. Non ci sono notize sulla sua famiglia. Si conosce una sorella Maria Karklins, sposata con un lettone.
Massari della fam. Rossi del Paolino, attivi fra il 1800 e il 1830. Due fratelli Quattropani coltivano un terreno a Saltrio (Dosso) e il terreno detto Temporida (o Tamporida) ad Arzo nei primi decenni del 1800.
Sacerdote. Nato e morto a Mendrisio. Figlio di Filippo Quartironi e di Maria Elisabetta Maderni figlia di Santo, di Capolago, ultimo discendente dei Quartironi di Mendrisio, famiglia originaria della Valsassina, che ebbe molti ecclesiastici, attestata già dalla metà del Quattrocento con un parroco di S. Sisinio alla Torre (Mendrisio). Il rev. Carlo Felice fu curato di Capolago fino alla metà del secolo 1700, poi priore di S. Sisinio, nominato il 27 agosto 1757 ; rinunciò alla prioria nel 1796 per motivi di anzianità. Molto benestante, proprietario di fondi agricoli e capitali che investiva a prestito, alla morte dei fratelli e sorelle, senza discendenti, nominò suo erede universale il figlio della cugina Giulia Rossi, Giuseppe Simone Ferrari fu Giuseppe.
Famiglia di Cernobbio (Italia), ramo risalente a Agostino Pusterla (26.05.1805) sposato con Maria Riva.
Due dei figli, Carlo e Pietro Giosué detto "Augusto", emigrarono in Svizzera a Bellinzona (Ticino) da dove poi Augusto emigrò nuovamente verso Buenos Aires, senza più dare notizie di sé. Il fratello Carlo si stabilisce invece in Ticino dove fonda una famiglia. Nel 1918 il Dr. Raimondo Rossi è nominato curatore degli interessi dell'assente Pusterla che verrà ufficialmente dichiarato morto fra il 1892 e il 1893.
Dai dati genalogici - qui riprodotti - che R. Rossi ricevette dal comune e dalla parrocchia di Cernobbio assieme ad altri raccolti presso Pietro Pusterla, nipote dello scomparso, appare che la famiglia non avesse discendenti a Cernobbio e che fosse sconosciuta oramai sconosciuta alle autorità. La documentazione raccolta da R. Rossi durante gli anni della curatela (1918 -1923) contiene alcuni errori e incongruenze che riguardano nomi e date, cosicchè non vi é certezza né sul nome di battesimo esatto di "Augusto", né sulle date di nascita o di morte dei vari membri della famiglia.
"I Prestinari fabbricatori di organi e cembali" operano tra il Sette e l'Ottocento a S. Stefano Ticino: si trasferiranno nella vicina Magenta attorno al 1821 quando la fama di organari capaci è già solida.
Alle radici di questa famiglia stanno Luigi e Dionigi, ma mentre del primo si sa ancora poco, Dionigi - nato nel 1747 - appare come l'animatore della bottega, il geniale maestro dei figli Antonio, Gaetano e Francesco che tramanderanno poi ai discendenti l'arte loro. Lo spostamento della bottega a Magenta si compie probabilmente dopo la morte di Dionigi avvenuta il 9 luglio 1821. La loro tecnica costruttiva, il disegno sonoro, il rispetto dello sviluppo equilibrato dell'organo tradizionale italiano emergono dagli strumenti superstiti e dalla documentazione d'archivio relativa a quelli andati perduti. É evidente il possesso di un bagaglio tecnico di eccezionale rilevanza. L'opera più significativa è senza dubbio la realizzazione dell'organo della chiesa di S. Fedele a Como, commissionato da quella Fabbriceria nel 1827. Nel 1858 la comunità di Magenta commissiona alla famiglia Prestinari un imponente strumento da destinare alla Parrocchiale di S. Martino. Il contratto di questo organo stipulato il 22 giugno 1858 con la Fabbriceria della Parrocchiale di S. Martino, è firmato da Antonio e Giovanni Prestinari, "anche a nome dei Fratelli Luigi e Giuseppe".
In Svizzera, ad Arzo (Mendrisio) Antonio e Gaetano Prestinari, figli di Dionigi, con il nipote Giovanni figlio di Francesco, costruiscono l'organo della chiesa parrocchiale di Arzo, fra il 1836 e il 1838.
Nato e morto a Cagliari. Figlio del conte Gaetano Pollini, ricco negoziante di Mendrisio residente a Cagliari, nobilitato dal re Carlo Emanuele IV di Savoia, e di Giulia Ferrari di Mendrisio. Assecondò il padre nei suoi negozi, risiedette poi nella villa Pollini edificata fuori Cagliari dal padre nel 1812, con annessa tenuta agricola e poi vinicola. Sposato con la nobile cagliaritana Chiara Serralutzu nel 1818, rimase vedovo e si risposò nel 1843 con sua nipote Matilde de Cesaroni (n. ca 1820), figlia di sua sorella Margherita, deceduta nel 1824). Dopo la morte del padre nel 1820, sui terreni di Villa Pollini. Coltivò con il padre le belle arti, creando una importante collezione di quadri - dispersa dopo la sua morte - e componendo opere musicali di intrattenimento.
Nato a Cagliari, morto a Mendrisio. Ultimogenito del conte Getano Pollini e di Giulia Ferrari di Mendrisio rimase orfano della madre quando aveva solamente un anno. Sposò il 3 marzo 1821 Caterina Torriani, figlia del medico Pietro Torriani e di Sidonia Freüler, dalla quale ebbe 10 figlie e figli, fra i quali Gaetano, sacerdote, vicario foraneo e canonico di Mendrisio, e Francesco, musicista compositore (1832-1871). Dopo la morte della moglie nel 1837, si risposò nel 1840 con Giulia Kergelrachter figlia di Martino.
Nato a Mendrisio il 13.9.1736, m. a Cagliari il 10.9.1820. Figlio di Francesco Pollini, oste e macellaio proveniente da Tremona, e di Margherita Lezzani. Sposa il 2 maggio 1791 Giulia Ferrari (n. ca 1769) figlia di Giuseppe Simone Ferrari, possidente originario di Arzo, e di Maddalena Torriani, figlia di Giovanni e sorella del causidico e luogotenente del landfogto Giovanni Battista Torriani. La grande differenza di età fra gli sposi suggerisce un matrimonio combinato.
Gaetano era l'ultimo di 7 fratelli e sorelle. Le informazioni sugli inizi della sua carriera, iniziata quando era ancora adolescente con il fratello maggiore Giovanni negoziante in Sardegna, provengono dal Dizionario degli uomini illustri di G. Oldelli e non sono attestate altrove. Documenti negli archivi di stato di Cagliari e altri studi attestano comunque la sua attività alla fine degli anni 1760, quando Pollini costruiva la sua fortuna partecipando al monopolio del commercio del grano in mano ai più importanti negozianti presenti sull'isola, in gran parte genovesi. Nel 1776 e 1782 gli fu assegnato l'appalto della misura reale e del peso reale (i dazi sui grani e i beni importati) che venivano appaltati ai maggiori uomini d'affari. Ebbe anche una residenza a Genova, poiché in quella città nacque la figlia Maddalena nel 1785; inoltre era membro dell'Arciconfraternita dei Genovesi di Cagliari. Pollini fece parte dei negozianti più vicini alla corte reale sabauda, che ricevevano incarichi per provvedere al grano nei momenti di carestia e anticipavano somme di denaro alle casse reali assai disastrate, ricevendone crediti, benemerenze e nobilitazioni, alle quali aspiravano molti dei borghesi negozianti. Pollini ottenne il cavalierato ereditario e la nobiltà nel 1797 e nel 1811 il titolo ereditario di conte, essendosi attivato per la liberazione degli abitanti di Carloforte, sull'isola di S. Pietro, rapiti dai pirati barbareschi nel 1798, anticipando una ingente somma di denaro per il riscatto che le casse del Regno non potevano fornire. Diversificò le sue attività anche con le peschiere che avevano un ruolo importantissimo nell’economia sarda ottocentesca, acquistando le peschiere di Sassu e Mistras nel golfo di Oristano (1806) ; avrebbe anche iniziato una manifattura per la lavorazione del corallo; si dedicò anche alla coltura della salicornia, un vegetale dal quale si estraeva la soda per il sapone, ottenendo nel 1808 l'autorizzazione di impiantare una fabbrica di sapone con altri soci. Nel 1806 intervenne a sostegno delle finanze regie, minacciate da un'inflazione di biglietti di credito, aprendo una banca di cambio per ritirare i biglietti svalutati. Infine occupò cariche amministrative sempre in relazione al commercio e acquisto di grani per la Sardegna, e fu più volte Console nel Magistrato del Regio Consolato di Cagliari. Pollini fu sempre legato a Mendrisio, dove verosimilmente soggiornava per periodi più o meno lunghi. Infatti è sempre registrato negli Stati delle anime di Mendrisio con i familiari (registri nei quali erano iscritti anche i residenti temporaneamente assenti). Il legame con Mendrisio è anche confermato dall'acquisto nel 1792 di palazzo Confalonieri, dove in seguito abitarono i figli Francesco, erede del titolo nobiliare, e Giovanni Battista. Nel 1794 è registrato di anni 56 con la moglie Giulia Ferrari di anni 25 e il figlio Francesco di 1 anno. A Mendrisio nacquero i figli Francesco (1792) e Giuseppe (1797), mentre nacquero a Genova la figlia Maddalena (1785) e a Cagliari la figlia Margherita (1798) e l'ultimogenito Giovanni Battista (1800). La moglie Giulia morì a Cagliari nel maggio 1801, ca. sette mesi dopo la nascita dell'ultimogenito. Gaetano Pollini fu inumato nella chiesa dei SS. MM. Giorgio e Caterina, che apparteneva all'Arciconfraternita dei genovesi, dove era stata inumata anche la moglie Giulia (informazioni dal museo villa Pollini). Il conte Pollini diede un'educazione artistica e musicale ai figli e due suoi nipoti si distinsero nel campo musicale: il compositore Francesco Pollini, figlio di Giov. Battista (1832-1871) e l'organista Gaetano Pollini, figlio del conte Francesco (1830-1910).
Dimore dei Pollini : oltre al palazzo di Mendrisio, Gaetano Pollini ebbe un palazzo a Cagliari nel quartiere d'affari della Marina. Ma la dimora sarda che rimane indissolubilmente legata al suo nome fu la residenza e tenuta agricola costruita nel 1812. La villa conteneva un'importante collezione di circa 200 quadri con opere delle scuole di Rubens e del Caravaggio. Il figlio Giuseppe, dopo la morte del padre, vi sviluppò una tenuta vinicola. Alla sua morte (1847) la villa venne ceduta ai conti Porcile di Sant’Antioco, poi alla famiglia Zedda Piras. Oggi Villa Pollini è un museo, proprietà della Sopraintendenza dei beni archeologici di Cagliari e Oristano.
Nato e morto a Mendrisio. Primogenito del conte Gaetano Pollini, ricco negoziante nobilitato nel 1811 dal re Carlo Emanuele IV di Savoia, e di Giulia Ferrari figlia di Giuseppe Siimone, di Mendrisio. Sposa Matilde Ceva figlia di Federico e Carolina di Sanvitale, piccola nobilità piemontese. Il figlio Gaetano Maria (1830-1910) era un organista professionista.
Nato a Breganzona ( Lugano) orig. di Flüelen. Figlio di Ignazio. Dopo le scuole dell'obbligo a Milano e il liceo a Torino, studiò diritto alle Univ. di Berna e Friburgo, dove conseguì il dottorato. Membro della direzione cant. del partito conservatore democratico ticinese, fu deputato al Gran Consiglio ticinese (1897-1920, 1926-31) e Consigliere nazionale (1928-31, 1933-35). Fu tra i fondatori della Soc. elettrica sopracenerina, della Soc. per la funicolare del Monte Brè (Lugano) e della Soc. bancaria ticinese. [fonte: DSS]